Note: Non ho messo ad Afton un paio di tacchi se
ve lo state
chiedendo. In realtà, il prompt potrebbe benissimo essere
“silenzio”, ma tra quelli inventati da mia sorella non compariva;
poi, però, mi sono accorta che i tacchi avrei potuto inserirli da
qualche parte.
Quindi sì, se pensate all'Afton di Alexiel il silenzio viene di
conseguenza. Ecco perché ho pubblicato “Eco mortale”,
l'altro giorno. Così questa drabble avrà più senso. Anzi,
quasi-tripla-drabble. Le parole aumentano capitolo dopo capitolo XD
Il prossimo sarà dedicato a Felix. Il prompt non l'ho
ancora deciso, sarà una sorpresa.
Buona lettura,
Alexiel.
Riflessi Oscuri
Afton [Tacchi]
Il silenzio non è invisibile. Afton lo vede, lo sente e, a volte,
gli sembra di poterlo toccare. E' un tipo tosto, che sa colpirti
anche piuttosto violentemente e, non sembra, ma in realtà non va mai
via. Certo, vivendo a Volterra uno potrebbe dubitare seriamente di
questo, ma anche quando le chiacchiere di Felix o di Aro diventano un
vero e proprio “vaffanculo” all'apparato respiratorio
umano, Afton riesce ancora a trovare frammenti del suo caro amico da
qualche parte.
Per esempio, ora è nel suono che i tacchi di Chelsea producono
mentre lei cammina nella loro stanza, lo sguardo affilato e divertito
al tempo stesso. Sono passi cauti e il rumore dei tacchi sarebbe
inudibile a chiunque non fosse un vampiro. Si muove velocemente, lo
cerca, mentre lui è invisibile e si nasconde; il silenzio viene
tagliato in tanti frammenti quando Chelsea muove l'aria per
affrettarsi verso il punto in cui la presenza di Afton è più intensa,
oppure quando lui si allontana per sfuggire alla cacciatrice.
Il suono cambia, i passi diventano una danza e tra lei e il silenzio
nasce un valzer impazzito, che Chelsea sembra ballare da sola. Anche
l'espressione invisibile di Afton muta e sembra
diventare geloso – del silenzio e di Chelsea, così perfetti in
quella danza.
Il tacchettio è armonioso e ipnotico, lo cattura. La caccia, ormai,
è terminata.
E' troppo lento e Chelsea, esibendo un'espressione ferina e
soddisfatta, lo abbraccia, fulminea, e lo attira a sé.
“Preso.” sussurra.
E il silenzio, tra le sillabe pronunciate velocemente, con un tono
vittorioso, si adagia su di loro.
Molto meglio.