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Autore: Charlotte Doyle    13/06/2006    4 recensioni
(ora COMPLETA)
“E’ che non ne hai il coraggio,” disse Ginny. (...)
“Che cosa?” disse Hermione.
“Non ne hai il coraggio,” ripeté Ginny.
“Il coraggio di fare cosa?”
“Non hai il coraggio di baciarlo.”
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ed eccoci giunti all'ultimo capitolo di questa fanfiction. Grazie mille a tutti i recensori per i loro feedback - veramente molto apprezzati! E grazie anche ai lurker.

3. Never gonna dance



“Ehm, Viktor,” disse Ron, ricambiando insicuro la stretta di mano del bulgaro.

“Come sta?” disse Viktor.

Ron avrebbe voluto dire che nel momento in cui l’aveva visto avrebbe voluto seppellirsi, ma questo non era possibile.

“Io, ehm, bene, grazie,” disse allora. “Tu?”

Viktor sorrise.

“Oh, cose non male vero, crazie.”

D’accordo, come stavano le cose? Era riuscito a baciare Hermione quella mattina, dopo averla tirata alquanto per le lunghe, e adesso aveva paura che Viktor Krum potesse mettersi tra di loro?

Sì.

Di quelle paure irrazionali, come quella che aveva per i ragni.

Viktor Krum era il ragno del nuovo millennio.

“Tu sicuro, tutto bene?”

Ron scosse via i suoi pensieri; Viktor lo stava guardando con aria un po’ preoccupata.

“Certo!” disse. “Tutto bene.”

In quel momento giunse sua madre da dietro le spalle.

“Ron, caro,” disse, facendolo saltare in aria per la sorpresa. “Dovresti andare a dire a Fleur che stiamo per cominciare, e che dovrebbe cominciare a preparare l’Incantesimo. Potresti?”

Ron annuì senza far molto caso alla madre. In realtà, non voleva neanche guardarla in faccia, vista la figura di quella mattina.

“Ok, allora, vado,” disse.

“Aspetta,” disse Viktor. “Può venire io con te?”

Ron lo guardò perplesso.

“Me vorrebbe salutare Fleur,” disse Viktor. “E fare aucuri, così meglio per Viliam.”

William. Bill. Sicuro.

“Uh, be’, certo.”

Solo i maghi potevano credere che permettere a tutti gli invitati di vedere la sposa prima della cerimonia rendesse lo sposo ancora più fortunato.

Ron era imbarazzato, e sentiva il bisogno di vedere Hermione. E di cacciare via Krum, di eliminarlo in qualche modo. Ma il ragazzo più grande camminava accanto a lui, con aria svagata.

“Ecco, la tenda è questa,” disse Ron. Si avvicinò e scostò un lembo, e si affacciò dentro.

“Ehm,” disse.

“Tu che vuoi?”

Era stata sua sorella a parlare. Se la ritrovò davanti in quattro e quattr’otto, le mani ai fianchi nella migliore imitazione di Molly Weasley.

“Sciao, Ron! Falo ontrare, Ginny,” disse allora Fleur. Questa si spostò. Ron l’aveva vista aprendo la tenda, Fleur, ed era rimasto estasiato dalla sua bellezza; eppure, per la prima volta, si sentì quasi disintossicato dalla dipendenza della sua visione.

“Ehm,” disse Ron. “C’è anche Viktor Krum, è appena arrivato, e…”

“Oh, scerto!” disse Fleur.

Krum entrò e Fleur si alzò per salutarlo. Nel frattempo, Ginny si avvicinò al fratello.

“Da quando siete diventati grandi amici?” disse.

Ron chiuse gli occhi, disgustato.

“Stai zitta, Gin, ti prego.”

“Ti ha chiesto di Hermione?”

Ron scosse la testa.

Ginny alzò le spalle. “Oh, be’. Tu e Hermione vi sarete chiariti a questo proposito, no?”

“Che cosa?”

“Be’, su… Tu-Sai-Chi.” Abbassò la voce. “Ci sta qui davanti, Ron, capiscimi.”

“Oh. Be’. No,” disse Ron.

