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Autore: Rainbone    27/09/2011    6 recensioni
Nel linguaggio dei fiori l'Iris è messaggero, denota l'avvicinarsi di novità ed è per questo che l' ho scelto come titolo di questa AU in cui non esistono Mello e Matt ma solo un giocattolo notturno dei viaggiatori il primo e fumatore dalle mille esperienze il secondo.
Infine vi auguro buona lettura e spero sia decente.
Genere: Commedia, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Matt, Mello
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Le ciocche dorate si fondevano nei fili d’erba, che abbracciavano familiari i corpi quasi del tutto coperti.
Le mani coccolavano la  gelida verdura, cinte in un caldo abbraccio dal tepore estraneo.
Gli occhi si erano incatenati al cielo bruciando di una fredda sintonia che li legava in un triangolo di inebrianti sensazioni che soffiavano quiete.
I panni leggeri lasciavano che la pelle avvertisse l’umidità del suolo, mentre essa s’insinuava nel cuore bagnandolo di affetto.
Nello stomaco quella strana sensazione di gorgoglio caratteristica della        fame?
 
 
-Ehi , rosso! Il mio stomaco borbotta …- alluse il biondo mentre il capo si voltava e il lobo andava ad appollaiarsi sull’erba fresca.
-Anche il mio, - sospirò comprensivo Mail    – Andiamo in macchina, ho preso delle schifezze che possiamo tranquillamente trangugiare sul sedile, al caldo .- Il rosso lo guardò attendendo risposta.
-Mmh … ok. Per me va bene.- acconsentì Mihael,mentre con foga si apprestava a coprirsi del cappotto e a drizzarsi in piedi oltre Mail.

Il rosso lo guardò sollevarsi e scrutò la sua figura alta e non proprio possente sovrastarlo solo per la posizione.
I capelli biondi gli coprivano spesso gli occhi, ma non faceva nulla affinchè quelle morbide fruste la smettessero di importunargli il viso.
Gli occhi lacrimanti di vento si ostinavano a fissare oltre la selva, che nascondeva l’auto rossa.
Le labbra erano serrate ma belle egualmente, mentre si incurvavano in un sorriso trasudante superbia.
 
-Beh?- chiese Mihael portando il ghigno e lo sguardo sul corpo rannicchiato di Mail.
-Ah … - il rosso si ridestò in fretta dal rasserenante sogno in cui lo versava il biondo e con sveltezza si ricompose gli abiti e si levò in piedi.
 
 
L’auto distava alcuni metri dopo della corsa e il freddo aveva intorpidito le ossa che ora si muovevano come in modo goffo.
Le ore erano passate in fretta, mentre il sesso aveva assordato riempiva i timpani ,  oscurato gli occhi e serrato le labbra (non solo in senso astratto).
L’ora di pranzo era ormai avanzata, perciò la fame si faceva fortemente sentire.
 
 
La Dodge sembrava trovarsi ad altre latitudini -rispetto al mondo, fuori-  lì dove l’aria condizionata scaldava i millimetri cubi d’aria e creava la condensa sui vetri gelati.
Erano le quattro del pomeriggio eppure il cielo si stava ormai colorando di rosa e le nuvole arrossivano in attesa della propria scena da protagoniste.
Il sole calava piano e impercettibilmente,  ma le foglie perdevano in modo evidente il luccichio di quel mezzogiorno.
Terminato il pranzo e rinchiusi in un sacchetto i rifiuti, l’auto ripartì contro il tramonto.
 
-Mail, tu lavori? – chiese il biondo puntando il chiaro sguardo sull’erba che verniciava il sentiero.
-Si … alle dipendenze,  in un pub che chiude intorno alle ventitré, da cui riesco a ritagliarmi il cibo e una frazione per gli hobbies –
Il biondo annuì.
-Potresti venirci a lavorare anche tu. Con me, dico … - balbettò il rosso,- Potremmo cercare degli annunci e trovarti un lavoro o magari .. insomma …- .
Mail borbottò qualcosa di confuso mentre il suo sguardo comprensivo e dolce  si adagiava sul corpo del biondo.
 
-Mihael tu … vivevi con Bruce?- domandò esitante.
- Mh … si. –tagliò corto il biondo,- Ma troverò in fretta una sistemazione e…-
-Ma di cosa parli!?- lo interruppe il rosso.- Dico … scherzi!? – l’aria scettica a caratterizzargli un’espressione buffa sul viso.
-Io… Mail ..- il biondo confuso, sorrise genuinamente e guardò curioso il rosso.
-Mihael tu vieni con me.- concluse il ventiduenne.
-No , Mail. Non credo.- il biondo voltò il viso e  cominciò ad armeggiare con il giaccone, mentre cercava di sfuggire al supplichevole sguardo del rosso.
-Mihael. Non posso evitare di vederti per troppo tempo. Prendi la tua roba dalla casa di Bruce e vieni a vivere da me.- il tono di Mail sembrava non ammettere repliche mentre il suo sguardo smeraldino si era fissato determinato sulla strada.

Il biondo puntò il proprio sguardo ceruleo sulla guancia bianca del rosso.
Ne seguì la curva delle labbra rosee e quella dello zigomo perfetto.
Analizzò le lunghe ciglia castane e scrutò il profilo dell’iride verde.

-Sei d’accordo, bionda?- chiese sorridendo Mail.
- Mmh … si. – rispose il biondo allegramente, non badando al provocatorio appellativo che gli aveva affibbiato il rosso.
-Perfetto!- sbottò Mail.
 


Mentre uno stupendo sorriso decorava le labbra di entrambi.
Mentre quel sole freddo calava piano e due bambini rinascevano.

Felici di poter giocare insieme.
E l’erba fluttuava scossa dal vento in quel campo di iris che si fondeva col tabacco. 






















Note:
Ehi ... rieccomi! Chiedo umilmente scusa perchè mi sono accorta solo ieri di non aver risposto alle recensioni del capitolo "Lacrima".
Spero di non aver descritto troppo velocemente le scene e .. insomma sembra buffo ma nonostante il funerale sia avvenuto di mattina,il viaggio in montagna ha coinvolto un po' più di tempo di quello descritto.
Per questo motivo i ragazzi sono tornati a casa al tramonto... sono sicura che questo mio ragionamento vi abbia confuso dunque concludo le note qui e spero che abbiate gradito il capitolo.
  
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