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Autore: gaccia    13/09/2011    9 recensioni
Isabella, ricca e potente, proprietaria delle Industrie Explosion di Boston se la vedrà con Edward, testardo e indomabile responsabile dell'azienda vinicola di famiglia a Sonoma. Un detto latino recitava In Vino Veritas (nel vino la verità) leggete se è vero
Genere: Generale, Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Ragazze e ragazzi, sono tornata anche qui!

E’ una giornata infame questa: ho postato AAA Affittasi moglie, Sakura e adesso questa.

Questa storia sta prendendo una piega imprevista, e sento che sarà sempre più complicata, per la gioia dei miei Sherlock.

Non voglio togliervi altro tempo prima della lettura, se non ringraziare che mi conforta con le recensioni o con le preferenze, o anche solo con gli accessi, segno che si legge e spero che si apprezzi questa storia.

Vi lascio al capitolo e Buona Lettura.

 

---ooOoo---

 

I lampioncini colorati erano accesi, le tavole erano imbandite, l’orchestra stava suonando allegra e tutto era pronto per una serata all’insegna del divertimento, e non solo.

 

Appena parcheggiato, arrivarono di corsa ad accogliere i nuovi arrivati, una signora con gonnellone a fiori e camiciola arricciata a sbuffo, che faceva ballonzolare la sua ragguardevole mole, e una ragazzina bionda con le treccine e una minigonna dalla cortezza  imbarazzante.

“Oh Edward caro, Rosalie tesoro, siete arrivati finalmente. Lo dicevo a Eleazar che non mi avreste fatto questo affronto. Ero già pronta a mandare Nessie a prendervi a casa se ritardavate ancora!” nel frattempo la signora aveva trascinato giù dalla jeep la povera Rose e cercava di soffocarla in un caloroso abbraccio tentacolare. La ragazza cominciava a diventare porpora dalla mancanza di ossigeno ed Edward ebbe pietà.

“Zia Carmen, ti prego lasciala respirare o te la troverai stecchita tra le braccia per tanto amore” scatenando le risate della giovane che aveva seguito la famosa zia.

“Allora scricciolo come va? Sei proprio cresciuta! Non credi che questa gonna sia un po’ corta per te? Dovrò difenderti da orde di ragazzini impazziti!” Edward continuò a scherzare tirando leggermente una treccina bionda della ragazzina.

Poi fece le presentazioni “Ragazzi, vi presento la zia Carmen, che è la padrona di casa, e la piccola Irina, sua figlia. Zia, Irina, questi sono Isabella ed Emmett” si scambiarono un sorriso e la mano per le presentazioni ma l’esuberante donnona, non poteva accontentarsi di una stretta se pur calda e salda. Tirò il braccio e strinse Isabella nella stessa morsa d’acciaio che prima aveva sperimentato Rosalie.

“Chiamatemi zia, in questa valle sono la zia di tutti e tutti sono i miei nipoti” baciò le guance di Edward, Isabella ed Emmett e li condusse verso il cuore della festa.

“Edward caro, tua madre?” chiese con uno sguardo preoccupato.

“Al solito. Ma ti manda i suoi saluti e dice che sei sempre nel suo cuore” rispose il ragazzo.

“E lei è nel mio” ribatté Carmen.

Erano arrivati vicino ai tavoli dove si potevano vedere sia Alice che Jasper, muoversi veloci per disporre le pietanze, togliere i piatti vuoti e riempirne altri.

L’orchestra iniziò a suonare musiche caraibiche e Irina si attaccò al braccio di Edward.

“Ti prego Ed! Ti prego, ti prego, ti prego!” voleva ballare e il ragazzo sospirò avanzando lentamente come ad andare sul patibolo “Mi tocca! Ragazzi, se sopravvivo ci vediamo dopo!” rivolto agli altri e rassegnato seguì la ragazzina.

“Seh come no? E noi a quella faccia ci crediamo pure” commentò ridendo Rosalie.

“In che senso?” chiese Isabella seguendo Edward che iniziava a muoversi sulla pista con la sua piccola dama.

