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Autore: split your soul    18/10/2011    3 recensioni
Questa è una storia semplice e leggera che ipotizza cosa sarebbe accaduto se io e una mia amica fossimo state iscritte ad Hogwarts, post Voldemort.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Scorpius Malfoy, Teddy Lupin
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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ANGOLO DELL'AUTRICE: Il primo capitolo è piuttosto lungo, gli altri per vostra (s)fortuna saranno più corti. Inoltre volevo precisare( visto la forte pressione! )  che la storia è stata scritta a quattro mani con l'autrice giuliacullen95, che ringrazio tanto.
scusate la rigidità è il primo capitolo della mia prima storia. XOXO Arianna



Arianna e Giulia, 11 anni.
 
Le due bambine si guardarono negli occhi spaventate. Quell’estate avevano ricevuto entrambe una strana lettera, portata da un gufo, che le avvertiva che erano state iscritte alla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts. All’inizio non ci credevano, ne erano a conoscenza del fatto che anche l’altra fosse una strega. Non potete immaginare la sorpresa e la felicità delle due nell’incontrare la propria migliore amica al binario nove e tre quarti di King’s Cross. Ora erano lì, davanti all’intero corpo scolastico, per essere smistate in una delle quattro case della scuola, Grinfondoro, Tassorosso, Corvonero, Serpeverde. Avevano ascoltato la filastrocca di quello strano capello parlante, e si erano fatte un idea piuttosto precisa di come erano le case e di come sarebbero stati smistati i ragazzi del primo anno, quindi non derivava da quello la loro preoccupazione, ma dal fatto che potevano finire in case diverse. Erano terribilmente nervose, talmente tanto che Arianna non aveva perso l’occasione per sfogare i suoi nervi su un altro studente del primo anno, lo aveva martoriato così tanto che quello era scappato spaventato, ma la ragazzina non si curò poi molto del disagio del suo compagno.
Quando chiamarono il suo nome face un salto di mezzo metro, ma si ricompose subito e a testa alta andò fino al piccolo sgabello, così piccolo che per un attimo si chiese se l’avrebbe sorretta, era mingherlina, lo era sempre stata, ma quel panchettino era davvero poco stabile. Si sedette e alla fine le misero il capello logoro e rattoppato in testa. Rimase lì sopra per almeno trenta secondi prima che una vocina strana, roca e fievole, come quella di una persona molto, molto vecchia, le parlò direttamente dentro la testa, Arianna capì subito che proveniva dal cappello e un brivido di eccitazione le passò per tutto il corpo.
- Sei molto strana- le disse- non ho mai incontrato uno studente diviso tra Serpeverde e Grifondoro, vedo coraggio, ma anche determinazione e ambizione- 
La ragazzina non rispose, non sapeva cosa dire effettivamente.
- Alla fine credo che starai molto meglio a… SERPEVERDE- urlò infine a tutta la sala, e un boato si levò dal tavolo più a destra.
Si tolse il cappello e corse verso il tavolo verde-argento.
Giulia la guardò prendere posto felice per lei, sperando di finire nella sua stessa casa. Arrivò anche il suo turno.
Il cappello non fece in tempo a posarsi sopra la sua testa che esclamò – Che bel cervello. Hai davvero una grande testa, mia cara. Ma hai un animo molto simile a quello della tua amica, quasi identico, e vedo chiaro il tuo desiderio di stare assieme a lei, anche in lei era molto forte-
- Come fai a sapere tutto questo?- chiese curiosa.
- SERPEVERDE- urlò invece il cappello, senza darle risposta.
E in quel momento una grande gioia scoppiò nelle due ragazze.

Giulia e Arianna, 16 anni.
 

Nascondere il loro segreto agli amici negli anni non fu affatto facile. Dissero che i loro genitori le avevano mandate in collegio e che tornavano solo durante le vacanze. Non era male come scusa, ma non era quello il problema: era difficile nascondere i gufi, che apparivano all’improvviso, poggiandosi sulla tua spalla, gli effetti magici personali, i libri, e i compiti. Ancora più complicata era la vita sentimentale, nessun problema se il ragazzo in questione era un mago, ma la storia diventava più intricata se era babbano. Giulia non aveva un ragazzo, c’era stato qualche flirt, ma niente di serio, invece Arianna si era innamorata. Fu davvero un impresa titanica inventarsi una balla per spiegargli perché non poteva chiamarla al collegio, di certo non poteva dirgli “ Bè, semplicemente perché nel posto dove studio c’è un incantesimo che impedisce ad ogni oggetto elettronico di funzionare”, così inventò che il suo collegio era molto severo e non permetteva chiamate se non alla famiglia, Arianna non si spiegava come avesse potuto bersi una cazzata simile, ma funzionò.
