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Autore: reby    09/10/2011    5 recensioni
Rose Weasley: cinica, fredda, che non crede nell'amore(?!)l'opposto dei suoi genitori.
Albus Severus Potter: carismatico, fedele, astuto.
Scorpius Hyperon Malfoy: donnaiolo, arrogante, un buon amico.
In una Hogwarts dove i pregiudizi non sono scomparsi e i Grifondoro non sono necessariamente i più buoni, si affaccia il nuovo trio dei miracoli che questa volta veste divise color verde-argento.
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Stanza delle Necessità.
Si, solo quelle materiali però.
In quel momento l’unica necessità che Rose sentiva era quella di prendere a calci Malfoy.
Lì, davanti a tutti.
Ma questo era un dettaglio.
Poggiata alla parete giocherellava con il ghiaccio nel suo bicchiere di vodka babbana che quella sera stava andando a ruba anche tra i Purosangue.
Vestito verde mono spalla completamente ricoperto di paillettes, corto fino al limite della decenza e tacchi argentei dall’altezza vertiginosa.
Ecco la Weasley.
I capelli rosso fuoco erano stati lasciati liberi sulle spalle e completamente acconciati in boccoli dolci che cadevano sulle spalle strette.
Sorrideva affabile e maliziosa a tutti coloro che passando le lanciavano occhiate entusiaste e ai ragazzi che alzavano i bicchieri in suo onore.
La Weasley, la regina indiscussa di Serpeverde.
Gli addobbi erano tutti neri.
Qualche spruzzo di argento qua e là ad impreziosire il tutto e cuscini sui divani pece.
La pista da ballo ricavata al centro esatto della sala era gremita di studenti scalmanati che dimenavano i loro corpi sulle note di qualunque brano il Dj – un Corvonero con genitori babbani- lanciava.
Aveva promesso dei vestiti nuovi a delle ragazze Tassorosso ed ora eccole lì che si dimenavano su cubi d’argento.
La festa era un successone.
Vide Albus guardarla dall’altro lato della sala e congedarsi dalle ragazze della loro stessa Casa con le quali stava parlando affabile per dirigersi da lei.
La musica era assordante.
Si poggiò al muro accanto a lei, look total black e cravatta verde lenta.
Alzò il bicchiere colmo di quello che aveva tutta l’aria di essere Whisky Incendiario.- Alla nostra-.
Rose fece tintinnare i bicchieri.- Alla nostra, caro cugino.-
Svuotarono i bicchieri in un’unica sorsata.
-Bella cravatta- gli disse avvicinando le labbra all’orecchio per farsi sentire.
Albus rise.- Grazie. L’hai detto anche a quell’altro?-
Rose strinse la presa sul bicchiere ormai vuoto.
Certo che non l’aveva fatto.
Avevano la stessa cravatta quei due. Proprio dello stesso colore del suo vestito e, come le aveva rivelato Albus solo qualche ora prima, non era una coincidenza.
Ecco perché il bastardo mi aveva chiesto del colore del vestito.
-Suppongo sia un no-.
Lei non rispose, assottigliando gli occhi verso un punto preciso della pista da ballo dove un certo Serpeverde dalla chioma biondissima era impegnato in quello che poteva essere tutto tranne che un semplice ballo con una Corvonero.
Si sentì afferrare per un polso ed il bicchiere vuoto le venne tolto di mano da Albus che le sorrideva indicandole la pista.
Massì, si disse, aveva il diritto di divertirsi anche lei adesso.
La trascino al centro pista facendosi largo tra la folla e con la mano ancora stretta sul suo polso. Numerose teste si girarono a guardarli e numerose lingue biforcute iniziarono già a spettegolare.
A Rose sembrava di sentirli e un ghigno le increspò le labbra dipinte di rosso. Socchiuse le palpebre lasciandosi guidare da suo cugino.
Una volta fermi Albus non perse tempo e le circondo la vita con le braccia cominciando ad ondeggiare a tempo di musica.
Lei di rimando passò le braccia intorno al suo collo.
Lo sentì ridacchiare contro l’orecchio.
-Che dici, diamo loro motivo di chiacchierare?- sogghignò con le labbra attaccate al suo lobo e Rosie rise di gusto.
-Albus ti adoro quando proponi cose come questa-, gli rispose.
Strinse di più la presa attorno al suo collo cominciando a muovere il bacino in modo decisamente poco Weasley.
La musica cambiò.
Divenne più lenta, quasi sensuale, e la rossa si voltò verso il Dj – Oliver- che le fece l’occhiolino.
Si sentiva attraversata da mille sguardi pungenti ma di questo lei non si era mai preoccupata.
Chiuse gli occhi lasciandosi trasportare completamente dalla musica.
Ondeggiava come poche sanno fare, voleva provocare.
Sentii Albus portarsi dietro di lei e circondarle il ventre mentre si muoveva con lei.
-Direi che stiamo esagerando un pochino, cugina mia- ridacchiò lui.
Oh, Albus era adorabile quando si lasciava prendere completamente dal suo lato verde-argento.
Ormai la maggior parte dei partecipanti li fissava senza preoccuparsi di nascondersi.
Compresa Lilian Luna Potter, che dopo aver scosso la testa quasi disgustata aveva ripreso a ballare.
Compreso l’unico Malfoy presente.
Aveva smesso di ballare ed ora era seduto al bar con accanto una bottiglia intera di Champagne.
Alzò il bicchiere verso i suoi due migliori amici in segno di apprezzamento anche se sapeva benissimo che loro non potevano vederlo.
Ghignò.
Un ghigno che spesso avevano detto essere uguale a quello di suo padre.
Bevve alla salute di loro due.
Era tentato di alzarsi e andare da loro. Quello si che sarebbe stato il colmo.
Peccato che sicuramente Rose non avrebbe gradito molto il suo intervento.
La stessa che ora si dimenava in quel vestito verde che la fasciava come una seconda pelle.
Come la pelle di un serpente.
Uno di quelli velenosi. Un solo morso uccide.
Rose Weasley era così.
 
