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Autore: ryuzaki eru    14/09/2011    7 recensioni
(Nel cap. 1 scheda in stile "Death Note 13 How to read")
Un lento crescere di strani ed apparentemente trascurabili eventi. Una ragazza comune, preda di una situazione incomprensibile. L’apparente iniziale assenza di tutto ciò che riguarda il mondo di Death Note, così come voi lo conoscete. Ma tutto quell’incredibile mondo c’è! Kira, Tokyo, il quaderno. Ed Elle arriverà… Perché volevo continuare a vederlo parlare, muoversi, ragionare.
Elle era in piedi sul marciapiede e con gli occhi spenti la osservava, mentre strusciava svogliatamente il dorso del piede su un polpaccio...
«Ciao, Ryuzaki…» tentennò Emma «Allora…sai dove vivo… Ed io non te l’ho mai detto! Quindi…»
«Quindi?» le chiese lui vagamente irriverente.
«Quindi immagino tu sappia altro... Il punto è da quanto tempo sai!»
Elle smise di grattarsi il polpaccio e portò il piede a terra «No. Il punto è che da ora la smetterai di giocare da sola a questa partita.» la gelò.
La voce le arrivò dritta alla testa, come una tagliola affilata.
Il suo sguardo impassibile e freddo la trapassò.
Genere: Introspettivo, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: L, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'Another world'
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Posto questo capitolo decisamente presto. Ma nel futuro non riuscirò ad avere questa rapidità. Mi sembrava corretto avvisare! Sì, certo… perché tu ovviamente non aspettavi altro che leggere questa storia! …Non capisco proprio perché non riesco a fare a meno di prendermi per i fondelli da sola! ;)
Grazie di essere qui!



Alcuni dei personaggi che appariranno non mi appartengono, ma sono proprietà di Tsugumi Ohba e Takeshi Obata; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.


   

3. Telegiornale

 
La situazione è questa. La scelta della conversazione in strada è stata decisamente proficua. Forse anche troppo proficua.
Si può aggiungere, senza esitazione, che mi sono interessato ad una vita difficile, ma so di avere contribuito a renderla tale.
Mi annoiavo…
Chi sono io? Per fare mente locale dovete solo tornare indietro e ricordarvi di come questa assurda storia è iniziata.
Avete capito ora?
L’onniscienza della mia posizione mi permette di andare oltre la strada del centro di Roma da dove siamo partiti.
Posso entrare nelle case ed in alcuni momenti anche nelle menti.
Diciamo che sono uno spettatore un po’ avvantaggiato rispetto a voi ed anche un po’ meno silenzioso.
Ma, come voi, non posso sapere cosa succederà domani. Perché, in questo caso, io non sono solo il semplice e canonico narratore che siete abituati a riconoscere… Ma non è ora il momento di parlare di questa cosa.
Da quel giovedì sera fuori dalla biblioteca non mi sono più staccato da lei e sono accadute un po’ di cose, in verità non tutte interessanti, ma il mio giudizio non è necessariamente infallibile. 
Nella mente di ognuno di voi si sarà scatenate una serie di sensazioni.
Il nulla? Favoloso! È estremamente costruttivo e stimolante assistere a differenti reazioni.
Addio.
Noia? Direi che non abbiamo altro da dirci, perché evidentemente a voi il mio giudizio è parso pessimo, a partire dalla scelta della persona in strada. Non c’è nulla di male, amo la diversità.
Se, nonostante le critiche, siete incuriositi, se ne può parlare.
Personalmente mi riesce difficile immedesimarmi in un essere umano che si trovi ad affrontare questo genere di situazione, quindi non ho fatto altro che osservare e filmare parte di quello che vedevo, prendendomi la briga di rendervi partecipi, tanto per non essere solo.
Se qualcuno di voi invece ha provato ad immedesimarsi, probabilmente avrà trovato qualcosa da dire.
Forse Emma pensa troppo. Forse le paranoie la imbrigliano eccessivamente. Forse dovrebbe confidarsi con qualcuno riguardo ciò che le sta succedendo, magari la sua migliore amica Viola… un bravo psichiatra sarebbe forse la cosa migliore!
Al contrario forse resiste fin troppo bene, visto quello che le sta accadendo.
Magari qualcuno penserà che non si può prendere un aperitivo così tranquillamente se ci si è appena resi conto di essere stati fan di un tizio di cui però non si ricorda assolutamente nulla.
Forse. O forse no.
Dal mio punto di vista ritengo che ognuno di questi pensieri sia accettabile, verosimile. E ritengo che siano valide anche tutte le altre opzioni che ognuno di voi avrà immaginato.
La libertà è un grande valore del genere umano, quando rispettata, e nel vostro mondo esistono attualmente circa 6 miliardi di personalità differenti, senza contare tutte quelle che sono esistite fin dalla prima comparsa dell’uomo sulla terra.
C’è un po’ di affollamento in effetti, da questo punto di vista.
Tuttavia qui stiamo parlando di Emma. E lei sta reagendo in questo modo.
La potete criticare e giudicare. È un vostro pieno diritto. Probabilmente voi reagireste diversamente e vi auguro proprio che non vi capiti mai nulla di simile per poterlo dimostrare.
Ma voi siete voi e lei è lei.
A me non interessa, per fortuna. Io guardo e mi diverto.
Io so quello che le sta accadendo, ma sono avvantaggiato, ve l’ho già detto.
Spero che tra poco lo capisca anche Emma.
Dico “spero” perché non so cos’altro succederà, ma vi ho già detto anche questo.
E dico “spero” anche perché, se continua così, dovrò pescare qualcun altro in mezzo alla strada e cominciare un nuovo gioco.
Per ora va bene, ma non vi nascondo che anche la mia attenzione ha un limite.
Quindi, se non vi dispiace, continuo a sbirciare.

