James
sbuffò dal sedile posteriore della macchina che Lily aveva
noleggiato.
“Mi
spieghi perché dobbiamo arrivare così? Con
quest’affare?”
“Almeno
mostriamo di non avere cattive intenzioni!”disse Lily, mentre
guidava ed
osservava distrattamente il marito con lo specchietto retrovisore.
Guidava
lei perché era l’unica ad avere la patente.
James
era decisamente di pessimo umore.
Sirius,
depresso per la rottura con Keira, vedeva quella gita come
un’occasione per far
pagare ai Dursley quello che avevano fatto ad Harry.
Lily
si chiese se avesse fatto bene a portarli con sé.
In
fondo solo lei sembrava avere intenzioni pacifiche. Quasi pacifiche.
Harry
non era voluto venire, dicendo che doveva uscire con Ron, Hermione e
Ginny, ma
lei era sicura che detestava i Dursley quasi quanto loro avevano paura
di lui.
Lily
parcheggiò l’auto, lontano da casa loro e si
affrettò ad uscire prima di
cambiare idea.
Doveva
almeno parlare con sua sorella, chiederle il perché avesse
trattato Harry così.
Perciò
bussò alla porta.
Le
venne ad aprire l’omone più grasso che avesse
visto in vita sua.
Era
Vernon, lo riconobbe.
Ma
lui non riconobbe lei, perché chiese chi fosse.
“Sono
una…conoscente di sua moglie Petunia. Può
chiederle di uscire?”
“Chi
è?”
“Mi
chiamo Lilian.”disse.
James
e Sirius le si avvicinarono, mentre Vernon rientrava in casa e chiamava
a gran
voce la moglie.
“Non
ti ha riconosciuta?”
James
era incredula.
Vernon
non riconobbe Lily, ma Petunia sì.
La
donna sbarrò gli occhi, stupita, le mani sulla bocca,
prima di balbettare qualcosa d’inconsulto.
Poi
cadde a terra, svenuta.
Aveva
fatto uno stranissimo ed orribile incubo.
Sua
sorella Lily e quello squilibrato del marito erano
dinanzi alla sua soglia, in compagnia di un altro uomo, tutti con
lunghe vesti
da maghi.
E
se li avessero visti I vicini?
Ma
era solo un brutto sogno.
Lei
era morta.
Loro
erano morti.
Non
potevano essere lì.
Petunia
Dursley aprì gli occhi, alzandosi dal divano,
lentamente.
Lily
era riuscita ad entrare, seguita dai due uomini e da un
Vernon terrorizzato quando lei aveva tirato fuori la sua bacchetta
magica.
Ed
ora guardava la sorella svenuta.
Ok,
era uno shock presentarsi lì.
Ma
svenire?
Petunia
era la solita melodrammatica!
La
faccia cavallina era uguale, era solo leggermente
invecchiata.
Vernon
era un omone gigantesco che ora tentava di farsi
piccolo piccolo nel divano accanto alla moglie svenuta, spaventata da
quei tre.
Finalmente
Petunia si rialzò.
Poi
vide Lily e sussultò.
Stava
ancora sognando?
Si
diede un leggero pizzicotto e capì che era sveglia e sua
sorella, morta 17 anni prima era seduta nel suo salotto, più
bella che mai, i
capelli rossi lunghi sulle spalle e la schiena fluenti e mossi, gli
occhi color
smeraldo tra lo stupito e l’arrabbiato.
“T-tu?”
“Ti
prego, non svenire di nuovo. Altrimenti ti risveglio con
la magia.”
Quella
minaccia servì ad impedire altri svenimenti.
Magia?
No, mai e poi mai sotto il suo tetto!
Non
di nuovo! Non dopo che quel maledetto ragazzo se n’era
andato.
James
la fissò, truce.
Petunia
era sussultata alla minaccia della bacchetta.
“Come…come…eri
morta!”
“Tua
sorella è un genio.”commentò James,
freddo e Sirius
ridacchiò.
“Sono
tornata. Ed anche tutti quelli uccisi da Voldemort e
vicini ad Harry.
Non
credo v’importi, ma nostro figlio è vivo ed
è
sopravvissuto a Voldemort e l’ha anche sconfitto. Quindi se
anche voi Babbani
siete al sicuro il merito è solo suo.”
