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Autore: crazyhorse    17/09/2011    0 recensioni
Sam, come se si stesse muovendo in un orribile incubo dove lui si trovava in un mondo privo di gravità, si avvicinò lentamente al nuovo Dean studiandolo incredulo con gli occhi sgranati e con la bocca aperta. Quando gli fu accanto, alzò le mani e cominciò a toccargli il viso come se non credesse ai propri occhi ed avesse bisogno di toccare quello che aveva di fronte. Quando vide nello speccio la propria immagine riflessa, e cioè il volto di suo fratello Sam, prese a toccarsi il viso per vedere se il tatto e la vista fossero in accordo con la realtà. Sì, lui era proprio suo fratello Sam. Non disse niente.
Genere: Azione, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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GREAT BALLS OF FIRE 5TRIS GREAT BALLS OF FIRE(1)

-Ti ucciderò! Lo giuro! Fosse anche l'ultima cosa che faccio!!!!- gridò Allison furente mentre correva verso la Jade del 1980.
La raggiunse e l'afferrò con tutte le forze che aveva, ma non riuscì a prenderla, le sue mani passarono attraverso il corpo della bambina.
-No!! Merda!! Merda!!- gridò la cacciatrice mentre sentiva il mondo crollarle addosso.
Con le mani fra i capelli per la disperazione, si voltò verso la sua famiglia che non si era ovviamente accorta di nulla e che stava ancora festeggiando i suoi genitori, ignari che di lì a poco sarebbero morti.
Nel frattempo Jade si stava allontanando verso il cuore della foresta. Lo sconforto regnava sovrano nella mente e nel cuore di Allison. Non le restava niente da fare se non seguire la bambina nella foresta.
La raggiunse e la seguì attraverso un sentiero che si inoltrava sempre di più fra gli alberi fitti.
Ormai erano in marcia da più di venti minuti, ed Allison comincò a sperare che Jade se ne stesse semplicemente andando, quando arrivarono in un piccolo spiazzo. Non era una vera e propria radura, sembrava piuttosto un'interruzione del sentiero. Il solo non riusciva a filtrare fra le fronde e a terra non c'era erba, ma solo un tappeto di aghi di pino ed un paio di tronchi tagliati a pochi centimetri dal suolo.
Jade si fermò improvvisamente, rivolse lo sguardo al cielo ed i suoi occhi si ribaltarono indietro diventando completamente bianchi mentre recitava una specie di formula in una lingua che Allison non conosceva e che di sicuro non era latino. Dopo pochi istanti gli occhi di Jade tornarono normali, lei rivolse nuovamente lo sguardo davanti a sè ed attese, ferma immobile.
Ad Allison sembrava che fossero passate ore, prima che un uomo comparisse dal nulla seduto su uno dei ceppi di fronte alla bambina.
Era un uomo alto e pallido completamente vestito di nero; il viso contratto in un'eterna espressione di rabbia ed odio.
Un brivido freddo corse lungo tutta la schiena di Allison.
-Cosa vuoi?- chiese lui secco come se non gli andasse molto a genio essere disturbato.
-Ho quello che vuoi.- rispose Jade con voce fredda e insensibile.
-La bambina?- chiese l'uomo vestito di nero improvvisamente interessato. Si alzò di scatto e la sia voce era carica contemporaneamente di desiderio e odio.
-Sì e tutta la sua famiglia- rispose Jade mentre un velo nero compariva nei suoi occhi.
-Oggi dev'essere il mio giorno fortunato! Tutta la famiglia Carter in un colpo solo!- disse l'uomo vestito di nero mentre sorrideva sadicamente.
Allison non resistettè oltre, accecata dalla rabbia e dal terrore per la sua famiglia si scaraventò contro l'uomo vestito di nero. Voleva ucciderlo, lo voleva con tutte le sue forze. Tese le braccia davanti a sè come se volesse stringere le sue mani intorno a quel collo ossuto e pallido. Niente, trapasso il corpo di lui come fosse fumo.
