18.
Epilogo
Edmund
la sera andava spesso fuori. Se ne stava in giro per ore. Mi resi conto, che lui
non era più il mio dolce e saggio fratello. Che in lui, non c’era nulla di Edmund
il giusto.
La
luce nei suoi occhi era quella che aveva da bambino, quando odiava Peter, quando
non sopportava me e i miei capricci, quando...La stessa luce che aveva, quando
seguì Jadis.
Iniziai
a preoccuparmi, e una sera, quando lui se ne era uscito nel bel mezzo di un
temporale, chiamai i miei fratelli maggiori nella mia stanza.
Susan
entrò con il suo passo leggero e stanca si sedette sulla mia comodo sedie
imbottita.
Peter
si sdraio comodamente sul mio letto, sprofondando nel morbido cuscino.
“Allora,
Lucy, cosa hai da dirci?”
Guardai
entrambi, meditando sulle parole da dire. Mi appoggia alla finestra aperta, e il
fresco vento mi scompigliò i capelli.
Mia
sorella mi guardò in ansia. “Ho paura di sapere di chi ci vuoi
parlare.”
La
pioggia aumentò di potenza.
“Edmund,
non è più lo stesso. Il dolore al petto lo ha trasformato.” Mi morsi il
labbro inferiore, “Penso che Jadis lo stia portando via, ancora una volta. Si
lo so!” esclamai, bloccando mio fratello pronto a rispondermi.
“Lo
so che è morta, che Aslan l’ha uccisa. So che Edmund ha distrutto il suo
potere...So tutto, c’ero anch’io in quella battaglia. Ma non è questo che
intendevo.” Mi voltai verso la finestra, osservando lentamente il paesaggio
scuro, distinguendo in lontananza mio fratello, che camminava stanco verso la
montagna...la nostra montagna.
“La
strega bianca lo sta portando via, con se. In quell’odio che eravamo riusciti
a toglierli. Lui ora, non ci ama più. Non riesce. Il male...il veleno di Jadis
è entrato in lui attraverso la ferita nel petto. Si, non riesco a farmi capire
lo so, ma ho paura che non vedremo più nostro fratello.”
Mi
voltai, Susan era pallida, e Peter si era messo a sedere guardandomi
severamente, “Cosa dici, Lucy? Ed è solo stanco...perso...ma non ci odia, e
di sicuro tornerà com’era quest’estate!”
“Oh,
fratello, non capisci?” mormorai con gli occhi pieni di lacrime, “Quello che
intendevo dirvi è che lui presto se ne andrà per sempre...” mi bloccai di
colpo.
La
porta della mia stanza era stata spalancata con forza, e sulla soglia stava
Edmund, bagnato e dannatamente vestito di nero.
I
capelli lunghi che ricadevano sul volto, gli occhi pazzi, e il sorriso malvagio.
“Parlavi
di me, Lucy?” mormorò chiudendo la porta arrabbiato.
Peter
si era alzato e si era parato davanti a me, “Ed, non stavamo dicendo nulla su
di te, perché non vai a cambiarti ed asciugarti?” la voce gentile aveva una
nota di severità.
Susan
si era avvicinata a me. “Non succederà più Lucy! Nessuno oserà farti del
male...Non glielo permetterò!” mormorò.
Ma
io sapevo che mio fratello non mi avrebbe mai fatto di male. No, non poteva,
nonostante fosse diventato cattivo.
E
improvvisamente, con un “non rompermi il cazzo” Edmund colpì Peter.
Cosa
accadde nella mia stanza?
Non
starò qui a parlarvi di una cosa tanto triste. Di un ricordo che demolisce la
reputazione di mio fratello.
No,
no, non sarebbe giusto.
Ma
posso dirvi, che fu l’ultima volta che vidi Edmund.
Dove
sia ora, ne ho una vaga idea, so solo che il giorno seguente trovammo i suoi
abiti sulla riva del fiume. Lo cercammo per giorni, ma di lui più nulla.
Dopo
una settimana era ufficialmente morto.
Morto,
per i vicini di casa.
Morto
per i miei genitori.
Morto
per Peter.
Morto
per Susan.
Per
me no.
Io
ero sicura che è ancora vivo.
Come
ero sicura, che in un mondo parallelo, c’era un ragazzo di nome Eustacchio che
stava combattendo contro un nuovo nemico...un nemico che si proclamava Edmund
il Giusto.
FINE
Innanzi tutto, vorrei ringraziare tutte/i le/i lettrici/lettori di questa fanfic
Spero che non vi abbia deluso.
Un bacione a tutti!
Alla prossima fanfic!