“No cosa?”

“Non abbiamo parlato… di lui.”

Ginny sospirò.

“Bene,” disse. “Vedo guai all’orizzonte…”

Ron scattò su.

“Ehi! Pensi che io non riesca ad essere… abbastanza maturo per affrontare la situazione?”

Ginny guardò da un’altra parte, facendo finta di niente.

Ron borbottò qualcosa tra sé e sé.

Alors,” disse Fleur infine, non più rivolta solo a Viktor. “L’Incantosimo. Panso che dovreste andare.”

L’Incantesimo di Suggello Nuziale doveva essere eseguito dalla sposa poco prima della cerimonia, nella più completa solitudine. I tre capirono subito, e si affrettarono per i saluti finali.

Fleur baciò Ron su entrambe le guance quando lui le fece gli auguri, e per quanto sempre un poco stordito, rimase veramente a bocca aperta solo quando vide la sua futura cognata e sua sorella scambiarsi un caloroso abbraccio.

Uscendo, lasciò Viktor andare avanti e prese a camminare vicino a Ginny per un momento.

“Da quando siete diventate grandi amiche?”

Ginny gli fece una smorfia, ma poi Ron la vide sorridere.

Il mondo è impazzito oggi.



“Hermioni!”

Eccolo. Viktor aveva visto Hermione. Hermione aveva visto Viktor.

Era la fine.

Ron e Ginny si fermarono; davanti Harry, con espressione simile alla loro.

“Viktor, come sono contenta di vederti!”

Ahi.

“Hermioni, tu è molto cresciuta, difficile qvasi riconossere te!”

Hermione rise. Poi si sporse a guardare Ron, che aveva in volto un’espressione indecifrabile. Hermione gli lanciò uno sguardo pieno di apprensione.

Poi, gli corse incontro e si gettò tra le sue braccia. Ron fu preso alla sprovvista, e dovette fare un passo indietro per bilanciarsi e non cadere.

Per un momento, Harry e Ginny si dimenticarono di evitare di guardarsi e di scambiarono un fugace sorriso.

“Oh, Ron, mi dispiace tanto…” disse Hermione sottovoce, mentre gli baciava una guancia e poi parte dell’orecchio.

“Se ti riferisci a Krum,” disse lui, “Be’…”

“Ron!” disse lei, guardandolo negli occhi. “Intendevo per tua madre!”

“Oh!”

Ginny si era allora avvicinata a Viktor, che osservava la scena interessato.

“Tu sapevi tutto questo, vero?”

Viktor si volse verso di lei. “Ancora non sapevo se dovevo fare concratulazioni.”

Sai com’è, notizie dell’ultima ora…

Hermione si staccò da Ron infine, stampandogli un brevissimo bacio sulla bocca, e poi si volse di nuovo verso Krum con un sorriso smagliante.

Viktor sorrise a sua volta – non con altrettanto entusiasmo, in verità, ma l’intenzione c’era, e poi si diresse verso Ron, e tese la mano per stringere quella dell’altro per la seconda volta.

Ginny sospirò e scosse la testa.

I drammi di Blanche Crawford sono molto più plausibili…

Lanciò un’altra occhiata a Harry, ma lui si era ripreso e aveva ricominciato a far finta che la ragazza non esistesse.

Quando si allontanò, però, pur dandogli le spalle, sentì chiaramente lo sguardo di lui fisso su di lei.



“Mi è venuta fame.”

Erano rimasti solo loro tre, Harry, Ron e Hermione. Chi poteva aver parlato?

Hermione guardò l’amico (amico?) esasperata.

“Ehi,” disse Ron. “E’ anche normale dopotutto, no? Una cosa fisiologica…”

La ragazza sospirò e si volse verso Harry. Questo, con la solita aria da “Il-Ragazzo-Che-Sta-In-Mezzo” per un poco rimase in silenzio, e poi, cercando di evitare lo sguardo di Hermione, disse: “Veramente, anche io sono un po’ affamato.”

Hermione fu sul punto di battere i piedi a terra come una bambina piccola; Ron invece sorrise trionfante.