Tuttavia quel suo tentativo di contatto doveva aver sortito una qualche sensazione in lui, perchè con un'espressione furente dipinta sul  volto si girò verso di lei; ma evidentemente non la vide perchè tornò a concentrarsi su Jade.
Solo nel momento in cui l'aveva guardata dritta in viso, senza però vederla davvero, Allison si era accorta che quell'uomo aveva gli occhi completamente gialli.  Quella vista scatenò in lei il terrore: Azazel voleva sterminare tutta la sua famiglia.
Doveva tornare subito da loro e fare qualcosa; non sapeva bene cosa, ma qualcosa doveva inventarsi. Cominciò a correre, percorrendo a ritroso il sentiero verso la scuderia, con tutta la velocità che le sue gambe le permettevano. Mentre correva cercava di pensare a cosa potesse fare per salvare la sua famiglia.
Arrivò alla sua meta senza più respiro e con il cuore che avrebbe potuto uscirle dalla gola per quanto velocemente batteva. Vide che di fronte alla casa non c'era più nessuno. Senza fermarsi si diresse verso la scuderia; un uomo era fermo in mezzo al corridoio centrale, immobile. I cavalli erano spaventati e, ognuno nel suo box, si muovevano nervosamente, qualcuno calciava contro le pareti, altri nitrivano mentre altri ancora si impennavano con occhi spiritati.  Entrò di corsa nella scuderia e vide che l'uomo era Azazel. Improvvisamente alzò le braccia verso il cielo e nello stesso istante un denso fumo cominciò ad invadere la scuderia.
In quel momento un'idea balenò nella mente di Allison: "Carter, porca puttana i tuoi poteri!! Magari i cavalli ti sentiranno in qualche modo!!"
Sempre di corsa, superò il demone ancora fermo con i suoi occhi gialli al centro della scuderia e si diresse verso il fondo della costruzione da dove ora insieme al fumo cominciavano ad entrare anche le prime fiamme. La ragazza si fermò davanti al primo box e fissò il cavallo che stava davanti a lei; faceva fatica a respirare ed il calore delle fiamme le rendevano quasi impossibile tenere aperti gli occhi, ma facendo appello a tutte le sue forze tese in avanti le mani e si concentrò. Il cavallo si fermò come paralizzato fissando a sua volta Allison. Improvvisamente l'animale, come impazzito, cominciò a calciare la porta del suo box ed a nitrire senza sosta. In pochi secondi la porta fu scardinata e la bestia corse fuori a tutta velocità.
Allison si sentì sollevata nel capire che non avrebbe dovuto fare altrattanto con ogni cavallo della scuderia, avrebbe avuto bisono di troppo tempo e la costruzione sarebbe completamente bruciata in pochi minuti. La reazione che Allison indusse in quel primo cavallo si trasmise automaticamente  negli altri in pochi secondi; lei dovette semplicemente "convincere" gli animali a  concentrare la loro forza e paura per il fuoco contro la porta del loro box in modo da scardinarla e correre fuori. Lo scopo di Allison era di far fare agli animali più rumore possibile sperando che qualcuno nella casa se ne accorgesse e, allo stesso tempo, permettere alle bestie di scappare e mettersi in salvo.
Tuttavia il fuoco, probabilmente aizzato da Azazel, stava guadagnando terreno più velocemente di quanto Allison sperasse e ormai l'intera scuderia stava bruciando: "Dannazione perchè non si muovono!!" pensò mentre, stremata e con i polmoni pieni di fumo, si stava accasciando a terra appena fuori dalla costruzione in fiamme.
A quel punto finalmente uno degli uomini che aveva visto prima festeggiare insieme agli altri corse fuori dalla casa, seguito da tutti gli altri, compresa sua madre e Meredith, sua zia incinta. Senza nessuna esitazione tutti si precipitarono dentro la scuderia incuranti del fatto che ormai l'incendio non poteva più essere spento.
