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Autore: elyforgotten    19/10/2011    13 recensioni
FANFIC COMPLETAMENTE REVISIONATA! *Periodo risalente dalla 2 stagione in avanti*
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Questa Fan-fic parla della sorellasta di Caroline, la figlia maggiore di Bill, Briony che torna a Mystic Falls dopo che si era trasferita per un evento drammatico che le era capitato... Ma quando tornerà scoprirà che niente è più come prima... Una nuova realtà che la sovrasterà, la incanterà, fino a divorarla.
DAL CAPITOLO 20:
"Non stai parlando con il cuore ora, è solo un pretesto per..”
Ma Elijah la interruppe bruscamente, guardandola diabolico:
"Io non ho un cuore, Briony" affermò lui con tono spietato allontanandosi da lei.
Dopo un po' lei lo seguì:
"Eppure io lo sento battere, dentro di te" disse timorosamente.
"È solo una tua illusione" sussurrò il vampiro fissandola con il suo sguardo crudelmente glaciale.
Briony non capiva se stesse mentendo a sé stesso o se stesse lottando per avere ragione. Sapeva soltanto che lui, un cuore, lo aveva...
Genere: Drammatico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elijah, Nuovo, personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'I'm always in this twilight, in the shadow of your heart. '
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2° CAPITOLO

 

Briony credeva di svenire da un momento all’altro. Era impossibile tutto questo... Il corpo era lì, maledizione! Come aveva potuto essersi volatilizzato nel nulla?

Che si fosse inventata tutto? Forse quella città la stava davvero facendo diventare matta.

Sentì ancora dei rumori rimbombanti

<< Sono spacciata. >> Credeva davvero che sarebbe morta, che Stefan e quell’altro coinquilino l’avrebbero fatta a pezzettini e messa dentro in qualche frigorifero. Ma il pugnale era ancora lì per terra. Lo prese in mano e si alzò.

<< Diamine non mi hanno uccisa quella sera e non mi ucciderà di certo quel ragazzino dalla faccia cupa. >>

Cercava di auto convincersi che ce l’avrebbe fatta a sopravvivere, ma le probabilità erano scarse anche con quel coltello affilato. Quella notte di un anno prima era arrivato il padre a soccorrerla...se no sarebbe schiattata. Ma questa volta era sola.

In una casa che non conosceva e nella quale era entrata furtiva come una ladra. Per di più quel cadavere era letteralmente sparito.

Tremante, uscì dalla cantina e salì piano piano le scale. Il coltello tremava più di lei e finalmente arrivò  vicino al salotto.

Non c’era nessuno, ma quando si voltò vide un uomo per terra stremante.

Lo riconobbe: era l’uomo che qualche minuto prima aveva conficcato nel cuore il coltello!

Briony sgranò gli occhi terrorizzata e tutta tremante. Come faceva a essere lì? Come faceva essere vivo?

Indietreggiò spaventata, pensando di darsela a gambe, ma l’uscita era alle spalle dell’uomo ed era terrorizzata alla sola idea di passargli accanto.

L’uomo ad un tratto alzò il viso, il corpo era senza forze come martoriato, non riusciva ad alzarsi, e le braccia erano in una posizione davvero singolare come se le ossa fossero tutte rotte.

“Non riesco…non riesco a respirare!”

L’uomo boccheggiò e aprì la bocca in cerca di ossigeno.

<< Merda questa volta muore per davvero >> Pensò Briony traumatizzata. Senza perdere tempo, buttò il coltello per terra e si avvicinò all’uomo cercando di tirarlo su:

“Stia calmo! Ora la porti fuori! Si aggrappi a me”

 Briony faceva come meglio poteva, ma l’uomo era molto alto sul metro e 80 e lei faceva fatica a trascinarlo fino all’uscita.  

“Non posso stare in questa casa.” continuare a farneticare il mezzo morto tra le sue braccia.

“Non si preoccupi. La porto via di qui. Si sente bene?”

Che domande. Era ovvio che non stava bene. Un minuto prima era un cadavere rinsecchito e l’attimo dopo era resuscitato magicamente.

 Briony si domandava come fosse successo. Logicamente era impossibile, era sicura che quell’uomo fosse morto… Come poteva essere successo? Aveva già visto cose soprannaturali in passato ma mai una cosa del genere.

Che fosse uno zombie?? Briony spaventata all’idea si bloccò e si girò a guardare dove avesse messo il pugnale…era a qualche metro dietro da lei.