“Be’, se ci sbrighiamo forse riusciamo a fare un salto in cucina, dovrebbe essere rimasto qualcosa da ieri a cena,” disse.

Harry fece per seguirlo quando questo si mise in moto, ma entrambi furono fermati dalla ragazza.

“Che cosa credete di fare?!” disse questa. “La cerimonia è fra pochi minuti e dopo ci sarà il pranzo, non potete aspettare?”

I due si guardarono sconsolati.

Ron tornò da Hermione e le mise un braccio intorno alle spalle.

“Cerca di capire, è da stamattina a colazione che non mangiamo…”

“Come tutto il resto del mondo!”

“Sì, ma non siamo tutti uccellini come te-“

“Oh, Ron, non parlare di uccellini, lo sai che non ti conviene…”

Harry, in disparte fermo a fissarli che battibeccavano come al solito, sospirò.

E avevo anche avuto il coraggio di illudermi che avrebbero smesso…



“Però vedi, alla fine ce l’ho fatta,” disse Ron a Harry poco dopo tornando dalla cucina, mentre Hermione si teneva a distanza da loro per ripicca.

“Già, ho sentito,” disse l’amico.

“Ti ha raccontato lei?”

Harry annuì.

Ron sembrò compiaciuto della cosa.

“Be’, spero ti abbia anche detto come-“

Harry alzò le mani per fermare l’amico.

“No, aspetta,” disse, come per supplicare. “I dettagli non li voglio.”

Ron sorrise.

“Va bene,” disse. “Non ti dirò quello che faccio con Hermione, e tu non mi dirai quello che fai con Ginny.”

Harry scostò lo sguardo.

“Ron, speravo… di essermi chiarito. Ginny e io-“

“Falla finita, Harry. Siamo già tutti in pericolo per le nostre scelte, non puoi certo prenderti tutto il merito per questo; e se tu non vuoi rischiare la vita di mia sorella io non ho niente in contrario, ma almeno vorrei evitare che voi soffriste. Voglio dire, potrei anche darti un bel pugno sul naso per questo, lo sai?”



“Sbrigatevi, dobbiamo andare,” disse Hermione avvicinandosi ai ragazzi. “La cerimonia sta cominciando. E sistematevi quelle camicie!”

Sto messo bene, se mi sono innamorato di una copia di mia madre!

E ce ne aveva messo di tempo, per capirlo.



*



Le teneva la mano nella sua, così, per gioco; il tutto sotto il tavolo.

“Quella è zia Tessie, fa che non si avvicini,” disse Ron, con aria profondamente disgustata.

Hermione lo guardò un po’ esasperata, ma poi Ginny richiamò la sua attenzione e le assicurò che per una volta il fratello aveva ragione.

“Se prova a guardarci, facciamo finta di essere i figli dei vicini,” disse la giovane.

Luna disse qualcosa sul fatto che lì vicino abitava una strana famiglia con una nonna mummia e una ragazza che viaggiava nel sonno.

Gli altri risero.

“E quell’altra è zia Judy, ma a quanto pare solo Percy la conosce…” disse Ron.

“A proposito, raccontaci un po’ questa storia di Percy?” disse la sorella, lanciando un’occhiata al fratello in questione, che in quel momento stava parlando con il padre.

“Be’, è successo che…”

E mentre raccontava, di tanto in tanto le stringeva la mano, come per parlare in un linguaggio segreto. Lei ricambiava di volta in volta, e non era tanto sorpresa, perché pure era successo altre volte in precedenza; solo, si sentì rabbrividire quando alla fine del racconto, una volta che qualcun altro aveva preso a parlare, lui prese e portò entrambe le mani allo scoperto, e poi avvicinò quella di lei alla sua bocca, con aria distratta.

Harry si sporse verso di lui.

“Attento a Fred e George,” gli disse in un orecchio.

Ron scosse la testa.

“Non c’è pericolo,” disse. “Sono così presi da quello strambo tipo ubriaco che fa i giochi con le carte che non guardano più in faccia nessuno.”

