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Autore: _imahero    10/09/2011    0 recensioni
Io ero perduto,un giorno ho "incontrato" lei.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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'Mi sento sconvolto...'pensai.Era passata una settimana dall'ultima volta che mi ero divertito un po'.Al lavoro niente era così divertente...ma amavo ciò che facevo.Avevo una passione segreta per la poesia e la fotografia.Mi piaceva il modo una ispirasse l'altra e viceversa.Lavoravo come tirocinista,e sviluppatore,da Mr Downsown,un ebreo polacco immigrato negli Stati Uniti durante la guerra.Ripensai un secondo a come doveva essersela passata.'Poveretto.Lui si che dev avere sofferto.'Anche mio padre e mio zio erano stati in guerra in Europa,e me lo raccontavano spesso,quando ero bambino...
"Tieni,queste sono da rilegare." "Grazie Corney."dissi impassibile.Avevo il brutto "vizio" di andare spesso in oca."Chido.I clienti non vengono più ormai..." "Va bene.Grazie per il passaggio a mio padre." Mi scusai con Corny,il figlio di Mr Downsown,per il disturbo che gli avevo creato facendogli portare a casa mio padre dal pud,la sera precedente."Ma ti pare..."se ne andò dandomi le spalle.
Rimasi da solo con le spalle al muro vicino al bancone del negozio.Mi passai una mano tra i capelli.Sentii che stavo per toccare il fondo.Ma se tocchi il fondo devi pur risalire no?Non lo sapevo.
Tornai a casa sotto una piaoggia scrosciante e trovai un bigliettocon su scritto di preparare la cena anche a mio padre,firmato papà.Cucina una bistecca surgelata che Zara aveva comprato pochi giorni prima.Mangia lentamente,quasi come una mucca.Mi feci la doccia.A volte cantavo.Entrai in camera mia con un paio di boxer e una canottiera bianca.La mia camera era sempre la stessa.Erano passati settimane,mesi,anni e lei era sempre uguale.Mi addormentai con un Playboy,che mi aveva  passato di nascosto Ben,e la luce accesa.Il mattino dopo era una bella giornata.Mi svegliai di buon umore,e mi accorsi che la luce era ancora accesa e il Playboy era lì dove lo aveva dimenticato.Nessuno mi aveva controllato come quando ero piccolo.Mi sentii un po' in imbarazzo a pensare che prima di dormire,leggevo articoli che parlavano di sesso.Indossai una maglietta grigia e un paio di jeans neri.Uscii di casa salutando Zara,che mi disse che mio padre era in ufficio.Bene.Ero contento.A scuola mi sentivo agitato,forse perchè avevo studiato poco.Entrai in classe e vidi qualcosa di inaspettato.Un'ondata di calore mi travolse.Ultima Fila.Penultimo banco.Era arrivata finalmente.La riconobbi subito.Era sempre la stessa.Caelli lunghi fin sotto al seno biondo cenere,frangetta,occhi da cerbiatta marrone chiaro,cerchietto viola e dolcevita azzurra.Era sempre la stessa.Era Martha.Non la disturbai e continuai ad osservarla mentre leggeva la lezione da sotto il banco.Avevo paura di parlarle.Mi ricordai perchè a undici anni avevo preso una cotta per lei.Se ne era andata inuna notte.Era la mia migliore amica,e,come me,anche lei soffriva:io soffrivo per mia madre,lei aveva degl'incubi frequenti,ma non si lamentava mai.Mi sedetti al mio posto.Lei non aveva alzato gli occhi dal libro,ma a me andava bene così.
Il proffesor Garmit era uno in gamba,un tipo sveglio...Ma non lo ascoltavo.Mi ricordavo solo un "Martha,salta che ti devo salvare,principessa".Il nostro "castello era la casetta sull'a labero che suo padre e il mio avevano costruito.Martha era uguale a sua mamma,che se n'era andata quando lei aveva  9 anni.Mi ricordavo ancora il funerle.Martha che piangeva,il papà che le diceva di contenersi e io che pensavo a come potevo farla divertire dopo.Ricordai,anche,che Martha aveva problemi di asma.
La campana suonò.
Mi precipitai per vedere se era davvero lei,non ne ero molto sicuro."Ciao" le dissi mentre usciva dalla classe.Si girò di scatto.Sembrava piuttosto nervosa."Ciao.Ci conosciamo?" ci fu un momento di silenzio imbarazzante.Io pensavo di aver sbagliato persona,e lei non aveva idea di con chi stava parlando."Scusa,ma devo...andare..."mentre pronunciava queste parole,mi guardò bene.La osservai andarsene.Ma si rigirò."Jack Mayer?!"era sorpresa di vedere che ero io."Martha!" che felicità!"Oddio questa è la tua scuola?"chiese."Già...me ne vergogno..."ammisi."Oh no!Qui è così...diverso!"forse mentiva..."Mi sei mancato sai?"mi disse.Rimasi di sasso"Anche tu...non puoi immaginare quanto..."  "Sai che mi sono trasferita nella mia vecchia casa?Quelle delle vacanze?Quella con la casetta...."La interruppi"Sul albero!Sì,mi ricordo!"    "Perchè vi siete trasferiti?"chiesi."Mio padre ha quasi tutti i clienti qui,e allora...bè,io volevo tronare...ma avevo paure di essere invasa da ricordi tristi e...bè,non avevo tutti i torti"rise forzatamente,forse per allegerire la tensione.Sua madre era morta di cuore,anche lei era debole come sua madre."Mi dispiace." dissi a malincuore."Già,anche a me".Ci fu silenzio poi le arrivò davanti all'ufficio del preside."E' stato bello rivederti Jack.Passami a trovare qualche volta."Sorrise."Sicuramente."
A casa ero così felice.Ricordai che Martha mi faceva stare bene anche nei momenti brutti.Forse mi avrebbe aiutato.

  
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