Ma ad un tratto il mezzo morto se ne andò via da lei a velocità supersonica, ai limiti dell’umano, e scappò fuori farfugliando che non poteva stare lì.

Briony allora si prese un colpo. Un minuto prima quel tizio era tra le sue braccia e ora era fuori dalla casa... e tutto era accaduto in un lampo che infatti Briony non era riuscita a focalizzare la scena.

Lo vedeva ora esausto per terra in cerca d’aria, le braccia appoggiate al pavimento.

A quella vista, Briony ebbe quasi pena per quell’uomo. Era per terra senza vita ormai, i vestiti erano tutti malmessi come se fossero stati tagliati, e ora lui la stava fissando.

Lei corse verso di lui ma sempre stando dentro la casa. “Mio Dio. Sta bene? Vuole che la porti in ospedale?”

<< Così vediamo quale spiegazione scientifica può accertare questa miracolosa resurrezione >> Pensò titubante.

Ma l’uomo non rispose, continuava a fissarla con uno sguardo severo … e pericoloso.. Sì quel viso le metteva soggezione… sembrava fosse sul punto di attaccarla.

Infatti all’improvviso si alzò e andò velocemente verso di lei;  ma si fermò con un tonfo sul ciglio della porta, come bloccato da una barriera invisibile.

Briony allora spaventata indietreggiò. Quell’uomo la guardava fisso negli occhi in maniera dura e tetra. Aveva ripreso un po’ di colorito ed era tornato quasi normale. I capelli ancora folti e lucidi gli coprivano gli occhi.

Ad un certo punto lui disse:

“Che cosa è successo?”

Anche se le sembrava morto, la voce invece che Briony sentiva era viva, calda, con uno strano accento. Scandiva bene le parole quando parlava.

Briony lo rimirò per un attimo soggiogata, quasi atterrita, perché non aveva mai sentita una voce così bella.. era ammaliante. Come se facesse soccombere chiunque al suo volere semplicemente col suono della sua voce profonda.

Si riscosse dai suoi pensieri stupidi, scuotendo la testa:

Io…l’ho trovata nella cantina qui morto! O almeno pensavo che lo fosse…” rispose lei titubante guardandolo. La sua espressione era chiaramente sospettosa ma lui non diceva niente, come se non si sentisse in dovere di giustificarsi date le strane apparenze.

Quell’uomo continuava a fissarla, diventando sempre più cupo. Anche lui aveva l’espressione sospetta in viso. Così come lei era titubante nei suoi confronti, anche lui lo era.

Peccato che Briony ne fosse anche spaventata. Mentre quell’uomo sembrava non avere paura di niente. Era perfino scampato alla morte.

“Volevo cercare aiuto” Mentì poi lei, deglutendo. Cercò di trovare una giustificazione plausibile e per far capire che lei non c’entrasse niente con chi l’aveva ridotto in quello stato.

“Ho tolto il coltello e sono corsa via a cercare le chiavi dell’auto. Ma quando sono tornata, lei non c’era più…

L’uomo non diceva una parola, restava immobile sul ciglio della porta con le braccia allargate sullo stipite della porta.

“Se vuole la porto da un medico, non ha una bella cera….”

“No.” Rispose lui subito, come se lei avesse detto un’eresia. Nonostante il tono di voce allarmato, aveva uno sguardo davvero agghiacciante che la fece rabbrividire.

“Mi serve solo un posto sicuro per riprendermi..”

Briony non sapeva cosa fare… da un momento all’altro sarebbe potuto tornare il pazzo omicida, nonché proprietario della casa, e cosa avrebbe potuto dirgli? Meglio svignarsela subito.

Ma che fare col mezzo morto? lo aveva sognato, lo aveva poi salvato contro la sua volontà... e ora che doveva fare con lui? Non poteva lasciarlo lì…era lui la vittima in questa situazione, anche se era risorto in modo inspiegabile…avrebbe capito la verità più avanti, ma ora dovevano andarsene e alla svelta.

Senta…” disse lei facendo un passo avanti e agitando le mani per farsi capire. “E’ pericoloso per lei stare qui. Può venire a casa mia, abito da sola e nessuno la disturberà finché non starà meglio e non si chiarirà tutto.”

Il mezzo morto però non sembrava convinto, la guardava dall’alto al basso come per esaminarla, come se stesse pensando se poteva credere a quella ragazza o no. Il suo sguardo era chiaramente cupo, le labbra serrate.

“Non le farò del male…ma, io posso fidarmi di lei?” Chiese lei impaurita, guardandolo fisso negli occhi per trovarvi una conferma. In fondo Briony si stava mettendo in una bella bega ospitandolo, ma non vedeva altro modo.. Non poteva lasciarlo lì da solo a piede libero come se nulla fosse.