Ed effettivamente i gemelli non avevano occhi che per Victor Moore e le sue, di mani.

Poi, una voce dirompente ed estranea al gruppo.

“Oh, ma questa mi mancava!”

Si voltarono tutti spaventati.

“Zia Muriel!” disse Ginny.

“Piccola criminale, non ti avevo visto prima della cerimonia, potresti uccidere con quel vestito, lo sai?” disse la zia Muriel cordialmente (contando che per lei era come fare una minaccia).

Poi tornò con l’attenzione al suo interesse originale, Ron.

“Voglio assolutamente che tu mi presenti la tua fidanzata!” disse ad alta voce – tanto da far girare pure qualcuno dai tavoli vicini, fortunatamente francesi.

Ron arrossì vistosamente in zona orecchie, e anche Hermione avvampò. Si staccarono immediatamente.

Ginny si chinò verso Neville e Luna. “E’ una giornata pessima per loro oggi: prima mamma, poi zia Muriel…”

Insomma, era già tutto alta portineria.



“Tesoro, che cosa stai guardando?” disse Arthur a sua moglie.

“Io? Niente, assolutamente niente,” disse questa. Si affrettò a spostare lo sguardo da il tavolo dei ragazzi. Erano passate tre ore dalla cerimonia, e ormai ogni traccia di pianto era scomparsa dal suo viso paffuto, e si era unita insieme al resto della famiglia – delle famiglie ora unite – alla gioia generale. Nonostante questo, era pensierosa.

“E’ che posso sopportare di vederne andare via solo uno alla volta, capisci?”

Arthur la guardò perplesso.

“Sicuro,” disse poi. “Certo. Anche io.”

Molly si volse a guardarlo con le sopracciglia inarcate.

“Non mi dare ragione quando neanche sai di che cosa parlo!”

Arthur sospirò, un mezzo sorriso sulle labbra, e non provò neanche a ribattere. Stranamente, era convinto di aver capito la questione meglio di chiunque altro.



Hermione si sporse leggermente verso di Ron.

“Senti,” disse, piano, perché rimanesse una conversazione privata. “Ma tua madre, alla fine…”

“Eh?” disse lui. “Cosa?”

“Hai capito. Ti ha tenuto per quanto tempo? Forse dovrei andare e scusarmi – no, magari adesso non è il momento, più tardi – ho paura di non essere vista così bene da lei.”

Ron sembrava alquanto perplesso.

“Io… non penso. Insomma. Perché mai…?”

“Ti avrà detto qualcosa di me, no? Di che cosa… ti ha parlato?”

Ron distolse lo sguardo.

“Non… non sono cose da dire così, sai.”

“Insomma, Ron!” disse Hermione. “Non so che cosa fare, ti ci metti anche tu?”

“Senti, te lo dico dopo,” disse lui.

“Dopo quando?”

“Dopo… dopo. Più tardi.”

“Quando?”

“Quando siamo da soli. Anche con Harry, in caso, ma… non ora. E comunque…”

Si fermò.

“Cosa?” disse Hermione.

“Lasciamo perdere,” disse Ron. “Ma non è molto interessante. Quello che mi ha detto, intendo. Non so come la prenderesti.”

“Il tuo discorso non ha senso.”

Ron sospirò.

“Ripeto: lasciamo perdere…”

Ma Hermione non avrebbe mollato così facilmente.

“Hanno cominciato a suonare,” disse.

“E allora?” disse Ron.

E allora adesso mi devi qualcosa, Ron Weasley.



*



Swing Time.


“Ahia, Ron!”

“Te la sei voluta tu, te l’avevo detto che non sono capace a ballare,” disse lui.

“Oh be’, almeno potresti fare attenzione a dove metti i piedi, no?”

Ron sbuffò.

“Allora,” disse Hermione. “Vuoi dirmi che cosa ti ha detto tua madre, adesso che siamo soli?”

“Soli?” disse Ron. “Siamo in mezzo ad un mucchio di gente!”

E attorno a loro, effettivamente, c’era almeno una dozzina di altre coppie a ballare.

Hermione lo guardò male. “Non ci sente nessuno, Ron.”

