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Autore: Daisy Potter    06/06/2006    7 recensioni
Una nuova vita insieme alla sua vera madre, ma anke il dolore per la separazione dai suoi amici e da lui … da Akito. Come vivrà Sana questa lontananza? E quali saranno i sentimenti di Akito, come reagirà?
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Fuka Matsui/Funny, Sana Kurata/Rossana Smith
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 6.

 

Sana sedeva sul suo letto, alcuni libri e un quaderno davanti a sé, penne e matite sparse sul materasso tutt’attorno. Fino a qualche minuto prima stava facendo i compiti, ma subito aveva lasciato perdere quell’incombenza e aveva preso il suo diario, sul quale ora stava scarabocchiando distrattamente qualcosa con un pennarello rosso. Sospirò, rivolgendo per un attimo lo sguardo fuori dalla finestra: il cielo sopra Osaka era grigio, carico di nuvole scure che avevano da poco portato un temporale. Per fortuna era cessato già da un po’ di tempo, ma l’atmosfera cupa continuava a far peggiorare sempre di più l’umore della ragazza. Decise di distogliere lo sguardo da quel paesaggio deprimente, e quando lo posò di nuovo sulle pagine del suo diario i suoi occhi assunsero un’espressione esterrefatta

I can't pretend anymore
That I'm not affected, I'm not moved
I can't lie to myself, that I'm not, always thinking of you

Era pieno di cuori rossi, alcuni più grandi e altri meno, che circondavano un nome scritto con lo stesso pennarello che stava tenendo in mano. Non appena lesse la parola “Akito”, chiuse con uno scatto il diario, lo gettò dall’altra parte della stanza e si distese sul letto, affondando il viso nel cuscino, mentre una lacrima era sul punto di uscire dai suoi occhi. La cacciò via con rabbia prima che potesse scendere sulla sua guancia, poi si girò a fissare il soffitto, mordendosi un labbro e cercando di controllare le sue emozioni. Eppure non c’era niente da fare: quel ragazzo era sempre al centro dei suoi pensieri, e lei non poteva fare altro che arrendersi a quell’amore troppo grande.

I raise my hands and I surrender
'Cause your love is too strong, and I can't go on
Without your tender arms around me

Ormai l’aveva capito: non avrebbe potuto fare nulla per scacciare quel sentimento. Per più di un mese ci aveva provato, anche quando, iniziata la scuola, aveva conosciuto Mark e in seguito era uscita con lui, ma non c’era riuscita. E ancora una volta apparivano nella sua mente quei capelli dorati, quegli occhi nei quali si poteva specchiare, quelle labbra che aveva baciato più di una volta, ma non ancora abbastanza, quel fisico atletico, scolpito dal karate …

“Basta pensare a lui!!!” gridò ad alta voce a se stessa, mettendosi di nuovo a sedere sul letto. Il diario giaceva ancora in un angolo della camera, e il destino aveva voluto che si aprisse proprio alla pagina dove aveva scritto il nome di Akito. Sentendo il bisogno di uscire da quella camera, con rabbia Sana si alzò e uscì dalla stanza, scendendo di corsa le scale. Arrivò alla porta di ingresso, l’aprì e dopo aver gridato alla madre, che si trovava in cucina:
“Esco un attimo!” l’attraversò, sbattendola poi alle sue spalle. Quando fu in strada, il freddo pungente di quel pomeriggio la sorprese, facendola pentire di non aver pensato a portarsi dietro una felpa. Si infilò le mani nelle tasche dei jeans, stringendosi nelle spalle, e iniziò a camminare lentamente sul marciapiede, senza pensare alla direzione in cui andava, desiderando solo passeggiare per distrarsi.

Ad un tratto, però, qualcosa la bloccò. Una sensazione, che non seppe spiegarsi, ma che la fece voltare. Guardò per un attimo il marciapiede nella parte opposta a quella in cui si era incamminata, ma l’unica cosa che scorse fu una figura in lontananza che correva verso di lei. La scrutò per qualche istante.

“Sembra quasi …” mormorò a se stessa. Poi scosse con violenza la testa ripetendosi, arrabbiata. “Devo smetterla di pensare ad Hayama!! Sono uscita per togliermelo dalla testa!” e riprese a camminare. Questa volta, però, a bloccarla fu una voce:
“Sana!”

Si fermò, senza però osare voltarsi di nuovo. Non è possibile … si diceva, cercando di cancellare quel grido dalla sua mente. Ma continuava a rimbombare nelle sue orecchie, insieme al rumore ritmico di passi che si avvicinavano di corsa. No, non può essere … continuava a ripetersi, mentre nella sua mente riaffiorava il ricordo del suo addio agli amici, del suo addio a lui, che correva disperato dietro al suo taxi urlando il suo nome …

“Sana!”