-NO NO NO!!! Non potete entrare! Morirete!!!- cominciò a gridare la giovane cacciatrice per fermare l'incessante flusso della sua famiglia verso le fiamme. Ovviamente nessuno la sentì.
-Liberate i cavalli!! I cavalli!!- gridava Edward agli altri mentre, proteggendosi il viso ed il corpo con una coperta bagnata superava un muro di fuoco che gli sbarrava inesorabile la strada.
-Sono scappati! Non ci sono più!!- gli rispose Serena mentre si lanciava fuori dalla scuderia tossendo e cercando di spegnere una piccola fiamma che le stava bruciando i pantaloni.
Edward, sempre protetto dalla coperta, ricomparve dalle fiamme, il viso nero per il fumo era evidentemente rigato di lacrime. Con voce rotta dalla disperazione disse a Serena:
-Derek non ce l'ha fatta....- sembrava non riuscisse a terminare la frase, poi respirando disse ancora: -e neanche Meredith!-
-No, Mer...e la bambina!- gridò Serena. Senza pensarci mosse un passo verso la scuderia, ma Edward l'afferrò energicamente per un braccio:
-No! Serena!-
-Ma dobiamo tirarli fuori di lì!- ruggì lei con negli occhi lo stesso fuoco che inarrestabile stava consumando la costruzione davanti a loro. -Morirai anche tu...ed il bambino! Ormai non c'è più niente da fare!- gridò lui senza lasciarle il braccio.
Rimasero lì immobili tutti e tre: Edward, Serena e l'invisibile Allison. Un sentimento di speranza si insinuava nei loro cuori stretti in una morsa di acciaio: magari George, il ragazzo che lavorava lì,  Rachel  o Ross, suo marito, erano ancora vivi. I minuti passavano inesorabili senza che nessuno uscisse da quell'inferno e con i minuti passava anche la già esigua possibilità che qualcuno fosse sopravvissuto.  
Il silenzio che pervadeva tutti e tre fu rotto dalla voce di Serena:
-Eddy, com'è successo? Un incendio non scoppia così dal niente.- chiese con voce incerta
-Non lo so.- rispose Edward abbracciandola e senza che nessuno dei due riuscisse a staccare gli occhi dalle fiamme.
L'incendio durò per ore ed alla fine della scuderia rimase solo uno scheletro annerito e fumante. Nel frattempo Serena ed Edward avevano recuperato la maggior parte dei cavalli che erano scappati nella foresta. Allison aveva dato loro una mano: sfruttando i suoi poteri riuscì a riportare un paio di animali alla casa ancora intatta. Raggiunse l'abitazione dietro la terza bestia, quando vide che i suoi genitori erano entrati nella scuderia; con gli occhi bassi erano intenti a cercare i resti della famiglia distrutta. Per un secondo rivisse il momento in cui più di un anno fa, insieme a Sam e Dean, aveva scoperto lo scheletro di suo padre in una caverna e capì come si dovevano sentire loro in quel momento. Li raggiunse dilaniata da un senso di inutilità ed impotenza: avrebbe voluto abbraciarli, avrebbe voluto far sentire loro la sua presenza e avrebbe voluto dire loro che lei sapeva perchè tutto questo era successo, ma non poteva, non si sarebbero accorti di nulla.
Improvvisamente alle loro orecchie arrivò un rumore di passi. Qualcuno si stava avvicinando e i detriti della scuderia bruciata scricchiolavano sotto i suoi piedi. Si voltarono tutti e tre: Allison riconobbe immdiatamente Azazel.
-Bene, bene. La famiglia Carter distrutta. Mi si spezza il cuore.- esordì il demone fingendosi dispiacuito.
-Chi sei?- chiese Edward con voce ferma.
-Io sono colui che può riportare tutto alla normalità.- rispose l'altro pacatamente.