“E’ uno dei migliori ballerini della valle, nei balli latini è insuperabile. E Irina ne va letteralmente pazza, tanto che studia danza solo per poter ballare con lui” rispose la bionda.

“Quindi sta circuendo delle minorenni!” puntualizzò Emmett ridendo.

“Direi che è lui ad essere circuito se non sta attento” ribatté Rosalie. La risata era contagiosa, ma la mente di Isabella fremeva nel vedere il ragazzo ballare con quella ragazzina. Quanti anni poteva avere? Quindici? Sedici? Andiamo principessa! Come fai ad essere gelosa di una bambina! Gelosa? Non scherziamo! Questo è un intoppo al piano e devo rimediare, tutto lì!

L’abilità di Edward era indiscutibile ed Isabella non riusciva a staccare gli occhi di dosso dalla coppia. Sarebbe riuscita ad essere all’altezza? Beh, sempre meglio di Jacob che aveva la brutta abitudine di pestarle i piedi. Il fatto che fosse bravo in pista, poteva essere un vantaggio per andare avanti nel piano di avvicinamento, ma doveva liberarsi della bambina.

Dal canto suo Edward aveva notato che Bella lo stava fissando. Bravo lo era e lo sapeva. Bello? Piacevole senza dubbio ma quasi non credeva al successo che stava riscuotendo da parte di Culetto d’oro. Sarebbe stato un bel passo avanti per saggiare i progetti e scoprire le eventuali falle nel piano dell’acquisizione delle industrie Explosion. Ancora un po’ e le avrebbe chiesto di ballare, con buona pace della esuberante Irina.

 

Dopo alcune giravolte e un paio di passi impegnativi, l’orchestra finì il brano e fece una pausa. Con un passo volutamente strascicato e un viso visibilmente soddisfatto, Edward tornò dai suoi amici, scortato dalla piccola esuberante Irina.

“Scricciolo, mi hai massacrato” accusò il ragazzo.

“Figurati! Non sei capace di dire certe cose! Tanto non ti crede nessuno! Oh! Ecco che è arrivato Paul. Ciao ragazzi” e si girò verso il nuovo arrivato

“Attenta scricciolo, non voglio doverti venire a cercare in posti troppo bui” urlò dietro Edward, facendo arrossire Paul e reagire Irina con un poco elegante gesto con la mano.

 

“Fai da fratello maggiore. Uhm, lato tenero” sussurrò Isabella quando fu a portata di orecchio.

“La conosco da quando è nata” fece spallucce “Cosa ci vuoi fare, sono un sentimentale” e, sottolineando la parola sentimentale, appoggiò la mano sulla schiena di Bella per accompagnarla ai tavoli.

Rosalie scoccò uno sguardo incuriosito a Emmett come a chiedere spiegazioni su quello che vedeva ed il ragazzo rispose con un cipiglio stupito e un’alzata di spalle impotente.

Trovarono un tavolino libero non lontano dalla pista da ballo e si sedettero tutti tranne Edward. Era troppo agitato ed iperattivo mentalmente per potersi sedere in quel momento. Aveva assoluta necessità di muoversi e, con la scusa della sete, si incaricò dei beveraggi dei compagni seduti.

Tornò poco dopo con un vassoio colmo di bicchieri e un paio di bottiglie.

“Emmett, assaggia questo rosato, è della nostra valle” e offrì una generosa dose di vino al bostoniano. “Gradisci anche tu Bella?” chiese gentilmente mentre versava un goccio anche a Rosalie e a se stesso

Pur essendo praticamente astemia, non poteva certo restare a guardare gli altri e un pochino di vino non l’avrebbe certo uccisa. “Un pochino grazie” confermò Isabella.

Edward sorrise tra se e versò una generosa dose nel bicchiere della ragazza.

Non aveva intenzione di farla ubriacare, ma farle abbassare la guardia era auspicabile per il suo piano. Doveva farla diventare allegra e sarebbe stata come creta nelle sue mani.

