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Autore: AngelSword    17/09/2011    4 recensioni
Pensieri, parole, emozioni. Solo tracce d'inchiostro su carta, ma delle persone ci hanno creduto davvero.
Una raccolta di One-Shot che vedono i protagonisti dell'Ancient Saga come i "pensatori".
!!!ATTENZIONE: Per leggere questa raccolta bisogna aver letto almeno il primo volume della serie!!!
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Roronoa Zoro, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Ancient Saga'
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 Premessa
 

Ed eccomi con un'altra One-Shot. Non so quanto mi possa essere venuta bene dato che sono a letto con la febbre =( Vabbè, spero che vi piaccia lo stesso anche se probabilmente saprà molto di delirio XD
Un grazie a tutti quelli che leggono, ricordano, seguono, preferiscono e recensiscono ^^
Buona lettura ♥

1. Grazie

“Di là, presto!!!”

Il rumore del mio respiro affannato, il solletico di una lacrima di sudore, le tempie che pulsano.

“Non lasciatevelo scappare!!”

Le porte, le finestre, gli edifici che mi scorrono velocemente accanto. Indistinte masse di colori scuri senza significato.

Stringevo fiaccamente il manico della Falce, esausto. Ma non posso fermarmi. Se mi fermavo ero perso. Loro erano persi. Tutti erano persi.

Svolto a destra solo per bloccare bruscamente la mia maratona di fronte ad un vicolo cieco. Il panico ci mette qualche secondo ad avvolgermi il petto mentre realizzo che non posso più avanzare.

“Bene, bene, bene...”

Una lunga lancia gelida mi percorre la schiena al suono di quella voce roca.

“Guarda, ti ho trovato, Ruby...”

Lentamente mi volto. Fisso ad occhi spalancati il volto del mio vecchio amico, contratto in una strana smorfia perversa. Per favore, stai lontano.

“Preferisci forse essere chiamato Thanatos?”

Quel nome. Quel maledettissimo nome. La mia condanna eterna. L’interruttore che fa scattare la mia furia.

L’altro ridacchia divertito. Deve aver notato la mia reazione. “Sai, sei stato molto cattivo a non dircelo subito...” Estrae un pugnale dalla cintura e prende a giocherellarci abilmente tra le dita. “A me e agl’altri, intendo.” Lo lancia in aria facendolo roteare, lo afferra per il manico, riprende a giocarci. “Il Progetto Thanatos...”

Rabbia, rabbia, rabbia, quello che sento. Caldo, bollente, ma anche freddo. Terrore, ricordi. Vattene, andatevene.

“Ma lo sai quanto hanno offerto per la tua testa??!” L’uomo punta la lama verso di me. E mi spiego il suo sorriso sadico. “Nulla di personale, amico...” Avanza di un passo. “Ma abbiamo bisogno di soldi.”

Ecco, ecco che mi assale. La pazzia. La paura dilania il mio autocontrollo, sento quell’altra entità muoversi dentro di me, chiamando per il sangue.

“Di solito, se si consegna un ricercato morto viene scalato il 20% dalla ricompensa.” Se possibile il sorriso del cacciatore si allarga ancora di più. “Ma con una taglia come la tua, possiamo anche fare a meno di quel venti!!” E a quello scatta in avanti, verso di me.

Riesco a lanciare un ultimo urlo prima che la mia vista si faccia nera ed il gelo mi rinchiuda.

Quando torno a vedere, mi ritrovo davanti al solito scenario. Corpi martoriati, case distrutte, teste mozzate. Sistemati in un grazioso mosaico rosso splendente. Li osservo composto. Non mi fanno schifo, per carità. È solo carne morta. Non mi fanno nemmeno pena, in fondo se la sono cercata loro. Mi guardo intorno e penso che gli schizzi cremisi sul quel muro semidistrutto alla mia destra formino davvero una bella forma. Sospiro rassegnato. Odio diventare in questo modo.

Ma sei salvo, mi sussurra all’orecchio.

“Già,” rispondo io.

I tuoi amici volevano tradirti.

“Già.”

Gli amici non esistono a questo mondo. Solo esseri approfittatori, capaci di calpestarti pur di arricchirsi ed andare avanti.

“Già.”

E così farai anche tu. Fatteli amici, illudili, e poi tradiscili! Lasciali alle spalle, lascia che muoiano, e salvati. Vai, vai avanti e non guardarti indietro.

Io diedi retta a quella voce suadente.

