Mi svegliai di
colpo. Che ore erano?
Le nove. Le nove di mattina. Bene. Mi alzai un po’ stordita.
Mi affacciai alla
finestra. No, ancora non era arrivato. Questo mi dava un certo
vantaggio. Ma
ormai la valigia era pronta. Mi vestii di corsa, truccandomi
pochissimo. Non mi
importava. Anche perché lo sapevo che avrei pianto. Ma era
necessario. Dovevo
farlo. Soprattutto per la sua sicurezza. Presi la valigia sul mio
letto. Ormai
ero pronta. Guardai quella stanza per l’ultima volta. Il mio
armadio, il mio
letto, la scrivania… era tutto così familiare. Ma
non potevo restare di più.
Trascinai la valigia per le scale. Mia madre mi aspettava seduta sulla
poltrona. Aveva un’espressione seria sul volto, dura e
risoluta.
“ Lui
è già qui?” chiese trattenendo
le lacrime. Scossi la testa. Lei sospirò.
“ Tra
quanto arriverà?”
“
All’incirca dieci minuti. Credo.”
sussurrai. Lei si alzò e mi abbracciò.
“
Lily… ti prego…”
“ No,
mamma. Non posso. Ormai ho preso
la mia decisione”
“ Ma
questa guerra non ti riguarda,
Lily…
“
Questo non è vero!” dichiarai. “
Riguarda tutta la popolazione magica! E io faccio parte di quel
mondo…
“
No… tu fai parte del nostro mondo…
con me… Tunia…
“ No.
Non più. Da quando sono salita
su quel treno non sono più come voi. E lo so. E devo
prendermi le mie
responsabilità. E proteggere te e Tunia” dissi.
“ Tuo
padre non avrebbe voluto che…”
“ Mio
padre sfortunatamente non c’è
più, mamma” sussurrai cercando di trattenermi. Mio
padre era morto due
settimane prima. Il giorno dopo che ero tornata a casa. Tunia
ovviamente aveva
dato a me la colpa. Pensava che gli avessi lanciato qualche strano
incantesimo.
Ma mamma sapeva che non era vero. Non poteva essere vero.
“
Lily, non penso che riuscirebbero a
scoprire che…
“
Mamma, loro ce l’hanno con i Nati
Babbani! Io sono una Nata Babbana… se scoprissero che sono
qui… io potrei pure
salvarmi, visto che mi so difendere, ma voi… voi no. Non so
se riuscirei a
salvarvi. Quindi ti prego… non rendere tutto più
complicato” dissi. Anche io
trattenevo le lacrime. Ma era necessario. Tutto questo era necessario.
Sarei
andata a vivere con James. Era l’unica soluzione possibile.
Dorea Potter ora
era in viaggio per andarsi a trasferire dai cugini di James, in
Irlanda, a
Cork. James aveva insistito. Lì nessuno l’avrebbe
mai trovata. Mi
asciugai una lacrima traditrice che
scendeva sulla mia guancia.
“ Mi
farò sentire appena possibile. Te
lo giuro. Mi mancherai, mamma” sussurrai abbracciandola e
baciandola. Lei annuì
senza parole. Piangeva come me. Qualcuno bussò alla porta.
Aprii liberandomi
dalla sua stretta. James. Era da una settimana che non lo vedevo, e
morivo
dalla voglia di baciarlo. Ma in quel momento non ce la facevo. Quando
mi vide
in lacrime mi abbracciò. Poi andò da mia madre.
“
Buongiorno, signora. Sono James,
James Potter” disse. Mia madre lo guardò divertita
e scossa allo stesso tempo.
“ Sei
tu quello che le mandava tutti
quei mazzi di rose… finalmente ti vedo”
commentò. James arrossì.
“
Oh… em… in persona!”
“
Allora, dove abiti, James?” chiese.
“ In
realtà è un po’ lontano da
qui…”
rispose evasivo.
“ Ho
capito. Non me lo potete dire,vero?”
domandò. Scossi la testa. Anche se volevo urlarglielo in
faccia.
“ No.
Mi dispiace, ma se qualcuno ti
entrasse nella mente…”
“ Ok,
ok, non lo voglio sapere” disse
mia madre. Poi mi guardò dandomi una carezza sulla guancia.
“ Stai
attenta…” sussurrò. Annuii
senza parole. James anche annuì deciso. Poi si rivolse a
lui.
“ Ti
prego, prenditi tu cura di lei”
supplicò. James le porse la mano. Sorrisi istintivamente.
“
Farò di tutto per farla stare bene”
disse. Mia madre sorrise.
“ Sai,
forse sei l’unica persona al
mondo di cui mi posso fidare per questa tua affermazione. Dopo tutte le
rose, i
cioccolatini e altro…” commentò con uno
strano sorriso sulla bocca. La
abbracciai di nuovo. In quell’abbraccio volevo metterci tutta
l’ansia che mi
portavo dentro, tutta la malinconia per una scelta così
difficile…
“ Mi
mancherai, mamma… ma ad agosto ci
rivedremo!” aggiunsi. Lei annuì.
“
Già… un giorno… solo un
giorno… il
matrimonio di Tunia…
“
Bhè, cerchiamo di renderlo speciale
questo unico giorno, no?
Lei abbassò lo
sguardo. Ed uscimmo. Ormai
non era più casa mia.