Di nuovo quella voce … ed era così realistica … non era solo il frutto della sua immaginazione …

“Sana! Sono io!”

Raccogliendo tutto il coraggio che possedeva, chiuse gli occhi e finalmente si voltò. Quando li riaprì, vide un angelo che volava verso di lei … il suo angelo … era davvero Akito! La persona che aveva intravisto correre al fondo del marciapiede era davvero il ragazzo, che con il fiatone cercava di raggiungerla, gridando il suo nome.

“Aky …?” riuscì solo a dire in un soffio di incredulità, prima che le sue gambe si muovessero quasi senza il suo comando. Iniziò anche lei a correre, unica destinazione il ragazzo che aveva di fronte, attorno al quale gettò le sue braccia stringendolo forte quando lo raggiunse, scagliandosi con tutto il suo peso contro il suo corpo, facendo cadere a terra entrambi.

“Aky!!” esclamò al colmo della felicità, le lacrime che non uscivano nemmeno dai suoi occhi, poiché era troppo stupita e felice per piangere, e un sorriso smagliante che per la prima volta dopo troppo tempo era ricomparso sulle sue labbra. Il ragazzo, sotto di lei, ricambiò l’abbraccio, portando le sue braccia attorno alla vita di Sana, stringendola con fare quasi protettivo, non preoccupandosi di spostarsi da quella posizione un po’ scomoda che gli toglieva il fiato. Era così felice di riavere di nuovo la ragazza con sé che non pensò neanche al fatto di dover riprendere fiato, perché non voleva sciogliere quell’abbraccio per nessuna ragione al mondo. Fu solo quando sentì il respiro pesante del ragazzo che Sana si accorse di essere sopra di lui e si scostò, un po’ imbarazzata, scusandosi. Si rialzarono entrambi, poi Sana non riuscì a trattenere il suo stupore:
“Akito! Cosa ci fai qui? Come sei arrivato? Come …?!”

Un dito che si era posato sulle sue labbra la interruppe. Fissò con sguardo interrogativo gli occhi che aveva di fronte, la cui espressione era più seria che mai.

“Dovevo parlarti” disse il ragazzo, lasciando Sana perplessa.
“Io …” iniziò. Ancora non riusciva ad esprimersi, ma guardando attentamente nei suoi occhi Sana poté vedere i suoi sentimenti. E le tornò alla mente lo sguardo che aveva il giorno in cui si erano detti addio, il giorno in cui aveva visto per la prima volta quella lacrima solitaria scaturire da essi, comprendendone solo ora il vero significato.


In places no one would find
All your feelings so deep inside
It was then that I realized

That forever was in your eyes
The moment I saw you cry

Fece per parlare, ma lui non glielo permise:
“No! Io … devo dirtelo!”

Sana sapeva che per lui era difficile esprimere i suoi sentimenti, ma questa volta sembrava davvero determinato a farlo, e una lacrima di felicità non poté fare a meno di scivolare fuori dai suoi occhi, andando a bagnare il sorriso che ancora regnava sul suo volto.

“Lo so, avrei dovuto dirtelo molto tempo fa … è da anni che avrei dovuto dirti cosa provavo, ma non ne avevo il coraggio. Ero solo uno stupido ragazzino che pensava solo a se stesso …”
“Questo non è vero!” lo interruppe lei. “Sei cambiato, Akito. Forse una volta eri così, anzi, facevi credere di essere così, ma io so che in fondo sei sempre stato il ragazzo più sensibile che abbia mai conosciuto!”

Akito sorrise a quella affermazione, e Sana si commosse ancora di più a quell’inaspettato e sorprendente gesto.

“Quello che sto cercando di dirti, Sana … è che io ti amo! Ti ho amata per più di un anno, ti amo ora e ti amerò per sempre!”

Portò una mano al viso della ragazza, asciugò con un leggero gesto le lacrime di gioia che vi stavano scorrendo, poi raccolse le ultime gocce del suo coraggio e si piegò a baciarla. Quando sentì le morbide labbra di Sana contro le proprie si fermò, aspettando un consenso della ragazza, sperando di non essere respinto. E Sana lo accontentò, o forse, semplicemente, accontentò se stessa, ricambiando il bacio. Fu il più intenso, il più passionale, il più sincero e il più vero che si fossero mai scambiati, nel quale tutti i loro veri sentimenti vennero espressi.

“Anch’io ti amo” sussurrò Sana nel breve momento in cui si staccarono per riprendere fiato, dopodichè unirono di nuovo le labbra, in un gioco infinito.

