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Autore: whitevelyn    16/09/2011    1 recensioni
Davi.
Lo sguardo più triste del mondo.
Demon.
Attratta dalle luci.
Jess.
L'innocenza di una chitarra ed il rogo di una passione.
Demon, Jess e Davi, tre artisti, tre sguardi allucinati fissi sulla vita che scorre, o talvolta diretti verso un altrove, aspettando ognuno il proprio Nirvana. Demon, Jess e Davi, che a volte hanno l'anima di chi non ce la fa. Geneticamente inetti alla vita. Demon, Jess e Davi e le loro storie fatte di fuoco, aria e fiori. E magari, alla fine, di morte.
Genere: Erotico, Malinconico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Sky and sand-Paul Kalkbrenner



Anche se non ti conosco Jess, so che solo tu riusciresti a convincerla ad aprire gli occhi e dirmi qualcosa.
Davi sembra morta qui stesa sulla moquette sbiadita di un motel qualunque dimenticato da dio, anche quello della California.
Continua ad indossare le cuffie, anche se il mangianastri ha già smesso da un po' di funzionare, forse le scoccia muoversi, o forse è morta per davvero.
Scommetto che tu capivi sempre tutto, senza bisogno che ti parlasse, o che tentasse di spiegarti le sue stranezze, le sue irregolarità.

Ma come facevi tu a non sentirti solo con lei?
Non ho mai conosciuto nessuno come lei, con gli occhi coperti da quel velo di brina e ghiaccio che non si scioglie neppure in giugno, e che non consente intromissioni.

ma tu lo sai se lei ci vede qualcosa da lì dietro?
o se tutto ciò su cui il suo sguardo riesce a posarsi sono i riflessi delle vostre vite a Ginevra, rimasti impigliati nelle gocce di quegli inverni rigidi ma immagino felici.
certe volte piange e allora spero che le lacrime che l'abbandonano siano in realtà quelle gocce e che il suo sguardo possa farsi limpido ed accessibile, come il cielo dopo la pioggia.
ma poi la guardo ed è già nuovamente impassibile, maschera di puro cristallo liscissimo, che non puoi infrangere, ma su cui puoi soltanto scivolare.
Davi non si può aprire, lei è una chiave, non una serratura.
non esiste in lei un luogo in cui poter entrare, nonostante lei sia lì dentro prigioniera che non vede e non sente attraverso le sbarre,
bianca ed illeggibile creatura.
non ti abitui mai al colore dei suoi occhi, che ogni giorno ti sembra diverso, eppure nelle foto resta il medesimo.
forse quello che mi fa, è lo stesso effetto che mi causavano i passanti nei sottopassaggi della Grande Mela, l'impressione che ogni mattina fossero gli stessi, ma perennemente estranei, senza che ci si scambiasse mai una parola o un'occhiata d'intesa come per dire "hei ti ho riconosciuto", no sempre soli e sconosciuti, ognuno nella propria gabbia.
effimera ma perpetua, Davi è come il tempo al presente, quando ci pensi sai che l'attimo successivo non è altro che la sua trasformazione, la sua transizione verso il futuro, eppure quando smetti di pensarci, è già di nuovo presente, già di nuovo pronto a dissolversi.
Davi sta lì, sta sempre lì, sul filo del rasoio, a metà tra ciò che esiste come manifestazione, e ciò che esiste come pensiero ed immaginazione, mistero e conoscenza.
sai che c'è, ma non te la sai spiegare.
esangue nella luce del mattino che filtra dalle tende, mi fa pensare alla luna all'ora dell'alba, bianca ma sfumata, si lascia mangiare dal cielo,
come un ricordo dalla realtà.

come un ricordo che la notte ti torna in mente.
con gli occhi chiusi ti torna in mente.


Con gli occhi chiusi le torni in mente.

ANGOLINO DELL'AUTRICE
Non ho coscienza di ciò che ho scritto, probabilmente un ammasso di scemenze senza nè capo nè coda, ma non ho tempo per revisionare o per ragionare. non ne ho più.
scusatemi amiche.
  
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