- Hai sentito dei libri della Rowling?- chiese Giulia alla sua amica, alla fine della lezione di Incantesimi, in cui lei era un vero asso, la sua ora preferita
- Chi è? Una strega?- sbadigliò in risposta Arianna, la scuola era cominciata da poco più di un mese e non aveva ancora ripreso il ritmo delle lezioni.
- Si, ha scritto la storia di Harry Potter e tutto il mondo dei maghi e l’ha pubblicata anche tra i babbani-
La sua amica spalancò gli occhi- Ma è impazzita, e cos’ha fatto il Ministero?-
- L’ha arrestata, ma lei dice che è ora che il mondo magico esca allo scoperto…-
- È una specie di Voldemort reincarnato?- scherzò Arianna.
- No, scema- rise Giulia – la Rowling sostiene che dovremmo stare in pace con i babbani, però alla luce del sole e non nascondendoci- fece più seriamente.
Arrivarono nell’aula di Pozioni, la materia preferita di Arianna, e quindi si zittirono subito, dato che il professor Snape era già alla cattedra, non era affatto saggio farlo arrabbiare, anche se erano di Serpeverde avevano comunque timore di lui.
Arianna si concentrò per tutta la lezione ed ottenne una pozione perfetta, guadagnò persino dieci punti per Serpeverde.
- Non pensi che la Rowling abbia ragione?- le bisbigliò Giulia.
- Di sicuro la nostra vita sarebbe più facile- rispose lei a voce un po’ troppo alta, infatti si beccarono un occhiataccia da Snape che avrebbe ucciso chiunque.
- Pensa, se succedesse tu non avresti più problemi con Leonardo – continuò la sua amica, appena il professore si girò – potresti dirgli la verità.
- Volete condividere qualcosa con la classe, signorine?- chiese glaciale il professore, alle loro spalle. Quando diavolo ci era arrivato lì dietro?
- No, signore- dissero in coro.
- Bene, allora fate silenzio- disse duro.
 Probabilmente se le due non fossero state della sua casa, avrebbe tolto dei punti.
Nella Sala Comune dei Serpeverde, nei sotterranei, c’era sempre un gran chiasso: urla, risate, esplosioni, avvolte gemiti provenienti dalle stanze,e chi ne ha più ne metta. Ma tutto questo alle due streghe piaceva, si divertivano nella lussuosissima sala, e si sentivano felici. Probabilmente se i loro amici babbani avessero scoperto cosa succedeva lì dentro, sarebbero morti di invidia.
Arianna e Giulia erano sedute sulle poltrone verdi vicino al camino, davanti a due bicchieri stracolmi di burrobirra, vicino a loro dei ragazzi dell’ultimo anno che si stavano facendo servire e riverire da due ragazzini del primo. Nella loro casa non era così insolito che i ragazzi più grandi sfruttassero i più piccoli, ma non  pensate che a loro dispiacesse, anzi, di solito sono sempre piuttosto felici di ingraziarsi i più anziani. Che approfittatori!
Una volta, durante il suo primo anno, ci avevano provato anche con Arianna, un tipo le aveva ordinato di massaggiargli i piedi, era così disgustoso che si sorprese di non avergli vomitato addosso, invece lo aveva semplicemente guardato con odio e gli aveva detto con disprezzo  – Non toccherei mai una sola parte del tuo corpo.
Il ragazzo si era piuttosto arrabbiato, tanto da cercare di farle un incantesimo, ma lei fu più veloce e gli lanciò una fattura Orcovolante. Da allora era sempre stata rispettata da tutti, temuta, e quando crebbe e divenne più bella, persino adorata.
Anche Giulia sapeva il fatto suo, di certo non si era fatta mettere i piedi in testa dai maggiori, ma quando si accapigliò con un Grifondoro e gli lanciò una fattura che costrinse il povero malcapitato in infermeria per ben due settimane, divenne una vera e propria leggenda tra i Serpeverde.
- Ho pensato ad una cosa- disse Arianna.
- Cosa?- fece Giulia.
- Potremmo provare a fare i provini per il Quidditch-
- Ma sei pazza! In tanti anni che esiste la casa Serpeverde nessuna ragazza è mai entrata a far parte della squadra. Non abbiamo possibilità. Qui dentro il maschilismo si può toccare con mano- disse Giulia, acida.
- Lo so, ma che ci costa fare un tentativo? Ci ho visto giocare, siamo fortissime, e nel volo ce la caviamo bene. Dimostriamo a quegli stronzi che le donne sanno farsi valere- Arianna era sempre stata una femminista convinta e combattiva, ma Giulia era molto realista e razionale, c’erano poche probabilità che loro riuscissero ad entrare a far parte della squadra, quasi nulle, e in gioco c’era anche la loro reputazione, fondamentale se volevi vivere, ma soprattutto sopravvivere, nella loro casa. Però lei voleva troppo bene ad Arianna per abbandonarla, quindi, a costo di fare una figura di merda davanti a tutti i Serpeverde, sarebbe rimasta al suo fianco.
