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Autore: ryuzaki eru    09/10/2011    7 recensioni
(Nel cap. 1 scheda in stile "Death Note 13 How to read")
Un lento crescere di strani ed apparentemente trascurabili eventi. Una ragazza comune, preda di una situazione incomprensibile. L’apparente iniziale assenza di tutto ciò che riguarda il mondo di Death Note, così come voi lo conoscete. Ma tutto quell’incredibile mondo c’è! Kira, Tokyo, il quaderno. Ed Elle arriverà… Perché volevo continuare a vederlo parlare, muoversi, ragionare.
Elle era in piedi sul marciapiede e con gli occhi spenti la osservava, mentre strusciava svogliatamente il dorso del piede su un polpaccio...
«Ciao, Ryuzaki…» tentennò Emma «Allora…sai dove vivo… Ed io non te l’ho mai detto! Quindi…»
«Quindi?» le chiese lui vagamente irriverente.
«Quindi immagino tu sappia altro... Il punto è da quanto tempo sai!»
Elle smise di grattarsi il polpaccio e portò il piede a terra «No. Il punto è che da ora la smetterai di giocare da sola a questa partita.» la gelò.
La voce le arrivò dritta alla testa, come una tagliola affilata.
Il suo sguardo impassibile e freddo la trapassò.
Genere: Introspettivo, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: L, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Another world'
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Eccomi qui. Col capo cosparso di cenere chiedo perdono per il ritardo…
Ecco un capitolo più soft ed anche più lungo del solito…
Incrocio le dita, come sempre! ;)
 
Buona lettura e grazie di essere qui!

 
Alcuni dei personaggi che appariranno non mi appartengono, ma sono proprietà di Tsugumi Ohba e Takeshi Obata; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.

7. Una scelta assurda?

 
Alle quattro del pomeriggio Emma finì di lavorare. Adesso aveva il tempo di pensare a quell’idea che aveva partorito poche ore prima e che la elettrizzava.
Ma c’era ancora un’altra agitazione…
Arrivò al sentiero, allungò lo sguardo oltre gli abeti, sperando…
Ancora non aveva la visuale completa.
Camminò ancora un po’…
Ora vedeva tutto il fusto dell’albero riverso sul prato.
Nessuno…
Era andato via…
Emma non lo aveva ammesso, ma ci aveva sperato. Ci aveva sperato tanto…
Velocizzò automaticamente il passo, attraversò il prato, superò il solitario tronco, senza guardarlo.
Nascose a se stessa la delusione in questo modo, fingendo di passare davanti a quel luogo con noncuranza…O forse semplicemente evitò di soffermavisi per sottrarsi ai pensieri che ne sarebbero potuti scaturire e a quella involontaria sottospecie di nostalgia che a volte colpisce l’essere umano, poco dopo l’inevitabile conclusione di momenti piacevoli.
Cercava di convincersi che, se anche in quel pomeriggio avesse passato più tempo con lui, le cose non sarebbero cambiate e che comunque non lo avrebbe più rivisto, dal momento in cui lui avesse deciso di andarsene. Al massimo avrebbe ottenuto poco altro tempo trascorso in sua compagnia in una tiepida giornata di ottobre…
Non sarebbe stato male però…
Emma cercò di allontanare questi pensieri.
Si diresse spedita verso l’uscita, guardando davanti a sé, con passo deciso.
E si sforzò di concentrarsi sul suo progetto. Su quello contava molto.
In questo caso non aveva timore di sperare, né faticava ad ammettere che lo stava facendo…
E con la mente piena di pensieri si incamminò verso casa e si accese una sigaretta.
 
Chiuse la porta dietro di sé, andò subito al bagno per togliersi lì gli abiti impolverati, cercando di non inzaccherare tutta casa, ed indossò la tuta per gli allenamenti. Avrebbe sfruttato la lezione delle sei e mezza, visto che non era andata in biblioteca. La doccia l’avrebbe fatta direttamente in palestra.
Quindi sprofondò sul divano.
Elle… Ce la farò? Non è molto realizzabile come idea… Forse penso troppo in grande, punto troppo in alto… Non sono preparata per questo genere di cose… Sono una persona assolutamente normale! Forse non dovrei tentare… Potrei cacciarmi nei guai… Anzi, sicuramente mi caccerò nei guai… Non sono mica un agente della CIA!!
Sbuffò.
Aveva bisogno di staccare per un po’.
Dormire però la turbava. Non era più riuscita a sognare da quando si era ritrovata in quel mondo…
Doveva però cercare di immergere la sua mente in qualcos’altro. Qualcos’altro che l’avrebbe momentaneamente, ma completamente allontanata da quei pensieri. Doveva immergersi in un’altra dimensione… Doveva leggere qualcosa, appassionarsi ad altro e cullarsi per qualche tempo altrove….
 