“Ti ho detto dopo,” disse lui, paziente.

Hermione gli pestò un piede.

“Porc-“

“Ron!”

Ron la guardò; lei sorrise candidamente.

“Quanto mi dispiace, proprio non me n’ero accorta,” disse.

Lui assunse un’aria offesa, poi però distolse lo sguardo e sorrise.

“Ehi,” disse allora. “Che cosa sta facendo Ginny?”

Hermione guardò verso il loro tavolo. Ginny era ancora seduta, ma ora tra le sue mani si trovava un bouquet, che ella brandiva come fosse una mazza da Battitore; sorrideva così con aria di sfida in direzione di Harry, che di risposta sembrava scioccato.

Scioccato – per forza.

Si trattava del bouquet della sposa.

Come a dire: o ci pensi tu oppure mi trovo qualcun altro.

“E’ impazzita?” disse Ron.

“E’ solo un bouquet, Ron; per quanto tu ci possa credere…” disse Hermione.

“Si è messa d’accordo con Fleur!”

“Cosa?” disse lei.

“Si sono messe d’accordo per far venire una crisi di nervi a Harry! Dopo che io ho fatto tanto per… per risolvere il loro problema!”

“Aspetta, aspetta,” disse Hermione. “Chi è che ha fatto tanto? Tu?”

“Certo,” disse Ron.

“Ah, e cosa avresti fatto? Sentiamo…”

“Sono stato zitto.”

“Eh?!”

“Sono stato zitto,” disse Ron. “E fermo.”

“Tu fai sempre così!” disse Hermione con voce stridula.

“Ma non quando si tratta di mia sorella,” disse il ragazzo. “E comunque, so quello che faccio.”

Hermione sospirò e scosse la testa. Ron svoltò e quasi la fece cadere; lei rimase in piedi solo aggrappandosi saldamente alle spalle di lui.

“Ops!”

“Forse,” disse lei, un po’ stordita. “E’ meglio che torniamo al tavolo.”

Ron la guardò indignato.

“No, adesso sto cominciando a divertirmi,” disse con un sorriso. Tenendola un po’ più stretta, quasi la fece volare, stavolta con più sicurezza.

Disse: “E poi, forse dovremmo lasciarli da soli.”

“Eh?” disse Hermione.

“Guarda,” disse Ron.

Hermione di nuovo si volse verso Harry e Ginny, e vide che erano seduti vicini; stavano parlando, e anche se non ridevano sembravano essersi rappacificati: finalmente riuscivano a guardarsi negli occhi.

“Oh, non ci posso credere,” disse, ancora guardandoli. “Non può essere stata Fleur. Dopo tutto il tempo passato a parlare con l’uno e con l’altra, arriva Fleur e…”

Ron con una mano le prese il viso e la fece voltare a guardarlo.

“Facciamo che ognuno di noi ci ha messo del proprio come poteva, e che quello è il risultato, ok?”

Hermione annuì, e sorrise.

“Forza, digli ‘Lo voglio’, Hermione Granger!” disse allora una voce a loro familiare.

I due si voltarono, e scoprirono con orrore di trovarsi vicino ai gemelli, che sebbene presi nella danza con due dame diverse, avevano trovato lo stesso il modo di avvicinarsi a loro e di metterci bocca. Si affrettarono ad allontanarsi. Ron era stato inizialmente preso alla sprovvista, e poi, imbarazzato come non mai – affrettandosi ad allontanarsi dai fratelli – guardò perplesso Hermione, che sembrava furente.

“Odio Fred e George,” disse lei.

Ron sospirò. “Benvenuta nel club,” disse.

“Continuano a fare quei commenti stupidi… come se… come se ci dovessimo sposare da un momento all’altro anche noi!”

“Be’, si vede che è una moda,” disse Ron, sovrappensiero.

“Che cosa intendi?” disse Hermione, colta dal dubbio.

Ron scosse la testa. “Che cosa ho detto?”

“Hai detto che va di moda,” disse Hermione.

“Che cosa?”

“Prenderci in giro. Come se ci dovessimo sposare.”

