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Autore: ryuzaki eru    16/10/2011    5 recensioni
(Nel cap. 1 scheda in stile "Death Note 13 How to read")
Un lento crescere di strani ed apparentemente trascurabili eventi. Una ragazza comune, preda di una situazione incomprensibile. L’apparente iniziale assenza di tutto ciò che riguarda il mondo di Death Note, così come voi lo conoscete. Ma tutto quell’incredibile mondo c’è! Kira, Tokyo, il quaderno. Ed Elle arriverà… Perché volevo continuare a vederlo parlare, muoversi, ragionare.
Elle era in piedi sul marciapiede e con gli occhi spenti la osservava, mentre strusciava svogliatamente il dorso del piede su un polpaccio...
«Ciao, Ryuzaki…» tentennò Emma «Allora…sai dove vivo… Ed io non te l’ho mai detto! Quindi…»
«Quindi?» le chiese lui vagamente irriverente.
«Quindi immagino tu sappia altro... Il punto è da quanto tempo sai!»
Elle smise di grattarsi il polpaccio e portò il piede a terra «No. Il punto è che da ora la smetterai di giocare da sola a questa partita.» la gelò.
La voce le arrivò dritta alla testa, come una tagliola affilata.
Il suo sguardo impassibile e freddo la trapassò.
Genere: Introspettivo, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: L, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'Another world'
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Allora… Incredibile, ma ce l’ho fatta… Sono riuscita a pubblicare alla distanza di una settimana… Avrei voluto farlo prima, ma ho avuto delle giornate infernali, compresa quella di oggi… Quindi vi chiedo scusa per avervi fatto aspettare e spero di riuscire a mantenere questo ritmo! Sappiate comunque sempre che ci metto tutto l’impegno possibile!
Le cose sono un po’ cambiate e, come al solito, sono molto timorosa dell’esito…
Ma ora la smetto con le mie elucubrazioni e vi lascio alla lettura, sempre incrociando le dita…
Grazie di essere qui!
 
Alcuni dei personaggi che appariranno non mi appartengono, ma sono proprietà di Tsugumi Ohba e Takeshi Obata; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.

 

8. NHN

 
Emma era sdraiata sul letto e aspettava. Lavata, vestita, con la borsa pronta… E aspettava, con gli occhi aperti rivolti al soffitto.
Ho deciso di presupporre di trovarmi nel mondo dell’anime Death Note, immaginando che sia posticipato rispetto al manga… Ho deciso quindi di dare per scontato che tra poco scoppierà il caso Kira… E se così non fosse? …Se Kira comparisse tra un anno o due? Io in fondo non ho avuto modo di sapere in quale anno preciso si svolgano i fatti del cartone animato… Avrei perso e starei perdendo il mio tempo inutilmente…
No! Avevo deciso che non sarei più dovuta tornare su questi “assiomi” di base, che avrei dovuto darli per assodati, nonostante le incertezze, altrimenti mi sarei bloccata e non avrei potuto progettare assolutamente nulla!
Sto dando la mia vita in pasto ai pesci?
Ma se non so neanche più di che vita si tratti! Se non so neanche più se questa sia la mia vita e se sia veramente vita!!!
E se all’improvviso mi ritrovassi di nuovo nel mio mondo, catapultata indietro nel tempo, ai giorni precedenti tutto questo stravolgimento? Se mi svegliassi una mattina nella mia camera, con tutti i volumi di Death Note sulle mensole? Se Elle ritornasse ad essere solo un disegno?
Forse sarei triste…

