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Autore: TheGhostOfYou    28/09/2011    14 recensioni
Sono passati due anni dalle vicende di Starlight. Draco ed Harry sono spariti da un anno, senza lasciare tracce. Hermione e Ginny apparentemente sono andate avanti, ma nel loro cuore c'è ancora l'ombra del grande amore che hanno vissuto. Solo Gloria e Daphne sono felici, con Ron e Blaise, che però sentono la mancanza dei loro migliori amici.
Un nuovo pericolo per la comunità magica costringerà i due ragazzi a tornare e a fare i conti con quello che si sono lasciati alle spalle.
Riusciranno a farsi perdonare, o sarà troppo tardi?
Seguito di "Starlight".
Genere: Azione, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Daphne Greengrass, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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- Questa storia fa parte della serie 'Starlight - The Serie. '
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Cause it’s a beautiful night,
We’re looking for something dumb to do.
Hey baby,
I think I wanna marry you.
 
Marry You – Bruno Mars
 
- Signora Malfoy.-
Draco allungò la mano verso Hermione, che la prese senza tanti complimenti e si lasciò trascinare in pista, aggrappandosi al suo collo. La musica lenta risuonò per tutto il gazebo mentre gli sposi danzavano al centro della pista.
 
Nessuno che avesse visto lo sguardo di Draco poteva pensare che non si amassero.
 
- Mi fa ancora un certo effetto.- lei posò la testa sulla sua spalla.
- Dovrai abituartici.- lui le baciò lievemente la tempia. – Mi dispiace che Blaise non sia qui in questo momento.-
Hermione si staccò da lui, guardandolo con aria preoccupata. Aprì la bocca ma non riuscì a dire nulla. Aveva solo un’aria terrorizzata.
 
Si era totalmente dimenticata di Daphne e della bambina.
 
- Daphne, la bimba… ce ne siamo dimenticati!- sussurrò, prendendo per mano suo marito – faceva ancora uno strano effetto pensare a quella parola – e scivolò lentamente di lato, fino a raggiungere Harry, Ron, Gloria e Ginny, che sedevano poco lontano dalla pista ed ora li guardavano apprensivi.
- Non avrete già litigato, eh? Hermione lo sapevo che era un…-
Ma un’occhiata della ragazza mise a tacere Ron, che venne guardato con aria di rimprovero anche da Gloria.
- Daphne.- si limitò a dire.
- Cosa c’entra Daphne…- gli occhi di Ginny si illuminarono improvvisamente di comprensione. – Oh cazzo, Daph!-
- Dobbiamo andare al San Mungo, dobbiamo andare ora!-
- Mezzosangue non vorrai…-
- Si, Draco.- disse lei, con tutto l’orgoglio Grifondoro che aveva nel corpo. – Si, voglio abbandonare la mia festa di matrimonio per assicurarmi che una mia amica non stia per morire!-
Il ragazzo annuì, senza fare storie. Pareva molto turbato, ed Hermione sapeva perché. Daphne era la sua migliore amica da anni, le era sempre stata vicina quando nessuno voleva credere in lui. Era un po’ come la sua famiglia.
 
Anche lui non voleva che morisse.
 
Fece un cenno ad Harry e Ron, e tutti insieme rotearono sul posto, scomparendo con un piccolo pop. Sarebbero tornati prima della fine della festa.
 
Corsero come non mai, in quel corridoio che sembrava non finire più. Hermione era sorretta da Draco, a causa del vestito ingombrante e dei tacchi, fin quando non arrivarono davanti al reparto prenatale.
Con le mani tra i capelli scuri, seduto su una panchina di plastica, Blaise sembrava sfinito. La pelle scura non nascondeva un paio di occhiaie e uno sguardo velato da tristezza e preoccupazione, che alzò solamente quando sentì i passi dei ragazzi venire verso di lui.
In quel momento, Blaise sorrise, anche se era un sorriso tirato e sforzato.
- Ragazzi, il matrimonio.- disse flebilmente.
Hermione alzò la mano sinistra mostrandogli l’anulare e la fede d’oro bianco. Il ragazzo sorrise di nuovo e si alzò, andando ad abbracciare Hermione.
- Sono così felice. Ma che ci fate qui?-
- Non potevamo lasciarti solo.-
Era stato Draco a parlare, con sorpresa di tutti. Draco aveva finalmente imparato a mettere da parte i suoi desideri e ad essere meno egoista.
 