Eh eh eh… Emma vuole immergersi in un’altra dimensione.
Un libro, un fumetto, un film, un cartone animato… Ogni volta che vi approcciate ad uno qualsiasi di questi, vi dimenticate momentaneamente della vostra vita, abbandonate la poltrona, il letto, la sedia o le persone sull’autobus affianco a voi, e vi ritrovate altrove.
Siete in grado di pensare ad altro mentre siete concentrati nella lettura di qualcosa?
No. Perché in quel momento la vostra mente è totalmente impegnata. Ed il bello è proprio questo… Essere completamente inghiottiti in un altro mondo.
Voi non potete neanche lontanamente immaginare le centinaia di migliaia di miliardi di dimensioni parallele esistenti…
Ogni libro, ogni fumetto, ogni film, ogni cartone animato… E tutte le fantasie, tutte le speranze e tutti sogni di ogni singolo essere umano vissuto fino ad ora… Ogni frutto dell’immaginazione umana, cosciente o meno, è in realtà un altro mondo…
Riuscite a concepire di quale immensa cifra sto parlando?! È perennemente in aumento e potrei dire tendente all’infinito…
Eh già. Anche i sogni sono altre dimensioni.
Pensateci bene. Sono altre dimensioni create da voi stessi, dal vostro inconscio vigile mentre la razionalità è sopita. E nei sogni “vivete” in prima persona tutto ciò che vi accade.
Ed io, se voglio, posso vedere tutti i vostri sogni, sia quelli ad occhi aperti, generati da una fervida immaginazione, che quelli ad occhi chiusi, nel silenzio della notte…
Ma ora mi sto dedicando ad Emma.
…Eh no però… La vostra mente sta già immaginando troppo. Non dimenticate che vi posso vedere!
No, in questo momento state viaggiando troppo con la fantasia… Lo vedo!
So benissimo che ora state pensando che tutto quello che Emma sta vivendo magari è solo un sogno.
Non è assolutamente così.
Non dovete dimenticare che Emma non riesce a sognare ed io, per il momento, voglio solo dirvi che non ci riesce proprio perchè sta già “vivendo” in un’altra dimensione.
Quindi mettetevi l’anima in pace. Se l’idea del mega-sogno di Emma vi stuzzica, fatevi i vostri film personali, elucubrate le vostre ipotesi, continuate pure questa vicenda con la vostra fantasia ed a vostro piacimento. In questo momento state semplicemente creando un’altra storia, un’altra fantasia e quindi un’altra dimensione ancora, facendo crescere quella cifra numerica immensa di cui sopra… Ed io, magari più tardi, verrò a dargli un’occhiata.
Ma quelle che state favoleggiando sono altre storie.
Ed io, adesso, sto guardando solo quella di Emma!


Allungò il braccio per rovistare nel suo zaino e tirò fuori He.
Era arrivato il momento di iniziare a leggerlo.
Fece scorrere rapidamente le pagine col pollice. Osservò la copertina. Appoggiò la testa sul cuscino, superò le prime pagine.
Page. 1 Scelta
E il tempo passò…
Alzò lo sguardo nel silenzio della stanza. Guardò l’ora.
Aveva letto i primi cinque episodi tutti d’un fiato.
Si soffermò a pensare.
Si sentiva carica di nuovo.
Tornò indietro con le pagine. Scovò le vignette che l’avevano catturata e le riosservò bene, rileggendo attentamente. L’aveva fatto anche con le pagine in cui Elle si era presentato al mondo per la prima volta, sfidando Kira in tv…
La giovane ragazza timorosa ed inibita era in piedi di fronte a lui, di fronte ad He. E gli parlava.
- ... Ma io non ce la farò mai, è un traguardo irraggiungibile…
- No. Basta volerlo.
- La fai troppo facile… sai a quante delusioni si va incontro così... Non si può “combattere” sempre...
- Infatti. Si combatte per le cose in cui si crede…
Emma girò la pagina.
- …ed io adoro le sfide.
Quest’ultimo baloon invadeva un terzo della pagina ed il resto era occupato dal volto di lui di mezzo profilo, con il cappuccio della felpa tirato sul capo che gli metteva in penombra gli occhi grandi e decisi. Un sorriso sicuro, adulto e rassicurante, ma al contempo da bambino e beffardo…
Emma sospirò.
Ora capisco perché ad Elle piace He, nonostante sia completamente diverso da lui e sia un ladro…
Accidenti, piace un sacco anche a me!
È veramente un grande!
Ma questo in fondo dovevo aspettarmelo, non me lo sarei messo sullo screensaver altrimenti…
… “Basta volerlo.” e poi “Io adoro le sfide.”
Queste devono essere alcune delle frasi “bomba” di He… Di quelle che stampano sulle magliette e sui gadgets… Un po’ come "Io sono la giustizia"…

