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Autore: SimplyMe514    29/09/2011    10 recensioni
E se... il nostro mondo, in cui Harry Potter è finzione, fosse solo uno dei tanti? E se... ciascuna fanfiction fosse un universo parallelo? E se... i nostri eroi potessero visitarli? Scoprite cosa succede quando il Trio, più due accompagnatori d'eccezione, si tuffa nel mondo di una Dramione!
Genere: Comico, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Il trio protagonista, Luna Lovegood
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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 «Aiuto» gemette Ron, la testa ciondolante che minacciava di crollare sulla sua copia aperta di Pozioni Avanzate. «E pensare che per dieci meravigliosi secondi avevo creduto di poter smettere, quest'anno».

«Serve una mano?»

«Tu non vantarti troppo, Harry. Lo sappiamo tutti e due com'è che sei diventato un genio. Ci vai perfino in bagno, con quello stramaledetto libro».

A quell'imperdonabile colpo basso, Harry esagerò comicamente la sua espressione ferita. «Per tua informazione, ho di meglio da fare che portarmelo in giro ventiquattr'ore su ventiquattro».

«Resta il fatto che non potrai approfittartene per sempre» intervenne Hermione. «Non si diventa pozionisti perfetti in cinque minuti dopo aver odiato la materia per cinque anni. Comunque, qual è il problema?»

«Il problema», e il tono con cui pronunciò quella parola suggerì che Ron avrebbe scelto piuttosto il termine “catastrofe”, «è che questo stupido tema sull'Amortentia non è neanche lontanamente abbastanza lungo. Cosa c'è da dire a parte la solita solfa sul fatto che cambi odore a seconda di chi l'annusa, eccetera eccetera?»

«Che è più pericolosa della maggior parte dei veleni esistenti, anche se non sembra. Con quelli si può morire, ma se prendi l'antidoto abbastanza in fretta sei salvo ed è come se non ti fosse mai successo niente. Un altro conto è se la roba che hai appena bevuto cambia il tuo modo di pensare. I sentimenti veri non si fabbricano a tavolino, ma l'Amortentia non è certo innocua come la Burrobirra. Per un amore del genere potresti umiliarti, farti del male, qualsiasi cosa. E te lo ricorderesti anche. Quel che è peggio, se lo ricorderebbero tutti quelli con cui hai avuto a che fare mentre eri sotto il suo effetto. Nel migliore dei casi verresti preso in giro a vita, e pare che qualcuno si sia ucciso dopo che un piccolo inconveniente con un filtro d'amore gli ebbe fatto a pezzi il fidanzamento».

«E questa dove l'hai sentita?»

Per tutta risposta, Hermione picchiettò sul titolo a lettere d'oro di un gigantesco tomo che aveva urgente bisogno di manutenzione, Pozioni d'Amore: Quando Cupido è nel Calderone. «È pieno di storie come quella. Certo, la metà saranno inventate, o come minimo esagerate, ma hanno una morale: con i filtri d'amore non si scherza. Potrei perfino innamorarmi di uno come Malfoy!» Se la sfumatura della sua voce diceva chiaro e tondo che avrebbe preferito sospirare come una nuova Giulietta il cui Romeo sotto il famoso balcone fosse un Troll, l'espressione che balenò sul viso di Ron rendeva più che palese che anche per lui l'esperienza sarebbe stata poco piacevole.

«Non è detto che ti serva l'Amortentia per quello». I membri del nostro trio sobbalzarono come un sol uomo e si voltarono verso chiunque avesse appena osato fare quell'affermazione che apparentemente andava contro ogni logica.

«Onestamente, Luna, i Nargilli posso anche sopportarli, ma questo non sta proprio né in cielo né in terra! A proposito, che ci fai qui?»

«Oh, niente di che. Mi piace questo posto. Probabilmente lo conosco meglio di chiunque altro qui dentro».

«Tu dici?» L'idea che qualcuno sapesse orientarsi nei meandri della biblioteca di Hogwarts meglio di lei era praticamente una sfida aperta per Hermione.

«Dico che c'è una parte della biblioteca che secondo me non conosci. Potresti anche trovarci la spiegazione di quello che ho detto prima, sai? Devi solo scoprire dov'è, se ti riesce».

