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Autore: Melisanna    12/05/2006    2 recensioni
Una fiaba per bambini che può essere letta da tutti.
Genere: Commedia, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Grazie a tutti per le recensioni! Spero che il seguito non deluda le vostre aspettative :) fatemi sapere!

I furti continuarono una notte dopo l’altra, ma la signora Wintrop stava all’erta: in fondo si sa che con l’avanzare dell’età si ha sempre meno bisogno di dormire!

E una notte la finestra della signora Wintrop cigolò lievemente, mentre una mano esperta la schiudeva.

Il ladro doveva conoscere bene la casa della signora Wintrop, perché, nonostante il buio, scavalcò con sicurezza il davanzale, e, evitando i vasi si lasciò cadere con leggerezza nella stanza.

E lanciò un grido di dolore e di sorpresa: il pavimento sotto la finestra era ricoperto dalle piantine più piccole della casa, tonde come palline da ping-pong o sottili come matite; dietro stavano altre grandi come palloni da calcio e in fondo si ergevano come colonne le più alte, a formare una barriera impenetrabile.

Mille e mille spine lunghe o corte, rigide o flessibili, dritte o uncinate pungevano i piedi nudi del ladro.

Quello cercò di risalire sul davanzale per uscire dalla stanza, ma si era dimenticato delle piante che aveva, poco prima, così abilmente scavalcato. Altri aghi punsero le sue dita delicate.

Perse la presa e cadde dalla finestra.

La signora Wintrop gridò. Voleva fermarlo, farlo andar via, catturarlo magari, non certo ucciderlo. Si fece largo fra le sue piante e si affacciò alla finestra.

E lo vide.

Avviluppato tra i rami del gelsomino penzolava a testa in giù.

La signora Wintrop rise di sollievo. Chiamò i vicini e telefonò alla polizia, questa volta nessuno le consigliò un rimedio per gli incubi.

Poco dopo due agenti liberavano il poveretto e lo posavano a terra sotto gli occhi di tutto il paese.

Uno dei poliziotti sollevò il passamontagna che copriva il volto del ladro.

Un brusio eccitato e sorpreso si sollevò tutt’intorno. Una signorina così carina. E gentile poi! Con occhi così graziosi e lunghi capelli biondi.

La signorina Willow rise gaia come sempre delle loro facce sorprese, nonostante i capelli scomposti e le manette ai polsi.

La guardarono con sospetto e indignazione. Come osava! Dopo averli derubati si faceva anche beffe di loro!

E sì che li aveva ingannati proprio per bene con le sue buone maniere e la sua allegria. Certo che era sempre allegra! Faceva la bella vita con i loro soldi. Chissà quanto doveva aver guadagnato rivendendo le loro gioie…

Vergognarsi, arrossire, chiedere perdono avrebbe dovuto.

Ma la signorina Willow non ci pensava proprio.

Attraversò tutto il paese a testa alta e con il sorriso sulle labbra. Solo, al momento di salire in macchina con gli agenti, sollevò un attimo lo sguardo verso la sua finestra e gli occhioni azzurri le si riempirono di lacrime.

“I miei fiori” mormorò “Le mie piantine.”.

“I suoi fiori!” esclamarono tutti “Le sue piantine!”. Di sé stessa avrebbe dovuto preoccuparsi: sarebbe passato un bel po’ prima che potesse uscire di prigione.

Solo la signora Wintrop non disse niente e si fece pensierosa.

  
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