 
Qualche giorno prima.
 
-Ovviamente adesso non si può neanche pomiciare in pace, dico bene?-
Era furiosa.
Completamente rossa in faccia – in questo aveva preso sicuramente da Ron- e con il petto che si alzava e abbassava violentemente.
-Non sto dicendo questo, ma cazzo sei una ragazza e per di più popolare!Non dovresti lasciarti…toccare in quel modo così in mezzo al corridoio.-
Scorpius.
In realtà non sapeva nemmeno lui il perché di tutta quella sceneggiata.
L’aveva vista contro la statua di Barnaba il Babbeo con quel Corvonero di cui non ricordava nemmeno il nome e non ci aveva visto più.
Lo charme Malfoy era andato letteralmente a farsi fottere.
Aveva afferrato il Corvonero di peso e l’aveva strattonato lontano sotto lo sguardo incredulo della sua migliore amica.
Stavano urlando da circa dieci minuti fuori, immersi nella quasi oscurità.
Rose si passò le mani tra i capelli.- Decido io come farmi toccare e dove. Non sono cose che ti riguardano.-
Scorpius non rispose. Estrasse una delle sue sigarette babbane dalla tasca della divisa e la infilò tra le labbra carnose.
La Serpeverde distolse subito lo sguardo.
Quando lo vedeva fumare la voglia di violare quelle labbra che tanto sapevano di peccato cresceva più del solito.
Rimasero in silenzio per un po’, persi ognuno nelle loro ragioni.
Poi sentì Scorpius girare sui tacchi ed incamminarsi verso l’ingresso.
-Punta più in alto la prossima volta. Fallo per l’orgoglio Slytherin almeno.-
Rose si voltò con le labbra spalancate.
E poi urlò un invito decisamente poco femminile alle spalle del biondo che non la degnò più di uno sguardo.
 
