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Autore: Vanderbilt    03/10/2011    17 recensioni
Bella, ragazza di diciotto anni con una famiglia apparentemente perfetta. Desidera innamorarsi per la prima volta.
Edward, un passato difficile, non si è mai innamorato.
Entrambi si conosco da molti anni, ma non sono mai riusciti ad instaurare un rapporto a causa del carattere introverso di Edward.
Abitano a Savannah, sognano di andare al college, ma ora dovranno affrontare l'ultimo anno di liceo, pieno di imprevisti a grattacapi...
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Please don't stop the rain

And if it’s going to be a rainy day
There’s nothing we can do to make it change
We can pray for sunny weather
But that won’t stop the rain
You’re feeling like you’ve got no place to run
I can be your shelter til it’s done
We can make this last forever
So please don’t stop the rain
Let it fall, let it fall, let it fall

James Morrison, Please don't stop the rain

Oggi iniziava il primo giorno di scuola.
Questa mattina mi ero svegliata con molte aspettative per il nuovo anno che stava per iniziare. Certo, lo so che non è il 31 dicembre, ma comunque un nuovo anno scolastico segna l'inizio di una nuova fase della tua vita: nuove ansie, nuove conoscenze e nuovi scontri sono all'ordine del giorno, e mai uguali ai precedenti.
Ho passato l'estate a casa dei miei nonni nello Utah, avevo conosciuto i loro vicini che avevano un figlio molto carino e gentile. In poco tempo mi ero infatuata di questo ragazzo dagli occhi chiari, capelli castani, semplice, cordiale e sempre di buon umore. Il mio interesse era stato ricambiato e infatti siamo stati insieme per tutta la durata delle mie vacanze lì. Il nostro rapporto era perfetto, ma sia io che lui non ce la siamo sentiti di portare avanti una relazione a distanza.
Da quando sono tornata, poco più di una settimana, sento la sua mancanza. Mi mancano le nostre passeggiate e le chiacchierate sulle nostre passioni, di ciò che ci piaceva e al contrario di ciò che abbiamo sempre odiato. Ci siamo sentiti praticamente ogni giorno dalla mia partenza, eppure sentivo già quanto il rapporto si stesse raffreddando.
La cosa che forse mi manca di più nella mia vita è l'amore con la A maiuscola. E' vero, mi sono infatuata di un ragazzo adorabile, ma non era scattato il colpo di fulmine a prima vista. Non ho mai provato quella passione che senti crescere dentro e quella scintilla che scatta quando due sguardi si incrociano. Forse il tempo è stato talmente poco che non sono riuscita ad innamorarmi, eppure nel profondo del mio cuore ho sempre saputo che lui non era il ragazzo adatto a me.
Il mio obiettivo era trovare un ragazzo che, per la prima volta, mi facesse battere il cuore a mille, volevo vivere una storia d'amore perfetta, ma non perfetta per gli altri, perfetta per me, perché so bene che ogni storia va vissuta. Da fuori sembrano tutte uguali con i soliti gesti eclatanti, ma se la vivi sai cosa si prova, cosa significa sentirsi amata. E' un po' come quando leggiamo in un libro una storia d'amore, subito ci innamoriamo del protagonista; ma chi lo dice che, una volta che lo stesso ragazzo e le stesse circostanze capitino a noi, sarebbe la nostra favola? Nessuno, non si può prevedere.

Dopo essermi lavata e vestita, scesi al piano di sotto per salutare i miei genitori. Come al solito erano in cucina a battibeccare, non c'era giorno che scendendo non sentissi i loro litigi su cose talmente stupide che, a volte, mi chiedevo come facessero a sopportarsi a vicenda. La risposta l'avevo sempre quando mio padre usciva di casa per andare al lavoro e prima si scambiava tenere effusioni con mia madre, a volte erano talmente sdolcinati da farmi venire il diabete! Li invidiavo anche, ovvio, chi non avrebbe voluto un amore solido come il loro?
«Mamma, questa mattina cosa ha combinato papà?», chiesi a Renèe.
Ogni mattina mia madre trovava un pretesto per punzecchiarlo. Era così che manteneva vivace il loro rapporto, mio padre senza di lei era un tale musone!
«Oh Bella, come mai già sveglia? Di solito ti servono le cannonate per farti alzare dal letto! Comunque, tuo padre insiste dicendo che ieri sera al meteo hanno previsto una giornata piovosa. Io sono certa che non è così. Diglielo anche tu che non è vero! Sai che non sbaglio mai!».