Scosse la testa con un brivido, come se volesse sgrullarsi di dosso qualcosa di fastidioso.
«Misaoooooo!! Hai fatto?!» gridò Emma, tra il divertito e l’annoiato. «Abbiamo per caso in programma la notte degli Oscar?!» e si alzò per raggiungerla al bagno.
La trovò davanti allo specchio, intenta a truccarsi. «Ci sono quasi… Cara, non si sa mai chi si può incontrare in facoltà!» e le strizzò l’occhio. «Tu, piuttosto, ma non ci pensi proprio! Non potrei mai dire che sei poco curata, però magari un po’ più di malizia potrebbe aiutare…» e osservò Emma che sfoggiava le sue solite scarpe da ginnastica sommerse in gran parte dalle pieghe dei morbidi jeans  che accompagnavano le sue lunghe ed affusolate gambe fino ad un golfino semplice, sovrastato da una sciarpa penzoloni che accentuava ancora di più la sua figura sottile, oblunga e priva di fronzoli… Misao sorrise «Va be’, lascia stare quello che ho appena detto… Ti si deve sempre osservare accuratamente, a volte… tu sei così… Non so bene come… ma sei bella così!»
Questa era Misao. Sinceramente affettuosa, diretta e meravigliosamente capace di scoprire ed apprezzare l’indole di coloro che la circondavano, anche se diversi da lei. Per questo Emma e lei erano andate d’accordo da subito, seppur fossero molto dissimili sotto certi aspetti. Si erano trovate perché entrambe si circondavano di una “fauna umana” di amicizie assolutamente difformi l’una dall’altra e delle quali godevano indistintamente senza giudizi, disagi o incomprensioni, sempre.
Emma raccolse ironicamente la considerazione di Misao «Ah ah ah! Come cominciare bene la giornata. Se me lo dici tutte le mattine ti potrei anche aspettare ore! Piuttosto, sono rimasta un po’ indietro in questi giorni, tra jet-lag, sistemazione stanza e casini vari, e si è stranamente parlato di altro… dimmi un po’ chi è che vorresti incontrare…»
Uscirono rapidamente e si infilarono nella metro chiacchierando fittamente come due ragazzine…
 
Emma è atterrata a Tokyo da cinque giorni. Sta andando con Misao alla Todai.
Le pratiche amministrative sono concluse e lei sta iniziando ora il suo nuovo lavoro, dall’altra parte del globo… anzi, in un altro mondo…
Vi avevo detto che non avevo intenzione di dirvi nulla dei suoi pensieri… Ma vi assicuro che Emma ha pensato veramente tanto in quest’ultimo mese. E il suo folle progetto ora è definito.
È il 24 Novembre 2006.
Kira non ha ancora preso il sopravvento sulla mente brillante di quel giovane studente delle superiori…
Voi però questo lo sapete, perché potete controllare in ogni momento le date degli avvenimenti.
Io ora vi chiedo: in quale giorno Light ha trovato quel quaderno diabolico?
E non andate a cercare su internet e non aprite il vostro Death Note n. 13.
Mi sapete rispondere? Il giorno preciso, intendo.
Be’, se lo sapete, mi inchino.
Il punto è che Emma non se lo ricordava e quindi la sua ansia era aumentata di giorno in giorno, da quando era arrivata in Giappone. Perché definire in qualche modo quella data era stato il primo passo del suo progetto.
E ora vi chiedo come avreste fatto per scoprirla, quella data, sempre senza andare a scartabellare il manga, ovviamente.
Pensateci un attimo. Magari sono gli stessi mezzi che ha usato Emma per avvicinarsi il più possibile…

 
«Ciao a tutti! Io scappo! Misao, ci vediamo più tardi a casa!»
Per fortuna quei giorni erano soft, lavorativamente parlando, perché si stavano limitando a riunioni, presentazioni e organizzazione delle attività e degli incarichi. Emma, sebbene fosse rimasta in contatto solo con Misao, conosceva anche Kei, l’altro componente dello staff del prof. Usui, che pure aveva scavato in Italia. Quindi era tranquilla e rilassata con tutti. Ma in fondo Emma lo era in generale.
Controllò la cartina della città.
Aveva programmato tutto già da tempo e aveva controllato quella mappa spesso negli ultimi due giorni, anzi, nelle ultime due notti…
Quella era la sua prima mossa.
Ma era anche la più semplice.
Allora, le indagini di Elle iniziano circa un anno prima della sua morte, che cade il 5 di Novembre e che per “assioma” ho deciso di collocare l’anno prossimo. Quindi lui comincerà ad indagare tra Novembre e Dicembre di quest’anno.
Light ha trovato… no… Light troverà il quaderno poco prima dell’uscita dei risultati delle classifiche degli studenti. Quelle classifiche in cui lui si posizionerà al primo posto: “miglior studente del Giappone”.
Quanto non lo sopporto!
Misao mi ha detto che quelle classifiche, più o meno, escono a inizio Dicembre… Quindi in questi giorni il Death Note dovrebbe cadere sulla terra…
Fila tutto… Inutile ripetermelo a mente!
Be’, perlomeno ho la certezza che ancora non l’ha preso quel maledetto quaderno!