Lily
lasciò che le labbra si schiudessero in un sorriso di
soddisfazione.
Il
suo Harry…
“Quindi,
vorrei sapere il perchè del vostro odio nei
confronti di mio figlio. So che l’avete maltrattato e gli
avete reso la vita un
vero Inferno, so che non l’avete mai trattato come un bambino
della sua età e
l’avete sempre punito per la sua vera natura!
Se
fosse successo qualcosa a voi, noi ci saremmo presi cura
di vostro figlio! L’avremmo trattato come nostro e non come
un mostro che vive
sotto il nostro tetto!”
“Sarebbe
andato in orfanotrofio piuttosto che da pazzi come
voi!”scattò su Vernon.
James
s’alzò, irato, la bacchetta sguainata.
“Sta’
zitto, stupido idiota! Avete maltrattato un ragazzo per
anni, punendolo, non amandolo, soltanto perchè odiavate noi
maghi? Che razza di
persone sono quelle che chiudono un ragazzino in uno sgabuzzino o che
permettono al loro figlio di usarlo come punching ball? Siete dei veri
stronzi!”
Lily
guardò il marito, che era furioso.
Sirius
s’alzò ed afferrò James per la manica,
cercando di
calmarlo.
“Se
Harry non vi avesse detto che ero il suo padrino e che
ero un pazzo criminale a quest’ora non avrebbe avuto neanche
la sua stanza e
l’occasione di studiare per Hogwarts.”disse,
serafico.
Vernon
e Petunia sbarrarono gli occhi.
Quell’uomo
era Sirius Black?
Il
pazzo assassino, padrino di Harry?
Ed era in casa loro?
Sirius
fece scattare la bacchetta e si ritrovarono
improvvisamente a testa in giù, appesi per le caviglie da
una forza invisibile.
Lily
trattenne una risata, mentre Sirius li faceva dondolare
avanti ed indietro finché non assunsero un colorito
verdastro.
Poi
fu il turno di Lily che fece apparire un battipanni
gigantesco che iniziò a picchiarli ovunque.
“Peccato
che non ci sia quell’ippopotamo del figlio. Ci
saremmo divertiti anche con lui.”ghignò Sirius a
James, che aprì la porta dello
sgabuzzino.
Con
un colpo di bacchetta i Dursley vi finirono dentro e la
porta si chiuse.
Le
grida sommesse furono ignorate.
“Dudley
tornerà prima o poi a casa e vi libererà.
Risparmiate
l’aria, quel posto è piccolissimo per due come
voi!”ghignò James ed uscirono.
Lily
e Sirius ridevano come matti.
Incrociarono
la signora Figg, la Magonò che aveva tenuto
d’occhio Harry e le sorrisero.
“I
Dursley sono chiusi nel ripostiglio. Tra qualche ora
chiama il figlio perché vada a liberarli.”
E
corsero via, ridendo.
Harry,
Ron, Hermione e Ginny avevano le lacrime agli occhi dalle risate,
mentre i
gemelli ridevano ed immaginavano la scena.
“Oh,
avrei voluto esserci! Vi avremmo dato man
forte!”decretò Fred.
“Soprattutto
a Dudley! Ahahahha!”continuò George e cadde
sull’erba ridendo.
Harry
guardò i genitori.
Sua
zia era svenuta vedendo Lily, erano rimasti terrorizzati alla vista
delle
bacchette e di Sirius ed erano stati presi a botte da un battipanni
gigante.
Grazie
a loro.
“Siete
dei matti.”asserì, ridendo.
“Volevamo
trasfigurarli in scarafaggi, ma poi avremmo avuto problemi con il
Ministero e
quindi…non avevo voglia di compilare scartoffie per
loro!”fece James e tutti
risero di nuovo.
I
tre si sedettero accanto a loro, all’ombra
dell’albero nel giardino dei
Weasley.
La
radio scelse quel momento per trasmettere una canzone di Keira e
Sirius,
rabbioso, la spense con un colpo di bacchetta.
Cadde
il silenzio, interrotto timidamente da Hermione.
“Non
avete ancora chiarito?”
Temevano
tutti una sfuriata da parte di Sirius.
Sirius
non rispose per un lungo istante.
“Finché
rimarrà dell’idea di abortire il nostro bambino,
no. Non chiariremo.”disse,
freddo.
Sirius
sentiva il cuore di piombo, ma era fermo nella sua idea.