Purtroppo non aveva fatto i conti con il cervello della principessa. Isabella strinse gli occhi in uno sguardo di rimprovero quando vide il vino versato nel suo bicchiere e dopo averlo guardato e annusato come il più esperto dei sommelier, ne bevve un goccio e posò il resto sul  tavolo, annuendo soddisfatta per il sapore “Davvero buono, nulla da dire. E’ tuo?” chiese curiosa.

“Ci sono anche le nostre uve, si. È un prodotto della cantina di zio Eleazar” rispose Edward guardando con un misto di ammirazione la ragazza.

“E’ un insieme di uve della vallata. Per questo vino è stato creato un consorzio con sette tenute” rispose più competente Jasper che aveva raggiunto il tavolo con un vassoio di stuzzichini.

“Scusatemi ma io mi nascondo qui. Se tua sorella mi vede ancora mi fa fare altre due ore in piedi ed io ho i calli che stanno urlando pietà” puntualizzò il biondo accasciandosi su una sedia.

“Infatti le urla si sentivano sin qui. Stavamo pensando di mandarti un’ambulanza” rispose ironica Rosalie.

“Più che altro una camicia di forza per Alice. A parte il fatto che credo riuscirebbe a sfuggire anche a quella. In serate come questa è davvero incontenibile” povero Jasper, era quasi sofferente.

“Centra anche Jessica in tutta questa agitazione?” chiese sorniona Rose

“Puoi giurarci. Non so quante volte ho parlato chiaro con tutte e due, ma non lo capiscono. A volte mi sento come una bambola in mezzo a due bambine capricciose” sospirò il biondo.

A questo punto Edward tentò di spiegare la situazione ai ragazzi stranieri “Jasper è il ragazzo di mia sorella, ma una collega di Alice, che si chiama Jessica, ha messo gli occhi sul questo adone e non perde occasione per saltargli addosso. Nonostante che lui abbia già chiarito con Jessica, continua a scatenarsi l’inferno tra quelle due”.

“Ed io mi ci trovo in mezzo” terminò Jazz con un grosso sospiro.

“Carissimo, sei desiderato da due donne! È il sogno di tutti gli uomini, che vuoi di più?” chiese ridendo Emmett, mentre si guadagnava uno sguardo di rimprovero da Rose . Ops.

“La pace nel mondo? Mi basterebbe la pace tra quelle due e l’allontanamento coatto di Jessica diciamo dalla California, tanto per stare tranquilli”rispose pronto Jazz mentre si sentiva Alice che stava cominciando ad alzare la voce contro qualcuno.

“Vado prima di trovare qualcuna completamente calva” e si alzò rassegnato.

“Scusatemi vado anche io, nonostante tutto credo che mio fratello abbia bisogno di una mano” e Rosalie seguì il biondo.

“Ed io vado a vedere un interessante incontro di wrestling tra donne dal vivo. Eccitante. Grazie, Bella, per la vacanza” e anche Emmett seguì i due ragazzi.

 

“Siamo rimasti solo noi, ti vuoi sedere o scappi anche tu?” chiese Isabella all’ultimo rimasto.

“No, io rimango a farti compagnia. Nonostante tutto, non sei così terribile” rispose accomodandosi e facendo un sorrisino sarcastico.

“Il mostro chiuso dentro di me, adesso sta dormendo, tranquillo” bisbigliò maliziosa la principessa.

Iniziarono a parlare della prossima vendemmia della tenuta. Edward sperava in uno splendido raccolto visto il clima che negli ultimi due mesi era stato più che perfetto.

I grappoli d’uva brillavano al sole con un colore meraviglioso e sicuramente anche il vino ne avrebbe giovato.

Isabella rimase ad ascoltarlo affascinata. La passione e soprattutto, l’affetto che traspariva dalle parole del ragazzo la facevano sentire quasi in colpa per la situazione che era venuta a crearsi. Ecco la sua pecca! A volte si lasciava trascinare dai sentimenti invece di ordire trame e seguire piani finalizzati esclusivamente al profitto.

Doveva assolutamente tornare al piano originario. Lui era seducente, si sarebbe lasciato sedurre? C’era solo un modo per saperlo: provarci.