“Ah, sì,” disse il ragazzo. “Ma lascia perdere. Parlavo così, tanto per…”

Hermione sospirò, esasperata.

“Che cosa c’è, Ron?”

“Potrei fare la stessa domanda a te,” disse lui.

“Ascolta, forse non posso capire, ma-“

“Vuoi proprio sapere che cosa mi ha detto mia madre?” disse lui, con aria avvilita.

“Io? Sì,” disse lei.

“Bene, ecco,” disse Ron, e in quel momento distolse lo sguardo, arrossendo vistosamente. “Dopo avermi fatto un… ehm. Un discorso su… le ragazze… i ragazzi… uhm, insomma…”

“Passa avanti, ti prego.”

“Bene, mi ha cominciato a dire di lei e papà, e del fatto che… be’, in pratica, non vuole che ci salti il grillo in testa di sposarci in segreto.”

“Cosa?!”

“Hai capito.”

“Lei pensa che-“

“Be’, in poche parole… sì.”

Ron si voltò di nuovo verso Hermione per ricevere conforto, ma si trovò infine solo a vederla scoppiargli a ridere in faccia, e poi a stringersi a lui, scossa dall’isteria del momento.

“Cosa c’è di tanto divertente?” disse il ragazzo.

Hermione non riuscì a rispondere.

“Guarda che lei era seria,” disse Ron dopo qualche secondo di silenzio.

Hermione annuì e un poco si riprese, allentando la presa.

“Non è per tua madre, eh, assolutamente,” disse. “Ma ci vedi – noi – a sposarci in… in segreto?”

“No, mamma mi spellerebbe prima, come ti ho detto.”

“Sì, ma in caso passeranno anni prima che succeda,” disse lei, ora anche le lacrime agli occhi. “Visto il tempo che è passato prima che riuscissimo a… combinare qualcosa? A prescindere dalla situazione, intendo, certo che in questi giorni-”

Non continuò a parlare, si fermò d’improvviso, così come d’improvviso s’era fermato Ron, che ora non si muoveva più, e che si limitava a tenerla fra le braccia e a guardarla negli occhi.

“Non dire così,” disse dopo poco. “Lo sai come finisco per recuperare il tempo perduto sempre all’ultimo momento. E solo perché tu mi aiuti, non è forse così?”

Hermione annuì lentamente, non riuscendo subito a cogliere il senso del discorso.

Ron sorrise, la tirò a sé e la baciò. Lei fece presto a capire, e a ricambiare; così se ne stettero fermi, in mezzo alla pista da ballo, ignari del pubblico, delle altre coppie danzanti per le quali erano d’intralcio, e soprattutto dello swing che continuava a risuonare nell’aria.



*



“Ah, ovviamente il matrimonio segreto rimane fuori questione.”

“Vorrei ben vedere!”

“Quantomeno vorrei una cosa seria, dignitosa, niente di improvvisato. Harry sarà il nostro testimone, naturalmente. I miei genitori saranno molto contenti, gli sei sempre piaciuto in modo particolare - anche se prima vorranno parlare un poco con te. Cosa ne dici di una delle prossime domeniche a pranzo?”

Hermione si voltò a guardare l’espressione di Ron. Lui aveva dell’indescrivibile, ed era sbiancato completamente, un peculiare contrasto tra il colore del viso e quello dei suoi capelli.

Lei scoppiò a ridere.

E poi dicono che non ho senso dell’umorismo!



(fine)


*


Sigla di chiusura, sulle note di "Science Fiction/Double Feature (Reprise)" dal Rocky Horror Picture Show.

Magic Fiction / Double Feature

Bill and Fleur Delacour will have their future

Kisses have been shared by Ron and Hermione

Potter’s going to fight the Lord without regretting

His litte Gee-e-e-een

At the midsum(mer) Weasley Wedding Swing Time Show

I wanna go

Ah ah – ah ah ah

To the midsum(mer) Weasley Wedding Swing Time Show





Chi a questo punto fosse interessato alla vera identità di Edward Everett Horton et similia, può andare a vedersi la fine di questa pagina.

  
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