Poggiò il fumetto aperto e con la copertina rivoltata sul divano.
Quelle pagine erano riuscite a ricaricarla veramente… Si sentiva stupida ed infantile per questo, ma era così…
Andò verso l’armadio e aprì i cassetti alla ricerca di qualcosa che non ricordava di aver avuto, ovviamente, ma che sicuramente, invece, aveva, esattamente come possedeva la serie completa di He
Frugò bene e alla fine infatti trovò una t-shirt nera raggomitolata nell’angolo in fondo, dentro una bustina di cellofan… Una maglietta da indossare solo in determinate occasioni, perché altrimenti avrebbe fatto la figura della “nerd” super-gasata…
La svolse… Sul retro, all’altezza delle spalle, campeggiava la scritta bianca Io adoro le sfide.
Sorrise. Perché aveva avuto ragione. Quella frase era certamente una delle pietre miliari di He, sfruttate in tutte le salse e riproposte ai fans in svariate forme. E sorrise perché, nonostante le insicurezze e le paure, le si addiceva. Anche per questo doveva aver acquistato quella maglietta, in un passato sperduto di quel nuovo mondo, che lei non ricordava, ma dove ora stava inspiegabilmente ed improvvisamente vivendo.
Anche Emma amava le sfide, proprio come He.
Accese il pc, controllò la posta e trovò una e-mail.
Cara Emma,
Ho ritenuto opportuno informarti, per il momento in modo informale ed ufficioso, di alcuni importanti progetti.
La pubblicazione definitiva dello scavo è stata finanziata. Cominceremo a lavorare a breve. Come tu sai non siamo in molti: Misao, Kei e me, come operativi fissi.
Tu hai seguito il cantiere fin dalla prima campagna e conosci tutto di quell’area anche grazie alla tua formazione. Il tuo supporto, il tuo curriculum e le tue capacità sarebbero quindi molto preziose.
I finanziamenti per i collaboratori, tra i quali ho intenzione di farti rientrare, copriranno due anni di lavoro. In seguito dovremmo poter ottenere altri fondi per ulteriori campagne.
La proposta che ti faccio è seria, ma mi rendo conto che per te può non essere semplice accettare. Si tratterà di lavorare a Tokyo, almeno per i prossimi due anni, con poche ispezioni sul sito in Italia, che potresti svolgere tu.
Ti chiedo quindi di pensarci attentamente e di darmi una risposta. Se accetterai potrò mettere in moto la macchina amministrativa ed inserirti nel nostro staff ufficialmente. Rimando a quel momento ulteriori dettagli.
Attendo tue notizie,
Eijiro Usui
Non era solo soddisfatta, felice o emozionata per la richiesta del professore.
Semplicemente sorrise e disse:  «Bene. Tutto si sta disponendo alla perfezione.»
 
