“Natsu,
Gray, smettetela di litigare e portate su quel
letto!”, strillò Lucy vedendo i due maghi intenti
ad accapigliarsi mentre
portavano il mobile in questione sulle spalle. “Siete peggio
di due bambini,
muovetevi!”.
Natsu si
fermò come folgorato, smettendo immediatamente di
stuzzicare Gray; aveva imparato che la sua compagna poteva essere
davvero
terribile quando si arrabbiava e non aveva nessuna intenzione di
provarlo di
nuovo.
“S-stai
calma Lu, arriviamo!”, sorrise ricominciando a salire
le scale.
Erano passate
due settimane da quando Lucy si era ripresa, ed
erano tornati a Magnolia; lei però rifiutava categoricamente
di portare Lázuli a vivere
nella casa di Natsu e Happy, e così lo aveva
praticamente costretto a trovare un nuovo alloggio per tutti e quattro.
“Non
capisco perché non possiamo stare da me”, aveva
protestato Natsu. “E’ disordinato ma si
può pulire”.
“Perché
oltre a essere disordinata, casa tua cade a pezzi, ci
è anche cresciuto un albero dentro!”, gli aveva
fatto gentilmente notare Lucy.
“E poi è troppo lontana dalla città,
non
mi sentirei sicura a farci vivere Lázuli”.
La bambina si
era letteralmente innamorata dell’exceed, il
quale non poteva che apprezzare tutte le attenzioni che gli riservava,
concedendole in cambio di tenerle compagnia durante la notte. La qual
cosa
rendeva particolarmente felice Natsu, che poteva finalmente avere Lucy
tutta
per sé.
“Ehi
Lucy, abbiamo finito!”, esclamò Gray richiamando
l’attenzione della maga. “Hai
qualcos’altro da portare quassù?”.
“No
Gray, ti ringrazio, quello era l’ultimo”, sorrise
Lucy
affacciandosi alla porta di quella che sarebbe stata la stanza di Lázuli.
Avere
un’intera gilda a sua disposizione le aveva reso molto
più semplice sistemare la nuova casa ed era sinceramente
grata a tutti loro per
questo. Nonostante fossero in genere tutt’altro che discreti,
nessuno dei suoi
nakama le aveva domandato perché fosse andata via;
naturalmente, avevano
intuito che la cosa doveva avere a che fare con Natsu e col fatto che
lei fosse
tornata con una figlia, eppure non avevano osato chiedere nessun
dettaglio.
Quando erano
tornati, dopo essere stati curati da Porlyusica,
avevano dovuto subire i rimproveri di Erza che continuava a sostenere
che
avrebbero dovuto avvisarla e portarla con loro; stranamente, il master
era
intervenuto a loro favore, sostenendo che quella faccenda avrebbero
dovuto
risolverla da soli. Anche convincere Lisanna non era stato affatto
facile; la
ragazza era ancora sicura che Lucy avrebbe finito col far soffrire
Natsu, e ci
erano volute raccomandazioni su raccomandazioni perché si
sentisse finalmente
rassicurata. Hibiki invece, per il momento aveva preferito non rivedere
nessuno
di loro, e Lucy aveva deciso di rispettare la sua decisione.
Successivamente,
in privato, Makarov aveva rivelato loro di
averli lasciati imbarcarsi in quella missione perché
capissero e risolvessero
ciò che li teneva lontani, guadagnandosi un abbraccio di
gratitudine da parte
di Lucy e un pugno in testa senza preamboli da Natsu quando aveva
tentato di
palparle il sedere.
“Mamma!”.
“Cosa
c’è Lázuli?”,
sorrise lasciando perdere
l’armadio dove stava sistemando le sue cose.
“Papà
mi ha detto che mi darete un fratellino, quando
nasce?”.
Lucy
restò a bocca aperta per qualche secondo, fissando Lázuli come se si
aspettasse che da un momento all’altro
tornasse indietro e dicesse qualcosa di diverso.
“Tesoro…
il tuo papà è adorabile ma a volte dice delle
cose
che non sono proprio vere”, disse, cercando di spiegare la
cosa nel modo
migliore possibile. “Quando ti dice qualcosa di strano,
chiedi anche alla
mamma, d’accordo?”.
Lázuli
guardò Lucy, un po’ delusa da
quella risposta. “Ah… quindi non è vero
che avrò un fratellino”.
“No,
per adesso no tesoro ma chi lo sa!”. Lucy sorrise
chinandosi a baciare sulla fronte la bambina. “Goditi il tuo
papà!”.
“E la
mamma!”, aggiunse Lázuli con un
sorrisone,
abbracciandola.
“Certo,
anche la mamma”.