Faceva i suoi calcoli sulla base delle cose che ricordava… Fortunatamente aveva letto tutto il manga due volte, prima sulle scans in italiano e poi nell’edizione in inglese…
Ma soprattutto pensava liberamente di Elle e delle sue azioni… E lo faceva senza più darsi della pazza o senza più sconvolgersi dei suoi stessi pensieri.
Questo perchè, da quando lo aveva incontrato, aveva deciso di non tornarci più sopra, di immergersi in quel mondo assurdo… E quindi non perdeva più tempo a stupirsi dei suoi folli ragionamenti sulla questione.
“Sarebbe bello lavorare nel cinema e vedere tutti gli attori famosi!” Esclamano alcuni. Se poi ci si lavora però, tutto diventa routine…
Continuò a camminare velocemente verso la linea che l’avrebbe portata all’Istituto Superiore dove studiava Light Yagami.

Tempo prima, con una scusa, aveva chiesto a Misao di cercarle l’indirizzo di un certo Soichiro Yagami.
In Giappone ci sarà un qualcosa tipo elenco telefonico con gli indirizzi, no?! Una volta saputo il quartiere in cui vivono, non sarà difficile individuare la scuola… da quello che mi ricordo dovrebbe essere vicina alla casa, Light va sempre a scuola a piedi! Si era detta.
Il problema era stato che, di Soichiro Yagami, non ce n’era uno solo…
Quindi si era fatta dare da Misao tutti i numeri di telefono.
Appena giunta a Tokyo, si era armata di santa pazienza, perché non era il caso di chiedere ancora a Misao, avrebbe dovuto spiegare troppe cose.
E così, con il suo giapponese tentennante, aveva chiamato tutti i proprietari di quei numeri, a tappeto, in un pomeriggio, da una cabina pubblica.
Aveva chiamato finché qualcuno non aveva risposto “sì” alla sua formula standard, secca e forse poco educata: “Salve, Raito è in casa?”.
E allora, per essere sicura, aveva anche aggiunto: “E Sayu?”.
Al secondo “sì” aveva riattaccato, aveva raccolto tutte le monete che aveva poggiato sul telefono per le eventuali successive telefonate e ci aveva comprato due birre da portare a casa per lei e Misao. Doveva festeggiare in qualche modo!
Era andata. Ora aveva l’indirizzo di casa Yagami. E, di conseguenza, aveva saputo anche dove studiava Light.
Metodi rudimentali… Ma mica tutti hanno a disposizione un grattacielo come mega quartier generale!
Nella realtà non è tutto così facile… Certo che è folle ritrovarsi nel mondo di un fumetto, ma con gli impedimenti reali di una vita normale! Non puoi sorvolare su niente…
Aveva pensato uscendo dal supermercato con le birre in mano.
Quello era un mondo strano… era la strana commistione degli elementi inverosimili ed esagerati “da fumetto” con le normalissime difficoltà, le abitudini e le questioni della vita vera. Quel mondo infatti era la singolare mistura di Death Note e di Emma…
 