Non
l’avrebbe rivista.
Non
poteva.
Non
poteva pensare che tutto quello che c’era stato tra loro
fosse stato messo da
parte per la carriera della ragazza.
Perché
lei sembrava avesse preferito proseguire con il tour, invece di avere
una
famiglia con lui.
Ed
il solo pensiero di rivederla, quando aveva urlato a Lily che non
voleva che
quel bambino, il loro, rovinasse e fermasse la sua vita…gli
spezzava il cuore.
Ma
anche se non la vedeva stava male comunque.
Riusciva
a sentire il suono della sua risata, il fruscio dei suoi capelli, il
sapore dei
suoi baci…
Come
poteva rinunciare a lei?
Come
poteva lei, rinunciare a loro?
“Dovresti
parlare. Andare da lei e chiarire ogni cosa.”
“No.”ripeté
Sirius per l’ennesima volta e Remus alzò gli occhi
al cielo.
“E
se lei dovesse…”
Remus
lasciò la frase in sospeso, cogliendo
l’occhiataccia di James.
Sirius
era giù abbastanza a pezzi senza che Remus gli dicesse che
c’era la possibilità
che Keira abortisse.
“Secondo
Lily non lo farebbe mai. È solo…arrabbiata,
secondo lei.”
“James,
so parlare anche da sola.”
Erano
riuniti tutti e quattro in salotto, cercando di trovare una soluzione o
di
spingere Sirius ad affrontare la situazione.
Non
ce la facevano a vederlo così depresso, girare a vuoto per
la casa.
“Senti,
l’ho chiamata, ho provato a parlarle, a supplicarla di
chiarire con te e con
me, ma non risponde al telefono. E so che sta ancora
lavorando.”
“Scommetto
che lo farà fino ad abortire.”commentò
Sirius, asciutto.
“Sirius!
La conosci. Conosci Keira meglio di chiunque altro.”disse
Lily, dolcemente.
“Credi che…”
“Non
so! Non so a cosa credere, Lily! So che non è esattamente la
mamma ideale,
perché è un disastro con i bambini,
ma…non so. Non la vedo da anni. Non credi
che possa essere cambiata?”
“Al
punto da rinunciare a suo figlio? Il figlio che aspetta da
te? Sirius, lei ti ama. È solo
che…è terrorizzata. Ha lavorato
così tanto per arrivare dov’è ora ed ha
paura di perdere ogni cosa.
La
sua musica, il suo tour, che conta per lei. Ma non credo che
rinuncerà al
vostro bambino. Prova a parlarle. Ti prego.”
I
giorni passarono, con gran dispiacere di Harry che vide il 1 settembre
avvicinarsi e passare e portare con sé Ginny verso Hogwarts
al suo ultimo anno
di scuola.
La
salutò con rimpianto e con passione, promettendosi di
scriversi sempre e di
vedersi durante le feste.
Passarono
le settimane, un mese senza che Keira e Sirius si parlassero, mentre la
ragazza
proseguiva il tour e Sirius la sua carriera da Auror con James.
Arrivò
la fine di settembre ed ottobre salutò tutti con un freddo
gelido e giornate di
pioggia.
“Boglio
benire io. Sdo beene.”
Un
Sirius raffreddato e con la febbre protestò dal divano dove
Lily l’aveva
costretto a rimanere, avvolto in strati di coperte.
Sirius
era in uno stato pietoso.
Il
naso era rosso, così come le guance, gli occhi lucidi per la
febbre ed una
dozzina di fazzoletti usati sulla coperta.
“Sirius,
sei malato. Non ti porto come me.”decretò James,
indossando il mantello.
Quella
sera aveva un’ispezione da fare in un villaggio accanto
Hogsmeade e Sirius
avrebbe dovuto accompagnarlo, se non si fosse preso quel febbrone da
cavallo a
causa dell’ultima missione in cui avevano beccato il diluvio
universale!
Sirius
fece per alzarsi, ma Harry intervenne e lo rimise sul divano.
“Sta’
giù.”disse, severo.
“Ba
basta una
bozione…”s’intestardì Sirius.
“Sirius,
me la caverò. È un posto tranquillo e devo solo
dare un’occhiata per il
Ministero, ok?”
“Posso
accompagnarti io?”
James
sussultò alla domanda di Harry e lo guardò.
