Capitolo
7 Sesso e Castità
A.S.
Perdonatemi la lunga assenza ero in
Ferie...
(Narrazione
di Anthony)
Eravamo
tornati sulla nave da meno di
dieci minuti, ma si era già scatenato un putiferio di
risate, allegria e
scherno verso quelle arroganti ragazzette che giacevano in pasto ai
vermi. Il
salone delle feste era pieno di gente, si era deciso di fare una festa
esclusiva...
niente mostri o bestie; Avrei potuto entrare subito, ma optai per un
salto in
camera a cambiarmi, come diceva sempre mia madre “Un bel ragazzo come te non può certo
andare in giro come un vagabondo”
Avevo ormai quasi varcato la soglia quando sentii un piccolo singhiozzo
subito
seguito da un altro e poi un altro ancora, seguii quel suono spettrale
fino ad
uno stanzino perfettamente vuoto e scarsamente illuminato, cercai un
po’ con lo
sguardo e infine lo vidi, Percy Jackson, forse il guerriero
più feroce che
avessi mai visto, considerando anche che combatteva contro i suoi ex
alleati,
che piangeva come un bambino ai piedi di due cadaveri argentei. Erano
le due
cacciatrici, iniziavo a chiedermi se intendesse tenerle lì,
ma poi accadde
qualcosa che persino per un semi-dio si ritiene impossibile, le sue
lacrime
circondarono i corpi e divennero delle bare di cristallo dalle
sfumature verdi,
proprio come gli occhi che le avevano piante; Ero confuso io e il
capitano
avevamo deciso tacitamente di tenere segreto il primo episodio, ma
quello!
Non si grazia il nemico in battaglia,
ma seppellirlo è d’obbligo così lo
considerai solo un ennesimo piccolo segreto.
Trascorsi altri venti minuti e vestito di tutto punto entrai allora nel
grande
salone, i lampadari di cristallo pendevano in tutto il loro splendore,
i rasi e
le sete della tappezzeria erano stati tirati a lucido e ad ogni tavolo
si
brindava alla vittoria, con i lestrigoni incredibilmente servizievoli a
riempire i calici ogni qualvolta ce ne fosse bisogno, mi accomodai al
tavolo
principale assieme al comandante e al primo ufficiale. Percy era
proprio lì
euforico come se fosse appena trascorso il natale, stentavo a credere
che lui e
il ragazzo della stanza fossero la stessa persona... era
così, strano.
Dopo
almeno una ventina di brindisi fu
servita la cena: pasticcio di montone con uova alla Bismarck e tortini
di
carne, l’atmosfera era fin troppo calma e giacché
la discordia è l’antitesi
della calma, l’immancabile Darnel arrivò di
lì a poco, dal suo scarno
abbigliamento era logico che quella sera voleva guadagnarsi una
promozione nel
peggiore dei modi...
Un leggerissimo
abitino la copriva , se così si può dire, ma era
comunque esposta agli sguardi
indiscreti di tutti i presenti, cosa che a parer mio la faceva
gongolare a dir
poco... dopo un pasto luculliano tornai in camera, ma non dopo aver
ottenuto da
una disinibita figlia di Efesto un ballo per la sera successiva.
P.O.V.
Percy
<<
Mi perdonereste un attimo,
credo di non sentirmi molto bene... >> dissi poco prima
di alzarmi e
correre nella mia cabina, lì mi guardai allo specchio e mi
venne da sputarmi in
volto, iniziai a prendermela con me stesso << Brutto
mostro! Guarda cosa
sei diventato, un giorno arriverai a mangiare altre persone se oggi
festeggi in
questo modo la tua brutalità! >> stavo per
ricominciare, poi però mi
dissi che in fondo quello era solo l’antipasto della mia
vendetta e ancora
molti altri sarebbero caduti per mano mia e quindi si il festeggiamento
era
solo il primo di una lunga serie.
Tornato a tavola mi accorsi che i miei pochi commensali da
soli erano
stati in grado di finire la bottiglia di Gin che avevo fatto portare,
scoprii
solo dopo altre quattro bottiglie che neanche volendo potevo
ubriacarmi, il mio
metabolismo era troppo veloce per farmi provare la pace
dell’incoscienza. Non
voglio raccontare tutto ciò che successe quella sera, fatto
sta che dopo
neanche un’ ora dal mio gesto di onore e apprezzamento per
quelle vergini
guerriere, il mio corpo stava per possedere una ragazza che il resto di
me non
amava. Eravamo entrati nella mia cabina, Jenny si era avvicinata con
uno
sguardo malizioso, guardai le iniziali sulla porta e provai a
trattenerla, ma
un demone prese il mio controllo, ci baciammo, ma fu un bacio vuoto
mentre le
mie mani spogliavano il suo corpo, vivevo momenti di grande esitazione,
farlo o
non farlo svendere il mio corpo a una persona qualsiasi o consacrarmi a
colei
che non avrei mai avuto...
Ad
un tratto pensai alle parole di Luke
e mi arresi, la buttai sul mio letto con un impeto animalesco, insinuai
la mia
lingua fin dove un uomo possa osare fare, ottenendo in risposta solo
qualche
raro gemito, una cagna lussuriosa, non era nient’altro, ma
ero forse io
migliore? Valevo di più di lei? Domande che in futuro mi
posi spesso, ma non
quella sera, che passò fra gemiti e urla.
All’inizio
sentii l’inesperienza, ma lei
seppe supplire a tutto e la parte animalesca che ormai mi tormentava
sempre più
spesso ne fu ben contenta, in futuro seppi limitare almeno in parte i
miei
istinti, ma non quella sera in cui feci cose talmente orribili, ma in
un certo
senso fantastiche che presso il circolo vizioso della ragazza mi
valsero il
soprannome “Lupo”