Verso le nove Emma entrò in casa di Viola, sventolando due birre fredde ed un pacco di patatine.
«Grande! Io ho preparato uno sformato di verdure e dei bocconcini di pollo.» Le disse la padrona di casa sull’uscio, con un mollettone giallo ed una fascia rosa ad imbrigliarle i lunghi capelli ricci e tre strati di magliette una sopra l’altra che, a detta di lei, le tenevano più caldo di qualunque felpa.
Emma entrò arrancando con il borsone della palestra a tracolla «Spero che tu abbia abbondato con le quantità, perché tra poco azzannerò anche il tavolino… Ho pranzato presto, ho mangiato poco, digerito rapidamente e non ho spizzicato niente nel pomeriggio!»
«Anche se lo avessi fatto, avresti abbondantemente bruciato tutto, accanendoti sul sacco o sul povero ragazzetto di turno!» ribattè Viola, camminando verso la cucina e facendo scivolare le mega-pantofole a forma di gatto sul pavimento liscio della casa.
Emma sorrise, simulando un broncio «Non sono cattiva…»
«No. Sei solo affamata. Comunque ho abbondato ed in ogni caso c’è parecchio pane.» Rispose Viola, strizzandole l’occhio.
«Bene. Apriamo le birre intanto.» Ed Emma poggiò la sacca a terra.
Si misero a tavola. Aprirono e finirono la busta di patatine chiacchierando. Poi apparecchiarono.
«Sempre con quei capelli umidi. Ma non hai freddo?» Chiese Viola.
«No. Non mi va di stare mezz’ora col phon acceso… Dieci minuti sono pure troppi per me. Tanto poi si asciugano lo stesso!»
Continuarono ad aggirarsi intorno ai pensili ed ai fornelli dell’angolo cottura in silenzio, per qualche breve attimo.
«Allora, cosa è successo?» Esordì Viola a brucia pelo e si voltò verso Emma. Avevano atteso fin troppo.
Emma poggiò i tovaglioli sul tavolo, a testa bassa.
Poi alzò lo sguardo sull’amica, la fissò per qualche istante.
Sospirò e cominciò a parlare…
«Ci sono due cose importanti da dire. La prima è seria e cambierà tante cose per me. La seconda è folle…»
L’amica la guardava, ma non la interrompeva ed Emma continuò a parlare, cominciando dalla più facile…
«Allora. Ho parlato con Misao ed ora ho avuto la conferma dal prof. Usui della Todai… Potrò lavorare con loro. Ma dovrò andare a Tokyo. Tra poco. Ci dovrò restare per almeno due anni. Ho deciso di accettare.»
Emma guardò l’amica che la osservava seria.
Poi Viola sorrise e finalmente parlò.
«Non tolleravo di vedere le tue capacità sprecate in un paese che sta colando a picco…
Ho sempre sperato e saputo che avresti fatto qualcosa del genere…
Mi mancherai da morire…»
Serrò le labbra in un sorriso commosso… Poi portò la mano a coprire la bocca, scosse appena il capo, continuando a guardare la sua migliore amica negli occhi… Lasciò ricadere la mano, le si avvicinò e con la voce tremante ma agguerrita le disse: «Parti e sfonda tutto!»
Poi si tuffò tra le braccia di Emma che la strinse calorosamente e le si accasciò sulla spalla.
Rimasero così, in silenzio.
«Non posso neanche pensare di dover fare a meno di te…» Disse alla fine Emma, continuando a tenere stretta Viola. «Ti tartasserò di e-mail e ti racconterò ogni cosa su msn!»
«So che lo farai…»
Si separarono. Avevano entrambe gli occhi lucidi.
Si guardarono e si misero a ridere…
«Ma quando parti? Abbiamo un po’ di tempo per stare insieme ancora?»
«Certamente! Devo finire l’incarico qui. Nel frattempo farò un corso intensivo di giapponese per migliorare quelle quattro cose che so e mi organizzerò la partenza. Diciamo che tra poco più di un mese decollerò per il paese del Sol Levante. A proposito, lasciamo perdere i discorsi lacrimosi e parliamo di cose serie: quando ti scade il contratto di affitto qui?»
«Fra tre mesi.»
«Che ne dici di andare a vivere a casa mia? Alla fine rimarresti in zona e pagheresti la stessa cifra. A me il contratto scadrebbe tra tre anni… Per i prossimi tre mesi potrei permettermi di continuare a pagare io, tanto dubito che troverò una casa all’istante a Tokyo e sicuramente all’inizio scroccherò un letto da Misao. Poi però sarebbe un problema pagare due pigioni…» Concluse Emma con gli occhioni aperti e pensierosa.
«Fantastico! Mi risolveresti un sacco di questioni! Quando tornerai però non dovrai buttarmi immediatamente fuori di casa e dovrai aiutarmi a trovare un’altra soluzione!»
«È il minimo! D’accordo. Allora è deciso.»