Lui voleva essere li con Blaise.
 
- Hai notizie?-
Blaise scosse il capo e tornò a sedersi, seguito da Harry e Ron che gli sedettero accanto. Draco si spostò appena, andandosi a sistemare di fronte alla finestra. Il suo sguardo sembrava assente, ma sorrise ad Hermione quando la sentì posare la sua mano sulla spalla.
- Andrà tutto bene.-
- E’ la mia migliore amica.- nonostante la sua voce fosse fredda, Draco lasciava trasparire tensione e paura.
- Draco, guardami.-
I loro occhi si incontrarono, e Draco sentì quella familiare sensazione di calore che percepiva solo quando stava con lei. – Andrà tutto bene.-
Le porte della sala operatoria si spalancarono in quel momento. Un medimago, collega di Ginny e Blaise, si avvicinò al gruppetto in abito da cerimonia.
Sorrideva.
- Sta benissimo, Blaise. Stanno benissimo. Puoi vederle.-
Blaise sorrise, era luminoso, era ritornato ad essere il ragazzo di sempre.
 
Ma soprattutto, era diventato padre.
 
- Venite con me.- disse, voltandosi verso gli amici. – Beth è vostra nipote.-
Entrarono silenziosamente nel reparto, mentre intorno a loro tantissimi bambini piangevano o venivano cullati dalle proprie mamme.
Daphne era nella penultima stanza; era bellissima, anche se molto, molto stanca dopo le fatiche del parto. I capelli scompigliati le ricadevano sulle spalle. Attaccata ad alcune ciocche c’era una manina, così piccola che Blaise pensò che si potesse spezzare da un momento all’altro.
 
Beth.
 
Era così bella che commosse tutti; Hermione non ci aveva mai pensato, ma in quel momento sentì il desiderio di diventare mamma. Draco la osservò, mentre osservava la bambina con i capelli biondi e gli occhi chiari, simili a quelli dei genitori, e sentì che forse era pronto anche lui.
Blaise si avvicinò, dando un lieve bacio a Daphne, che gli sorrise.
- E’ la nostra bambina.-
Lei agitò la manina verso il ragazzo, e appoggiò l’altra manina pallida – a dispetto della carnagione scura del papà – sulla guancia di Blaise.
Lui sorrise, prendendola in braccio e stendendosi accanto a sua moglie. Si sentiva completo, si sentiva felice in quel momento.
 
Aveva davvero tutto quello che aveva sempre desiderato.
 
****
 
La piazzetta davanti a Grimmauld Place era ricoperta di neve e da un sottile strato di ghiaccio, tanto che Gloria rischiò di cadere e di portare con se Alexander quando si smaterializzarono davanti a casa.
Era buio ormai, buio pesto, e intorno si sentivano le voci di chi ancora festeggiava il natale insieme alla loro famiglia.
In pochi secondi, la casa di Ron e Gloria comparve tra il numero 11 ed il numero 13, ed entrambi si diressero velocemente su per le scale, per evitare che Alex prendesse freddo.
La casa era calda e accogliente, come l’avevano lasciata.
Ma Gloria notò qualcosa di strano, qualcosa che prima non c’era. La luce della cucina era accesa.
 
Ladri.
 
Si voltò verso Ron, che però sembrava non essersi accorto di nulla, così lo lasciò nell’ingresso a togliersi il cappotto. Cercando di non far rumore, nonostante le scarpe alte, si diresse in cucina, da dove provenivano delle voci forti ed allegre, voci che sembrava aver già sentito da qualche parte.
Strinse Alexander a se, in modo da proteggerlo da eventuali attacchi ed allungò la mano tremante verso la maniglia.
Fu investita da una luce potente, e da voci concitate che la chiamavano.
- Gloria!-
Aprì gli occhi, e fu quasi scioccata.
 