Renèe era così, non mi lasciava nemmeno il tempo di rispondere, partiva con la sua arringa e in questo mi ricordava Alice Cullen, una delle mie pazze migliori amiche. L'altra era Rosalie Hale, gemella di Jasper, il fidanzato di Alice.
«Mamma mi dispiace contraddirti, ma papà ha ragione, hanno previsto pioggia nel pomeriggio». Tralasciai volontariamente il fatto che lei avesse sempre ragione. Se fosse iniziata una discussione su questo argomento lei sarebbe arrivata ad elencare ogni minima cosa su cui ha avuto ragione in passato.
Nel frattempo Charlie rideva sotto i baffi vedendo il broncio di sua moglie. Lei odiava dare ragione a lui.
«Bene, coalizzatevi contro di me, ma sono certa che non pioverà, quindi non porterò l'ombrello quando uscirò, e di certo non tirerò fuori il tuo, mio caro Charlie!». Ogni volta che si trovava in una situazione simile usciva fuori il suo sadismo: piuttosto avrebbe fatto prendere un malanno a papà, ma l'ombrello l'avrebbe nascosto!
Mentre loro riprendevano a litigare guardai l'orologio rosso della cucina. Erano già le otto e mezza e la scuola iniziava alle dieci. Avevo tutto il tempo di andare al bar e fare colazione con le mie amiche, un'abitudine che avevo da quando era iniziato il liceo. Ci incontravamo sempre in un bar vicino la scuola, il proprietario ci conosceva da molto, eravamo delle clienti fedeli.
«Mamma, papà io devo andare, Alice e Rose mi aspettano e sapete che odiano i ritardi. Ci vediamo oggi, torno verso l'ora di pranzo», dissi prendendo la giacchetta nera all'ingresso, la borsa e le chiavi della macchina.
«Okay tesoro, non and...».
«Si, lo so già, non andare veloce in macchina e bla, bla, bla... Me lo ripetete ogni volta che tocco la macchina!», interruppi mia madre nel bel mezzo delle sue solite raccomandazioni.
«Su Bella, lo sai che è leggermente apprensiva». Ovviamente mio padre doveva intervenire a sua difesa, minimizzando la cosa con quel "leggermente apprensiva". Altro che apprensiva, se non arrivavo a casa per l'orario previsto mi faceva sessanta chiamate, e se per caso non rispondevo era capace a contattare l'ospedale e la polizia della città per sapere se per caso c'era stato un incidente in zona!
Era meglio non rispondere nemmeno a mio padre, tanto rigiravano sempre la storia a loro favore!
«Sì, sì certo. Io vado, ciao!». E così uscii da quella conversazione.
Salì in macchina e accessi l'autoradio, alzando il volume a stecca, stavano trasmettendo una canzone che in quel periodo adoravo: 'Set fire to the rain'.
Arrivata a destinazione posteggiai di fianco le macchine delle mie amiche. Entrambe mi aspettavano appoggiate alla BMW nera di Rose. Sembravano immerse in una fitta conversazione, a tal punto che, quando arrivai, mi rivolsero solo un cenno di saluto con la mano. Scesi dall'auto e le raggiunsi.
«Ciao Bella! Tesoro come stai bene vestita così! I tre mesi nello Utah ti sono serviti, sembri più riposata!», ecco cosa dicevo a proposito della somiglianza tra mia madre ed Alice. «Stavo dicendo a Rose che dobbiamo andare a fare shopping per la tua festa di compleanno, anzi no, per la tua "non festa" visto che hai già festeggiato dai tuoi nonni con il tuo nuovo ragazzo!». Alice finì di parlare incenerendomi con lo sguardo.
«Oddio Alice, quanto ancora dobbiamo discutere di questa faccenda? Lo sai che non ho mai amato le feste di compleanno. Ho preferito festeggiare con i miei nonni e Jason. E poi non mettere su quell'aria offesa Alice! Rose non si è arrabbiata quando le ho rivelato i miei progetti. Vi ho già detto che se volete possiamo festeggiare noi tre, vi ho lasciato anche la scelta se andare a fare shopping oppure ristorante e cinema», dissi guardando Alice che pian piano si addolcì...
«Il discorso non finisce qui, ma ora entriamo che sto morendo di fame e poi ci devi raccontare di questo Jason»
... ma non troppo.
