LA STAGIONE DELL’AMORE.
Ormai erano passate due settimane e Zero poteva
finalmente uscire dall’ospedale,posto orribile dove papà criticava ogni secondo
i bagni poco puliti,il cibo pessimo e le infermiere vecchie e acide,magari
anche con qualche neo peloso.
-Possibile che qui non ci sia una,non chiedo
molto,UNA sola infermiera che non superi i 120 anni e che sia carina?!
Aidou e papà erano disperati per questo. Papà non
tanto credo,solo che gli sarebbe piaciuto fare qualche conquista,ma Aidou era
in crisi. Stava sempre seduto in un angolino,magari leggeva qualcosa,si
lamentava per l’assenza di Kaname(che era sparito insieme agli altri due senza
più farsi sentire),aveva fame e voleva il suo amato letto. Passata una
settimana infernale,papà decise che era meglio portare cibo clandestinamente in
ospedale. La notte riposava,o almeno ci provava,la mattina presto scappava a
casa e cominciava a preparare primi piatti,contorni e dolci. Zero non era
malato di diabete,colesterolo o cose simili,quindi non c’era bisogno di nutrirlo
con minestrine,brodini e verdure varie. Insomma,aveva solo un braccio rotto e
non capivo neanche perché dovesse stare lì dentro! Papà rientrava verso l’ora
di pranzo,entrava in camera,chiudendola a chiave e ci serviva delizie che solo
lui sa preparare. Nel pomeriggio poi restavamo noi con Zero,mentre Tohga e
Aidou andavano a casa per darsi una rinfrescata e addormentarsi comodamente.
Durante gli ultimi giorni,però,la monotonia si ruppe. Papà andò a fare un giro
e mi lasciò sola con Zero. Parlammo tantissimo quel pomeriggio. Ricominciò a
sorridere. Non succedeva dall’incidente. Parlammo un po’ di Maccherone,che era
rimasto con Yori in modo che se ne potesse prendere cura durante la nostra
assenza. Notammo che a papà mancava,era logico che gli mancasse,quel gattino era
il più grande amore della sua vita. Erano passate parecchie ore da quando papà
aveva detto “vado a fare un giro”,ormai non avevamo più sue notizie e
cominciavamo a preoccuparci.
-Prova ad affacciarti dalla finestra,magari lo vedi
giù in piazzetta.
Feci come mi suggerì Zero. La stanza era al quinto piano
ed aveva una bella vista. Alla fine c’era qualcosa di positivo.
-Non c’è qua giù.
-Sicura? Prova a vedere meglio.
- E’ quello che sto … oddio!
-Cosa?!
-Pa … par … la,sta parlando con una donna!
-Che?! AHAHAHAHAHAHAHAH!
-Cosa ridi?! E’ stranissimo!
Zero stava morendo dal ridere,non si fermava più. Aveva
i lacrimoni ed era rosso in viso. Lo trovava divertente? Io avevo una faccia
sconvolta. Continuavo a guardare prima Zero e poi mio padre. Cioè,era la cosa
più strana che potessi vedere.
-Cos’è? Sei gelosa di tuo padre?
Si stava divertendo nel prendermi in giro per la mia
reazione o cosa?
-N-no,è solo che è strano. In tutti questi anni non
l’ho mai visto flirtare con qualcuna,per questo.- il mio colorito? Rosso pomodoro.
-E’ una cosa normalissima essere gelosa del proprio
padre,sta tranquilla. E’ arrivato il momento,forse,che anche lui abbia qualcuna
al suo fianco,una compagna,insomma qualcuno da amare.
Andai a sedermi sul suo letto e poggia la testa
sulla sua spalla stringendolo a me.
-Forse hai ragione,sembra tutto così strano però. In
tutti questi anni io mi sono presa cura di mio padre e ora non so come sarebbe
la mia reazione.
-Su stai tranquilla. Non smetterà di volerti bene.
-Lo so-sorrisi.
A pensarci bene,era arrivato il momento che papà
pensasse più a se stesso che a me e Zero. Sembrava felice parlando con quella
donna. Era una dottoressa dell’ospedale,non l’avevamo mai vista prima. Se non
avesse avuto il camice magari non l’avrei saputo.
Se per papà era la stagione dell’amore,non c’era
posto per la mia gelosia.