«… Emma… quale sarebbe la cosa folle?» Viola non mollava, naturalmente.
E adesso ad Emma toccava affrontare il macigno… Tuttavia, dal giorno in cui aveva chiamato Viola per parlarle, le cose erano decisamente cambiate…
Differenze strane, Radio Ga Ga, Psycho, He…Sì, era così…
Ma ora c’era Elle di mezzo…
E ora c’era il suo folle piano…
Elle era una persona vera e lei non poteva permettersi di raccontare a nessuno che conosceva la faccia del misterioso ed iperprotetto detective del secolo, nemmeno alla sua migliore amica…
Si fidava ciecamente di lei. Ma il punto era un altro.
Poteva cacciare nei guai se stessa, ma non poteva invischiare anche Viola nelle sue folli elucubrazioni…
Tutto questo faceva molto trama da film-polpettone di terza categoria, con protagonista magnanimo che cerca di allontanare dai rischi le persone care… Emma se ne rendeva conto, ed in parte le era anche risultato strano pensare quelle cose…
Ma la situazione era quella.
Il personaggio leggendario di un manga esisteva e lei stava vivendo nel suo mondo.
Quindi, si ritrovava a confrontarsi anche con situazioni fuori dal comune ed a comportarsi da “copione”, allontanandosi momentaneamente dalle normali e reali situazioni di vita comune…
«…Uhm… Non è tanto facile iniziare… »
«Provaci! Quando decidi di parlare in genere sei un fiume in piena! Forza!» La incoraggiò Viola.
«Oggi ho visto una persona.»
Pausa lunga…
«Chi? La conosco?»
«Non credo che tu la conosca. Anzi, è impossibile che tu la possa conoscere… Ma mi piacerebbe tanto che fosse così… Perché potrei parlartene in modo diverso. L’ho incontrata all’ora di pranzo nell’area archeologica. Stava leggendo mentre io mangiavo. Abbiamo parlato un po’…»
«E’ un ragazzo?»
«Sì.»
«E’ un turista?»
La stava incalzando… Ovvio che lo stesse facendo… Emma era stranamente reticente…
«… Ehm… Sì, diciamo di sì…»
«Che vuol dire “diciamo di sì”? Vive su questo pianeta almeno?»
«No. In effetti, almeno per me, potrebbe venire da un altro mondo!» Disse Emma ridendo, rispondendo al tono canzonatorio dell’amica. La verità era che solo Emma stava vivendo in un altro mondo…
«Ok, continua per favore, non ti interromperò, almeno per un po’.» Viola incrociò le braccia, si appoggiò al tavolo della cucina e attese paziente, rimanendo in piedi.
«Allora… Parla italiano perfettamente, ma credo che sia inglese. Adora i dolci. È molto intelligente. Probabilmente troppo intelligente. È assolutamente libero da ogni condizionamento sociale. È una persona particolare ed ho avuto una strana sensazione affianco a lui… »
«…Che sensazione?»
«Mi sembrava di conoscerlo da tanto. Diciamo che era qualcosa in più del sembrare. Quindi mi sono comportata molto liberamente. Sono stata bene…»
Viola si stava sciogliendo, dopo quelle parole. Aveva capito che si trattava di una confessione legata in qualche modo all’interesse dell’amica per un ragazzo. E, dato che Emma era diventata col tempo piuttosto difficile in quel senso, ora la ascoltava con un sorriso dolce e soddisfatto sulle labbra.
«Ok… Come si chiama?»
Emma ingoiò la saliva e abbassò lo sguardo.
«Non lo so…»
«Ma come “non lo so”! Non gli hai neanche chiesto come si chiama?! Da quando in qua sei diventata una bambina spaurita, Emma! Mi sembra che le parti si siano invertite, accidenti… Ricomincia da capo per favore e raccontami tutto per filo e per segno. C’è qualcosa che non mi stai dicendo…»
E così Emma si lasciò andare.
Almeno da quel punto di vista poteva aprirsi liberamente…
In fondo, lei, Elle lo aveva sempre adorato…
Ed ora poteva liberamente parlarne come di un ragazzo reale… A suo tempo, aveva chiaramente detto a Viola che Elle era un personaggio favoloso e che a lei piaceva tantissimo… e le aveva fatto una testa così, praticamente costringendola a leggersi il manga.  Ma di certo non le aveva potuto dire che se n’era proprio infatuata come una ragazzina! Era pur sempre il personaggio immaginario di un fumetto!!!
Ora, invece, gliene poteva parlare, anche se non poteva confessarle di chi si trattasse veramente…
E così iniziò a raccontare all’amica prima l’aspetto di Elle, e lo fece con una minuzia di particolari inquietanti, mentre Viola la guardava, seria, in silenzio… Poi, le riportò tutto il tempo trascorso con lui e lo scambio di battute, indugiando sulle qualità di lui, ma anche sulle sue buffe stranezze. E forse qui aggiunse anche qualcos’altro, che magari lui non aveva neanche fatto, ma che lei sapeva avrebbe potuto fare…