I suoi genitori ed i suoi fratelli erano lì, ad aspettarla seduti a quel tavolo di legno scuro, con un sorriso sulla faccia.
Erano anni che non li vedeva, anni che desiderava tornare in America, ma l’addestramento Auror non le aveva concesso nemmeno una piccola pausa.
- Mamma? Papà? Jake? Joey?-
Scoppiò a piangere mentre la sua famiglia si avvicinava a lei e la abbracciava; sembrava passata una vita dall’ultima volta.
- Come… che ci fate qui?-
- Ron, ci ha contattato e ci ha chiesto di venire a trovarvi per Natale.- Addie, sua madre, la strinse più forte mentre sorrideva da sopra la sua spalla. Gloria si voltò e vide Ron appoggiato alla porta della cucina che sorrideva.
- Grazie.-
Lui si avvicinò, e l’abbracciò.
- Allora questo è il nostro piccoletto.-
Billie prese in mano suo nipote e lo guardò con orgoglio. I capelli rossi erano di Ron, ma gli occhi erano quelli di Gloria, gli stessi di Billie.
La ragazza si ritrovò a piangere di felicità, mentre suo padre si avvicinava a Ron.
- Allora, questo matrimonio?-
- Matrimonio? Quale matrimonio?-
Nella stanza calò il silenzio mentre Gloria si voltava verso Ron, a cui erano arrossate le orecchie.
- Beh, ecco… ho pensato che se vuoi… possiamo sposarci a Capodanno. Ho già organizzato tutto! Beh…- si spettinò i capelli, ancora più imbarazzato. – Per la verità mi hanno aiutato Hermione e Ginny. Che ne dici?-
Gloria non poteva crederci; era così emozionata che si scordò di essere di fronte ai suoi genitori e si buttò tra le braccia di Ron, baciandolo con passione.
- Credo proprio di volerti sposare.-
 
****
 
La neve cadeva veloce e leggera sulla campagna londinese. In lontananza, si poteva scorgere la casa di Hermione e Draco. Il respiro di Ginny si depositò sul vetro, appannandolo, mentre scoppiava a ridere.
Harry ancora non sapeva che Draco era il nuovo vicino di casa.
 
Probabilmente sarebbe morto d’infarto.
 
A Ginny piaceva la neve; adorava i fiocchi danzanti che si depositavano sul terreno, adorava tutto quel bianco, tutta quella purezza.
La neve era il simbolo dell’amore, per lei.
Con un colpo di bacchetta spense la fiamma del fornello e lasciò che il cucchiaio di legno mescolasse la cioccolata calda che stava preparando per lei e per Harry.
Fissò per un attimo l’anello di fidanzamento e il cuore accelerò. Aveva avuto paura del matrimonio, ma poi aveva visto Hermione.
La luce nei suoi occhi era stata così forte che Ginny non vedeva l’ora di sentirsela addosso, di guardare Harry come Hermione aveva guardato Draco e soprattutto di sentirsi guardare come Draco aveva guardato Hermione.
 
Era l’amore che provava a parlare per lei, ancora una volta.
Desiderava che non smettesse mai.
 
In quel preciso istante, notò Harry in cortile, intento a fare un pupazzo di neve. Certe volte era così infantile, ma proprio per quello era così tenero.
 
Innocente.
Come un bambino.
 
Harry si voltò verso Ginny, e con una mano la invitò a scendere con lui. Lei gli sorrise, e corse ad infilarsi il cappotto di lana pesante grigia che sua madre le aveva fatto ai ferri.
La temperatura era scesa ancora, ma si respirava un’aria speciale, tutta natalizia, mentre le decorazioni della loro casa illuminavano la neve di mille colori diversi.
Non appena scese l’ultimo gradino, fu raggiunta da una palla di neve in pieno viso.
- Harry Potter!-
Il ragazzo filò via ridendo, ma Ginny fu più veloce e gli saltò addosso, facendolo volare in mezzo alla neve. Sfortunatamente, lui si aggrappò al cappotto e caddero insieme. L’impatto con la neve fu freddo, ma le labbra di Harry la scaldarono più del necessario.
Rimasero abbracciati per un po’, a fissare la neve che cadeva su di loro, incuranti del freddo e dei vestiti zuppi, solo loro due e nient’altro.
- Dovremmo sposarci domani.- Harry spezzò il silenzio.
- Cosa?-
Il ragazzo si alzò, mettendosi a sedere e guardandola con quegli occhi verdi così profondi da provocarle ancora il batticuore.
Non era mai stato più deciso in vita sua.
- Lo so che per una ragazza è importante la cerimonia del matrimonio, ma io con te non sono l’eroe del mondo magico e non voglio esserlo. Sono solo Harry. E voglio sposarti, subito. Domani. Puoi avere la tua cerimonia, se vuoi. Ma sposiamoci domani.-
Ginny lo guardò a bocca aperta. Harry era sempre stato timido, e non le aveva mai aperto il suo cuore in quel modo.
 
