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Autore: the ghost of Bonnie    02/10/2011    1 recensioni
Macciao :3 Dunque, il titolo non c'entra assolutamentissimamente nulla con la storia. Mi sono immaginata come sarebbe stato se Lucy e Susan fossero state sorelle, ma non di Peter e Edmund, che a loro volta sono fratelli fra loro. Si ok, come l'ho detto è un po' contorto.. comunque.. buona lettura!
Dal testo:
"Ma una voce sconosciuta lo aveva svegliato da quel sogno così bello per lui. Aprì gli occhi di colpo, ed il viso di una bambina poco più piccola di lui gli disse che non l'aveva mai vista prima. Aveva i capelli castano chiaro fino alle spalle o poco più corti, gli occhi verde chiaro e un sorriso stampato sul volto, e soprattutto un sorriso candido e aperto."
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edmund Pevensie, Lucy Pevensie, Peter Pevensie, Susan Pevensie, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lucy continuò a guardare ancora per qualche istante il bambino moro, che ormai si era perso nei suoi pensieri.. chissà poi a cosa stesse pensando di così importante. Lucy stringeva tra le braccia il suo orsacchiotto, non rendendosi conto che, se fosse stato vivente, sarebbe morto per asfissia. Susan e Peter, invece continuavano la loro conversazione, non badando a Lucy ed Edmund, che invece non si rivolgevano la parola e nemmeno si guardavano negli occhi. Nonostante il fracasso che i fratelli maggiori stavano facendo con le loro risate e la voce alta, i minori sentirono delle voci che si avvicinavano di ragazzi poco più grandi, che ridevano e parlavano ad alta voce. Aprirono poi bruscamente la porta ed entrarono nello scompartimento del treno:

- E voi chi siete?
Chiese Peter, alzandosi subito, in veste di padre protettivo.

- Non ti importa, non sono affari tuoi. Oh, ma guarda che bella bambina - e con queste parole uno del "branco" si avvicinò a Lucy, che, confusa, lo guardava dritto negli occhi, alzando la testa per non sentire il terribile alito del ragazzo - come si chiama il tuo peluche?

- Non si chiama. Non ha un nome.

- Posso vederlo?

Lucy avvicinò l'orsacchiotto al ragazzino sconosciuto, che preso in mano l'orsacchiotto, estrasse un coltello e Susan squittì. Poi, Lucy, vide caderle fra le mani la testa del suo amato peluche, che poco prima stava accarezzando. A vedere il cotone all'interno del peluche, Lucy iniziò a piangere. A quel punto, si alzò Edmund, sempre con espressione seria e annoiata, spinse di lato suo fratello Peter e sfrecciò un pugno in faccia al ragazzino sconosciuto. Lucy sbarrò gli occhi, come se stesse guardando qualcosa che non doveva vedere, ma non smise di tenere gli occhi fissi su Edmund. Non passarono nemmeno pochi secondi che l'altro rispose con la stessa moneta, anzi, alzò il prezzo, tirandone tre o quattro dritti nello stomaco di Edmund. Il moro cadde a terra, contorcendosi e stringendosi la pancia.

- Edmund!

Gridò Peter. A quel punto, Peter iniziò a prendere a pugni il ragazzo sconosciuto, e, vedendo in pericolo il loro compagno, altri amici saltarono addosso a Peter. Lucy osservava la scena, sentendosi terribilmente in colpa, mentre vide Susan alzarsi, prendere Peter dalla camicia e spostarlo indietro, e tirare una sfilza di pugni e calci che fece arrendere i ragazzi.

- Ma chi te lo ha insegnato?

Chiese Peter, ironico a Susan.

- Vedi Lucy che gli anni di allenamento con papà non sono stati inutili?Accennò Susan a Lucy, giusto per tirarla un po' su di morale.

Edmund era ancora a terra, e piangeva dal dolore. Il ragazzo che lo aveva colpito non scherzava, e lo aveva colpito anche sul labbro inferiore, facendo uscire parecchio sangue. Peter prese il fratello, che per quanto era debole sembrava un sacco di patate, e lo mise accanto a sè. Susan tirò fuori dalla borsa un fazzoletto e uscì dallo scompartimento, e quandò tornò quello era bagnato. Lo diede a Edmund che se lo mise sul punto graffiato della bocca. Accennò un "grazie" a Susan. Nel guardare Susan, con la coda dell'occhio vide Lucy che lo guardava sorridendo e con ammirazione, ma lui la guardò male a tal punto che la piccola abbassò lo sguardo, smise di sorridere e cercò di attaccare la testa del peluche al resto del corpo, inutilmente.

- Ehi Ed, sei stato grande.

Lo lodò Peter, cercando di consolare Edmund, che ancora aveva le lacrime agli occhi. Susan sorrise ai due ragazzi, poi si avvicinò a Lucy, dicendo:

- Dai Lu, quando arriviamo a casa del professor Kirke, te lo sistemo io.

Lucy sorrise a Susan, poi, diede uno sguardo ad Edmund, che per la prima volta, aveva ricambiato.

   
 
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