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Autore: Rika Chidori    08/10/2011    0 recensioni
Voleva dire qualcosa, qualsiasi cosa, per riuscire a spezzare il silenzio. Un silenzio talmente immenso, potente, disarmante. Per la prima volta in vita sua, lei, la “so-tutto-io” non riusciva a spiccicare parola.
Lui l’aveva sorpresa, e lei non riusciva a credere a quello che stava provando. No, non era disgusto. Nemmeno rabbia, o disprezzo, o alterigia. Sentimenti che da sempre avevano rinfocolato il suo odio per Draco Malfoy, lo stesso Malfoy che ora la teneva incollata al muro, il viso a pochi centimetri dal suo.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
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Sesto capitolo.
 
 
 
Hermione si sentiva di buon umore quando si stava preparando per andare a Hogsmeade con Harry e Ron.
Si stava osservando pigramente allo specchio: aveva messo un maglione  di un color malva intenso, con lo scollo a ‘V’, un regalo dei suoi. Al posto della solita gonna della divisa, aveva un paio di jeans scuri e degli stivaletti felpati. Si era messa di nuovo il profumo di Ginny, giusto qualche goccia sul collo.
- Stai molto bene! – esclamò allegramente Ginny, passandole accanto. Hermione sorrise.
Quando scese in Sala Grande trovò Harry e Ron che l’aspettavano. Entrambi avevano il maglione che la signora Weasley aveva cucito per loro il Natale precedente.
Harry la salutò con un cenno della mano, ma Ron sembrava immerso nei suoi pensieri.
- Ciao Harry, ciao Ron. – li salutò. Ron alzò la testa di scatto, come se fosse stato appena risvegliato da una trance profonda.
- Ah… ciao, Hermione. – rispose frettoloso.
- Stai bene, Ron? Hai un’aria un po’ pallida. – chiese la Grifondoro, scrutando in viso l’amico.
- Io… - iniziò lui, titubante, ma sembrò volersi trattenere - … no, nulla! Ero solo immerso nei miei pensieri. –
- Ehm… ok. – rispose Hermione, ma era allarmata dal comportamento di Ron.
“Da quando Ronald Weasley “si perde nei suoi pensieri” … ?”
- Beh, direi che è il caso di partire! – disse Harry, e gli altri due si accodarono insieme agli altri ragazzi, in attesa di partire per Hogsmeade.
 