“Posso fidarmi io di lei?” Rispose invece con forza l’uomo misterioso, facendo un passo in avanti, ma restando sempre fuori dalla casa. Era chiaramente riluttante a fidarsi come se dovesse perennemente guardarsi le spalle.

“Sono io che l’ho salvata! Deve per forza fidarsi, non ha scelta.” Esclamò Briony mostrandosi esterrefatta.

Lui la fissò ancora una volta, perplesso sul da farsi, ma poi chiese:

“Dov’è il pugnale?”

Briony allora si girò…era a metà salone. “Se vuole che io mi fida di lei..” continuò lui a dire “Mi deve dare indietro il pugnale.”

<< Sogna! Così poi accoltelli me per vendicarti?? >>

Ma quando si girò verso l’uomo, lo trovò sincero: i suoi occhi sembravano più limpidi, non più scavati. Forse dargli il coltello era una prova per dimostrare che lei non l’avrebbe mai ucciso, come aveva fatto Stefan&company. Era naturale che quell’uomo non si fidasse della prima venuta dopo quello che gli era capitato.

“Va bene.” Sussurrò. “Andiamo pur a prendere l’arma del delitto”

Briony attraversò la casa con passi malfermi, temendo di svenire.

Sentiva lo sguardo fisso dell’uomo sulla sua schiena. Poteva realmente fidarsi di quello sconosciuto? Ebbe di nuovo terrore della sua espressione gelida e di quegli scatti improvvisi come se fosse sul punto di attaccarla. Ma cercò di racimolare coraggio.

Raccolse il coltello e andò davanti all’entrata. “Eccolo. Possiamo andare ora?”

Lui prese il pugnale, sempre guardandola in maniera strana, e se lo mise sotto quello che gli rimaneva della giacca.

Poi si fece da parte, come per lasciarla passare.

Lei strinse gli occhi, chiedendosi come mai fosse così cavalleresco dopo le occhiatacce che le aveva rifilato, ma facendosi coraggio uscì.

In quella casa Briony non respirava più dall’ansia, uscendo finalmente riuscì a respirare in modo naturale.

Quando si girò c’era ancora lui che la fissava con una strana espressione, che Briony non aveva mai visto in nessun altro uomo…come se volesse leggerle la mente. Oppure scavare nei suoi più oscuri segreti.

Arrossì inconsapevolmente.

“La macchina è dietro a quegli alberi…” mormorò timidamente indicando la direzione in cui aveva parcheggiato l’auto.

Si voltò di nuovo verso di lui e notò che la stava ancora scrutando in maniera seria. 

Briony ad un tratto indugiò sui tratti del viso di quell’uomo.

Era un volto unico, fuori dal comune, ineguagliabile, che non aveva pari con quelli che aveva visto in 26 anni di vita. Dovette ammettere che anche in quelle vesti un po’ malconce, quel tizio sembrava l’uomo più affascinante che avesse mai incontrato.

Scorse il reale colore dei suoi occhi. Erano neri, come la notte. Ma senza una stella che brillava in essi.

Briony arrossì per la seconda volta a causa di quei pensieri che non erano assolutamente da lei, anzi, e deglutì per scacciare quello strano tepore al petto.

Badi… non sono una con cui si può scherzare. Lavoravo in una sede legale di omicidi. Chiaro il concetto?” Suonò come un ammonimento per far desistere quel tipo dal fare mosse false con lei oppure per darsi un tono da wonder woman.

Ma non avrebbe convinto neanche un demente fifone, visto come la battuta le uscì.

Nonostante ciò, l’uomo misterioso la prese in parole.

“Sì non ne dubito, visto come abbia violato una casa d’altri.” Affermò alzando scrupolosamente il sopracciglio.

Briony si irrigidì e scelse finalmente di camminare per sciogliere la tensione. Lui dopo un attimo di esitazione la seguì.

“Come mai si trovava da queste parti, se posso chiedere?”

Briony sentì quella voce troppo vicina a lei. Si girò e difatti vide accanto a lei il mezzo-morto, fianco a fianco che quasi i loro vestiti si toccavano. Automaticamente si scansò perché quella presenza la inquietava troppo.

Lei camminava a grandi passi, quasi correndo pur di evitare di imbattersi in Stefan e di non restare troppo vicina all’uomo misterioso, mentre lui camminava lentamente con un gran portamento senza alcuno sforzo.