Alice non si arrenderà mai, finché non gliela darò vinta, ma questa volta non succederà.
«Ora dopo la tua calorosa accoglienza posso salutare Rose come si deve?». Abbracciai Rose e la salutai con due baci sulle guancie.
Alice era ancora imbronciata, ma una volta che l'abbracciai si addolcì del tutto e fece uscire il suo lato esuberante.
Mentre entravamo nel bar, iniziai a raccontare la mia estate, descrivendo i favolosi paesaggi. Sapevo bene la parte che interessava loro...
«Sì, sì puoi saltare questa parte, a noi interessa la tua storia con Jason!». Rose interruppe le mie descrizioni con voce frettolosa.
...Infatti Jason era il motivo principale per il quale ci eravamo viste un'ora prima dell'inizio delle lezioni.
«Be', lui è un ragazzo davvero straordinario, dolce, gentile e simpatico».
«Ma?», disse Rose
«Ci deve essere per forza un ma?», risposi in tono innocente.
«C'è sempre un ma se inizi con quel tono di voce rassegnato!», mi disse Alice.
«Non c'è nessun ma! Solo non è scoccata la scintilla. Appena l'ho visto ho subito pensato che fosse un ragazzo molto bello e affascinante, ma purtroppo non sono riuscita ad andare oltre una semplice infatuazione», ammisi.
E' vero un ma nel mio discorso c'era, eppure non me ne resi conto, finché non lo dissi ad alta voce.
«Forse sono semplicemente io che non vado bene e mi faccio troppi problemi», aggiunsi subito dopo.
«Oh tesoro! Non devi buttarti giù così! Non sminuirti, io sono sicura che troverai il ragazzo adatto a te, magari prima di quanto pensi!», annuii poco convinta a Rose.
Volevo davvero credere alle sue parole, eppure dentro di me continuavo a pensare che ero io che non andavo bene. Come avevo fatto a non innamorarmi di un ragazzo come Jason? Quel ragazzo era perfetto. Non per me, sussurrò una vocina nella mia testa.
Durante la nostra chiacchierata ordinammo tre brioches alla crema di latte e panna, due caffè e un tè.
Loro mi raccontarono le ultime novità su Savannah e mi parlarono di Emmett, fratello di Alice.
«...così l'ho visto che usciva dal pub con una bionda tinta dal seno rifatto! Ma come fa ad uscire con ragazze così?! Lo detesto! Non posso più stare dieci minuti in sua presenza, senza aver la voglia di urlargli di tutto e strozzarlo! E poi dico io, una bionda tinta? Ma come fa...». Rose era inarrestabile. Non riusciva a smettere di parlare di Emm e delle sue conquiste.
Io ed Alice ci scambiammo un'occhiata di complicità. Entrambe sapevamo che Rose nutriva un certo interesse per Emmett da anni, ormai. Emmett sembrava ricambiare, eppure mai una volta si era fatto avanti. Quando si trovavano nella stessa stanza somigliavano a mia madre e mio padre, sempre a punzecchiarsi.
«Rose, abbiamo capito che il comportamento di mio fratello ti infastidisce! Ora la domanda che ti vorrei porre è un'altra: perché non hai mai cercato di farti avanti con lui?». Alice sapeva quali tasti toccare.
Era l'ora che Rose ammettesse il suo interesse!
«Emmett non mi interessa minimamente!», esclamò Rose irritata. Era da un anno che cercavamo di farle dire la verità sui suoi sentimenti, ma lei testarda non voleva ammetterlo!
«Oh certo, come no! Rose apri gli occhi una buona volta! Noi siamo tue amiche, non ti giudicheremo mai!». Dopo la mia frase abbassò lo sguardo e fissò la sua tazza di caffè.
«Io... ragazze, lo so! Mi fido di voi! Ma se lo ammetterò anche con voi sarà tutto reale, se lo penso solo nella mia testa sembra ancora un incubo, o un sogno, a seconda dei punti di vista».
Nn avevo mai visto Rose così afflitta. Non si dava mai per vinta, aveva un carattere forte e battagliero e di certo cose del genere non l'abbattevano, la rinforzavano e basta. Invece, quando l'argomento era Emmett le cose precipitavano. Diventava fragile e insicura, caratteristiche che non le si addicevano.
