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Autore: Rita Scheen    27/09/2011    1 recensioni
In un futuro imprecisato, lunghe guerre stanno portando alla morte Arthur Kirkland (England), distruggendo la sua nazione.
Ma prima di arrivare alla fine, c'è ancora una storia che Arthur deve raccontare alla sua sorellina Ally F. Jones (Fem!America), che potrebbe cambiare il destino di entrambi.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Inghilterra/Arthur Kirkland
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Delusa, la ragazza si scostò i capelli da dietro le orecchie, di modo che venissero a nasconderle il viso.
La carezza pungente sulle punte, ma delicata, dei capelli biondi profumati di shampoo la facevano sentire a casa.
Le ricordavano i capelli di Arthur, biondi anche quelli. Le ricordavano le mani dell’Inglese, che le lavavano i capelli quand’era piccola, e faceva il bagnetto nella bacinella di plastica.
Non sapeva che tipo di sapone usasse Arthur, ma era pronta a dire che aveva lo stesso profumo del suo attuale shampoo.
Quel profumo famigliare, legato al ricordo di giorni felici, le fece salire un groppo alla gola, e le riempì gli occhi di lacrime. Lacrime che, coraggiosamente, trattenne.

« Ricordo molto bene il giorno in cui decisi di volerti come sorella, Ally.»

Ally si rese conto d’aver solo sentito le parole di Arthur. Cosa stava facendo?! Quella, per quanto fuori luogo, era la sua ultima storia, e Ally non doveva sentirla. Ally doveva ascoltarla.
Doveva assaporarne ogni parola, sciogliendola lentamente tra le labbra. Doveva godere di ogni interruzione, ogni virgola, ogni esitazione, come un gatto sei tiepidi raggi di sole di un mezzogiorno invernale.
Doveva custodire quel racconto dentro di sé, non a memoria, di più. Doveva ricordare ogni cosa, le parole, i gesti dell’Inglese, le interruzioni, le sue espressioni.
Doveva ricordarsi di ogni cosa.

« Quando.. Quando decisi di volermi come sorella? »

Domandò la ragazza per conferma, stringendo gli occhi.
Maledizione, la sua ultima storia, la sua storia d’amore, iniziava con lei. Le cose si facevano confuse. Talmente confuse da lasciar intravedere ai pensieri della ragazza un barlume di speranza che aveva accantonato tempo prima.
Si sforzò di non pensarci, con scarsi risultati.
D’improvviso ebbe una grande paura. Se il fratello fosse morto, prima di finire la storia, beh, allora forse sarebbe morta anche lei, e con lei quella debole speranza.
Ad Ally non piaceva sperare. L’aveva sperimentato a sue spese. L’americana se lo ricordava bene. Una volta, da bambina, doveva giocare una partita molto importante con la sua squadra.
Era tranquilla. Era portata per lo sport, la più atletica. Arthur non c’era, e lei aveva osato sperare che tornasse in tempo da quell’ennesimo viaggio di lavoro.
Quando era scesa in campo con la coda tirata e la cannottiera, la speranza ormai l’aveva persa.
Ma non del tutto. Sentì il suo cuore accelerare, vedendo una testa bionda, delle spalle larghe e robuste.
Ci sperava ancora, dopotutto. E quando si era accorta che quel ragazzo non era Inghilterra, si era sentita più delusa che mai.
Non era il volerci credere, a deludere. Era il volerci credere ancora. Quello sì che deludeva.
Ed Ally non voleva restare delusa di nuovo.
Le tornò alla mente il giorno citato da Arthur. Il loro inizio, dopotutto.
Quel giorno, poco ma sicura, non era rimasta delusa.
Aveva desiderato di andare con quel ragazzo biondo e profumato, dalle buffe sopracciglia, ed era stata accontentata: lui l’aveva presa con sé, portandola fino a quel giorno, in bilico, tra la speranza e la realtà.
La realtà dal punto di vista dell’Americana, chiaramente.

« L’ho sentito dentro che saresti stata mia sorella. Dovevi esserlo, Ally.»


Mormorò l’Inglese con un sorriso. Si poggiò una mano sul petto. Una scena molto teatrale, un gesto avvenuto spontaneamente.
Sentiva il cuore palpitargli sotto il palmo della mano, non più sudato come alcune ore prima, ma perfettamente asciutto.
Tutto lui era così, caldo, ma non sudato. Caldo e asciutto, come il deserto di sabbia graffiante baciato dal sole. Pace, polvere.
Quei battiti regolari gli ricordavano d’essere vivo, e scandivano insieme alla sua voce le parole di quel messaggio che sperava Ally avrebbe capito, una volta terminata la storia.

« Eri così piccola e indifesa. Mi guardavi con occhi grandi e spauriti. Eri.. Eri una bella bambina. Sembravi un angelo, con i capelli biondi e gli occhi azzurri.
Sentivo di doverti proteggere. E adesso, guarda cosa sei diventata. Sei la più potente di tutti noi, Ally, sei l’unica che non se n’è resa conto. »
Soggiunse divertito.
La ragazza si limitò a chinare la testa, di più.
Avrebbe voluto voltarsi, piangere, e dirglielo.
Dirgli che aveva bisogno di lui. Che ne aveva un disperato bisogno. Che era ancora indifesa, che era ancora la bambina che sembrava un angelo, che rispondeva a modo e vestiva per bene.
Quel tipo di sorella che rendeva orgoglioso Arthur.

« ..Credo sia stato uno dei periodi più belli, quello. Quando eri piccola. Non credo tu possa ricordarlo, Ally, ma un giorno, ti strinsi la mano e ti guardai negli occhi, e poi ti dissi..»

« ‘..ti proteggerò sempre Ally. Non temere, diventerai forte. Più di quanto tu non possa immaginare.’»

Lo interruppe la ragazza con voce stridula, torcendosi una mano sudata.

‘Non sono ancora forte Arthur. Proteggimi ancora.’

 
  
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