N.A: Ehm
CIAO *si nasconde* scusate belle pimpe ma … insomma
… non avevo ispirazione.
Scusate se la storia va a rilento ma è fatto apposta u.u.
Non
preoccupatevi però … arriverà presto
quel QUALCOSA *-*. Ora passiamo ai
ringraziamenti *tossicchia con una pergamena in mano*.
GRAZIE A: Agito,
frida_E, draco potter, Shannara_810 (*__* sei sempre una gran
ispirazione my
lady!), Stella_Oscura.
BROKEN SMILE
Quando riaprì
gli occhi Gwaine sentì distintamente la testa pulsare e ogni
suo muscolo
ribellarsi alla sola idea di muoversi.
Sbatté più volte
le palpebre cercando di superare il fastidio di quella piccola luce che
maligna
penetrava la socchiusa finestra in legno concentrandosi sul suo viso
scaldandolo.
Richiuse le
iridi e poggiò i palmi delle mani sulla soffice superficie
su cui era steso.
Strano, molto strano, pensò.
La sera prima si
ricordava la taverna, una prostituta di nome Megan e un paio di occhi
lapislazzulo che l'avevano stregato tanto da lasciar perdere il
divertimento
con quella donna.
Oh sì, occhi-blu
era sicuramente una fanciulla fantastica, si disse divertito,
assaporando
ancora quel colore nella sua mente. Larghi, sinceri, puri ... occhi di
una vera
dama, una delle più belle dame.
Si leccò le
labbra aride e con un gran sforzo di volontà aprì
nuovamente gli occhi
affrontando la perfida nemica, la luce.
Si fece forza
con le braccia sollevandosi con il busto, notando solo ora di non avere
più la
sua camicia -beh non era una delle sue preferite- pensò non
demoralizzandosi.
Ora bisognava
solo capire dove fosse e possibilmente rintracciare occhi-blu.
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Lancillotto
osservò torvo l'amico che sorrise innocentemente a quello
sguardo pieno di
rimprovero.
"Perchè?"
domandò dopo parecchi minuti in cui non aveva fatto altro
che guardarlo dritto
negli occhi.
Il giovane mago
inclinò il viso di lato tenendo fra le mani il mantello del
suo principe appena
lavato.
"Perchè
cosa?" chiese con voce candida, fingendo di non aver compreso
ciò che
l'amico volesse chiedergli.
Il cavaliere
sbuffò sonoramente lanciandogli un'occhiataccia aspettando
che Merlino
rispondesse alla sua domanda.
Il servo chinò
appena il capo ed osservò il cortile interno del castello
costellato da mille
dame che con i loro abiti formavano quasi un arcobaleno di colori.
Tutte giovani,
tutte ridenti, tutte felici in attesa che il padre o il tutore le
dessero in
sposa ad un nobile coraggioso.
"Merlino?"
lo chiamò di nuovo Lancillotto non nascondendo
dell'irritazione che fece
riscuotere il valletto.
"Non era
giusto abbandonarlo per terra in quella locanda ... inoltre era ubriaco
e non
l'ha fatto di proposito." spiegò brevemente controllando i
corridoi in
attesa di scorgere Ginevra o Arthur.
"Potrebbe
essere un ladro, un brigante o peggio un assassino" rispose il moro con
espressione più dolce.
Merlino sorrise.
Lancillotto era un buon amico e si preoccupava troppo per lui.
"Non
preoccuparti, sono sicuro che quell'uomo sia una brava persona."
replicò
allegro contagiando anche il cavaliere che gli circondò le
spalle con un
braccio scompigliandogli i capelli.
"Sei troppo
buono Merlino e ..." si girò quando il principe
finì la frase "troppo
stupido".
Entrambi si
scambiarono un'occhiata rivolgendo l'attenzione al biondo che severo li
osservava furioso memore ancora della loro "gita"
del giorno prima.
"Mi
sembrava di aver detto che voglio si lavori qui, non che si giochi alla
coppietta felice." disse stringendo le labbra in una smorfia tutto
fuorché
benevola. "Oppure avete bisogno di un viaggetto in solitudine per
tubare
piccioncini?" continuò sarcastico.
Il mago si morse
il labbro inferiore osservando il suo padrone con fierezza nonostante
gli
volesse urlare quando lo amasse e che il suo cuore era suo e che non vi
era
nulla se non lui a mandarlo avanti.
Era inutile
anche solo pensarlo, si disse maledicendosi.
Si stava facendo
male da solo e in grande stile avrebbe osato aggiungere.
Era talmente
innamorato di quell'asino borioso da non riuscire più a
cambiare i suoi
sentimenti in disprezzo, odio o in semplice relazione servo-padrone.
Deglutì senza
farsi vedere, benedendo quella fascia che portava sempre al collo e lo
guardò
con determinazione nascondendo tutto quell'amore dietro ad un falso
muro
d'indifferenza.
"Magari
dovreste andare voi non credete? Ginevra potrebbe sentirsi quasi
trascurata
dalla vostra costante vigilanza nei riguardi di me e Sir Lancillotto."
replicò egregiamente notando con sadico piacere quelle iridi
azzurre dipingersi
di rabbia e umiliazione per la sagace risposta.
Perché oltre
alla tristezza provava collera e mortificazione.
Collera verso
Arthur che cieco non riusciva a comprendere il suo amore.
