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Autore: Suicidal_Love    10/10/2011    4 recensioni
Merlino si sedette sulla sommità della collina sassosa con le braccia strette attorno ai ginocchi.
Rovesciò il capo all’indietro e fissò l’immensa volta del cielo, provando un profondo e rassicurante senso di solitudine.
Per un valletto della corte di Camelot, era raro trovare dei momenti dedicati solamente a se stessi, una vera conquista, a dire il vero.
Genere: Comico, Drammatico, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù, Un po' tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Contesto generale/vago
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N.A: Ehm CIAO *si nasconde* scusate belle pimpe ma … insomma … non avevo ispirazione. Scusate se la storia va a rilento ma è fatto apposta u.u.

Non preoccupatevi però … arriverà presto quel QUALCOSA *-*. Ora passiamo ai ringraziamenti *tossicchia con una pergamena in mano*.

GRAZIE A: Agito, frida_E, draco potter, Shannara_810 (*__* sei sempre una gran ispirazione my lady!), Stella_Oscura.

 

BROKEN SMILE

 

Quando riaprì gli occhi Gwaine sentì distintamente la testa pulsare e ogni suo muscolo ribellarsi alla sola idea di muoversi.

Sbatté più volte le palpebre cercando di superare il fastidio di quella piccola luce che maligna penetrava la socchiusa finestra in legno concentrandosi sul suo viso scaldandolo.

Richiuse le iridi e poggiò i palmi delle mani sulla soffice superficie su cui era steso. Strano, molto strano, pensò.

La sera prima si ricordava la taverna, una prostituta di nome Megan e un paio di occhi lapislazzulo che l'avevano stregato tanto da lasciar perdere il divertimento con quella donna.

Oh sì, occhi-blu era sicuramente una fanciulla fantastica, si disse divertito, assaporando ancora quel colore nella sua mente. Larghi, sinceri, puri ... occhi di una vera dama, una delle più belle dame.

Si leccò le labbra aride e con un gran sforzo di volontà aprì nuovamente gli occhi affrontando la perfida nemica, la luce.

Si fece forza con le braccia sollevandosi con il busto, notando solo ora di non avere più la sua camicia -beh non era una delle sue preferite- pensò non demoralizzandosi.

Ora bisognava solo capire dove fosse e possibilmente rintracciare occhi-blu.

 

----

 

Lancillotto osservò torvo l'amico che sorrise innocentemente a quello sguardo pieno di rimprovero.

"Perchè?" domandò dopo parecchi minuti in cui non aveva fatto altro che guardarlo dritto negli occhi.

Il giovane mago inclinò il viso di lato tenendo fra le mani il mantello del suo principe appena lavato.

"Perchè cosa?" chiese con voce candida, fingendo di non aver compreso ciò che l'amico volesse chiedergli.

Il cavaliere sbuffò sonoramente lanciandogli un'occhiataccia aspettando che Merlino rispondesse alla sua domanda.

Il servo chinò appena il capo ed osservò il cortile interno del castello costellato da mille dame che con i loro abiti formavano quasi un arcobaleno di colori.

Tutte giovani, tutte ridenti, tutte felici in attesa che il padre o il tutore le dessero in sposa ad un nobile coraggioso.

"Merlino?" lo chiamò di nuovo Lancillotto non nascondendo dell'irritazione che fece riscuotere il valletto.

"Non era giusto abbandonarlo per terra in quella locanda ... inoltre era ubriaco e non l'ha fatto di proposito." spiegò brevemente controllando i corridoi in attesa di scorgere Ginevra o Arthur.

"Potrebbe essere un ladro, un brigante o peggio un assassino" rispose il moro con espressione più dolce.

Merlino sorrise. Lancillotto era un buon amico e si preoccupava troppo per lui.

"Non preoccuparti, sono sicuro che quell'uomo sia una brava persona." replicò allegro contagiando anche il cavaliere che gli circondò le spalle con un braccio scompigliandogli i capelli.

"Sei troppo buono Merlino e ..." si girò quando il principe finì la frase "troppo stupido".

Entrambi si scambiarono un'occhiata rivolgendo l'attenzione al biondo che severo li osservava furioso memore ancora della loro "gita" del giorno prima.

"Mi sembrava di aver detto che voglio si lavori qui, non che si giochi alla coppietta felice." disse stringendo le labbra in una smorfia tutto fuorché benevola. "Oppure avete bisogno di un viaggetto in solitudine per tubare piccioncini?" continuò sarcastico.

Il mago si morse il labbro inferiore osservando il suo padrone con fierezza nonostante gli volesse urlare quando lo amasse e che il suo cuore era suo e che non vi era nulla se non lui a mandarlo avanti.

Era inutile anche solo pensarlo, si disse maledicendosi.

Si stava facendo male da solo e in grande stile avrebbe osato aggiungere.

Era talmente innamorato di quell'asino borioso da non riuscire più a cambiare i suoi sentimenti in disprezzo, odio o in semplice relazione servo-padrone.

Deglutì senza farsi vedere, benedendo quella fascia che portava sempre al collo e lo guardò con determinazione nascondendo tutto quell'amore dietro ad un falso muro d'indifferenza.

"Magari dovreste andare voi non credete? Ginevra potrebbe sentirsi quasi trascurata dalla vostra costante vigilanza nei riguardi di me e Sir Lancillotto." replicò egregiamente notando con sadico piacere quelle iridi azzurre dipingersi di rabbia e umiliazione per la sagace risposta.

