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Autore: Fragile    13/05/2006    4 recensioni
Cammina, Draco, passo dopo passo, un piede dopo l'altro.
Sotto la pioggia cammina, ferito.
Per suo padre.
Lo aspetta, là, da qualche parte.
E avrebbe ricominciato, Draco.
Quel pensiero non l'avrebbe più tormentato.
Avrebbe ricomnciato. L'avrebbe fatto per suo padre.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Camminava su una via oscura della foresta, Draco.
Passo dopo passo, un piede dopo l’altro, affannava, la bacchetta alla mano. Era ferito.
Andava sempre più veloce nella foresta proibita, per non pensare, Draco. Che via prendere? Rimanere o tornare indietro?
Ed è la via che prende lui.
Ma quei pensieri riaffioravano alla mente. Quei sussurri gelosamente custoditi dentro di lui, si facevano forza, piano piano. Suo padre, non glielo avrebbe mai permesso. Malfoy il terribile. Era così che il Signore oscuro lo chiamava.
No, lui non avrebbe mai permesso che accadesse. Innamorarsi del suo nemico più temuto, che follia.
Ma scacciava questi pensieri, Draco. Come se non volesse sentirli, intimorito che qualcuno potesse udire le voci nella sua mente. E si guardava intorno, tormentato, sotto la pioggia incessante.
Avrebbe voluto qualcuno, Draco, ma la sua vita era vuota. No..lui era forte, era il grande Draco Malfoy.
Scacciava i pensieri, sempre più violenti nella sua testa. Le tempie pulsavano, come tamburi di un esercito lontano, ma che cammina piano..
..sempre più vicino..
..sempre più vicino..
vuole te Draco!
E così scappava dai suoi stessi pensieri. Pensieri che lacerano ogni cielo notturno, pensieri proibiti. Ma tutto era troppo pesante. Ed era debole, Draco e aveva freddo, sotto la pioggia.
Ad un tratto, come quando una stella, lentamente si spegne, lui si accasciò a terra, leggero, in balia dei suoi pensieri. Gli occhi fissi nel buio, non aveva più forze Draco, era fragile.
E ripensava a quel bacio, lungo, appassionato. Lo scacciava un poco, ma ecco che quel pensiero tornava, fisso, a tormentarlo. La sua testa sarebbe scoppiata, ne era certo. Ma forse sarebbe stato meglio così. Sparire d’un tratto, per non dover fare i conti con la propria coscienza. Perché ora ne aveva una, Draco, che si faceva sentire, più forte che mai. Era più forte del grido di una madre che ha perso il suo bambino, più forte delle grida di uno stadio, sovrastava tutti i rumori la sua coscienza. Era il grido del silenzio.
Nessuno gli aveva mai detto cosa fare. Come comportarsi. “Potter è tuo nemico, Draco” questo gli era stato detto.
Era tutto ciò che sapeva della sua vita.
Ma ora non gli bastava più. Quel silenzio incessante che accompagnava ogni sua azione, aveva finito con sfinirlo, corroderlo. Quel silenzio che non riesci a colmare quando sai che le tue colpe sono grandi. Il reo silenzio.
Cosa avrebbe detto a suo padre, ora, Draco? Non sapeva niente, di lui, di Harry, di loro. Ma non sarebbe riuscito a nasconderlo ancora a lungo. Teneva ancora quell’amuleto, Draco. Era il segno del loro amore proibito, era stato Harry a darglielo. “Sarà la tua luce quando cala il buio" così gli aveva detto. E non l’avrebbe mai dimenticato, Draco. Perché era scolpito a caratteri di fuoco nel suo cuore freddo, di acciaio scuro.
Ora Harry era morto, ma Draco sarebbe rimasto. Voleva suo padre, Draco. Ancora una volta in nome di quell’amore, di quel rispetto, aveva cambiato la sua vita. E suo padre sarebbe stato fiero di lui. Malfoy il terribile.