Non sapevo che dirle per tirarla su di morale. Guardai Alice e lei capì che toccava a lei intervenire.
«Rose, non hai mai fatto nulla per fargli capire il tuo interesse. Sono sicura che lui ti ricambi in pieno, devi solo dargli un segno, un incoraggiamento». Alice era fantastica nel dare consigli.
«Lo pensi davvero Alice?», disse Rose in un sussurro.
«Certo che lo pensa! E anch'io sono della sua stessa opinione!». Dovevo pur dare manforte ad Alice, no?
«Okay ragazze, oggi inizierò a tirare fuori il mio lato seducente con Emmett, se questo non funzionerà troverò mille altri modi per farlo capitolare!». Ammiravo il carattere battagliero di Rose.
«Bene», guardai l'ora; «sono le nove e quaranta, dovremmo avviarci verso la scuola». Non mi andava di arrivare in ritardo il primo giorno di scuola.
Pagammo, uscimmo dal bar e ognuna di noi prese le rispettive macchine.
Una volta arrivate nel parcheggio della scuola, trovammo Jazz, Emm ed Edward, anche lui fratello di Alice ed Emmett, ad aspettarci.
Alice si catapultò da Jasper, mentre io e Rose ci avvicinammo lentamente. Emmett fissava Rose in maniera decisamente strana, sembrava che stesse cercando di capire qualcosa di fondamentale. Dal canto suo lei stava guardando tutto tranne lui. Forse durante il breve tragitto in macchina Rose aveva cambiato idea?
Arrivate dal gruppetto salutammo i tre ragazzi. Edward non era mai di molte parole, anzi con me era spesso distaccato e sfuggente. Era un ragazzo molto chiuso, se ne stava spesso sulle sue.
Emmett salutò calorosamente Rose, era stato molto più espansivo delle altre volte. Forse gli era mancata dopo il mese che i gemelli avevano passato in California? Dal suo viso sembrava proprio di sì.
Rose felice del suo abbraccio gli baciò una guancia facendolo arrossire.
Le cose stavano decisamente migliorando... tranne per la pioggia che iniziò a scendere!
Alice e Rose aprirono i loro orribili ombrelli rosa con i pois, coprendo Jazz ed Emm, mentre io rimasi sotto l'acqua. Edward aprì proprio in quel momento un ombrello nero, ma sinceramente non riuscivo ad avvicinarmi e a ripararmi sotto il suo ombrello, quello sguardo freddo che mi rivolgeva ogni volta mi intimoriva un po'.
Ovviamente il mio desiderio non venne esaudito, Alice come al solito doveva mettersi in mezzo!
«Insomma Edward, non vedi che Bella si sta bagnando tutta? Coprila con quel cavolo di ombrello!», sgridò suo fratello.
Alzai lo sguardo su di lui e vidi che mi fissava intensamente; poi si avvicinò e mi riparò con il suo ombrello. Mi sembrò anche di sentirlo borbottare qualcosa sul fatto che l'avrebbe fatto comunque, ma non ci feci caso.
Non ero mai stata così vicino a lui. Di solito si allontanava appena mi avvicinavo. Il suo odore era piacevole, fresco. I nostri corpi erano a contatto, la mia parte destra toccava la sua parte sinistra.
«Vieni, ti accompagno fino all'entrata», mi disse con la sua voce profonda e melodiosa. Mi era sempre piaciuta la sua voce, non che avessi avuto molte opportunità di sentirlo parlare.
Visto che gli altri non ci calcolavano minimamente, immersi com'erano nei loro discorsi, mi incamminai con Edward verso la scuola, senza salutarli.
Mentre camminavamo lo guardai realmente per la prima volta.
I suoi lineamenti erano perfetti, gli occhi erano semplicemente di un colore irresistibile, un verde talmente intenso da non aver mai visto un paio di occhi simili. I capelli ribelli erano di un insolito color rame. Probabilmente sentì il mio sguardo puntato su di lui, così si girò a guardarmi ed io diventai bordò.
Mi schiarii la voce e tentai di dire qualcosa.
«Grazie per avermi accompagnato». Cosa più banale non potevo dirla!
«Prego, ora devo andare, ci si vede in giro», e così uscì di scena dirigendosi chissà dove visto che l'entrata della scuola era alle mie spalle, e lui stava andando dalla parte opposta.
Ecco di cosa parlavo quando ho detto che è distaccato con me. Ci conoscevamo da una vita e, mai una volta, eravamo andati oltre le solite frasi di buona educazione.