 
Aveva esagerato e non sapeva nemmeno lui il perché.
Ed ora non si rivolgevano la parola da giorni.
Albus non sapeva come gestirli, ma ormai dopo sette lunghi anni aveva imparato a lasciar tempo al tempo senza cercare di fare per forza da paciere.
Anche perché non ci sarebbe mai riuscito con loro due.
-Non ti unisci a quello squallido teatrino?-
Riconobbe la nota pungente che caratterizzava la voce della Potter senza nemmeno voltarsi a guardarla.
Era vestita di nero quella sera.
Lui invece aveva optato per completo grigio e cravatta verde.
Proprio per sviare l’attenzione dalla sua Casa.
-Se la cavano benissimo da soli, mi pare- rispose Scorpius flemmatico.
La vide sedersi accanto a lui accavallando le gambe e spostando i capelli dietro alla nuca.
-Posso averne anch’io?- gli chiese, afferrando un bicchiere vuoto e facendo cenno alla bottiglia.
-Non sei un po’ troppo piccola per bere?- le chiese il Serpeverde, ma nonostante la domanda le versò il liquido ambrato nel piccolo bicchiere ovale.
Lei sorrise, alzando un sopracciglio rosso.- Sono al quinto anno, mica al primo.-
Scorpius alzò lo sguardo di ghiaccio puntando gli occhi nei suoi, deciso.- Cosa vuoi Lily?-
Non rispose, bevendo con avidità e distogliendo lo sguardo dal biondo osservando la sala.
-Potter non approfittare molto della mia gentilezza, sai meglio di me che non faccio parte del tuo fan club.-
-Volevo solo congratularmi per la festa. – rispose alla fine, melliflua.- Sai, noi Grifondoro apprezziamo gli sforzi altrui.-
Scorpius la guardò di sbieco vuotando completamente la bottiglia nel suo bicchiere quando la sentì avvicinarsi alla sua guancia e baciarla.
Odorava di alcool e di una nota fragranza femminile molto in voga tra le streghe in quel momento.
-Peccato che tu sia un Serpeverde, Malfoy…- mormorò con le labbra attaccate al suo orecchio.
Si stava allontanando quando si sentì strattonare il polso da una mano decisa.
Scorpius le era dietro e la fissava.- Te lo ripeto una volta sola, Lily Luna. Tienimi fuori dai tuoi giochetti infantili.-
Poi, con la sua solita calma si allontanò.
Poco distante, Rose aveva visto tutta la scena.
Albus la sentì irrigidirsi immediatamente e sospirò.
Lily era una grande stronza.
La fece voltare nuovamente di fronte a lui con una piccola giravolta e non si stupì di vedere i suoi occhi colmi di rabbia.
-Tua sorella- gli disse solamente-sta scherzando col fuoco.-
Albus la strinse di più.- Rose non…-
Lei gli premette il palmo della mano sul petto modellato dagli allenamenti di Quiddich.- Al, non hai capito. E’ con Scorpius che sta rischiando, non ci penserebbe due volte a scoparsela.-
E senza lasciargli il tempo di formulare una risposta sensata, lo piantò in asso con un bacio sulla guancia, sparendo tra la folla.
 