 

L’orchestra iniziò un nuovo pezzo, un sensualissimo tango argentino.

Come richiamati da una magia, i due ragazzi si guardarono quasi ansiosi ed Edward porse una mano verso Isabella: “Vuoi ballare?” lei annuì solamente e si diresse verso la pista con la mano ancora allacciata a quella di lui.

Arrivati, Ed la strattonò verso di lui, facendole fare una piroetta sino a sbattere contro il suo petto, le prese l’altra mano mentre la prima scivolava sulla sua schiena.

Iniziarono a muoversi seguendo le struggenti note che si diffondevano nell’aria.

Isabella si scoprì essere perfettamente in grado di seguire i complicati passi che Edward le faceva compiere. Giravolte, passi alternati, si ritrovò parecchie volte spalmata sul corpo di questo portentoso ballerino.

Era davvero bravo, ma quello che stavano danzando era molto più che un tango. Era un corteggiamento, era… sesso, pensava Isabella mentre veniva rialzata da un perfetto casqué, con una gamba sollevata all’altezza della coscia di Edward.

La musica era quasi finita, i passi e le movenze molto rallentate, le carezze del ragazzo sulla sua schiena estremamente sensuali.

Un ultimo casqué in posa plastica, venne accompagnato da un leggero sfioramento di labbra e una tensione palpabile, si accese tra i due che rimasero a fissarsi immobili ed interdetti.

 

“Scusami ma devo tornare in albergo” sussurrò Bella, scappando letteralmente dalla pista da ballo e lasciando solo un Edward estremamente stupito di ciò che era accaduto.

Non cercò neanche di fermarla, non pensò che forse toccava proprio a lui accompagnarla all’hotel. Semplicemente andò verso il buffet per prendere qualche cosa da bere.

 

“Cos’era quello, Edward?” chiese stupita Alice.

“Cosa? Ho solo ballato con Isabella” rispose il fratello con fare noncurante, non che pensasse esattamente le stesse cose.

“Solo ballato? Avevate scritto sopra la testa la parola sesso come un’insegna al neon!” gli fece notare Jasper.

“Il tango si balla così e se voi non lo sapete, andate ad informarvi” rispose piccato allontanandosi.

Avevano ragione però, aveva ballato in un modo che neanche lui sapeva come o a cosa fosse dovuto. Si era sentito trascinato, elettrizzato e anche eccitato di avere tra le mani quella ragazza, “Culetto d’Oro”.

 

Nel frattempo Isabella aveva incontrato zia Carmen e la sua figlia maggiore Reneesme, detta Nessie.

“Cosa succede cara? Non ti senti bene?” la donna era preoccupata a vedere il pallore comparso sul viso della principessa, nonostante avesse appena finito di ballare.

Cosa doveva rispondere? Non era il caso di mostrare il suo turbamento per un semplice tango con un ragazzo praticamente sconosciuto, meglio optare per una mezza verità: “Effettivamente non mi sento molto bene. Ho assoluta necessità di tornare in albergo ma non voglio disturbare gli altri, soprattutto Emmett che credo si stia divertendo molto”.

“Se ti riferisci a quel ragazzo bruno grande, grosso e cittadino, credo di averlo visto tallonare da vicino la nostra Rose. A una corte del genere, non siamo molto abituati da queste parti!” intervenne Nessie sorridendo e indicando con il dito dove si trovavano gli altri due.

“Appunto, credo che Em mi ucciderebbe se gli impedissi di passare anche solo un minuto con Rosalie” ammise Bella.

“Se vuoi ti accompagno io, tanto devo andare a prendere alcune cose in città e probabilmente mi fermerò nel mio appartamento per dormire. Non sono molto da festa, nonostante che questa sia organizzata dalla mia famiglia” si offrì Reneesme, riempiendo di gioia e orgoglio sua madre.

“Benissimo, quindi non ci sono problemi. Avviserò io gli altri e mi farò aiutare al posto tuo figliola. Tu Isabella, vedi di riposarti e rimetterti a posto, ti aspetto a pranzo uno di questi giorni” e stritolò nuovamente Bella, nel saluto che le era così congeniale: attentato alla vita.