Arrivò davanti alla scuola, un po’ agitata a dire il vero.
Varcò l’ingresso recinto da mura e osservò il piazzale antistante l’edificio.
Il piazzale dove sarebbe caduto il quaderno e da dove Light lo avrebbe raccolto, uscendo da scuola…
Ma il quaderno non c’era.
Erano le quattro meno un quarto.
Attese.
E quando gli studenti uscirono fu certa che per quel giorno il quaderno non sarebbe caduto…
Ma rimase lì.
Lo voleva vedere.
E lui arrivò.
Arrivò veramente…
Alto e magro, con quel completo beige stranoto, in mezzo a tanti altri vestiti come lui…
Sì, alto magro e stanco… anzi, no… stufo…
Anche lui vero, ma incredibilmente lui…
Ed Emma non poté essere indifferente…
Non poté non pensare a quanto lo aveva osservato, a quante cose sapeva di lui… E non poté non toccare di nuovo la destabilizzazione di quella situazione…
Era passato più di un mese da quando aveva capito cosa le stesse accadendo…  Si era calata nella parte e lo sgomento aveva cercato di tenerlo a bada…
Certo, l’aveva aiutata il fatto che la sua vita, almeno apparentemente, non fosse cambiata, Giappone a parte.
E certo, la aiutava anche il fatto che fino a quel momento non aveva avuto altri contatti diretti con tutte le grosse differenze di quell’ “altro mondo”.
Ma adesso lo stava di nuovo toccando con mano ferma, quell’altro mondo, quel mondo in cui ora si ritrovava a vivere e che era il mondo di Death Note… Perché adesso Light Yagami era realmente davanti a lei…
E trattenne il fiato quando lui le passò accanto, noncurante…
E lo osservò… lo osservò davvero…
Le ordinate ciocche di capelli morbidi e sottili, chiare e vagamente lucenti alla luce di uno spento sole autunnale. I lineamenti perfetti di un ragazzo senza difetto, bello e accattivante nel suo aspetto disinteressato. Meta delle ragazzine che tanto amano il “bello indifferente”…
Il bello indifferente che poi sarebbe divenuto “bello e maledetto”…
Ma ancora non lo era, “maledetto”…
Lo guardò e per la prima volta le dispiacque per lui…
Scrutando quello sguardo ampio, annoiato, ma ancora innocente, da adolescente, rivide quel Light delle prime pagine, quello giovanissimo e umano, che non aveva ancora trasformato gli occhi in tagliole affilate…
E lo vide per davvero. Era solo un bel ragazzo che usciva da scuola… ed era già triste… perché la noia, quando si è adolescenti, è solo tristezza, in fondo…
Ma il Light che vedeva in quel momento non sarebbe più ritornato…
E ripensò a quando aveva sperato che lui si potesse redimere, a quanto aveva atteso che lui potesse farlo e si ricordò di quando aveva cominciato ad odiarlo con tutto il suo cuore, di quando aveva capito che lui ormai era senza speranza…
Già… il Light di quel momento non sarebbe più ritornato veramente…
E poi sarebbe morto… sarebbe morto da solo…
Ed Emma pensò quello che fino a quel momento non aveva pensato.
Pensò quello che in un mese di preparativi non le era neanche mai balenato in mente.
Pensò che doveva prendere quel quaderno e bruciarlo, non solo per Elle.
Pensò che doveva farlo anche per Light…
 
Impossessarsi per prima del quaderno ed eliminarlo dalla faccia della terra.
Questa è la prima pedina che Emma vorrebbe muovere. Questo è il suo piano A.
Perché il fine ultimo del suo progetto, se non lo avevate ancora capito, è salvare Elle.
E non ridete per favore, additandola di banalità e facendo i superiori.
Voi che cosa avreste fatto?
Non nascondetevi biecamente dietro un insulso dito.
A me non la date a bere!
Uhm… Scusatemi… Non considero una cosa importante…
Magari voi non brucereste il quaderno…
Magari voi lo usereste…
Ma questo non mi riguarda, in effetti.
Comunque, se riuscirà a prendere il Death Note, questa sua prima mossa sarà anche l’unica e sarà scacco matto. E non ci sarà bisogno di attuare il piano B, perché il problema sarà risolto in partenza.
Potreste pensare che così però non rivedrà mai Elle, perché lui non avrà più motivo di andare a Tokyo…
Ma una volta Emma aveva detto a Viola una cosa, ridendo: “Sai, se veramente non potrò rincontrarlo in Giappone, potrò sempre giocarmi la carta di andarlo a cercare in Inghilterra!”.
Sì, a Winchester, alla Wammy’s House. E potete essere certi che ci andrà, se riuscirà a impedire l’infausta catena di omicidi eliminando il quaderno. Ci andrà perché lei ha programmato tutte le eventualità e soprattutto perché non si nasconde dietro un dito, lei.
Sa benissimo che vuole salvare Elle, ma sa ancora di più che lo vuole anche rivedere!

 
Ed Emma osservò Light tutti i giorni a partire da allora.
Ogni giorno si recò davanti a quell’edificio, poco prima dell’uscita degli studenti, ed attese.
Ma un giorno le capitò una cosa strana.
Col senno di poi lei la interpretò decisamente male, anche se nell’istante in cui avvenne fu solo colta dalla fretta…
La metro su cui si trovava si fermò, per un qualche ignoto e futile motivo, per una qualche stupida coincidenza che rimarrà sconosciuta agli ignari passeggeri, che sempre si ritrovano ad attendere in silenzio, chiusi dentro un mezzo blindato, assuefatti all’eventualità e dimentichi poco dopo della loro stessa curiosità per la causa di quel malfunzionamento.
Il treno rimase fermo per venti minuti.
Ed Emma fremeva, guardando l’orologio.
Quando finalmente uscì dalla stazione iniziò a correre.
Percorse trafelata il viale dove già si era riversata parte degli studenti in uscita.
Rallentò l’andatura, limitandosi a camminare a passo svelto.
Giunse davanti all’edificio e si ritrovò Light praticamente davanti.
Ebbe appena il tempo di realizzare e si spostò rapidamente per non incrociare il suo sguardo. E lui le passò affianco, con la stessa identica faccia dei giorni precedenti e la superò.
Accidenti a me! Perché me lo sono dovuto trovare proprio davanti! Non ho avuto la prontezza  di capire che gli dovevo guardare subito dentro la borsa!
Allora da dietro cercò di sbirciare. Sembrava non esserci nulla. Però…
Riprese a camminare cercando di avvicinarsi.
Niente.
Non poteva mica seguirlo così spudoratamente!
Sì certo, perché se anche poi gli vedo il quaderno nella borsa, ho proprio risolto tutti miei problemi!! Che idiota! Mica posso sfilargli la sacca e scappare!! Ma per favore!
Perché è successo?!