Lázuli
baciò Lucy sulla guancia e si
sciolse dall’abbraccio. “Vado a cercare Happy,
mammina!”, esclamò correndo via
sotto lo sguardo intenerito della madre.
‘Non
era mai stata tanto felice… Natsu, sei davvero
unico!’.
Circa
mezz’ora più tardi, Lucy aveva ormai sistemato
ogni
cosa nella nuova stanza di Lázuli e decise di
andare a controllare
cosa stesse combinando Natsu in quella che sarebbe stata la loro
stanza.
Arrossì vistosamente al solo pensiero e non potè
che darsi mentalmente della
stupida.
‘Insomma
Lucy! Hai una figlia con lui e arrossisci al
pensiero di dividere un letto, ma sei seria?!’.
Borbottando
contro se stessa raggiunse la camera ed entrò,
cercando Natsu con lo sguardo ma senza risultato. “Dove si
è cacciato adesso…
Natsu! Ehi Natsu, dove sei?”.
“Sono
qui Lu!”.
La voce
proveniva da una stanzetta adiacente e Lucy trovò
Natsu impegnato ad attaccare sul muro le richieste di incarico che
aveva svolto
nel corso degli anni a Fairy Tail, naturalmente senza dimenticare
quelle svolte
con lei e i relativi souvenir! Era a torso nudo, per via del caldo, e
Lucy si
sentì improvvisamente gelosa delle goccioline di sudore che
gli scorrevano sul
corpo.
“Natsu
ma cosa stai facendo… è proprio necessario
conservare
tutta questa roba?”, avrebbe voluto che il suo tono fosse di
rimprovero ma in
realtà era stato dolce come sapeva essere lui anche con un
piccolo gesto. Sorrise
raggiungendolo per poi abbracciarlo alla schiena, il mento sulla sua
spalla. “Non
ti piaceva nemmeno, quel
vestito da cameriera”.
Natsu sorrise a
sua volta, posando le mani sulle sue. “E’
tuo, ed è questo che conta. E poi non è che non
mi piacesse… però, non hai
bisogno di quello per essere desiderabile ai miei occhi e se ti
desiderano gli
altri non sono certo contento”, borbottò voltando
la testa per guardarla.
“Sei
proprio uno sciocchino, che ti importa degli altri? Il
fatto che mi guardino con desiderio non significa certo che possano mai
avermi,
non trovi?”.
“No
Lu… non riesci proprio a capire, tu sei mia, mia soltanto
e non sopporto nemmeno l’idea che qualcuno possa pensarti in
modo… ecco… in
quel modo!”.
Lucy lo fece
voltare, stringendogli le braccia al collo e
baciandolo dolcemente. “Anche tu sei mio. Ma non posso
pretendere che nessuna
ti guardi, trovi?”. Natsu continuava a brontolare e non
potè trattenersi dal
ridere. “La vuoi smettere, sembri una locomotiva!”.
Lui la strinse
contro di sé, sorridendole sulle labbra. “Se
continui a ridere così, sì, la smetto”,
disse sfiorandole la fronte con la
propria. “Non voglio più vederti
piangere”.
“Non
ho nessun motivo di piangere, caro il mio Dragon Slayer.
Ho una figlia splendida che mi rende felice ogni momento della sua
vita”.
“Sei
felice solo perché c’è Lázuli?”.
“Esatto”.
“Bugiarda”.
“In
effetti… anche il suo papà mi rende molto
felice”.
Natsu rise
trionfante, catturando le labbra di Lucy in un
bacio profondo e passionale, l’ennesimo da quando
l’aveva di nuovo con sé. Lei
lo ricambiava con entusiasmo, passando le delicate manine sul suo
torace
solido. “Ne Natsu… dov’è Lázuli?”.
“Con
Happy… l’ha portata alla gilda”, rispose
lui
accarezzandole la schiena mentre si dedicava al suo collo.
“Siamo
soli?”.
“Soli”.
Era la conferma
che Lucy aspettava: gli saltò letteralmente
in braccio, allacciando le gambe dietro la schiena muscolosa di Natsu,
e gli
strinse le braccia al collo. “Lo vuoi ancora il
maschietto?”.
Lui sorrise, i
canini in bella mostra e la baciò di nuovo,
con foga, mentre la portava verso la loro stanza e chiudeva la porta
con un
calcio. La depose sul letto, reggendosi sui gomiti per non pesarle
addosso e
senza smettere di baciarla cercò con mani febbrili il fiocco
che chiudeva il
vestito di Lucy, stracciandolo quasi quando se lo ritrovò
sotto le dita.