Le lezioni passarono in fretta, in un batter d'occhio arrivò la pausa pranzo.
All'interno della scuola avevo un po' di amici. Certo, quelli veri erano pochi. Tutti siamo circondati da persone false ed io non ero un’ eccezione.
Solitamente a mensa sedevo in un tavolo con Alice e il suo fidanzato, Rose, Emmett e a volte le sue conquiste, più Angela e Ben, l'ultima coppia che si era unita al gruppo. E poi c'era Edward, anche se sedeva al nostro tavolo era come se non ci fosse, non parlava mai e non rideva neanche alle battute. Era così solitario, misterioso; spesso mi chiedevo il perché di quel suo comportamento.
«Ehi ragazzi! Come va?», chiesi appena presi posto nel tavolo, affianco ad Edward. Notai subito la presenza di una nuova ragazza accanto ad Emmett, e Rose che fulminava entrambi con i suoi occhi color ghiaccio. «Emm non mi presenti la tua amica?». Ovviamente Rose non condivise questo mio atto di gentilezza, mi riservò uno sguardo molto triste, al quale risposi con uno di scuse.
«Oh certo. Questa è Melany, Melany lei è Bella».
La ragazza mi salutò e mi diede la mano, che ovviamente accettai. Non mi sembrava la solita oca che Emmett aveva l'abitudine di frequentare.
Purtroppo dovetti ricredermi in fretta.
Io, Alice e Rose stavamo parlando di libri, durante la conversazione Melany si intromise dicendo che leggere era noioso. Rose partì all'attacco, non poteva farsi sfuggire l'occasione di lanciare frecciatine alla nuova conquista di Emmett.
«E cosa ti piace fare? Andare a farti la manicure?», disse lanciando un'occhiata alla mano perfettamente curata di Melany.
Melany non si lasciò intimorire dal tono di voce di Rose, particolarmente acido. «Non mi pare che la tua mano non sia curata».
«Sai, io ho anche altri interessi! Tu invece preferisci frequentare i bagni della High School?». Il riferimento di Rose era chiaro, le aveva appena dato della ragazza facile.
«Ma come ti permetti finta bionda?! Io sono una ragazza molto più seria di te!». Melany ribattè con una voce starnazzante.
«Finta bionda io?! Tu lo sei! Ti si vede anche la ricrescita scura! E poi quelle lenti azzurre, dove credi di andare? Si vede benissimo dal modo in cui sbatti continuamente le ciglia! E poi scusa, non eri tu quella che un quarto d'ora fa è entrata da quella porta», e indicò l'ingresso della mensa; «con i capelli tutti scompigliati accompagnata da Emmett, che tra l'altro», disse girandosi verso il diretto interessato: «ha ancora la cerniera dei jeans abbassata!».
Tutto il tavolo ammutolì per questo improvviso sfogo di Rose, non era mai successo che si lasciasse andare così tanto, doveva essere proprio al limite!
Melany non ebbe il coraggio di parlare e diventò rossa per l'umiliazione, mentre Emmett chiuse la cerniera dei jeans scuri e dopo aver fissato intensamente Rosalie abbassò gli occhi tristemente come se si sentisse in colpa.
Rose dopo nemmeno cinque minuti si alzò e se ne andò. Avevo notato il suo sguardo ferito e vederla così mi faceva salire una rabbia nera contro Emmett. Perché non si accorgeva della situazione? Rose non era certamente invisibile, era una ragazza talmente bella, alta con un fisico praticamente perfetto, occhi azzurro ghiaccio e lunghi capelli biondi. Insomma era difficile che qualche uomo riuscisse a resisterle.
«Emmett sei proprio un imbecille! Apri gli occhi prima che sia troppo tardi!», disse Alice.
Dopo che Emmett rimase a bocca aperta per la frase della sorella, io e lei ce ne andammo. Dovevamo raggiungere Rose, aveva bisogno del nostro conforto.
Così uscimmo da quella mensa affollata e di quel colore verde acido orribile. Vedemmo Rose correre sui suoi tacchi altissimi. Mi chiedevo sempre come facesse a correre più velocemente di me anche quando avevo le scarpe basse.
«Rose, aspettaci!». Continuavamo a gridare per i corridoi, ma lei non si fermò, rallentò solo il passo in modo da permetterci di raggiungerla.