Perché oltre alla tristezza provava collera e mortificazione.

Collera verso Arthur che cieco non riusciva a comprendere il suo amore.

Mortificazione verso se stesso che stupidamente sperava che i suoi sentimenti un giorno fossero ricambiati.

"In questi mesi sei diventato un servo ancora più inutile ed insopportabile." disse il nobile principe stringendo le mani a pugni per trattenere l'ira che gli aveva pervaso il corpo a quella risposta impertinente.

Lancillotto osservò i due e sospirò mentalmente poggiando una mano sulla spalla di Merlino.

"E' ora che ci dedichiamo ai nostri compiti che dici?" sussurrò con voce morbida quasi vicino al suo orecchio distogliendo l'attenzione del mago dal padrone.

Merlino guardò gli occhi scuri di Lancillotto ed annuì provando un senso di calma in quel tono caldo e soffice, in quegli occhi pieni di sentimento.

Era grato a Lancillotto di stare al suo fianco.

"Hai ragione, se permette sire vado a finire i compiti per voi e Lady Ginevra." disse infine allontanandosi in fretta.

Lancillotto sorrise e guardò il suo principe che ricambiò il suo sguardo rabbioso, ma non abbassò le iridi, affrontando con coraggio la sua furia.

"Cosa c'è fra te e Merlino?" domandò con voce calma, troppo calma.

"Una forte amicizia." rispose prontamente il cavaliere stringendo l'elsa della spada cercando di captare una qualche reazione da parte del biondo che semplicemente scrollò le spalle e si allontanò a grandi passi lasciandolo solo.

Lancillotto non nascose un sospiro sollevato. Gli pareva di aver appena scampato un duello con un leone di montagna affamato della sua carne.

 

----

 

Le nuvole gravide di pioggia si stesero sulla città come un largo mantello e Merlino corse verso gli appartamenti di Gaius di fretta non volevo bagnare il bucato dell'asino appena fatto.

Svoltò a destra e aprì la porta della piccola abitazione notando con piacere che il suo "ospite" era sveglio e di buon umore visto che stava allegramente mangiando una zuppa, sicuramente offertagli da Gaius.

Posò i panni su una sedia libera e lo guardò con un bel sorriso.

"Sei sveglio!" esclamò contento, lasciando che lo straniero lo osservasse con cautela prima di sgranare gli occhi quando incontrò i suoi.

"TU SEI OCCHI-BLU!" urlò Gwaine alzandosi dal tavolo rovesciando la brocca d'acqua che si infranse al suolo.

Merlino balzò in avanti e lo guardò confuso "Occhi cosa?" chiese scioccato quasi quanto lo straniero che si portò una mano sul viso.

"Credevo fossi una dama!" ribatté lamentoso offendendo il giovane mago.

Una dama?

Una dama?

Non era sicuramente una dama e non era stato carino pensare lo fosse, pensò il moretto alzandosi in piedi per cercare qualcosa con cui asciugare l'acqua.

Gwaine conscio della figuraccia cercò di rimediare e prese una camicia da sopra la sedia e si mise a pulire per terra per sdebitarsi creando però orrore nel viso del ragazzo.

Cosa aveva fatto?

"Quella è la maglia del principe." spiegò Merlino osservandola con tristezza, per poi scoppiare a ridere senza motivo.

Una risata cristallina che a sua volta lo contagiò spingendolo a dar voce anche alla sua allegria che si unì a quella di occhi-blu.

"Perché ridi?" chiese Gwaine avvicinandosi al ragazzo che inclinò il capo all'indietro.

"Perché sei così buffo quando cerchi di rimediare a qualche danno causandone, però,  uno peggiore." rispose cercando di trattenere quel riso che dopo tempo gli pareva alleggerirgli il cuore pensate "scusa" mormorò, qualche secondo dopo, raccogliendo la casacca di Arthur ormai compromessa

"Scusami tu ... il tuo nome?" domandò il castano ottenendo in risposta -Merlino- "Beh ... Merlino, io sono Gwaine … al tuo servizio." disse facendo una finta deferenza che fece ridacchiare il ragazzo "sei il servo del principe?" chiese curioso.

Il mago alzò gli occhi ed annuì adombrandosi.

Ancora quel sentimento lo assalì come un vento impetuoso il cui unico fine era di farlo cedere sotto i suoi violenti attacchi.

Gwaine senza pensarci gli passò una mano fra i capelli e Merlino sorrise.

"Hai un sorriso spezzato." disse solamente staccando la mano dal capo del moretto che sgranò appena gli occhi "qualcuno ha spezzato il tuo cuore vero?" chiese per poi scuotere il capo "scusa Merlino non sono affari miei!" esclamò sorridendo per poi andare verso la porta aprendola "grazie ancora per la tua bontà occhi-blu." disse infine uscendo dall'uscio in legno che cigolò sinistramente.

Il mago rimase solo e per un attimo sentì tutta la solitudine calargli addosso.

Sorriso spezzato.

L'ombra di quello che era.

Destinato a proteggere l'uomo che appena Re avrebbe sposato il suo vero amore, Ginevra … non lui.

Destinato a restare nell'ombra.

Destinato a mantenere quel sorriso spezzato.

 

To Be Continued.

   
 
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