 
Il segnale di avviso di msn nella stanza silenziosa.
Misao scrive: Eccomi, scusa
Emma sollevò la testa e guardò lo schermo. Gli occhi lucidi e rossi. Si alzò lentamente.
Emma scrive: Niente, tranquilla
Misao scrive: Allora, capito quello che intendo? Non sfuggire
Emma scrive: No, non fuggo. Grazie, sai sempre darmi la sicurezza quando mi manca…
Misao scrive: Io non ti do la sicurezza, cerco di ricordarti ciò che dimentichi troppo spesso!
Emma scrive: Ok, ok! Sono fortissima, bravissima, intelligentissima ed ho grandi possibilità!
Misao scrive: Umh. Il tono della voce non lo sento, ma mi sa tanto di presa in giro ...
Emma scrive: Chissà

Misao scrive:Bene, finiamola qui! Quando verrai finalmente a trovarci??????!!!!! Dovresti aver quasi finito con quel lavoro, giusto?
Emma scrive: Sì, ho quasi finito. Spero presto. Il problema, come al solito, è il costo del biglietto e l’insicurezza sul dopo. Insomma, posso permettermi di spendere un po’, ma se parto per un periodo lungo…Non lo so…
Misao scrive: Lo so…Non è facile ora che non siamo più studenti a carico, no?
Emma scrive: Già…
Misao scrive: Sai, il prof. ci ha detto che vuole affrontare la pubblicazione di tutti i dati dello scavo in modo definitivo e saremo finanziati per farlo…Dopo ci daranno i fondi per intraprenderne un altro.
Emma scrive: Ah…vi aspetta un duro lavoro allora.
Misao scrive: Sì.
Emma scrive: Già.
Misao scrive: Ci siamo capite, credo. Avrei evitato di dirtelo se non ti avessi sentito ancora così confusa all’idea di partire.
Emma scrive: Lo so. Grazie. Almeno così conosco anche la grande opportunità che potrei perdere se non vi raggiungerò, oltre a conoscere a cosa dovrò rinunciare se invece lo farò.
Misao scrive: Già. Decidere quanto conta la carriera e quale prezzo si è disposti a pagare…
Emma scrive: Già… Posso kiederti una cosa?
Misao scrive: Certo.
Emma scrive: Ho sentito che forse sta per uscire un nuovo fumetto, su Shonen Jump, dovrebbe chiamarsi Death Note e sembra che parli di un ragazzo del liceo che trova il quaderno della morte di uno shinigami, ke comincia ad usarlo ed uccide un sacco di gente…Ne sai qualcosa?
Misao scrive: Cambio netto di argomento! Eh eh eh
Sinceramente no…Sembra bello però!
Ci aveva provato… Misao ovviamente non aveva la più pallida idea di cosa fosse Death Note… E pensare che si erano rincretinite a vicenda nel parlarne…
Emma scrive: Sì,bello, l’ho pensato anch’io…Però magari è una balla…
Misao scrive: Speriamo di no. È dai tempi di “He” che io e te andiamo alla ricerca di qualcosa all’altezza!
Emma scrive: Sì infatti.
Emma sollevò gli occhi al cielo esasperata, questo dannato He si è proprio sovrapposto, accidenti!
Misao scrive: Mi informerò comunque
Ora devo uscire e ti lascio cuocere un po’ da sola
Emma scrive: Wow! Non hai nemmeno idea della confusione in cui mi lasci, ti ringrazio cara! Prima sganci la bomba e poi ti defili
Misao scrive: eh eh eh!