Al diavolo la cerimonia, al diavolo il vestito.
Harry era più importante.
E lei lo voleva in quel preciso istante.
- Non mi importa della cerimonia, Harry. Siamo io e te. È questo quello che conta.-
Harry la baciò e la trascinò con se in mezzo alla neve, non curante del freddo.
 
C’erano solo lui e lei.
 
****
 
- Alohomora.-
La porta di casa Malfoy – la nuova casa Malfoy – si spalancò completamente. La casa era nel buio totale, ma Draco non si curò di accendere le luci. Entrò nell’ingresso, con Hermione stretta tra le braccia.
- Non capisco perché dobbiamo fare questa pagliacciata.-
- Le spose babbane varcano la soglia della loro casa in braccio ad i loro mariti babbani.- la posò delicatamente per terra e si tolse la giacca elegante, appena spolverata di neve. – Come vedi ho studiato.-
Hermione alzò gli occhi al cielo e si tolse le scarpe con un colpo di bacchetta. Era così stanca che non aveva nemmeno la forza di piegarsi e togliersi le scarpe da sola. Due mani fredde la presero per i fianchi e si diedero da fare per slacciare i bottoncini bianchi del vestito da sposa.
- Così non farai fatica.- gli mormorò lui contro la gola.
Hermione sorrise, girandosi verso di lui e spingendolo contro il muro. Odiava perdere la testa in quel modo, ma era più forte di lei.
In un attimo il vestito cadde a terra mentre i sospiri si fecero più forti.
- Lumos.- mormorò Draco.
Hermione era incantevole, con quel body di pizzo nero che poco lasciava all’immaginazione. Aveva sempre visto i completino casti della sua ragazza – di sua moglie – e quel cambiamento aveva acceso una scintilla dentro di lui.
Con una mano risalì una coscia e la prese in braccio, afferrandola per le natiche, per trasportarla sulla superficie più vicina.
- Che ne dici se inauguriamo il tavolo della cucina?- ghignò lui, mentre le mani della ragazza toglievano abilmente la camicia e correvano a slacciare i pantaloni.
La sua mano su di lui la fece sussultare.
La sdraiò sul tavolo, continuando a riempirla di baci, sul collo, sui seni, sulla pancia, per poi toglierle, anzi, quasi strapparle di dosso, quel body di pizzo nero.
Levò la bacchetta per un attimo e la guardò, con la pelle nuda candida quasi quanto la neve che cadeva fuori.
- Sei sempre bellissima, Mezzosangue.-
- Smettila di chiamarmi così.- sussurrò lei.
- Va bene, amore.-
Si fece strada dentro di lei con una lentezza quasi esasperata, quasi come se stessero per morire entrambi. La lentezza delle spinte faceva desiderare ad Hermione che tutto finisse presto, perché era troppo, troppo per lei.
Si lasciò andare, mentre sentiva un calore invaderla, mentre mormorava il suo nome, mentre anche lui si liberava dentro di lei e la baciava.
 
Su quel tavolo avevano fatto l’amore per la prima volta dopo essersi sposati, per scoprire che non era cambiato nulla.
 
Draco la baciò teneramente, mentre la prendeva in braccio e le teneva una mano tra le cosce, come per non farla scappare.
- Il giro della casa potrai farlo domani. Per stanotte, ci siamo solo noi.-
- Ti amo.-
- Anche io.-
Si abbracciarono per un attimo, in quel momento così giusto e così perfetto per entrambi. Avevano sofferto, si erano odiati, ed in quel momento si amavano. Di un amore che non si poteva spiegare, ma solo provare.
- Sei pronta a sopportarmi per tutta la vita?-
- Non vedo l’ora.-
 
****
FINE
 
Grazie, grazie a tutti quanti per il vostro sostegno. Sono un po’ commossa, a dire la verità, per la fine della storia. Mi ha tenuto compagnia per tanto tempo, ma prima o poi doveva finire, no?
Come vedete ho lasciato un finale aperto, perché non è da escludere che possa esserci una nuova parte. Se ci sarà, spero mi possiate seguire anche lì.
Non smetterò di scrivere Dramione, sono una parte di me e non voglio smettere.
Detto questo, voglio ringraziarvi per il sostegno, le critiche, i complimenti e tutto quello che ha reso possibile scrivere questa storia.
Un bacio grande.
Ghost.
   
 
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