***

“Ruuuubyyyyyy...!”

Una voce, vicina ed impaziente. Mi chiama. Mi cerca. È squillante, chiara come il cristallo.

Schiudo un occhio e lascio che si prenda il tuo tempo per mettere a fuoco.

“Ah, era ora!!” esclama la voce.

La prima cosa che vedo sono le sue iridi zaffiro. Poi i boccoli biondi, alcune ciocche mi solleticano le guance. È una donna, la conosco. Porto una mano sopra la linea degl’occhi per schermare i raggi del sole. “Aqua?”

“Mammamia, mi ci sono voluti venti minuti per svegliarti!!” replica spazientita lei mettendo su il broncio.

Penso che è davvero carina quando fa quella faccia. Sembra una bambina. Mi ha svegliato? Allora stavo sognando un ricordo. Lontano, lontano, probabilmente di cent’anni fa. Lei non è solo mia cugina, è la mia migliore amica.

Amica?

Eccola, la Voce.

Gli amici non esistono.

Già, è vero, non esistono.

Allora uccidila prima che anche lei ti tradisca.

Scorgo con la coda dell’occhio la mia Falce, a pochi metri dalla mia destra.

“Wow, venti minuti?!” esclamò con una finta risata. Intanto tendo un braccio verso l’arma, piano, piano, lentamente. “Allora sono davvero un sasso!!”

Lei ridacchia. Mi guarda e mi sorride. Un sorriso così sincero, di cuore. Disarmante a tal punto che la mia mano si blocca. Mi ricorda il perché mi sono unito al gruppo, il perché sono diventato un medico.

“Ti va di venire a fare il bagno con noi?” chiede dolcemente guardandomi con aspettativa.

Non rispondo, mi limito a fissarla ad occhi spalancati. La Voce torna nel nero del suo silenzio. Aqua non aspetta una replica e, afferrandomi entrambi i polsi, mi aiuta al alzarmi. “Forza, andiamo!!” ride indicando eccitata il mare blu, luccicante di mille stelle nel caldo del mezzogiorno.

Ti seguo frastornato, disorientato. Poi mi accorgo che non mi hai ancora lasciato la mano. Corriamo, corriamo verso le onde dove Xenon già ci aspetta. E continui a regalarmi quel sorriso stupendo, radioso come il sole.

Sono diventato il tuo medico personale perché non voglio che ti succeda qualcosa di male. Perché non voglio che quel sorriso si spenga. Mai, mai, mai. Perché mi ricorda che se sei capace di sorridere tu - tu che hai ferite ben più profonde delle mie - allora posso farlo anch’io. Perché mi dimostri che se tu puoi fidarti ciecamente di me, nonostante le azioni che ho commesso, allora anch’io posso credere in te. Perché mi ripeti ogni giorno che l’amicizia esiste, che non c’è solo il male là fuori.

E rispondo a quel sorriso. Le mosche bianche esistono, in fondo, no? Non voglio sentire mai più quella Voce nella mia anima. Ecco perché ho bisogno della tua costante presenza.

Grazie.
Grazie per quel sorriso.
Grazie per quelle risate.
Grazie per avermi restituito la vita.
Grazie per avermi dato una famiglia.
Grazie che mi fai ricordare, così non sbaglierò mai più in futuro.
Grazie che mi fai dimenticare, anche solo momentaneamente, i miei problemi.
Grazie per essere ancora qui accanto a me.
Grazie per esserci sempre stata.
Grazie per le emozioni che mi fai provare.
Grazie per tutto.
Grazie.

***

Morta, morta, è morta!
Se n’è andata.
Anche lei.


Sei di nuovo solo.
Anzi, siamo.
Eccomi, sono qui.
Io per te ci sono sempre stata. Nella buona e nella cattiva sorte.


È morta, morta, morta!
Ti ha tradito.
Anche lei.


Perché l’amicizia non esiste.
Un sorriso non vale niente.
Ti ha lasciato, così.
È una cosa frivola, inutile.


Sei di nuovo qui, al buio sotto al sole.
Non ti fidare, perché non esiste amicizia.
Non amare, perché non esiste amore.
Non sperare, perché non esiste speranza.
Non salvare, perché poi ti si rivolteranno contro.
Non ricordare, perché è inutile conservare immagini inutili.


Morta, morta, è morta!
Bentornato nella realtà.
Bentornato ad essere te stesso.


Taci.

  
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