Sembrava fosse uscito da un’opera teatrale, non da una cantina buia di un seminterrato. Riusciva a tenere bene il passo della ragazza anche senza accelerare.

“Ero passata di qui per caso.. nessun codice violato.” mormorò poi Briony, cercando di non apparire nervosa.

Voleva sviare il discorso, non poteva compromettere Caroline. Forse l’uomo accanto a lei aveva visto solo Stefan mentre lo accoltellava, magari le ragazze non c’entravano niente.

Ahn..” mugugnò lui, continuando a guardare avanti a sé.

Finalmente erano arrivati alla macchina. Briony non avrebbe più sopportato quel silenzio imbarazzante e quella presenza magnetica che la rendeva inquieta. Ebbe davvero una strana sensazione e si chiese se dovesse darsela a gambe.

Ma guardando il viso freddo dell’uomo, intuì che se lei avesse cercato di farlo, lui l’avrebbe inseguita e acciuffata senza sforzo. E chissà poi cosa le avrebbe fatto…

Deglutì terrorizzata.

Aprì velocemente la macchina e mise in moto il motore.

 

Per gran parte del viaggio nessuno dei due parlò. Briony non diceva niente per paura di compromettere Caroline, ed Elijah (non le aveva però ancora rivelato il suo vero nome) guardava pensieroso il panorama fuori dal finestrino.

Avrebbe voluto darsi alla svelta una ripulita, non sopportava più di avere quei vestiti stracciati addosso. E il suo bisogno di sangue stava aumentando. Si girò verso la ragazza. Si chiese se doveva veramente fidarsi di lei, probabilmente era della cerchia di Elena ma non l’aveva mai vista in città.

Gli aveva salvato la vita però… se non era per lei, a quest’ora sarebbe rimasto rinchiuso in quella dannata casa. Per fortuna però ora il coltello l’aveva lui e quindi quei miserabili umani non avrebbero più potuto nuocerlo.

Al solo pensiero di quello che gli avevano combinato quegli stupidi umani, si sentì uno  stupido a sua volta. Come aveva potuto abbassare la guardia? Ma non avrebbe più commesso lo stesso errore… e se quella ragazza faceva parte del loro piano, ci avrebbe messo un attimo a staccarle la testa. Poi sarebbe toccato a Damon Salvatore.

Guardò meglio la sua salvatrice e notò incredibilmente che assomigliava un poco alla sorella, che purtroppo ora non c’era più.

I tratti erano classicamente simili, anche se sua sorella aveva gli occhi blu/grigio mentre quella ragazza li aveva verdi. E a parte alcune sfumature e dettagli.

 La possibilità che ci fosse una seconda doppleganger era remota e impossibile. Solo una coincidenza, in fondo non erano propriamente uguali e la sua vista non era così buona dopo essere stato impalettato, e poi morto per giorni.  

Di certo poteva apparire una bellezza eterea, tipica dei vampiri, ma a quei pensieri non aveva mai dato molta importanza. Da quel punto di vista si riteneva scevro da ogni emozione, e non era il momento… dopotutto quella ragazza non era una vampira, poteva sentire benissimo il suo cuore battere. Ciò gli fece tornare in mente che aveva bisogno assolutamente di forze, non sapeva per quanto ancora avrebbe potuto resistere o mantenere il controllo di .

Quando Briony si girò verso di lui, notò che anche l’uomo la stava fissando con sguardo penetrante.

“Si sente meglio?” Gli chiese senza pensarci. Lui si voltò guardando la strada: “Sono stato rinchiuso in una squallida cantina per giorni con un pugnale conficcato nel petto, mi dica lei.”

Ma il pugnale era stato conficcato nel cuore, Briony ne era sicura. Almeno al 90%, non era un dottore ma come spiegarsi allora che tutte le vene si erano rinsecchite e il cuore non batteva più?

“Quanto dista casa sua? Sa mi sento ancora leggermente….scosso.” disse l’ultima battuta sorridendo lievemente.

“Ancora qualche Km.” Briony non sapeva come affrontare il discorso…cosa avrebbe fatto dopo?

“Ha intenzione di chiamare la polizia?” gli chiese tentennante.

“No. Me la vedrò da solo” rispose facendosi gelido. 

Briony non si fece sfuggire la minaccia trapelata dal suono di quella voce.

<< Merda merda. Qui si mette male >>

“Ha idea di chi sia stato a farle questo?”

“Forse lo stesso che mi ha rinchiuso là dentro, non crede? In ogni caso non deve preoccuparsi, se lei ne starà fuori non le succederà niente. Ha la mia parola.”