Mortificazione
verso se stesso che stupidamente sperava che i suoi sentimenti un
giorno
fossero ricambiati.
"In questi
mesi sei diventato un servo ancora più inutile ed
insopportabile." disse
il nobile principe stringendo le mani a pugni per trattenere l'ira che
gli
aveva pervaso il corpo a quella risposta impertinente.
Lancillotto
osservò i due e sospirò mentalmente poggiando una
mano sulla spalla di Merlino.
"E' ora che
ci dedichiamo ai nostri compiti che dici?" sussurrò con voce
morbida quasi
vicino al suo orecchio distogliendo l'attenzione del mago dal padrone.
Merlino guardò
gli occhi scuri di Lancillotto ed annuì provando un senso di
calma in quel tono
caldo e soffice, in quegli occhi pieni di sentimento.
Era grato a
Lancillotto di stare al suo fianco.
"Hai
ragione, se permette sire vado a finire i compiti per voi e Lady
Ginevra."
disse infine allontanandosi in fretta.
Lancillotto
sorrise e guardò il suo principe che ricambiò il
suo sguardo rabbioso, ma non
abbassò le iridi, affrontando con coraggio la sua furia.
"Cosa c'è
fra te e Merlino?" domandò con voce calma, troppo calma.
"Una forte
amicizia." rispose prontamente il cavaliere stringendo l'elsa della
spada
cercando di captare una qualche reazione da parte del biondo che
semplicemente
scrollò le spalle e si allontanò a grandi passi
lasciandolo solo.
Lancillotto non
nascose un sospiro sollevato. Gli pareva di aver appena scampato un
duello con
un leone di montagna affamato della sua carne.
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Le nuvole
gravide di pioggia si stesero sulla città come un largo
mantello e Merlino
corse verso gli appartamenti di Gaius di fretta non volevo bagnare il
bucato
dell'asino appena fatto.
Svoltò a destra
e aprì la porta della piccola abitazione notando con piacere
che il suo
"ospite" era sveglio e di buon umore visto che stava allegramente
mangiando una zuppa, sicuramente offertagli da Gaius.
Posò i panni su
una sedia libera e lo guardò con un bel sorriso.
"Sei
sveglio!" esclamò contento, lasciando che lo straniero lo
osservasse con
cautela prima di sgranare gli occhi quando incontrò i suoi.
"TU SEI
OCCHI-BLU!" urlò Gwaine alzandosi dal tavolo rovesciando la
brocca d'acqua
che si infranse al suolo.
Merlino balzò in
avanti e lo guardò confuso "Occhi cosa?" chiese scioccato
quasi
quanto lo straniero che si portò una mano sul viso.
"Credevo
fossi una dama!" ribatté lamentoso offendendo il giovane
mago.
Una dama?
Una dama?
Non era
sicuramente una dama e non era stato carino pensare lo fosse,
pensò il moretto
alzandosi in piedi per cercare qualcosa con cui asciugare l'acqua.
Gwaine conscio
della figuraccia cercò di rimediare e prese una camicia da
sopra la sedia e si
mise a pulire per terra per sdebitarsi creando però orrore
nel viso del
ragazzo.
Cosa aveva
fatto?
"Quella è
la maglia del principe." spiegò Merlino osservandola con
tristezza, per
poi scoppiare a ridere senza motivo.
Una risata
cristallina che a sua volta lo contagiò spingendolo a dar
voce anche alla sua
allegria che si unì a quella di occhi-blu.
"Perché
ridi?" chiese Gwaine avvicinandosi al ragazzo che inclinò il
capo
all'indietro.
"Perché sei
così buffo quando cerchi di rimediare a qualche danno
causandone, però, uno
peggiore." rispose cercando di
trattenere quel riso che dopo tempo gli pareva alleggerirgli il cuore
pensate
"scusa" mormorò, qualche secondo dopo, raccogliendo la
casacca di
Arthur ormai compromessa
"Scusami tu
... il tuo nome?" domandò il castano ottenendo in risposta -Merlino- "Beh ... Merlino, io sono
Gwaine … al tuo servizio." disse facendo una finta deferenza
che fece
ridacchiare il ragazzo "sei il servo del principe?" chiese curioso.
Il mago alzò gli
occhi ed annuì adombrandosi.
Ancora quel
sentimento lo assalì come un vento impetuoso il cui unico
fine era di farlo
cedere sotto i suoi violenti attacchi.
Gwaine senza
pensarci gli passò una mano fra i capelli e Merlino sorrise.
"Hai un
sorriso spezzato." disse solamente staccando la mano dal capo del
moretto
che sgranò appena gli occhi "qualcuno ha spezzato il tuo
cuore vero?"
chiese per poi scuotere il capo "scusa Merlino non sono affari miei!"
esclamò sorridendo per poi andare verso la porta aprendola
"grazie ancora
per la tua bontà occhi-blu." disse infine uscendo dall'uscio
in legno che
cigolò sinistramente.
Il mago rimase
solo e per un attimo sentì tutta la solitudine calargli
addosso.
Sorriso
spezzato.
L'ombra di
quello che era.
Destinato a
proteggere l'uomo che appena Re avrebbe sposato il suo vero amore,
Ginevra … non
lui.
Destinato a
restare nell'ombra.
Destinato a
mantenere quel sorriso spezzato.
To Be Continued.