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Autore: Tenoch    13/09/2011    0 recensioni
La storia di uno skaven, divenuto famoso per le sue abilità in combattimento, che lotterà contro un odiato nemico e otterrà uno dei titoli più importanti della società skaven, oltre ad un potente clan di guerrieri tutto suo.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le porte della cattedrale si spalancarono di nuovo, e Shweek e Warling emersero dal buio della cattedrale, tra gli squittii e gli urli di vittoria degli skaven. La testa del vecchio nemico veniva sventolata in aria, e gli skaven gridavano ancora più forte, euforici. Avevano vinto, e dovevano tutto a Shweek “Lode al generale Shweek, nostro potente Signore della Guerra!!” Grida di questo genere si protrassero per tutta la notte fino al mattino seguente, quando il nuovo Signore della Guerra seppellì il corpo del suo migliore amico in una grande tomba di marmo sottratta al cimitero della cattedrale. Aveva lasciato la lapide vuota, così nessuno avrebbe disturbato il suo riposo, nemmeno se gli umani avessero mai ripreso possesso della roccaforte. Si inginocchiò in silenzio davanti alla tomba e pensò... non sarebbe qui se Snitz non fosse morto, consentendogli di scappare. Gli doveva nuovamente la vita. Sorrise e se ne andò; Warling lo stava aspettando nella cattedrale, con un dono speciale per il suo padrone: “Grande Signore della Guerra, ho fatto riparare l’armatura del traditore, ed ora è tutta vostra-vostra” Shweek osservò l’armatura davanti a se: nera come la pece, ricoperta di spuntoni, quell’armatura magica offriva un’enorme protezione, unita ad una completa libertà di movimento, peculiarità che il capoclan nemico non aveva evidentemente saputo usare. Shweek indossò l’armatura, e si sentì invincibile. La corazza lo ricopriva dalla testa ai piedi, e persino la coda era dotata di spine acuminate a prova di attacchi alle spalle. Warling si congedò e lasciò il suo signore solo; si domandava cosa avrebbe fatto adesso; avrebbe potuto mirare ad ottenere un posto nel Consiglio dei Tredici, perché no? Oppure avrebbe conquistato terre e ucciso nemici all’infinito? Non poteva saperlo... L’unica cosa di cui era certo, era che non avrebbe mai tradito il suo signore, poiché sotto il suo comando si sentiva al sicuro. E questo fatto era più che sufficiente per essere un fedele servo; avrebbe seguito Shweek ovunque, e avrebbe assistito alla sua ascesa. Un servo lo richiamò alla realtà; c’era molto lavoro da fare, tanto da ricostruire e da preparare, poiché presto le schifose cose-uomo sarebbero tornate per riprendersi la loro cattedrale.
Shweek passeggiava lungo le mura della sua nuova roccaforte, osservando l’ambiente circostante; centinaia di skaven schiavi erano al lavoro per ricostruire le mura e preparare le nuove difese. Decine di bandiere skaven sventolavano sulla cattedrale e ovunque per la roccaforte; erano stracci sgualciti tipici degli skaven, colorati di vermiglio, e sopra ogni stendardo erano raffigurate due lame di warpietra grondanti di sangue nero. Shweek era soddisfatto del suo nuovo stemma, e avrebbe fatto di tutto per vedere quelle bandiere sventolare in più terre possibili. Quello era il piano. Tutti, dagli skaven agli elfi fino alle creature più strane dell’Antico Mondo lo avrebbero ricordato e temuto. Per il resto della sua vita avrebbe combattuto e vinto, perché era ciò che meglio sapeva fare, e avrebbe conquistato sempre più terre in nome del suo nuovo clan, il Clan Shweek.
 
“Distruggerò i vostri villaggi
Brucerò i vostri campi
Ucciderò voi e i vostri sostenitori
E tutti tremeranno al sussurrare del mio nome!”
 
- Signore della Guerra Shweek Il Divoratore -
  
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