Ma disse solo questo e, naturalmente, omise molti dei suoi pensieri…
Viola l’aveva osservata ed ascoltata attentamente… «Hai ragione…Sembra veramente che tu lo conosca bene… troppo bene! Sembra che tu mi stia parlando di una persona che hai avuto modo di osservare accuratamente per lungo tempo… È inquietante… Questo ragazzo lo devi rivedere…»
Farsi i film mentali insieme sui ragazzetti di turno da quando avevano sedici anni, le aiutava a condividere quei momenti idioti ed a spalleggiarsi sui trip romantici… Due dementi! Se lo dicevano anche da sole qualche volta!
Viola non poteva certo sapere che quel trip era immensamente più grande di tutti quelli che avevano sempre creato insieme… Quella era una favola…
«…Come farai a rivederlo?»
Emma quindi rispose «Ho capito da alcune sue brevi considerazioni che andrà in Giappone prossimamente e che ci resterà a lungo…» Non era una bugia in fondo…
Viola abbandonò il tono sognante e ripartì in quarta «E tu pensi di incrociare per puro caso un ragazzo inglese e senza nome in quel buco di città che è Tokyo?»
«Sì, ma non per caso.» Seria.
«E come lo troverai allora?»
«In qualche modo.» Lapidaria.
A Viola vennero di nuovo gli occhi a cuoricino «Ti fa impazzire… L’hai descritto così presa… Ti ha veramente colpito…»
Emma sorrise «E’ difficile farti capire quanto e come.»
In effetti era impossibile.
Era vero che Emma ora poteva parlare seriamente di Elle con la sua amica, ma era anche vero che avrebbe voluto dirle tante altre cose. Troppe cose.
Ciò che le era accaduto era il classico scoop da raccontare dettagliatamente alla propria migliore amica. Avrebbe voluto condividere tutto, vedere la sua faccia quando le avesse rivelato di aver visto Elle, il “suo personaggio”, che Viola conosceva bene, prima…
Ma ora nulla avrebbe avuto senso, perché in quel mondo Elle esisteva veramente, ma nessuno lo aveva mai visto.
Solo per Emma lui era il longilineo ragazzo con le occhiaie, con la maglietta bianca e con un carattere deciso e senza scrupoli.
Solo Emma sapeva che quel ragazzo si sarebbe confrontato di lì a breve con un caso assurdo e senza precedenti e che sarebbe morto per questo.
Per Viola lui era solo un reale detective geniale e senza volto, non più l’affascinante e controverso protagonista del manga preferito dalla sua migliore amica…
«Ok, ammettiamo che tu lo riesca ad incontrare, cosa vuoi fare? Sinceramente credo che avresti dovuto sfruttare meglio la giornata di oggi piuttosto che progettare di rivederlo a Tokyo!»
«Ti prego, non dirmi questo… Già ci sono andata in paranoia più di una volta con questa cosa del mancato “cogli l’attimo” di oggi…
Il punto è che tanto qualche ora in più non avrebbe cambiato nulla per lui.
Perché le cose possano cambiare veramente devo rivederlo in Giappone.»
E qui Emma cominciò a farsi scappare qualcosa, guidata dalla naturale confidenza che aveva con  Viola ed iniziò a non fare più tanta attenzione alle cose che diceva…
Del resto, non sapeva mentire bene e non era un agente della CIA…
«Cambiare… ma “quali cose” devono cambiare…? E perché in Giappone sarebbe meglio? Come minimo, sapendo come si chiamava, sarebbe stato più semplice rincontrarlo! Io non ti capisco…»
«Non avrei mai saputo veramente come si chiamava.» Lapidaria, ancora una volta.
«Emma, sei un po’criptica… Da come parli sembra quasi che tu voglia rivederlo non solo per te stessa, ma per lui. Che cosa potrai mai fare “per” una persona che, a detta tua, non ti avrebbe mai detto neanche il suo nome… e comunque, da quello che mi hai raccontato, mi sembra un tipo piuttosto freddo, anche se tranquillo…»
Emma scosse il capo, sconsolata… «…Mi rendo conto di non essere per niente chiara… Perdonami… Diciamo che questo tizio mi ha catturato per la sua personalità e mi sono sentita a mio agio. Ho avuto la sensazione di conoscerlo e sento che potrei essergli di aiuto in futuro, in un modo che ancora non so.
Non guardarmi così! La profetessa ha parlato e tu non hai per niente rispetto!» Concluse Emma ridendo e cercando di smorzare quell’atmosfera strana che le era sfuggita di mano.
«Va bene. Se vuoi che ti “rispetti” mi devi rispondere. Come pensi di incontrarlo?»