La sua amica la guardava speranzosa  e lei disse, sospirando – Va bene, facciamolo-
- Siiiii, grazie, grazie, grazie- esultò e saltellò Arianna.
 
La mattina dopo andarono a controllare la bacheca e videro che le selezioni sarebbero avvenute quel sabato.
Il resto della settimana passò tranquillamente, Arianna costrinse Giulia ad allenarsi un po’ con lei il pomeriggio. Erano davvero brave, probabilmente era l’unico che piaceva loro, non erano delle patite della ginnastica, ma nonostante la loro bravura, la superiorità di Arianna a Malfoy come cercatrice, e quella di Giulia a Tiger o Goyle come battitrice, le speranze di Giulia erano davvero minime e l’euforia di Arianna per quell’evento, da cui sarebbero di sicuro uscite perdenti, la faceva quasi arrabbiare, iniziava a diventare petulante, talmente tanto che in quei giorni Giulia aveva iniziato ad essere molto irascibile.
Il giorno tanto atteso alla fine arrivò, entrambe ne erano più che felici, Arianna perché non vedeva l’ora di mostrare le sue capacità, Giulia perché almeno, dopo che il capitano avrebbe detto loro di levarsi dai piedi, non avrebbe più dovuto sorbirsi le chiacchiere sul Quidditch della sua amica, anche se dopo sarebbe stata triste, era molto più facile fare i conti con la tristezza e la delusione che con la felicità e la speranza per un qualcosa che non avverrà mai, soprattutto se non hai il coraggio di far crollare i castelli in aria di quella persona allegra e piena di illusioni, solo perché le vuoi troppo bene e non vuoi darle un dispiacere. Giulia preferiva che fosse il capitano a dare la brutta notizia alla sua amica, così lei avrebbe dovuto semplicemente consolarla e tirarle su il morale, sapeva che Arianna non era il tipo che si faceva abbattere troppo, se cadeva, si rialzava quasi subito, lo sapeva perché lei stessa era così, e loro due erano molto simili.
Scope in spalla e divisa indosso, entrarono del campo da Quidditch, c’erano anche altri ragazzi per le selezioni, ovviamente tutti maschi,e quando le videro scoppiarono tutti in una fragorosa risata. “Cominciamo bene” pensò Giulia.
Il capitano venne loro incontro.
- Cosa ci fate voi due qui?- disse strafottente.
- Siamo qui per le selezioni- rispose Arianna.
Il ragazzo rise di nuovo – Non prendermi in giro ragazzina, il Quidditch non è uno sport per donne, torna a giocare con le bambole- girò sui tacchi e tornò dai suoi compagni, ma a metà strada Arianna gli urlò dietro- Ah, capisco, un energumeno tutto muscoli e niente cervello come te ha paura del confronto con una donna! Dovevo immaginare che non hai il fegato di scoprire che Malfoy non riuscirebbe a prendere un  Boccino nemmeno se lo investisse- risero tutti quanti, tranne ovviamente il diretto interessato che esclamò indignato- Come osi…-
Arianna non lo fece nemmeno terminare la frase che disse bruscamente- Come osi TU rivolgere la parola a ME.
Giulia ne aveva fin sopra i capelli di quel teatrino, all’inizio era divertente vedere la sua amica che metteva in riga quegli stupidi maschietti, ma ora iniziava ad annoiarsi.
Quindi sbottò- Ascoltatemi bene, io qui non ci volevo nemmeno venire, e sinceramente sono stufa dei vostri insulsi chiacchiericci, quindi ora tu- e si rivolse al capitano- ci farai fare questo benedetto provino, altrimenti ti renderò la vita un inferno così doloroso che ti pentirai di esserti messo contro di me. Sono stata chiara?- Urlò infine.
- Che cos’è una minaccia?- assottigliò gli occhi il ragazzo-cavernicolo.
- No, è una promessa, e tu mi conosci, Montague, mantengo sempre le promesse- Giulia lo guardò così minacciosamente che Arianna giurò di averlo visto fare un passo indietro.
- E sia!- affermò il capitano.
- Bene, vedo che ci siamo capiti- Giulia doveva avere sempre l’ultima parola.
Marcus Montague, il capitano della squadra, si avviò verso le tribune dove era seduto il resto dei candidati e così fecero anche le due ragazze, che però si sedettero insieme agli altri.
- Ora cominceremo con un giro di riscaldamento, poi inizieremo con le selezioni per i battitori, a seguito i cacciatori, i cercatori, e infine i portieri. Tutto chiaro?-
Un “sì” collettivo si levò dalla tribuna.