Le
sfilò lentamente il vestito, cominciando a sollevarlo
sulle gambe, mentre lei gli strappava letteralmente di dosso i
pantaloni. Natsu
ridacchiò mentre faceva scivolare l’abito di Lucy
oltre la sua testa e lei
tornò ad abbracciarlo, riprendendo possesso delle sue
labbra. Lui interruppe il
bacio tracciando una scia di baci lungo il suo collo fino a fermarsi
sul seno
che prese a torturare con baci e piccoli morsi, togliendo il respiro a
Lucy che
ansimava, le mani infilate fra i capelli di Natsu, ignara di quanto
quei gemiti
di piacere stessero aumentando la sua eccitazione.
“Natsu…”,
sussurrò, gli occhi socchiusi, lucidi di piacere, e
lui esaudì quella tacita richiesta, tornando sulle sue
labbra mentre si
liberava degli ultimi indumenti che ancora ostacolavano il contatto fra
i loro
corpi.
Risentire di
nuovo Lucy sotto di sé senza alcuno strato di
stoffa, pelle contro pelle, fece perdere gli ultimi brandelli di
lucidità a
Natsu che scivolò dentro di lei con un sospiro di godimento.
Lucy gemette più
forte, stringendolo a sé, finalmente dopo cinque anni,
incapace di distinguere
il confine fra i loro corpi, uniti in un movimento sincrono. Dopo un
tempo che
parve infinito e troppo breve, le movenze di Natsu si fecero
più forti e
frequenti; pochi altri gesti e raggiunsero insieme l’apice
del piacere.
Tanto tempo e
tanto amore dopo, Natsu sonnecchiava
placidamente con la testa sul seno di Lucy e le braccia allacciate
attorno alla
sua vita. Lei, come sempre, gli accarezzava i capelli, posandovi un
bacio di
tanto in tanto. Era felice, assolutamente, totalmente felice: si
chiedeva
ancora come avesse vissuto lontana da lui per cinque anni, come avesse
potuto precludersi
la possibilità di fare ancora l’amore con lui. Non
era per l’aspetto carnale,
sì appagante; ma per ciò che quell’atto
significava quando c’era un sentimento
come il loro a unirli, a veicolare quel piacere profondo. Unirsi
fisicamente
era la maniera più vera di dimostrarsi il reciproco amore.
Natsu
mostrò di essersi svegliato posandole un bacio fra i
seni. “Lucy?”.
“Ehi
Natsu… ti ho svegliato?”.
“No
Lu, ho fatto tutto da solo”, sorrise sornione strusciando
la guancia sul suo petto.
“Natsu…
ascoltami, io…”, s’interruppe, come
senza parole.
“Cosa
c’è?”.
“Non
cambierà niente fra noi, vero?”, chiese
d’un fiato, una
vecchia paura a tormentarla. “Non scapperai via di
nuovo… giusto?”.
Natsu si
sollevò su un gomito, accarezzandole il viso, e si
chinò a posarle un bacio sul nasino. “Sono stato
stupido, Lu. Però, te lo prometto,
non lascerò più che sia la paura a farmi agire;
non mi vedrai più andar via da
te, è un giuramento solenne che ti faccio”.
Lucy sorrise
commossa e gli strinse le braccia al collo,
tirandolo giù con sé. “Grazie
Natsu… ti amo, ti amo da morire!”.
“Ti
amo anch’io Lu”.
Lei si
rannicchiò contro Natsu, sospirando beata. Immaginava
che alcune cose fra loro sarebbero cambiate; ma sperava che
l’amore che li
univa non fosse una di quelle. Stava per appisolarsi, quando la sua
voce la
riscosse.
“Ehi
Lu?”.
“Cosa
c’è Natsu?”.
Natsu si
grattava i capelli, confuso. “Ma… ogni volta che
faremo l’amore avremo un bambino? Perché se
è così sono già quattro o
cinque…”.
Lucy
arrossì violentemente e si sbattè una mano sul
viso,
scioccata da quella domanda; certe cose non sarebbero cambiate proprio
mai!
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Ed eccomi qui
con l’epilogo! Scusate se ci ho messo tanto ma
le scene “calde” non sono proprio il mio forte
^^”
Spero di non
essere risultata volgare e non aver offeso
nessuno con quelle poche righe ma se così fosse vi chiedo
umilmente scusa, non
era mia intenzione :(
Detto questo, i
soliti ringraziamenti; come posso ringraziare
tanto, tantissimo, infinitamente, le gentili donzelle che hanno seguito
la
storia e recensito ogni capitolo? Siete davvero uniche, il vostro
sostegno è
stato fondamentale, grazie!
E tantissime
grazie anche a chi ha soltanto letto, grazie
davvero! Spero di sentire le vostre voci se mai scriverò
qualcos’altro su Fairy
Tail, anche se mi farebbe piacere sentirvi ora che siamo giunti
all’epilogo,
per avere un’opinione generale!
Grazie a tutti
(_ _)