Era accaduto quello che nei suoi programmi aveva sempre considerato con un punto interrogativo: il caso in cui non fosse riuscita a prendere il quaderno nel piazzale, ma fosse stata certa che l’aveva preso lui, infilandoselo nella sacca dei libri. La differenza era che lei, in quel caso, non era certa che lui avesse effettivamente il quaderno con sé.
Ad ogni modo, si era sempre detta che quell’eventualità non avrebbe dovuto assolutamente verificarsi, perché ogni opzione sarebbe stata avventata e pericolosa.
Se avesse avvicinato Light per chiedergli se avesse trovato un quaderno nero e per farselo dare, lui avrebbe potuto acconsentire. Ma ne dubitava. Si sarebbe insospettito forse… e poi in fondo lui se l’era preso… quindi la cosa lo aveva incuriosito dall’inizio… e quindi, probabilmente, glielo avrebbe negato.
Più o meno probabile, c’era comunque la possibilità che lui glielo negasse. Ed Emma aveva pensato che non poteva rischiare. Non poteva perché era certa che sarebbe stata nei guai dal momento in cui Light avesse realizzato cosa poteva fare quell’ammasso di fogli di carta ed avesse cominciato a farsi domande su di lei che glielo aveva chiesto… E sarebbe stata nei guai perché sapeva che Ryuk sarebbe stato incollato a Light sempre e che forse l’avrebbe osservata incuriosito fin dall’inizio, fin da quel primo ipotetico istante in cui lei si fosse avvicinata per chiedere del quaderno… E non si poteva mai sapere cosa poteva fare uno shinigami come lui per divertirsi!
In conclusione aveva stabilito che avrebbe dovuto evitare qualunque contatto con Light, per non insospettirlo. Perlomeno finché lui non fosse approdato alla Todai. Ma questo faceva parte del piano B.
Del resto era assolutamente da escludere anche l’ipotesi di fare uno scippo.
Mi manca solo di incasinarmi quella parvenza di vita normale che mi resta con un’accusa di furto!!! Per carità! Aveva pensato.
Non poteva ovviamente intrufolarsi di soppiatto in casa Yagami per rubare il quaderno.
Non poteva neanche gonfiarlo di botte per rubarglielo. Anche se questa ipotesi l’avrebbe allettata, se non altro per mollargli un bel jeb su quel faccino d’angelo, bello come il sole!
Perché Emma allora, quando aveva ideato il piano, non lo poteva proprio vedere Light, completamente dimentica delle prime sensazioni e aspettative che lui le aveva suscitato…
 
E invece, quel caso che non avrebbe dovuto presentarsi, si era materializzato nel modo più stupido del mondo. Nell’eventualità più banale in assoluto!
Un ritardo del treno nel puntualissimo ed impeccabile Giappone…
Era un’eventualità di vita ordinaria. E quel mondo, seppure quello di un fumetto, ora era fin troppo reale, con tutte le “normalità” del quotidiano vivere umano… Le sciocche, noiose, ripetitive o inaspettate normalità.
Diciamo che però Emma non poteva avere la sicurezza che lui avesse preso il Death Note… anzi…
Se avevo scartato tutte le ipotesi in precedenza, devo scartarle ancora di più ora, che non posso essere certa che lui abbia preso il quaderno…
Sicuramente non l’ha preso, avrei intravisto qualcosa nella borsa… In fondo rimane ancora qualche giorno all’uscita dei risultati sulle classifiche scolastiche…

E poi c’era sempre il piano B, decisamente più succulento…
E quindi Emma lasciò andare Light, con tanti dubbi dentro di sé…
 