Non appena aprì la porta ed uscì fuori da quella Stanza che cominciava a starle un po’ troppo stretta, il freddo la investì completamente.
Rose non se ne curò affatto e con un gesto di stizza si sfilò le scarpe e cominciò a camminare spedita lungo il corridoio, diretta da nessuna parte.
Voleva riprendere il controllo di sé stessa. Doveva farlo.
Come doveva ricacciare indietro quelle lacrime che inspiegabilmente chiedevano di uscire.
Dannato, stupido, lato Weasley.
Sentì in lontananza la porta riaprirsi, ed il rumore riecheggiò un po’ attraverso le pareti fredde e spoglie.
Si ricompose, fermandosi a ridosso del muro, tornando ad indossare la maschera da perfetta erede di Salazar.
Poco dopo, sentì uno spostamento d’aria accanto a sé ed una testa bionda entrare nel suo campo visivo.
Aggrottò le sopracciglia perfette ricambiando lo sguardo che Scorpius le stava rivolgendo.
Lui fece cenno alle scarpe che teneva in mano. –Troppo scomode per le fughe solitarie?-
-Cosa vuoi?- domandò secca, ma l’altro sembrò ignorarla.
-L’altezzosa Weasley che scappa dalla sua festa- continuò, incastrandola sempre più tra lui ed il muro.- Perché?-
Rose sbuffò, passandosi una mano sugli occhi stanchi.- Scorpius non sono in vena dei tuoi giochetti idioti. E poi non mi sembra il luogo adatto per una discussione, potrebbe uscire chiunque-.
Lui sembrò pensarci su, infilandosi le mani nelle tasche dei pantaloni neri che indossava.
Rose si concesse uno sguardo più approfondito sul corpo che le stava davanti.
Stava bene.
Stava maledettamente bene quella sera.
Poi improvvisamente Scorpius puntò nuovamente lo sguardo su di lei costringendola ad interrompere l’intensità della sua occhiata.- Se ti chiedessi scusa la smetteresti con questa sceneggiata?-
La rossa spalancò le palpebre.- Sceneggiata?- sibilò.
Lui ridacchiò vedendola agitarsi.
Segretamente gli piaceva farla infuriare.- Si. Questa manfrina da ragazza oltraggiat..-
Sciaff.
Il palmo della mano destra di Rose pulsava esattamente come la guancia del biondo.
-Devi sempre tirare fuori il peggio di me, Malfoy- aggiunse glaciale, con quel tono altezzoso che in molti avevo imparato a conoscere.
Con calma, senza degnarlo di uno sguardo, s’infilò nuovamente i tacchi pronta a tornare alla sua festa.
Qualche passo dopo però, si sentì trascinare indietro da una presa ferrea sul suo braccio.
-Che cazzo credi di fare?- gli urlò contro perdendo definitivamente il controllo.
Stava combattendo contro se stessa per non piangere davanti a lui.
Litigi come quello ogni volta la distruggevano.
Erano il suo punto debole.
Scorpius svoltò l’angolo e la sbatté contro la parete fredda, le mani chiuse attorno alle sue esili spalle.
-Cosa ti dice il cervello, Weasley?- sibilò, a pochi centimetri dalla sua faccia.- Io non sono uno di quegli idioti che ti sbavano dietro, cazzo!- sbraitò, stringendo la presa.
Rose a quel punto scollegò il cervello. Cominciò a ridacchiare piano, sorprendendolo.
Poi puntò lo sguardo su di lui, con un sorriso mesto.- Lo so bene-.
E poi lo fece.
Fece quello che aveva desiderato di fare già anni prima, ogni volta che Scorpius si addormentava nel suo letto e lei continuava a fissarlo nel sonno.
Lo baciò.
Non fu un bacio dolce, affatto.
Si avventò sulle sue labbra carnose con tutta la forza che possedeva, gettandogli le braccia dietro il collo ed afferrandogli la nuca.
Scorpius rimase immobile all’inizio.
Spalancò le iridi color ghiaccio identiche a quelle di suo padre. Poi, non gl’importò più di nulla.
Le cinse la vita schiacciandosi completamente su di lei e rispose a quel bacio che sapeva di rabbia, rancore e forse qualcosa che non era ancora pronto ad ammettere.
Fu un gioco tutto Slytherin.
Si staccò dalle sue labbra tracciando –scia incandescente di labbra- una linea immaginaria dall’orecchio alla base del collo che portò Rose a mordersi la lingua per non gemere di piacere.
Gli strinse la camicia con le unghie e serrò gli occhi deglutendo mentre risaliva, mordendole il lobo in preda ad una passione a loro due sconosciuta.
Il peggio però, fu quando si guardarono negli occhi.
E videro delle iridi appannate da una sola sensazione: desiderio.
Forse fu quello a far rinsavire Rose, a farla rendere conto di quello che stava succedendo.
Lo spinse via furiosamente, quasi fosse un mostro dal quale scappare.
Tornò sui suoi passi correndo su quelle scarpe che facevano un rumore assurdo ma non se ne curò.
Voleva solamente trovare Albus e piangere, lontana da tutto e tutti, e sentire suo cugino sospirare.
 
 
 
 
 
 
Autrice:
Credo di aver combinato un disastro.
Il bacio non era assolutamente programmato, ma quei due me l’hanno tirato fuori con una tale forza che ho ceduto(…).
 Salve a tutti!
Innanzitutto, vi chiedo scusa per l’enorme ritardo. Questo capitolo era quasi finito da mesi eppure non mi decidevo a concluderlo. Solo ora mi accorgo della data dell’ultimo aggiornamento. Iddio!
Dunque, aspetto le vostre recensioni questa volta più che mai e sono pronta a difendermi a testa bassa dalle critiche ehm.
Vi prometto di non farvi aspettare più così tanto,
Sabrina.

 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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