«Il mondo è piccolo. Lo dicono tutti, no? Ok, ok, la faccio finita! …Credo che bazzicherà la Todai per un breve periodo… »
«D’accordo. Non insisterò su questo punto. Quando lo rincontrerai (perché la profetessa evidentemente ha dei poteri che io ignoro e sa già da ora che questo potrà accadere) cosa farai “per” lui?»
«Dovrò trovare il modo di incuriosirlo ed interessarlo. Già… non in quanto facente parte dell’altro sesso però, perché questo credo che non lo attirerà per niente…» Emma farfugliò quest’ultima affermazione quasi tra sé e sé, come se avesse preso in considerazione la cosa in quel momento per la prima volta… Del resto il suo “progetto” non era ancora maturo.
«Oddio, non dirmi che è gay! Ti ci manca solo di innamorarti di un…»
«Frena, frena!» La interruppe Emma «Non è gay! Cioè, io non ho mai pensato che lo fosse, mi sono sempre ribellata all’idea! Semplicemente credo abbia altri interessi.»
Emma non ce la faceva proprio ad evitare di dire quello che pensava e a non ingarbugliare ancora di più la testa di Viola con affermazioni poco chiare…
«Uhm… Ti sei “sempre” ribellata…?! Va be’, sorvolo ancora una volta… Quando ti avrà trovato interessante cosa farai?»
«A quel punto dovrò guadagnarmi la sua fiducia.»
«A che pro?»
«Se mi crederà e si fiderà di me potrò aiutarlo. La cosa più assurda è che aiutarlo sarà il passo più semplice. Mentre non so se sia più titanica l’impresa di interessarlo, quella di farmi credere o quella di guadagnarmi la sua fiducia…»
«Aggiungerei quella di non farti prendere per pazza!» Esclamò Viola, quasi esasperata dal fatto di non riuscire a cogliere i ragionamenti dell’amica.
«Sì, la aggiungerei anch’io, in effetti! Proprio da questa deriva la necessità di interessarlo e di guadagnarmi la sua fiducia. Dovrà capire che non sono pazza e che non voglio incastrarlo.»
«Emma. Io ci provo, ma questo film non riesco proprio a seguirlo…»
«Lo so. Ma tu ti fidi di me?»
«Sì.»
«Sai che non sono pazza, no?»
«Certo.»
«Quindi non ti preoccupare. Io andrò a Tokyo. Lavorerò sodo per l’università e cercherò di costruirmi un futuro migliore e nel frattempo, silenziosamente, porterò avanti anche quest’altro progetto o film, come lo chiami tu. Non ho nulla da perdere.»
«Uhm. Dubito che potrò farti cambiare idea. Anzi, ne sono certa. Del resto hai ammesso tu stessa che si tratta di una follia. Le tue follie non sono mai state d’intralcio al sano svolgersi della tua vita.
Da come ne parli questo lui sembra quasi un personaggio inventato. Strano e misterioso, sebbene indubbiamente interessante e probabilmente stimolante… Quando lo incontrerai fagli una foto. Lo voglio proprio guardare in faccia questo “lui” che ti ha trasformato in un profeta enigmatico!»
«Ci proverò.» Disse Emma, senza guardare in faccia l’amica. Aveva mentito.
«Mhm…Ok. Hai abbassato lo sguardo. Quindi hai mentito. Ergo, hai chiuso i contatti. Ora non mi dirai più niente. È inutile che io insista. Lo so…» Ammise sospirando Viola.
Poi le sorrise e riprese a parlare. 
«Parliamo d’altro. Hai visto che hanno beccato quel pazzo omicida?»
Come cambiare argomento, senza cambiarlo affatto…
«Sì… Ho sentito il telegiornale ieri.»
«Sono contenta. Questa storia mi stava terrorizzando. Se però non fosse intervenuto Elle chissà quanto ci avrebbero impiegato. Secondo me non lo avrebbero proprio preso. Perché per me lui esiste, eccome! Mi sto fomentando su questo tizio! Poi tutto questo mistero accresce il mito. Deve essere veramente un grande!»
«Sì, sono sicura che lo sia. Senza di lui non sarebbero arrivati da nessuna parte. E lo sanno. Per me è talmente superiore che non genera neppure invidia. Puoi solo stimarlo. Per invidiarlo dovresti poter aspirare ad essere come lui e quindi dovresti avere delle capacità almeno lontanamente affini alle sue. La maggior parte delle persone normalmente dotate non possiede nemmeno un terzo della sua intelligenza.»
«Che analisi! Ci hai pensato parecchio eh?!»
«Un po’…» Disse Emma sorridendo.
«Comunque sono d’accordo con il tuo profilo, profetessa. Inoltre credo che possa essere stimolante parlare con uno così!»
«Se ti degna di qualche attenzione, credo di sì. In generale credo sia stimolante starlo a sentire e basta.» disse Emma.
«Forse sì. Chissà che tipo è, durante le indagini intendo.»
«Un bastardo.» Rispose Emma lapidaria.
 