-Cosa vuoi dire?-
Azazel ormai aveva raggiunto Edward e Serena e stava fissando lui con i suoi occhi gialli.
-Voglio dire che posso fare in modo che la scuderia non sia mai stata distrutta e posso riportare in vita i tuoi fratelli ed i tuoi coganti. Sarebbe come se niente fosse successo.-
Allison notò che suo padre sosteneva senza sforzo lo sguardo di quegli occhi gialli, mentre sua madre tremava dalla rabbia, se avesse potuto si sarebbe scagliata contro quel demone senza pensarci.
-Ti ripeto la domanda: chi sei?- replicò Edward senza dare segno di cedere.
-Chi sono io non importa, quello che importa è quello che posso fare per te.-
-Cosa vuoi in cambio?- chiese subito Edward che aveva già capito cos'era successo.
-Oh, una sciocchezza. Tu potrai riavere la tua scuderia e la tua famiglia, la tua vita perfetta insomma, ma in cambio ti chiedo semplicemente il pemesso di entrare in casa tua quando ne avrò bisogno.-
-Brutto bastardo figlio di puttana! E' colpa tua! Sei stato tu a provocare l'incendio!! Ti ucciderò!!- era stata Serena ad inveire contro Azazel. Negli occhi della donna si accesero improvvisamente le stesse fiamme che, poco prima, avevano dilaniato la scuderia e la sua vita. Si lanciò come una furia senza esitazione contro il demone.
Tuttavia, prima ancora che lei riuscisse a toccarlo, Azazel con un semplice gesto del bracio, la scaraventò senza fatica a metri di distanza, contro un pezzo di muro miracolosamente rimasto in piedi. Serena si rialzò senza fare una piega e gli si scagliò nuovamente contro. A quel punto intrvenne suo marito che le si parò davanti e la imprigionò in una potente morsa con le sue braccia.
-Ehy...che tigre!!- disse Azazel ammirato -Mi piaci...ho scelto proprio bene.- continuò stirando le labra in un viscido sorriso che fece correre lungo la schiena di Allison un brivido freddo.
In quel momento osservando suo padre, Allison notò, se possibile, ancora più terrore nei suoi occhi. Seguirono due semplici parole, che fecero gelare il sangue nelle vene sia di Allison che di sua madre:
-Va bene.- disse Edward risoluto.
-No! Eddie! cos'hai fatto!- tuonò Serena mentre cercava ancora di liberarsi dalla stretta di lui.
-Bene, direi che almeno tu nella famiglia hai un po' di buon senso.- constatò Azazel avvicinandosi alla coppia.
In quel momento il mondo crollò per l'ennesima volta durante quella strana giornata, addosso ad Allison: suo padre aveva appena fatto un patto con il demone che avrebbe poi ucciso sua madre solo perchè voleva lei. Un senso di colpa di proporzioni titaniche le schiacciò il torace rendendole difficile perfino respirare.
Nel frattempo Azazel si era avvicinato ancora di più ad Edward e gli aveva appoggiato una mano sulla nuca. L'uomo lo fermò:
-Non qui! Lontano!- disse improvvisamente.
-Oh, dove vuoi tu.- rispose il demone cercando di sembrare condiscendente.
Edward lasciò la presa attorno alla moglie e, seguendo il demone, uscì dalla scuderia e s'incamminò verso la foresta. Allison li seguì e li vide fermarsi a pochi metri dalla radura dove la vita della sua famiglia era stata appena distrutta e sarebbe ricominciata nel giro di pochi secondi. Vide Azazel attirare a sè il volto di suo padre e, con enorme stupore, dargli un bacio sulla bocca.
Quella fu l'ultima cosa che la ragazza vide, perchè nello stesso istante sentì che la Jade del 2010 le prendeva la mano e la gettava nuovamente nel vortice che l'avrebbe riportata indietro, da Sam e Dean.

(1) "Great Balls of Fire" - Jerry Lee Lewis
  
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