Il signore oscuro avrebbe dato un soprannome anche a lui, ne era certo. Sarebbe diventato il mago più potente, con suo padre, Draco, non più da solo.
E si fece forza, i piedi quasi non lo sorreggevano, la veste, madida di sangue ancora caldo, lo appesantiva, e ogni passo sembrava l’ultimo. Ma Draco sopportava, per suo padre. E camminò sotto la pioggia, passo dopo passo, un piede dopo l’altro. Cercava di non pensare ad Harry, quelle labbra morbide che lo cercavano, si posavano sulle sue fino a farlo fremere. Harry non c’era più. Quello che Draco cercava era solo l’affetto di suo padre.
Alzò il capo di scatto, sentendo un rumore improvviso. Gli occhi erano pesanti, quasi non riusciva a tenerli aperti. Era ferito, Draco. Una lunga lama l’aveva trafitto nel fianco, ma era sicuro che avesse intaccato anche il cuore. Lo sentiva pesante, Draco. E allo stesso tempo, lo sentiva vuoto. La pioggia fine si insinuava nella pelle viva, nelle sue membra, come piccoli aghi le goccioline lo tormentavano.
Vide la figura di un’uomo stagliarsi di fronte a lui. Per un attimo il suo cuore battè all’impazzata. Credette che fosse per la paura. Di essere scoperto. Ma no, Lucius non poteva sapere. Era felice, Draco. Sarebbero stati solo lui e suo padre, d’allora in avanti. Cercò di alzarsi e mostrarsi forte, ma non gli riuscì.
-Avanti, Draco, alzati. Voglio sapere se hai svolto il tuo compito.- esclamò con voce fredda Lucius.
Draco non capiva. Avrebbe potuto spiegargli così, da terra, sfinito, con la sola forza della parola. Instintivamente, protese le braccia in vanati. Le mani bianche, tese in segno di aiuto. Aspettava, Draco.
Un po’ di affetto. Aspettava il suo papà. Ma quella notte, Draco, non avrebbe avuto niente.
Lucius si voltò, sprezzante.
-Ti mando a fare un semplice compito e tu ti riduci così, disonori i Malfoy, figliolo- riprese il padre allontanadosi un poco. Quelle parole colpirono Draco mille volte più violentemente della lama di Harry. Aveva combattuto contro cuolui che amava, Draco. Solo per vedere un sorriso, quello di suo padre.
-E’ morto. Potter è morto.- bofonchiò, alzandosi in piedi con lancinante fatica. Erano faccia a faccia. Draco e Lucius. Padre e figlio. Lentamente Draco si avvicinò, barcollando sempre più ad ogni passo.
La testa sembrava scoppiare. Ma resisteva, Draco. Per suo padre.
Lucius si voltò.
-Hai fatto il tuo dovere, Draco- disse con estrema freddezza, ma sorridendo.
Era strano. Lucius che sorrideva. Ma Draco non ci pensava.
Era felice. Potter era morto, sì. Ora avrebbe ricomnciato con suo padre. Ora tutto sarebbe cambiato.
Avvertiva ancora quel sorriso, Draco, riscaldargli l’anima, le mebra purtide e indolenzite da freddo e fatica.
Ma fu la sesazione di un’attimo. Draco trasalì. Sentì una lama conficcarsi nel suo stomaco, giù, sempre più giù.
Si accasciò a terra, ormai sfinito. Guardò suo padre, sorridere un unltima volta. Nella sue mani, un amuleto.
E allora capì.
-Sarà la mia luce quando cala il buio- sussurrò, con il sangue che gli usciva dalle labbra pallide. Aveva ragione, Harry. E mentre spirava, sapeva. Non era l'amuleto, era Harry la sua luce. L'avrebbe accolto, quando intorno tutto era buio. E già la vedeva quella luce, Draco. Chiuse gli occhi. La sua espressione era davvero strana. Sembrava felice.
E così allargò le braccia, sotto la pioggia incessante, cercando di sfiorare l’eternità.
   
 
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