“Cosa?
Perché?”
Harry
scrollò le spalle.
“Potrei
darti una mano. Fare tirocinio con un famoso
Auror…”ghignò il figlio e James
non si lasciò incantare.
“Se
pensi che adularmi serva a convincermi a portarti con me, sbagli,
ragazzo mio!”
“Allora,
bedi che è una missione pericolosa! Se non borti
Harry…”fece Sirius e James
sospirò, rassegnato.
“Non
è…ok, vieni. Contento, lo porto con
me?”esclamò, rivolto all’amico
“Su, va’ a
metterti il mantello.”sussurrò ad Harry.
James
s’arrese.
Dopotutto
era solo un’ispezione.
Non
sarebbe successo nulla.
Baciò
Lily sulle labbra, così a lungo che sentì i finti
conati di vomito di Sirius
(dopo la situazione con Keira odiava qualsiasi cosa
romantica…) ed uscì con
Harry nella fredda sera.
Harry
passeggiava per le strade di Roadsmille, il villaggio e tutto sembrava
tranquillo.
C’era
gente per strada, molti accalcati nei bar, parecchi che si godevano il
finesettimana con il fidanzato/a,
Anche
James si era rilassato.
L’idea
di portare Harry con sé in missione l’aveva
terrorizzato all’inizio, perché
temeva che sarebbe successo qualcosa di brutto.
Ma
era tutto tranquillo.
Gli
cinse le spalle con un braccio.
“Sai,
spesso queste missioni non sono così tranquille.”
“Allora,
verrò con te alla prossima.”ghignò
Harry e James lo fulminò con lo sguardo.
“Prima
di diventare Auror devi seguire un corso, sai? Superare prove. E
poi…”
“Ok,
ok…non ti va di farmi da mentore.”
James
sospirò.
“Certo
che ti farò da mentore. Più in là. Per
ora voglio che rimani buono e
tranquillo.”
Harry
sospirò.
“Sei
troppo protettivo.”
“Già,
Potter. Un po’ troppo. Saresti disposto a dare la vita di
nuovo per il tuo
figlioletto?”
James
si voltò di scatto, ritrovandosi di fronte un gruppo di
uomini incappucciati.
Non
s’era reso conto di essere entrato in una strada semi-deserta.
La
voce, beffarda, era di Nott, la riconobbe.
“Harry,
va’ via.”disse James a denti stretti, spingendo
Harry dietro di sé, ma Harry
non aveva intenzione di ascoltarlo.
Non
l’avrebbe lasciato lì con…cinque
Mangiamorte.
“VAI!”urlò
James e schiantò il primo Mangiamorte che gli
s’avvicinò.
Afferrò
Harry per il braccio ed iniziò a correre lungo la strada,
mentre lui ed Harry
lanciavano incantesimi alle loro spalle e schivavano lampi color verde
e rosso.
James
sentì il dolore di una maledizione sfiorargli la guancia ed
alzò la bacchetta.
“EXPELLIARMUS!”urlò
un Mangiamorte e James ed Harry si ritrovarono senza bacchetta.
Harry
sentì suo padre stringergli così forte il braccio
da fargli male.
Erano
spacciati.
James
trattenne un urlo di dolore, serrando i denti e mordendosi le labbra.
Sentì
il sapore ferroso del sangue scivolargli in gola, ma non era disposto a
cedere.
Non
avrebbe urlato, non avrebbe emesso neanche un singolo singulto.
“Ancora.”disse
una voce calma e divertita.
James
non sapeva a chi appartenesse, ma non gli importava perché
dopo quella singola
parola il dolore arrivò ancora ed ancora, lacerandogli la
carne, spezzandogli
il fiato.
Era
come se una miriadi di lame incandescenti lo stessero attraversando
tutte
contemporaneamente.
Serrò
gli occhi, cercando di impedire a lacrime di dolore di cadere, ma esse
caddero
ugualmente sul pavimento freddo della stanza.
Non
sapeva dove si trovassero, non poteva difendersi, non poteva salvare
Harry.
“NO!
LASCIATELO, NO!”
Udì
la voce di Harry in lontananza, come se venisse da un altro pianeta
…
Ripiombò
nell’incoscienza ancora una volta.
Harry
tentò di liberarsi dalle funi che lo tenevano stretto e
legato, pieno d’orrore.