Emma scrive: D’accordo, d’accordo, vatti a divertire! Te lo sei meritato!!!! Ci aggiorniamo presto!
Misao scrive: Certo. Bacio

Emma scrive: Bacio
 
Fantastico!!!! Non era abbastanza!!!! Ma prego, svuotate pure tranquillamente il caricatore su questa  maledetta croce rossa!
Emma rideva, un po’ singolarmente…
Altre turbe e pensieri sul significato della mia vita! Non credo di reggerle…
Vediamo un po’ quali opzioni ho.
Uno: decidere di rischiare, mollare il mio adorato paese e tutto quello che ho, partire per Tokyo e ricostruirmi una vita, forse di successo, all’altro capo del mondo.
Due: rimanere in Italia, continuare a lavoricchiare, accontentandomi, e sperare nel miracolo, ma vivere la vita che qui amo.
Tre: andare da uno psichiatra, da uno bravo, dirgli che secondo me il miglior film di Hitchcock è Psycho, ma che lui non potrà mai vederlo perché non esiste. Raccontargli che sono assolutamente certa di aver letto un fumetto bellissimo del quale mi sono innamorata, del quale però al momento non trovo traccia e del quale la mia amica nipponica, un tempo fan sfegatata insieme a me dello stesso, non ha mai sentito parlare.
Quattro: essere internata in un ospedale psichiatrico a vita, diretta conseguenza della opzione tre.

Parlare con Misao l’aveva distratta da quel momento di abbandono e paura.
Spesso in lei il sarcasmo era riuscito stranamente a trionfare sullo sconforto ed il cinismo nei confronti di se stessa le era risultato un mezzo per definire i problemi e tentare di congelarli.
Da quando aveva smesso di ignorare Emma aveva cercato di affrontare in modo costruttivo tutto quello che le stava accadendo. Prima aveva usato la logica ed il metodo; poi, quando si era sentita esausta di ragionare, aveva cercato di riposare la mente continuando a vivere la sua vita e a godere dei divertimenti di sempre; ora tentava di prendersi gioco di se stessa.
Le soluzioni che siamo in grado di trovare da soli a volte non possono bastare. E Emma lo sapeva.
Si scherniva da sola, ma le lacrime continuavano a inumidirle le guance.
Gli orgogliosi spesso affondano perché non riescono a chiedere aiuto.
Emma però non era orgogliosa.
Cosa devo fare? Non voglio vivere in un mondo che sembra il mio, ma non lo è…
Non posso continuare da sola a cercare risposte che non credo di riuscire a trovare, ho bisogno di un confronto…
Viola… il mio angioletto dal capo dorato che ha sempre saputo tutto di me, senza giudizio…
Ma ora potrebbe capirmi? Mi crederebbe?
Sì, perché io crederei a lei… Il problema però non sarà la messa in discussione della mia buona fede… Certamente penserebbe che ogni cosa, seppure verissima per me, sia solo il frutto della mia mente. Dal suo punto di vista non è mai esistito nulla di quello che invece io ricordo dettagliatamente benissimo…
La conclusione più razionale cui potrà arrivare è che io abbia avuto qualche danno al cervello… In fondo lo temo anch’io…
Però…