Bene.
Adesso mi sto veramente divertendo.
Voi non lo so, ma io decisamente sì!
Avete vagamente intuito il fine ultimo del “progetto” che Emma sta pianificando? Lei ha detto: “Perché le cose possano cambiare veramente devo rivederlo in Giappone”… Io questa volta ci sono arrivato senza neanche leggerle i pensieri… Ma sì, dai, non c’è bisogno di essere Elle per arrivarci!
Ma ora credo che darò un’occhiata alla sua mente…
Uhm… Interessante…
Secondo me Emma deve imparare a mentire ed a non lasciar trapelare nulla.
Perché con Viola, ma anche con Elle, ha detto troppo.
Deve imparare a dire solo quello che potrà tornare utile al suo piano.
Sì, credo proprio che darò un’occhiata molto accurata alla sua mente nei prossimi giorni, vorrei capire meglio come ha intenzione di muovere i suoi scacchi…
E credo proprio che non vi dirò un bel niente!
Chi sono io? Quant’è che ve lo chiedete, eh… Ah ah ah! Arrangiatevi!
Va be’, al massimo vi posso dare il mio parere.
Emma si sta lanciando in un terreno minato.
Lei lo conosce bene, ma Elle è sempre Elle…
 

 
Allora, questo era l’ultimo capitolo scritto nel passato. Dal prossimo in poi sarà tutta roba nuova, scaturita dalla mia testa incoerente nell’ultimo mese… Credo e spero che riuscirò a postare un capitolo a settimana circa. Mi impegnerò comunque a farlo! Era necessario e giusto dirvelo.
Mi piaceva dire qualcosa di He. Non ho esagerato e non lo farò neanche in futuro, andrei fuori tema. Ma "Lui" non può sparire, anche se sarà sempre collaterale ed appartiene all'aspetto giocoso della vita di Emma e di quella di Elle... Concedetemi e perdonatemi la licenza! Ma, secondo me, Elle legge i manga! E' assurdo dirlo, ma per me andrebbe pazzo per Death Note, per Ryuk e per la coppia Ohba/Obata!!!
Agli amanti di Roma dico semplicemente: ditele addio ;)
E mi fermo qui con le anticipazioni…
Spero che questo capitolo, di nuovo senza Elle, possa avervi interessato in qualche modo!
La mi preoccupazione a riguardo è legata anche alla verosimiglianza dei comportamenti di Emma… Quindi… INSHALLA! ;)
 
Grazie a tutti coloro che hanno inserito questa storia tra le preferite, a coloro che la recensiscono, a coloro che silenziosamente la seguono da tempo ed a chi l’ha scoperta ora per la prima volta!
Siete la mia forza e vi devo moltissimo!!
 

Eru

 
 

   
 
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