 

I successivi quaranta minuti trascorsero tranquillamente sulla jeep di Nessie.

Era una ragazza delicata e adorabile, con i suoi capelli lunghi, neri e ricci, e gli occhi scurissimi, alle spalle poteva sembrare messicana, se non fosse stata per la pelle diafana che spiccava come un faro.

Non avevano molti interessi in comune, Isabella era un pochino più sofisticata, ma ciò non impediva di una tranquilla, amichevole e in alcune occasioni anche complice conversazione. Il tempo volò, molto più velocemente che all’andata.

Arrivate all’albergo, Isabella invitò il suo autista per un ultimo drink, visto che le aveva fatto perdere buona parte della festa campestre.

Nessie accettò entusiasta, le piaceva quella ragazza, nonostante le loro differenze, o forse proprio per quelle.

Appena entrate nel bar dell’hotel, trovarono un Jacob semi sdraiato su un divanetto, intento a bere un martini con un cellulare posato sul tavolino.

“Ligio al dovere Jake?” lo canzonò Isabella.

“Evidentemente ho estratto la pagliuzza più corta, Bella” risposte senza alzare lo sguardo dal cellulare.

 

“Nessie! Nessie, cara!” a quel richiamo tutti i presenti si voltarono verso una signora sulla cinquantina, snella e mediamente alta, dai capelli rossicci, che si bracciava dall’altra parte del bar e che ora si stava avvicinando.

“Renée!” rispose Reneesme abbracciando la nuova arrivata e da persona educata iniziò le presentazioni.

“Renée, una delle migliori amiche di mia madre, ti presento Isabella, viene da Boston”.

La donna fissò attentamente la principessa e chiese: “Isabella Marie Swan?”.

Alla sorpresa di Bella rispose un luminoso sorriso della nuova arrivata.

“Come fa a conoscermi?” chiese Isabella.

“Semplice, ti ho partorita io!”.

 

 

---ooOoo---

 

Angolino mio:

Spero che il capitolo vi sia piaciuto.

Colpo di scena! Arriva Renèe e si scopre… qualche cosa che sarà meglio chiarita nel prossimo capitolo.

Sempre più complicato! Triplo salto mortale con avvitamento carpiato (esiste? Boh).

Credo che varierò il genere nella copertina, mettendo qualcos’altro, tipo… drammatico o giallo, perché questa non sarà l’unica novità.

Posterò il prossimo capitolo non prima di una settimana, devo finirlo e cercare di destreggiarmi tra le varie storie (se qualcuno volesse impiantarmi un altro paio di braccia ne sarei molto grata)

 

E a tutti i miei più cari

baciotti

 

 

 

Anche qui, spaziamo con la pubblicità personale: cliccando sui titoli colorati, potrete viaggiare tra le mie storie postate in questa sezione, buona lettura.

[Sakura – Fiore di ciliegio]  conclusa,  racconto storico, romantico, avventura, la storia di Bella dalla natia Irlanda a partire dal 1884 portata dal destino, in giro per mezzo mondo.

[Ciao Edwardina]  conclusa, racconto comico, una scommessa costringe Edward a frequentare il liceo per due mesi vestito da donna.

[AAA Affittasi moglie]  in corso,  racconto commedia romantica, cosa può costringere un uomo giovane, sano ed attraente ad affittare una moglie?

[Boy e girl – scambio d’identità] conclusa,  racconto comico romantico, scambio di corpi, un Edward nel corpo di Bella alle prese con i problemi femminili e Bella viceversa, alle prese con i problemi maschili e un obbiettivo .

[Acqua che cade] conclusa,  mini fic. racconto misterioso, fantasy, Bella adora la particolare pioggia di Forks, che sembra mandata apposta per lei.

[Prima di essere un pensiero]  one shot  commedia fantasy, cosa potevano essere i nostri eroi, prima di essere concepiti? Questa potrebbe essere la risposta.

[Un colpo sul retro] one shot  commedia, una giornata particolare, dove quattro ragazze senza pensieri vogliono solo divertirsi.

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