Però dentro di sé, in quella parte recondita della mente che si confonde con l’istinto, Emma sentiva di non essere malata…
Intuiva vagamente che in quel momento era l’unica a vedere qualcosa che gli altri non potevano vedere e che questo non accadeva perché stava semplicemente impazzendo.
Per alcuni versi lei aveva qualcosa in più. In fondo Emma poteva leggere He e conoscerne la vicenda nel giro di poco tempo, mentre nessuno avrebbe mai potuto leggere Death Note, perché non esisteva. Solo Emma lo conosceva. E così sarebbe stato per qualunque altra novità fosse saltata fuori a rimpiazzare ciò che lei ricordava. Per Emma esistevano, o per lo meno erano esistite, sebbene in momenti diversi, entrambe le opzioni: la Apple e la Bite; He e Death Note
Death Note è esistito per me e per tutti gli altri fino a pochi giorni fa, ma ora non c’è … nella mia mente però esiste ancora… He esiste ora per tutti, ma prima non esisteva per nessuno… In momenti diversi esistono entrambi per tutti… Momenti diversi… Il tempo è il punto della questione? E se non fosse il tempo, ma lo spazio… Uhm… Non lo so… Forse dovrei partirmene davvero per Tokyo… In un luogo così lontano mi sentirò inizialmente smarrita, ma almeno ne avrò un motivo. Sentirmi così a casa mia è terribile… Devo vuotare il sacco, non resisto!
Emma prese il cellulare e chiamò Viola. Sapeva che sicuramente non avrebbe potuto vederla il pomeriggio stesso, né il giorno successivo perché l’amica non era a Roma. Le disse allora che voleva parlarle di qualcosa di importante e le chiese quando avrebbero potuto incontrarsi.
Viola non esitò naturalmente. Già da qualche giorno aveva capito che qualcosa non andava e stava solo aspettando il momento in cui Emma avesse deciso di parlargliene, perchè sapeva che se avesse chiesto, l’amica non avrebbe risposto.
«Sì, mercoledì nel tardo pomeriggio o sera per me va benissimo… Grazie… »
Aveva chiamato per sentirsi costretta a parlare. Aveva avuto un momento di risolutezza e l’aveva colto immediatamente. Ora doveva solo aspettare che passassero quelle giornate senza pensare troppo.
Non è che aspettasse di trovare una soluzione solo parlando con l’amica, che del resto non era uno psichiatra, né un neurologo, né tanto meno un guru illuminato. Sapeva però che condividere l’avrebbe portata a prendere decisioni più serie.
Pensò che fosse il caso di fare un po’di spesa. Uscì di casa così come stava, con i pantaloni della tuta, salì in macchina e si diresse verso il supermercato più vicino aperto anche la domenica.
 
Emma sta facendo parecchie cose oggi. Lo fa per occupare il tempo che normalmente invece, in una domenica di completo relax, impiegherebbe senza combinare nulla. Direi che tra il riordinare inaspettatamente casa, il cucinare qualcosa da tenere nel freezer per i momenti di emergenza, il mangiare qualcosa, il pianificare il lavoro della settimana successiva e il leggere, direi appunto che, tra queste, soltanto una cosa mi incuriosisce e ve la voglio descrivere in diretta, senza prima osservarla e metabolizzarla per poi raccontarvela…