- Hermione, guarda qui! – esclamò Harry, indicando una scatola di Piume di Zucchero  - non avevi detto che le volevi comprare? –
- Ah, grazie, Harry! – rispose lei, afferrando una scatola argentata. Il tepore di Mielandia la insonnoliva un po’, in contrasto con l’aria frizzantina di quella giornata primaverile.
- Io e Ron andiamo nella stanza accanto! – la avvertì Harry, e Hermione fece un cenno. Li guardò sparire tra la folla, Harry con qualche pacchettino di Zuccotti di Zucca e Ron stracolmo di scatole di ogni colore e forma. Quel giorno, Ron le aveva a malapena rivolto la parola, ma non sembrava arrabbiato con lei; Hermione si chiedeva che cosa gli passasse per la testa.
Si recò verso la cassa, e, con fatica, riuscì a pagare una scatola di Piume di Zucchero e un pacchetto di Caramelle Frizzanti.
Senza aspettare oltre, si liberò dell’atmosfera viziata del negozio uscendo dalla porta laterale. L’aria fresca le sferzò il viso, e lei la inspirò profondamente.
Poi, decisa a ritrovare i due ragazzi davanti alla porta principale, iniziò ad aggirare l’edificio a larghi passi, tenendo lo sguardo fisso sui cumuli di neve non ancora sciolti che…
SBAM!
Senza accorgersene, era andata a sbattere contro una figura alta e ammantata di scuro. Hermione alzò gli occhi, e, con un misto di sorpresa e orrore, si rese conto che quella figura era Draco Malfoy.
Lo stupore le fece cadere i pacchetti di Mielandia, che precipitarono rovinosamente sulla strada umida.
Senza fiato, spostò lo sguardo sugli occhi di ghiaccio del Serpeverde, che, dal canto suo, sembrava aver perso l’uso della parola.
Rimasero così per quella che sembrava un’eternità, fino a che Hermione decise di raccogliere frettolosamente i pacchetti caduti. Malfoy sembrò voler dire qualcosa, lo sguardo truce e affilato, ma qualcuno gridò il nome della Grifondoro dietro di lei.
- Hermione! – ripeté la voce, e Harry Potter spuntò all’improvviso, con Ron al suo fianco.
- Che succede? – chiese Ron, guardando Malfoy in cagnesco.
Draco sembrò riprendersi di colpo – E a te che ti frega, stupido Weasley? –
Ron diventò paonazzo, come ogni volta che si sentiva attaccato. – Mi frega, dato che stai dando fastidio a Hermione! – esclamò.
- Figurati se mi importa di una Mezzosangue come lei! – rispose Malfoy beffardo, e Hermione arrossì violentemente, lanciando uno sguardo terribile al Serpeverde; lui se ne accorse, e, per un attimo – a lei sembrò davvero che accadesse – parve vergognarsene.
- Bada a come parli, idiota di un Malfoy! – intervenne Harry, e fece come per sfoderare la bacchetta.
- Basta, andiamocene. – rispose Hermione, cercando con tutte le sue forze di nascondere l’amarezza. Trascinò per le braccia i due amici, che la seguirono senza protestare.
Camminarono per qualche minuto, in silenzio, finché Harry non decise di romperlo.
- Sentite, andiamo ai Tre Manici. Prendiamo una Burrobirra e ci rilassiamo. Non è giusto che quello schifoso di Malfoy ci rovini la giornata! – protestò il ragazzo, e gli altri due si dissero d’accordo.
Quando entrarono ai Tre Manici di Scopa, riuscirono a fatica a guadagnarsi un tavolino striminzito in fondo al locale: era già stracolmo di studenti della Scuola.
- Tre Burrobirre, per favore. – urlò Harry a Rosmerta, nel tentativo di sovrastare il vocio e le risate degli altri studenti.
- Ma certo, caro! – urlò di rimando la donna, e si allontanò scansando la moltitudine di avventori.
Dopo poco i tre sorseggiavano la bevanda calda, ed Hermione ebbe la sensazione di potersi rilassare, almeno un attimo. L’affermazione di Malfoy non doveva stupirla più di tanto, ma si era inutilmente illusa che qualcosa fosse cambiato. Le sembrava che avergli parlato a cuore aperto, e averlo visto in un momento così fragile, potesse farle comprendere meglio chi era Draco Malfoy.
“Sono stata un’illusa, dopotutto. È meglio per me che io dimentichi.” Si disse, ma quella frase aveva il gusto amaro della sconfitta e della delusione. Eppure, una piccola parte dentro di sé non voleva ancora mollare. Non ora.
- Ragazzi, vado un attimo in bagno. – disse Harry, alzandosi. Ron annuì.
Hermione seguì il ragazzo con lo sguardo, mentre lui schivava studenti eccitati e avventori dall’aria strana.
- Hermione – la chiamò Ron, e lei sobbalzò.
- Oh… scusa, Ron, ero solo soprapensiero. – rispose lei.
- Io… volevo chiederti una cosa. – disse Ron, e lei lo scrutò in viso. Sembrava che si trattasse di qualcosa di importante.  Ron aveva un’espressione seriosa e un po’ compita. Si chiese cosa gli stesse succedendo; forse era ora di fargli sputare il rospo e scoprire qual’era la preoccupazione che lo teneva sulle nuvole già da una settimana.
- Certo, dimmi pure. Anzi, dato che ci siamo… voglio sapere cos’è che ti preoccupa così tanto in questi giorni. Hai un’aria un po’ svampita. – ribatté Hermione, facendo un sorrisetto. Ron sembrava preso in contropiede, e rimase muto per cinque secondi buoni.
- Ah, ehm… ecco… Hermione. Volevo sapere… sapere se… - borbottò lui.
- Cosa? – lo incalzò la ragazza, ma aveva un brutto presentimento.
- No, giusto così, per sapere… mi chiedevo se avevi… se per caso… avevi un ragazzo. – farfugliò, e poi arrossì come un peperone. Hermione rimase a bocca aperta.
- Io… no, Ron, oddio… Non ho… nessun ragazzo. Perché mi fai una domanda del genere? – rispose lei, arrossendo a sua volta.
- Perché sembravi… Beh, fa niente. Mi chiedevo soltanto, se, ecco, ti piaceva un altro. Cioè, un ragazzo. – disse Ron velocemente, le orecchie paonazze.
- No, devi aver frainteso. – ribatté la ragazza. Rimasero entrambi in silenzio. Ma perché Harry non tornava?
- Era per questo che… sembravi sempre pensieroso? – pigolò Hermione, azzardando uno sguardo fugace al ragazzo. Ron sembrò agitarsi sulla sedia.
- In un certo senso. Sì, insomma… Oh, Hermione. Lo sai che non sono bravo in queste cose, però, ecco… La verità è che tu… tu mi… -
- Eccomi! – urlò Harry, che nel frattempo sembrava riemerso da un gruppo di streghe chiacchierone al tavolo accanto.
- Scusate, ma a quanto pare uno studente ha tentato di intasare il bagno degli uomini e… beh, che cosa c’è? – chiese, interrogativo.
I due cercarono di riprendere in tutta fretta un’aria allegra e spensierata.
- Niente! – esclamarono all’unisono. Harry rise, divertito, ma non fece ulteriori domande. Era una cosa di Harry che a Hermione piaceva: non era mai invadente, e non si immischiava mai troppo nelle questioni tra lei e Ron, nemmeno quando facevano uno dei loro soliti bisticci.
Hermione affondò il viso nella Burrobirra, mentre un Ron a disagio cercava di spostare l’attenzione di Harry sull’ultima lezione di Incantesimi.