Io ed Alice ci mettemmo ai suoi lati, io a destra e lei a sinistra, in modo tale da stringerla in un abbraccio consolatore, mentre camminavamo. Io le accarezzavo la schiena, mentre Alice l'aveva presa per il braccio e le teneva la mano.
«Ragazze, secondo voi ho sbagliato?», ci chiese Rose.
Io ed Alice scuotemmo subito la testa.
«Non hai sbagliato tesoro! Solo nessuno si aspettava una reazione simile da parte tua. Mio fratello è solo un povero sciocco! Non capisce nulla riguardo ai sentimenti!». Alice era davvero arrabbiata con Emmett per il modo in cui stava facendo soffrire Rose.
«Lo so! Ma non so più cosa fare! Non ho più voglia di stare dietro a qualcuno che non mi vede come vorrei!».
«Cosa intendi dire?», chiesi, non avevo idea di dove volesse andare a parare.
«Ho deciso di lasciarlo perdere. Mi troverò un ragazzo che finalmente mi vede e su cui posso sprecare tutte le mie energie se ne vale la pena. Sto soffrendo troppo e non lo amo ancora, pensate se me ne dovessi innamorare in una situazione così disastrosa, le mie pene sarebbero moltiplicate!», mi rispose Rose decisa. Il suo tono di voce iniziava ad essere il solito: deciso.
«Come ti comporterai con lui?». La risposta alla domanda di Alice premeva anche a me, volevo sapere cosa avrebbe fatto con Emmett.
«Sono stanca dei nostri litigi, anche se mi diverto a volte mi pesano. Farò finta di nulla e torneremo ad essere gli amici che eravamo un tempo», rispose Rose.
«Un tempo?! Quando mai siete stati semplici amici? Se voi due non vi punzecchiate non siete contenti!». Rose sorrise, un sorriso vero, non come quelli dell'intera mattinata, più finti del seno di Kate Hudson!
«Okay Bella, hai ragione. Questo vuol dire che cambierò del tutto comportamento. Cercherò di essere più distaccata e fredda. Dovrebbe funzionare, voi che dite?!».
Rose sembrava così sicura di ciò, che sia io che Alice non dicemmo nulla, ci limitammo a spingerla nel bagno delle femmine per aiutarla a ricomporsi, quegli occhi dovevano tornare normali, non rossi e gonfi!
«Sapete cosa vi dico? Che oggi pomeriggio andremo a fare shopping! Vedrai Rose, cambieremo il tuo guardaroba e da domani le cose cambieranno!», disse Alice tutta entusiasta della sua idea secondo lei geniale.
Io e Rose ci scambiammo uno sguardo rassegnato. Rose era l'ultima persona che aveva bisogno di rinnovare il guardaroba. Ma nessuno osava mai controbattere quando Alice si accendeva di entusiasmo, nessuno sarebbe uscito vivo da una sua arringa, aveva sempre ragione lei!

Buonasera a tutti! Sono tornata con un'altra long. Ormai sono diventata una persecuzione, lo so!
Questa long ho iniziato a scriverla a giugno, nel frattempo sono un po' migliorata nella scrittura, ma comunque non ho modificato il capitolo, un po' per la mancanza di tempo, un po' perchè non avrei saputo come modificarlo. La storia è nata grazie a SerenaEsse, tante volte volevo abbandonarla, ma lei mi ha sempre spronata a continuarla. Spero che la storia piacerà a qualcuno, mi piacerebbe sapere le vostre opinioni, consigli, tutto! Essendo la prima long che ho scritto qualche insicurezza c'è, non ero sicura nemmeno di postarla, ma alla fine mi sono detta: "perchè non provare?".
Bene, non voglio annoiarvi più di tanto. Ho già dei capitoli pronti, quindi posterò con regolarità. Premetto che non sarà una storia lunga, massimo quindici capitoli (di cui sette sono già scritti).
Ho deciso di postare ogni lunedì, non so ancora se ogni settimana o ogni due, comunque il giorno sarà questo.

Il capitolo è betato da SerenaEsse, grazie tesoro!
Ultima cosa! Ho creato un contest con SerenaEsse, Il nastro rosso, per chi fosse interessato, noi vi aspettiamo ;)
Ora dire che posso andare XD Non so perchè le note mi vengono sempre così lunghe XD
A presto!
Kiss :***

A presto! 

   
 
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