Le due ragazzo montarono sulle loro scope e iniziarono, così come tutti gli altri, il giro di riscaldamento, ma sembrava proprio che a quegli stolti di Tiger e Goyle non stesse bene avere una ragazza come rivale, infatti neanche trenta secondi dopo che erano saliti in scopa che già cercavano di disarcionare Giulia e poco dopo un ‘altro ragazzo, che non sapeva bene chi fosse, ci provò con Arianna.
Quest’ultima si accostò alla sua amica e le disse- Che ne dici se ci vendichiamo?- la sua vena sadica non aveva confini, ma neanche quella del buon senso dell’altra ragazza.
- Meglio di no, sono più grossi di noi, per quanto siamo intelligenti- evviva la modestia- loro ci potrebbero fare a fette con quei muscoli, lasciamoli perdere e concentriamoci a fare bene questa cazzo di selezione. D’accordo?-
- Si, signora- la prese in giro Arianna, e ad entrambe spuntò in volto un piccolo sorriso divertito.
- Ok, basta così, tornate giù!- sentirono esclamare la voce di Montague, seguita da un fischio.
Atterrarono e si sedettero sulle gradinate.
- I battitori in fila davanti a me-
Giulia si alzò, aveva un gran batticuore, non voleva farsi illusioni inutili, il fatto che le facessero partecipare non voleva dire che ,anche se fossero state le migliori, le avrebbero prese. Ci teneva tanto a questo gioco, era proprio per questo che non voleva partecipare, se lo avesse fatto, avrebbe voluto dire farsi false speranze, che poi sarebbero crollate non appena sarebbe andata a sbattere contro il maschilismo che governava la squadra di Quidditch della sua casa. Non voleva avere delusioni tutto qua, ma Arianna l’aveva messa in mezzo, e ora aveva una gran paura.
- Ora libererò i bolidi e manderò in campo alcuni dei vostri compagni i due che tra di voi disarcioneranno più giocatori diventeranno i nostri nuovi battitori. Pronti, VIA!- urlò, fischiando.
Giulia, Tiger, Goyle e un Serpeverde del secondo anno dall’aria odiosa, inforcarono le scope e si lanciarono in aria. Nel campo otto giocatori giravano cercando di non essere colpiti dai bolidi che i quattro aspiranti lanciavano loro contro.
Giulia in meno di cinque minuti già ne aveva disarcionati quattro, mentre Tiger e Goyle due a testa, solo il povero giovane Serpeverde aveva girato per il campo senza troppi risultati.
Il capitano non aveva ancora fischiato e Giulia aveva deciso di attuare una piccola vendetta per lo scherzetto di prima. Caso volle che due bolidi le arrivarono uno dopo l’altro, così con estrema precisione li mandò contro i due ignari ragazzi spezzando le loro scope a metà, fortunatamente non aveva mirato poco più in là, altrimenti non avrebbero più avuto figli.
In campo erano rimasti solo Giulia e il ragazzino spaventato a morte dalla visione della compagna con la mazza in mano e uno sguardo sadico.
- BU!- disse Giulia e lui scese verso il campo urlando terrorizzato.
- Ora basta- urlò Montague- ti sei divertita abbastanza. Scendi- aveva un grosso sorriso divertito stampato in faccia.
Appena Giulia scese dalla scopa il capitano disse- Che ne dici di una gita a Hogsmeade io e te da soli?-
- Nei tuoi sogni- e si girò verso Arianna che sogghignava divertita e compiaciuta. Arrivata alla panchina si scambiarono un cinque vittorioso.
- Piaciuto lo spettacolo, Ari?- chiese, senza più trattenere le risate.
- Da morire!-
Passato il turno dei cacciatori arrivò il turno di Arianna. Gli unici aspiranti erano lei e Scorpius Malfoy, non sapeva perché, ma il suo rivale incuteva terrore a chiunque.
- Ti faccio il culo, Malfoy-
- Non metterti sulla mia strada, puttana-
Arianna lo guardò incenerendolo, peccato che i SectumSempra erano vietati.
Salirono in groppa alle scope e iniziarono a fare dei giri per il campo, spintonandosi di tanto in tanto e aspettando che il capitano fischiasse l’inizio.
Montague liberò il boccino e dopo pochi minuti diede il via.
Arianna lo aveva già lo aveva avvistato, invece quell’altro imbecille girava a vuoto. Che cretino!
La ragazza rise mentalmente e si catapultò verso la pallina oro, dopo solo cinque minuti aveva afferrato il boccino e Montague amaramente fischiò la fine. Le prove erano finite, e le ragazze avevano proprio un buon presentimento.
- Dai dillo- disse Arianna a Giulia.
- No-
- Dillo, dillo, dillo, dillo…- continuò finchè l’amica esausta non esclamò – Si, Ari, avevi ragione tu!-
- Uh, uh-
- Sempre la solita- fece Giulia esasperata.

  
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