«Ti diverti a parlare per enigmi?»

«E va bene, allora ti spiego» acconsentì Luna controvoglia, con l'aria di una bambina a cui fosse appena stato detto di smettere di giocare e andare a letto. «Stavo cercando informazioni sul Ricciocorno Schiattoso – tra parentesi, è incredibile che non ci sia niente, siamo in una scuola, dovremmo essere più forniti! – e invece ho trovato tutta una sezione che non avevo mai visto prima, piena di libri che puoi vivere invece di leggere».

Harry, che stava dando i tocchi finali al suo tema, sussultò visibilmente lasciando una brutta macchia d'inchiostro sul foglio. «Che intendi dire?»

«Proprio così. Ce n'era soltanto uno con delle parole dentro, tutti gli altri sembravano bianchi, ma se li aprivi ti portavano in posti che quell'unico libro, che penso fosse lì per spiegare come funziona il resto, chiamava universi paralleli. Da allora ci sono stata spesso, è divertente».

«Puoi portarmici? Una volta sola, e poi promettimi che non ci andrai mai più. Il modo in cui l'hai spiegato non mi piace neanche un po'». I suoi due inseparabili amici non ebbero bisogno dei suoi sguardi significativi per sapere che stava pensando al diario di Riddle.

«Certo, ti faccio strada». E accennò con un movimento della testa alla direzione da prendere.

«Vengo anch'io. Se ho capito bene, in qualcuno di questi universi di cui parli sarei innamorata di Malfoy, giusto?»

«Già. È un po' strano da vedere». E se Luna giudicava qualcosa strano, voleva dire che era veramente inaudito. «In pratica», si lanciò, suonando tremendamente simile alla professoressa McGranitt in piena modalità spiegazione, «noi siamo qui e viviamo le nostre vite, ma c'è un posto – un altro universo, appunto – dove Hogwarts non è vera, ma un'invenzione che sta scritta soltanto nei libri, e chi li ha letti si diverte a immaginare altre storie che parlano di noi. Ciascuno di quei volumi è l'idea di una di quelle persone, e c'è gente a cui piace pensare che tu e Malfoy siate una bella coppia». Intanto si era avviata, con Harry e Hermione al seguito.

«E mi lasciate qui?» si aggregò Ron, quasi per un riflesso automatico.

«Non hai ancora finito, o sbaglio?»

«Ci sarà tempo dopo» bofonchiò, accodandosi al gruppo.

 

La sezione della biblioteca di cui parlava Luna non era frutto della sua immaginazione fin troppo fertile, e aveva un che di diverso dal resto. Era inondata di una calda luce soffusa che sembrava provenire dai libri stessi, e anziché essere organizzata per file era circolare e tanto, troppo alta, con i volumi addossati alle pareti e apparentemente nessuna scala per raggiungere quelli posti in cima. Forse la soluzione era farsi levitare da soli. Il vasto spazio centrale, invece, era vuoto eccezion fatta per alcune postazioni di lettura composte da una poltrona dall'aria confortevole e un leggio perfettamente ergonomico, a cui per qualche ragione era attaccato qualcosa che attirò subito l'attenzione di un Ron alquanto perplesso.

«A che serve questo coso?»

«A me pare un microfono, anche se è un po' datato».

«Un micro-che?»

«Quello che usano i Babbani al posto dell'incantesimo Sonorus per farsi sentire. Che ci faccia in una biblioteca, proprio non lo so».

«Io dopo un po' l'ho capito» li soccorse Luna, che era l'unica a conoscere quel luogo. «Non ti amplifica la voce: serve a cercare quello che vuoi. Devi dire chiaro e tondo che genere di universo vuoi visitare, e voilà: ti arrivano un sacco di libri di quel tipo, ne scegli uno, lo apri e via».

«Perché, ci sono tanti tipi di universo parallelo?»

«Puoi dire i nomi delle persone che vuoi che siano coinvolte, o se preferisci una storia divertente o una triste, cose così. Nome e cognome, bada. È l'unico modo per essere proprio sicuri».

«Va bene, fammi provare». Hermione si sedette in poltrona, trovandosi proprio all'altezza giusta per parlare nel microfono, ed enunciò lentamente, come se temesse che lo strumento potesse avere difficoltà a capirla: «Desidero visitare un universo parallelo in cui Hermione Jean Granger e Draco Malfoy siano innamorati».