Ora è sera e sta cedendo alla tentazione di ripensare ai suoi guai ed in fondo lo sta facendo giocando.
Ha preso il suo quaderno appena iniziato ed ha cominciato a disegnare a matita.
Sta disegnando, cercando di ricordare i tratti di qualcuno.
Dal foglio lentamente stanno emergendo i lineamenti di un ragazzo.
Fatemelo guardare bene…
Sta sfumando le occhiaie…
Credo che sia Elle…
Sì, è lui…
Vuole metterlo nero su bianco, per dimostrare a se stessa che non si tratta di un semplice vago e scolorito ricordo.
Sta cercando quindi di definirne in modo particolareggiato ogni dettaglio.
E ci sta riuscendo.
Se lo ricorda a memoria…
Ora allontana il foglio dal volto tendendo le braccia e lo osserva col capo lievemente inclinato da un lato.
«Sei proprio tu… Esisti di nuovo adesso. Dovresti ringraziarmi sai?»
Infila il foglio nello scanner, crea una cartella Death Note e ci salva il file appena scansionato.
«Sei solo soletto, ma ho bisogno di vederti, perché io so tante cose di te, troppe cose, non le ho inventate io, non ne sarei stata capace. Ho sempre pensato che fossi un personaggio incredibilmente definito e particolare. Non puoi essere scaturito dalla mia mente. Non sono pazza!»
 
Buona notte Emma.
Com’è che dite poi?
Ah già… Sogni d’oro?
So che non ne farai, di sogni intendo.

 
Intorno alle due del lunedì Emma era in strada, davanti al citofono del palazzo in cui vivevano i genitori. 
Lo scatto del portone che si apriva. L’ascensore. La porta di casa socchiusa.
«Ehiiii, ciao, dove siete?»
«Ciao tesoro, siamo di qua, il pranzo è quasi pronto» Rispose il padre.
«Arrivo, mi tolgo il cappotto e mi lavo le mani.»
Quando giunse nella sala da pranzo, trovò la tavola già apparecchiata. La televisione accesa con volume basso.
Prese il pane profumato dalla busta e cominciò a tagliarlo.
Quando le sembrò sufficiente ne addentò una fetta e si diresse in cucina per vedere se c’era altro da fare.
«Allora, che si dice? Uhmmmm…Buono! Gratto il parmigiano!»
Il papà di Emma stava portando a tavola una scodella di pasta coi funghi e la mamma stava condendo un’insalata mista.
Si sedettero a tavola mentre Emma gli raccontava gli ultimi sviluppi del suo contratto di lavoro.
Iniziò il telegiornale
In effetti da quando sono per conto mio, la tv è diventata un po’ un soprammobile… Torno sempre tardi e mi aggiorno di cosa accada nel mondo più on line che coi telegiornali e non compro il giornale proprio tutti i giorni… Be’, poco male… Alla fine mi avveleno meno, visto l’andazzo delle notizie, le differenti versioni dei fatti che ti riportano le diverse reti e le facce da copertina di plastica che ti rifilano ovunque …
«Ci sono stati aggiornamenti su quei delitti assurdi? È un po’ che non si sente niente, ma magari sono io che ho latitato un po’ in fatto di informazione… » Chiese Emma, rivolta al padre.
«Fino a ieri in realtà non hanno detto nulla. Però oggi sul giornale ho letto che sembra ci sia stata una svolta, ma si vede che la stampa ancora non è stata messa al corrente, perché la notizia punta soprattutto sul fatto che, da circa una settimana, c’è un muro da parte degli inquirenti e pare non riesca a filtrare alcun aggiornamento… »
Emma si poggiò il tovagliolo sulle gambe e commentò.
«Mah. Meglio così che l’attaccamento morboso! Però speriamo bene… Questa storia è terribile, è quasi surreale che ci sia in giro veramente un serial killer nei dintorni di Roma! Dopo tanti film e serie TV made in USA sembra impossibile che una cosa del genere possa accadere sul serio… Si è dato pure da fare questo pazzo! Anche in poco tempo! In fondo… »
Emma stava proseguendo a commentare quando il padre sollevò la mano per zittirla e le disse:
«Ecco, ne stanno parlando ora. Accidenti, il primo servizio, deve esserci stata veramente una svolta… Sentiamo!»  E alzò un po’ il volume, prendendo il servizio in chiusura…
…apporto decisivo. Quindi, come avete sentito dal nostro inviato, dopo più di tre mesi di indagini, stanotte è stato finalmente arrestato l’autore degli atroci delitti che hanno terrorizzato la campagna romana e che hanno coinvolto le forze dell’ordine a tempo pieno. Ma ora vi lascio all’intervista .
Un uomo in uniforme di alto grado dell’arma dei Carabinieri, circondato di microfoni e giornalisti esagitati.
“Come mai questa svolta repentina? Gli indizi in fondo non sono aumentati in quest’ultima settimana…”
“Una serie di ragionamenti complessi ci ha fatto leggere le prove in modo più chiaro, è normale nel nostro lavoro.”
“Sì, ma non può ignorare la voce che sta circolando. Indiscrezioni parlano dell’interessamento di qualcuno… Si vocifera da tempo che nel mondo investigativo ci sia un fantomatico detective eccezionale che risolve casi impossibili…”
“Tutto ciò è assurdo e mi rifiuto di rispondere. È una leggenda metropolitana, di basso tenore anche, incentivata da  indiscrezioni scarse e inattendibili.”
“È vero, le notizie sono scarsissime in tutto il mondo, ma ci sono. E soprattutto sono identiche in tutto il mondo.
Perché siete così reticenti? Questo ci fa pensare che Elle sia vero, che non sia una leggenda, che lo teniate nascosto accuratamente e che perciò solo raramente ci sia una fuga di notizie anonima e incontrollata… Perché lo tenete celato solo nel vostro mondo investigativo? Perché tutto questo mistero? È lui che lo vuole?”
“Questa conversazione non ha senso e non so cosa risponderle”
Queste sono le parole delle forze dell’ordine, che smentiscono. Ma la smentita c'è stata sempre, in tutti i paesi in cui sono avvenute sporadicamente queste sospette fughe di notizie riguardo Elle. Ora è toccata all'Italia.
Elle, il misterioso detective del secolo, è lui che ha risolto il caso. E' lui che probabilmente è giunto all’individuazione dell’identità del pluriomicida tramite la singolare considerazione che le vittime…