***


 
Mandorla. Mandorla e vaniglia. Così dolce. Con una nota di gelsomino. Era un profumo dolce, ma non intenso. Non ti soffocava come un abbraccio troppo stretto, non voluto. Era una carezza, veniva dal collo e dai capelli, sembrava emanarsi come un’aura delicata.
Draco Malfoy aveva ancora, nelle narici, il profumo di Hermione Granger. L’aveva avvolto quando si erano scontrati, l’aveva sfiorato con lo sguardo e le parole, l’aveva lasciato nel momento stesso in cui lei aveva girato i tacchi, scuotendo la chioma castana.
Non c’era niente di eclatante, in Hermione Granger. Non aveva gambe chilometriche, non aveva la camminata da diva del cinema. I suoi capelli erano troppo folti, il suo temperamento troppo cocciuto. Era una che studiava perché le piaceva, era una che ti bacchettava.
Ma il suo sguardo severo era così morbido, quando lasciava scorgere un po’ di lei, dietro la corazza. Il cioccolato delle iridi, che si scioglieva in lacrime trattenute. Il sorriso fuggente.
Malfoy sentiva solo l’eco di questi pensieri, mentre si affrettava per le vie più buie di Diagon Alley. Dopo la curva, sarebbe sbucato in Nocturn Alley. Fortunatamente, non doveva addentrarsi più di tanto, perché il suo contatto si sarebbe fatto vivo nei dintorni.
Una folata di vento gelido gli scompigliava i capelli biondi, quasi bianchi. Non aveva ancora smesso di chiedersi perché stava succedendo proprio a lui. Dentro di sé conosceva le risposte: “Perché mio padre è avido, e mia madre lo ama troppo.” “Perché è il lato oscuro.” “Perché è il potere.” “Perché è troppo tardi per tirarsi indietro.”. Non poteva lasciare, però, che la sua mente indugiasse troppo. Gli faceva male.
Mentre camminava, scansando le pozze d’acqua che la neve aveva lasciato, sentì la presenza di qualcuno. Si fermò, i sensi all’erta.
- Signor Malfoy – bisbigliò qualcuno dal vicolo alla sua sinistra. Malfoy fece qualche passo, prudente.
Girando lo sguardo, individuò un uomo non molto alto, vestito di scuro. Aveva un volto affilato, con un accenno di barba e occhi acquosi e arrossati.
- Signor Malfoy – ripetè, facendo cenno di avvicinarsi. Malfoy lo zittì con un gesto, per poi muovere qualche passo. L’uomo tese in avanti un pacchetto rettangolare, con il timbro del negozio di Madama McClan.
- Lo porti al signor Piton. – disse soltanto, mentre Draco prendeva il pacchetto in mano. Fu tentato di aprirlo in quell’esatto momento, e, eventualmente, di riempire di botte quello stupido omuncolo untuoso.
- Mi assicura che non rischio niente? – rispose, lentamente. L’ometto annuì con vigore.
- Nessuno sospetterà nulla. Siete sotto la protezione del signor Piton, potete stare tranquillo. – disse l’uomo, sorridendo, e Malfoy notò che gli mancavano parecchi denti.
- D’accordo. Ora sparisci. – tagliò corto il Serpeverde, e l’uomo si dileguò, addentrandosi nei meandri di Nocturn Alley.
Malfoy mise il pacchetto ben nascosto, sotto il mantello. La curiosità lo stava divorando, ma sapeva che non era una mossa intelligente impicciarsi negli affari di uno dei più fidi Mangiamorte del Signore Oscuro. Si limitò a stringere il mantello al petto. Tiger e Goyle lo aspettavano davanti al negozio di Creature Magiche.
- E ora, che facciamo? – gli chiese poi Tiger, dopo l’arrivo frettoloso del Serpeverde.
- Ce ne torniamo a Hogwarts. E bocca chiusa, voi due. – ordinò, tagliente, mentre i due gorilla lo seguivano docilmente.
 
 
 
 
Note dell’autrice: Eccoci a un nuovo capitolo. Cosa c’è in quel pacchetto non è affar vostro!  ù___ù
Comunque, Malfoy sembra aver dimenticato il suo momento di “debole tenerezza” con Hermione D: Accidenti, è proprio testardo! ò__ò
Ma l’autrice, che è più testarda di lui, farà in modo che possa esserci un’altra situazione… ad effetto! *__* Magari nel prossimo capitolo! :D
  
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