«Sì, così va bene, dovrebbe aver afferrato». Luna non era nemmeno ancora arrivata a metà frase quando intorno a loro si scatenò l'inferno: da più punti precipitarono libri di ogni foggia e formato immaginabile, che prima di toccare il suolo si spalancarono e svolazzarono nella loro direzione come uccelli dalle fruscianti ali fatte di pagine.

«Ce ne saranno centinaia!» commentò Harry, benedicendo i suoi riflessi da Cercatore che gli avevano appena permesso di abbassarsi giusto in tempo per evitare di essere poco cerimoniosamente colpito alla testa da uno dei tomi, che pareva particolarmente emozionato per essere stato chiamato e spingeva i suoi compagni a destra e a manca per guadagnarsi un buon posto vicino al leggio.

«Ho sentito bene, Granger? Vuoi vedere un posto in cui siamo innamorati? Pensavo che non ne sarebbe venuto giù neanche uno».

«Oh, conosci anche tu questo posto?» Luna sembrava non essersi minimamente accorta degli sguardi di fuoco che gli altri tre scoccavano al nuovo arrivato.

«Mi ci sono trovato». Era una buona descrizione di come fosse fatta Hogwarts: a volte ci si poteva trovare in un luogo senza la benché minima idea di come ci si fosse arrivati, o peggio, con la convinzione di essere a due o tre piani di distanza da dove si era realmente.

«Per tua norma e regola, visto che comunque ero destinata a vedere cose assurde, ho pensato di cominciare dalla più assurda di tutte» commentò leggera Hermione.

«Facciamo così: vengo a dare un'occhiata anch'io. Avrò gli incubi per una settimana, ma è un passatempo come un altro». Harry e Ron avevano l'aria di due bambini a cui fosse appena stato rivelato che Babbo Natale non esiste: il viaggetto nell'universo parallelo era ufficialmente rovinato.

«Questo qui può andare» decise Luna per tutti, sollevandosi in punta di piedi per acchiappare il libro che aveva tanta voglia di farsi leggere. «Lo stavo leggiucchiando... be', non è esattamente la parola giusta... proprio ieri, e ha tutto quello che stiamo cercando. Venite tutti qui intorno». Si assieparono attorno al leggio, in attesa; la bionda vi appoggiò il tomo con gran cura. Non riuscirono a decifrare tutto il titolo prima che lo aprisse, ma una strana parola che non era né in inglese, né in latino né in nessun'altra lingua che potesse servire a un mago saltò subito all'occhio: Dramione, qualsiasi cosa volesse dire. Hermione ebbe appena il tempo di individuare in quell'accozzaglia di sillabe una fusione dei loro nomi prima che una forza invisibile l'afferrasse in un punto indefinito all'altezza dell'addome e la tirasse irresistibilmente verso le pagine. In un vortice confuso di macchie di colore, la biblioteca si dissolse e il gruppo male assortito si ritrovò di punto in bianco da tutt'altra parte del castello, in attesa che accadesse qualcosa... ma cosa?

 

Note dell'Autrice: olè! Dopo le Mary Sue, il prossimo cliché che affronterò saranno le famigerate Dramione. Premessa: non ho niente contro le Dramione né contro chi le scrive, ma se qualcuno a cui piace il genere sta leggendo, per favore mi mandi un messaggio personale e mi spieghi perché. Draco e Hermione, insieme. Perché? Non dubito che ci siano Dramione ben scritte a bizzeffe, da qualche parte, ma essendo un'amante del più puro e schietto canon non ho avuto il piacere di leggerle, e sono a conoscenza solo di quelle scritte male. Che saranno poi il mio bersaglio.

PS: il funzionamento di quella sezione della biblioteca è ovviamente ricalcato su quello di EFP e, credo, della maggior parte di siti di fanfiction, con la ricerca per personaggio, per genere eccetera.

PPS: la storiella del tizio che si uccise dopo un incontro-scontro con l'Amortentia e il titolo del libro in cui è contenuta non stanno da nessuna parte nella serie e vengono solo ed esclusivamente dal mio cervellino.

  
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