I genitori continuavano a mangiare ascoltando il seguito del servizio.
Emma ingoiò la saliva.
La forchetta poggiata sul bordo del piatto.
I grandi occhi fissi sullo schermo…
 



Noticine… sempre per i pochi che hanno ancora un briciolo di curiosità…
Lo “scavo” cui accenna Misao è uno scavo archeologico. E non pensate che sia impossibile che il Giappone venga a scavare qui da noi! Sembra strano, ma è la verità. Ebbene sì, la Todai ha una facoltà di archeologia classica che ha veramente intrapreso ben due scavi archeologici in Italia: uno a Tarquinia, ancora in corso, e l’altro a Somma Vesuviana, dal 2002 al 2006. A questi scavi parteciparono studenti universitari giapponesi ma anche italiani, tramite una fondazione. Il professore che li diresse è il Prof. M. Aoyagi.
Mi sembrava corretto convalidare ciò che poteva sembrare troppo assurdo… ma mi sa che non ve ne frega niente ;)
 
Riguardo le notizie su Elle che Emma ascolta al telegiornale (eh sì, è proprio il nostro amato Elle), mi sono ritrovata in un terreno minato… Ma non vorrei spiegare ora la questione, perché potrei spoilerare qualcosa, quindi vi spiegherò più avanti quali sono stati i miei dubbi…
Mhm… I dubbi flippati dell’autrice… Interessante… Ma per favore!!!  ;)
 
Grazie a coloro che hanno inserito questa storia tra le preferite, sono sconvolta e commossa, e naturalmente a chi ha letto fin qui!!
 

Eru

 
 
 

   
 
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