- una settimana dopo -

“Acchan, smettila di puntare quel ristorante di sushi come un cane affamato!” gridò Sana al ragazzo biondo che si era fermato qualche metro più indietro. Lui si riscosse e si affrettò a raggiungerla.

“Sì, dopotutto, ho qualcosa di meglio da gustare …” e la prese per la vita voltandola di scatto e rubandole un bellissimo bacio. Sana finse di lottare per qualche istante, poi si arrese tra le braccia del suo ragazzo. Qualche istante dopo ripresero a camminare tenendosi per mano, le dita intrecciate. Qualche metro più indietro un’altra coppietta li osservava con il sorriso sulle labbra.

“Sono meravigliosi insieme! Non trovi, pasticcino?” cinguettò Aya stringendosi al braccio del suo ragazzo.

“Hai ragione, zuccherino. Sono davvero fatti l’uno per l’altra” confermò Tsuyoshi.

“Chi l’avrebbe mai detto che Hayama sarebbe diventato così sdolcinato??” ribattè Gomi con una punta di disgusto, ma ciò gli fece guadagnare un’occhiata gelida da parte dell’interessato.

“È così bello riaverti qui con noi, Sana-chan! Ci sei mancata davvero tanto!” esclamò Fuka al massimo della felicità.

“Anche voi mi siete mancati, ragazzi!” rispose lei con un sorriso radioso.

“Ma …” iniziò Aya titubante. “Tua madre … intendo la signora Keiko … come l’ha presa?”

Il sorriso non scomparve dal volo di Sana, anche se per un attimo si indebolì.

“Alla fine, credo che abbia capito cosa era giusto fare. Anzi, penso che in fondo se lo fosse aspettato fin dall’inizio. Quando ha visto me e Aky giù in strada, una settimana fa, sapeva che le avrei chiesto di ritornare a vivere qui a Tokyo con tutti voi …”

- INIZIO FLASHBACK -

“Anch’io ti amo” sussurrò Sana, poi baciò di nuovo Akito. Quando si staccarono, si guardarono per un lungo istante negli occhi, interrogando quegli sguardi profondi per capire cosa desiderassero i loro animi. Sana lesse negli occhi del ragazzo il suo desiderio di starle accanto e non lasciarla più andare via. Akito vide in quelli di Sana la sua voglia di tornare a Tokyo con lui e ritrovare i loro amici. Senza dire nulla si presero per mano e Sana lo condusse davanti al cancello della casa di sua madre. Non si erano accorti che Keiko, dalla finestra, aveva visto il loro incontro …

Quando Sana arrivò davanti alla porta, trasse un lungo respiro, poi si fece coraggio e l’aprì, pronta ad affrontare la madre. Ma quando fece per entrare nel salotto, la vide lì, in piedi, le lacrime agli occhi, ma un debole sorriso comprensivo sulle labbra.

“Mamma …?” fece Sana stupita.

“Lo so, Sana … vuoi tornare a casa, non è vero?” disse lentamente Keiko. Sana la guardò in silenzio per qualche istante, poi annuì. Una lacrima scese sul volto della donna … allora seppe che il futuro di sua figlia era a Tokyo, con i suoi amici, la sua ‘famiglia’, e quel ragazzo biondo che le stringeva la mano, e che avrebbe dovuto lasciarla andare …

- FINE FLASHBACK -

La leggera stretta di Akito sulla sua mano riportò Sana alla realtà, mentre il suo caldo sorriso la rassicurò. Il ragazzo si piegò su di lei e le diede un tenero bacio, e toccando per l’ennesima volta quelle labbra, Sana seppe che non c’era altro posto per lei che quello, al fianco di Akito e dei suoi amici.

THE END - Daisy

E così, è finita la fanfiction! Spero ke sia piaciuta a tutti, e non vedo l’ora di ricevere i vostri pareri, critiche, suggerimenti, maledizioni o quant’altro vogliate dirmi! J si accetta tutto! J E ora i saluti …!

Grazie a tutti quelli che mi hanno seguita e un grazie in particolare a:

Sania, LizDreamer, Rappy, Ichigo_chan25, miky90, luchia nanami, miky18, Geo88, kla92, che mi hanno supportata con le recensioni! vvtttttb

Visto ke (almeno x me) sn già iniziate le vacanze, credo ke ci risentiremo presto, sempre ke lo vogliate! Alla prossima!

J Daisy J

Ps. Le prime due strofe scritte in corsivo sono della canzone “Surrender “ di Laura Pausini, mentre la terza è di “Cry”, di Mandy Moore.

  
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