Suo
padre James giaceva per terra, sporco di sangue e pieno di tagli e
ferite.
I
Mangiamorte si stavano accanendo ferocemente su di lui con la
Maledizione
Cruciatus e Sectumsempra.
L’aveva
visto contorcersi dal dolore e sanguinare e tremare.
Harry
provò a liberarsi, sperando con tutte le forze di riuscire
ad usare la magia
senza la bacchetta, ma non era forte abbastanza.
Non
poteva far altro che pregarli di smettere, di far del male a lui, di
lasciarlo
in pace…
Vide
suo padre svenire, per la seconda volta.
Aveva
ormai perso la cognizione del tempo.
Ricordava
la fuga, la battaglia, poi era svenuto e s’era ritrovato
lì, all’oscuro,
svegliato dal dolore alla gamba.
Abbassò
lo sguardo ed osservò il taglio profondo da cui usciva
copiosamente sangue.
L’avevano
accoltellato ed ora stava sanguinando.
Ma
James rischiava di morire se non avesse cambiato idea.
“Sai,
credevo che avrebbe ceduto prima.”
Un
uomo incappucciato s’avvicinò ad Harry e gli prese
il mento tra le mani.
Harry
tentò di liberarsi, ma la presa era così forte da
fargli male.
“Lascialo.”sillabò,
furioso, fulminandolo con lo sguardo.
Sentiva
l’alito fetido sul viso e represse un conato.
“Solo
se cederà.”
“Lo
ucciderai. Lascialo!”disse, gli occhi lucidi.
Non
poteva perderlo, non di nuovo.
Il
dolore lo spinse a lottare ancora di più per ribellarsi, ma
un forte pugno lo
colpì al viso ed Harry vide le stelle.
Sentì
il sangue colargli dal naso e dalle labbra e lo sputò,
rabbioso.
I
Mangiamorte volevano che James urlasse di dolore.
Se
l’avesse fatto, avrebbero smesso di torturarlo ed avrebbero
iniziato a
torturare Harry.
E
James non aveva ceduto, nemmeno una volta.
Non
poteva far soffrire Harry.
“Innerva.”
L’incantesimo
risvegliò l’Auror, che avvertì subito
il dolore, invaderlo.
Ma
non avrebbe ceduto. Mai.
Un
Mangiamorte si chinò su di lui.
“Sei
testardo, vero? Non ti pieghi facilmente. Io potrei torturarti fino
alla morte
e tu non cederesti mai.”
“Fottiti.”pensò
James, lanciandogli uno sguardo di sfida e coraggio da vero Grifondoro.
No,
non avrebbe mai ceduto.
Guardò
Harry, legato a pochi metri da lui e vide il viso del figlio imbrattato
di
sangue ed i vestiti laceri e sporchi.
“Va
bene. Allora finiamola qui. Prendete il
ragazzo.”ordinò, poi.
“NO!”
James
fece per alzarsi, ma qualcuno l’afferrò per le
spalle e gli tappò la bocca con
un bavaglio.
“Ora
è il tuo turno di vederlo soffrire.”
Il
Mangiamorte si chinò su Harry che sentì il cuore
scoppiargli in petto.
Sarebbero
morti lì, entrambi.
Se
lo sentiva.
“Facciamo
un gioco simile, ok? Solo che, stavolta, se pronunci anche solo un
gemito, io
lo ammazzo.”disse, con una finta dolcezza, prima di calare la
bacchetta su di
lui.
Spazio dell'autrice:
Grazie mille a chi ha commentato la mia storia, SakiJune, MartuZZa97, Erika 97, Luli Evans Potter, Brando.
Grazie mille, siete dei tesori! E grazie anche a chi l'ha inserita tra i preferiti e le seguite!
Spero che questo capitolo vi piaccia, non risolve ancora la faccenda di Keira, ma accadrà...presto.
E dato che l'ultima volta vi ho mostrato l'attrice che, secondo me, sarebbe perfetta per Lily da giovane, ora è il turno della Lily adulta. Se avete suggerimenti per gli altri, soprattutto per James da giovane, sono ben accetti:
Lily Potter adulta
http://starsmedia.ign.com/stars/image/article/857/857640/rachel-mcadams-20080306054549124.jpg
http://www.rachel-mcadams.net/gallery/showfull.php?photo=10176
A presto!!!!