Vi sembra così strano? Vi delude?
Ma Emma non è mica un supereroe, un personaggio di un anime, un essere perfetto senza macchia!
È una ragazza normale. Una giovane donna che non ha intenzione di commettere il suo primo furto o di scapicollarsi a correre inseguita da un ragazzino pieno di forze! E, naturalmente, non ha nemmeno alcuna intenzione di giocarsi la vita parlando con il futuro possessore della “peggiore arma di distruzione di massa che sia mai esistita”, come l’avrebbe definita qualcuno tempo dopo…
Morire per la causa… Ma fatemi il piacere! I martiri, i grandi della storia e quel deficiente di Jack Dawson dopo l’affondamento del Titanic!
Ma insomma, questo non è mica un film!
Uhm… Se però lei non farà nulla, Elle morirà… Morirà in nome della giustizia, proprio come il mitico personaggio di una struggente storia inventata…
Quest’ “altro mondo” dove Emma è approdata, è veramente strano… è un ibrido singolare …
Però è colpa mia se le cose stanno così…
Devo ammetterlo, quest’ibrido è una novità anche per me… ma non cercavo altro!
Oggi sto veramente parlando troppo però… Sono un disturbo!

 
Ritornò a casa distrutta e preoccupata.
Si fece un bel bagno caldo e si impose di non angosciarsi. Non serviva a nulla. Doveva continuare.
Poi accese la tv senza audio e si accoccolò, sprofondata tra i morbidi cuscini del letto, col portatile sulle gambe incrociate, bella profumata e pulita, a godersi la piacevole sensazione del dopo bagno, degli abiti lindi e della pelle liscia…
Lasciò msn acceso e scrisse una lunga mail a Viola.
Quando risollevò lo sguardo non fu per niente contenta di quello che vide…
Sullo schermo l’immagine di un edificio circondato dalle automobili della polizia ed uno speaker agitatissimo.
Poi la foto ed il nome di un uomo…
Era una diretta della NHK…
Anzi no, NHN... in quel mondo era la NHN...
Emma non alzò il volume.
Non si sforzò neanche a tradurre malamente le parole che scorrevano in basso per capire cosa stesse accadendo…
Era quello che stava controllando ed aspettando tremante da giorni…
Era il 28 Novembre e un pazzo criminale aveva preso in ostaggio un asilo.
Davanti alla televisione muta Emma incrociò le braccia, abbassò lo sguardo e si morse il labbro inferiore.
Gli eventi di Death Note si avvereranno a partire da questo momento. Ora lo so con certezza.
Elle morirà il 5 novembre del 2007 e Light probabilmente starà scrivendo il suo primo nome sul quaderno proprio in questo momento…

Lo speaker cominciò ad agitarsi, gli ostaggi uscirono dall’edificio.
Sì. Lo stava scrivendo proprio in quel momento…
La vera partita comincia ora.
E sarà una lotta contro il tempo!

 


Dunque, aggiungo qualcosa.
Mi sono ritrovata all’improvviso altrove e mi sembrava di non stare più scrivendo la stessa storia… E poi la vedo come spezzettata in modo strano...
Temo sempre che qualcuno si possa annoiare nel rileggere pedissequamente le vicende dell’anime/manga (a me capita così con le ff che lo fanno…) quindi ho cercato ogni volta di riviverle e farvele rivivere collateralmente. Oddio, che io riesca a far “rivivere” Death Note è un’affermazione quasi blasfema!! Perdonatemi, ma sono stanca e scrivo ormai sotto l’influsso di non so più che cosa… ;) Quindi sorvolate, vi prego, perché non ho la forza di rendere il concetto di cui sopra in altro modo… :)
Va be’, come al solito vi ho ammorbato con le mie paure di “noiosità”, quindi abbiate pazienza… Sono incorreggibile ;)
Riguardo il modo in cui Emma trova la scuola di Light, sarei curiosa di sapere se vi viene in mente un altro sistema… Ci ho pensato tanto ed alla fine sono giunta a quello. Facebook non esisteva ancora. E non vedo perché lui dovesse essere in qualche modo rintracciabile on-line… Misa, quando lo va a scovare, lo trova su internet solo perché lui è “già” il “miglior studente del Giappone” e compaiono informazioni su di lui solo per quello.
La finisco qui.
Un enorme grazie, come sempre, a chi ha messo questa storia nelle preferite, a chi recensisce, a chi legge silenziosamente ed a chi è arrivato qui soltanto ora!
Sarò ripetitiva, ma ogni volta mi date la forza!!!

 

Eru

 
 
 
 

   
 
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