“Rischierebbe grosso se agisse da solo. Meglio che ci pensi  prima di fare qualche sciocchezza...”

“Come le ho già detto…se lei si terrà da parte non correrà alcun rischio. Le sono grato per avermi fatto uscire da lì, ma i nostri rapporti si chiudono qui.” replicò lui gelido, senza tentennamenti, come se volesse chiudere lì la questione e non ammettesse repliche.

Briony non piacque quel tono di voce, infatti si girò verso di lui infuriata:

“Ho corso davvero un gran rischio oggi salvandola. Credevo che sarei morta anche io e speravo di ricevere maggior gratitudine da lei! Non voglio avere in casa un pazzo vendicativo.”

Lui allora le sorrise in maniera enigmatica, non emettendo però parola.

 << Cavolo anche se era morto stecchito, è pur sempre bellissimo >> Pensò Briony in un attimo di follia.

“Non la metterò in pericolo stia certa. Toglierò il disturbo prima di quanto creda”

“Se ne andrà dalla città quindi e non tornerà più?”

Ma lui non rispose. Per un attimo rimase a fissarla con un’espressione che Briony non riuscì a decifrare... poi l’uomo tornò a rimirare il paesaggio, nutrendosi solamente del silenzio.

Finalmente arrivarono a casa sua. Briony non ce la faceva più a stare in uno spazio così ristretto con quell’uomo. Le metteva un’ansia incredibile.. Sembrava che quando la fissasse, volesse… succhiarle l’anima.

Uscì in fretta e furia dalla macchina, seguita da Elijah e lo invitò poi a entrare in casa.

“Mi scuso per il disordine ma purtroppo sono arrivata solo ieri ed è da un po’ che non ci ritornavo.”

“Oh non si disturbi.” Disse Elijah continuando a sorriderle elegantemente. Se Briony non fosse stata tanto traumatizzata sarebbe sicuramente arrossita. “E’ solo un po’ di sporcizia… capisco perfettamente.”

E poi l’uomo misterioso andò dritto in salotto, come si sentisse perfettamente a suo agio lì dentro.

 “Si accomodi pure.” disse Briony con un filo di ironia.

Elijah sembrava essersi ambientato bene nella casa, girava con un portamento così nobile che era difficile da trovare negli uomini d’oggi.

“Se vuole ho un po’ di medicinali…

“No” rispose lui dandole la schiena “Un cambio d’abito però lo gradirei..”

“Ehm sì credo di aver rimasto dei vestiti da uomo di sopra… se vuole...”

Lui ad un tratto girò metà del corpo verso di lei, come se soppesasse ogni mossa. Quel viso freddo, oscurato dai suoi occhi neri, la inquietava come nessuno aveva mai fatto.

<< In che guaio mi sono andata a cacciare? Quest’uomo non può essere umano.. >>

“Bene.” Disse Elijah solamente, cominciando a salire le scale.

Hey un momento, calma!” Briony salì le scale di corsa e si parò davanti a Elijah nel tentativo di fermarlo.

Lui la fissò infastidito, come se fosse un moscerino trovato per caso nel suo cibo. 

Briony deglutì terrorizzata. << Qui è meglio andarci cauti. Non so cosa quest’uomo sia capace di fare >>

“Le porto io l’abito! Dopo tutto quello che ha passato deve riposare… non si sente stanco?”

Elijah ci pensò  e disse di sì.

<< Era una bugia. Questo è sano come un pesce. Non sembra neanche che sia stato accoltellato >>

“Bene allora… Si metta comodo sul divano. Io arrivo tra qualche secondo.” Prima di risalire, Briony si girò verso di lui come se temesse che fosse soltanto frutto di un sogno e che tra poco quell’uomo misterioso sarebbe stato spazzato via come polvere.

Ma non accadde nulla.

Salì velocemente i gradini, cercando di apparire normale.

Non le andava di lasciar solo quell’uomo in casa sua. Anche se non aveva nessun oggetto di valore, era pur sempre imbarazzante. E pericoloso.

Di nuovo si chiese in quale guaio si era andata a cacciare.

 

Elijah intanto si mise comodo sul divano. I suoi sensi erano ancora intorpiditi ma si stava rimettendo in fretta. Aveva bisogno però di sangue e subito.

Aveva dato la sua parola di non far del male a quella ragazza e lui era un uomo d’onore, non infrangeva mai la parola data. A differenza di qualcun altro.

Finchè lei non avrebbe fatto nulla per nuocergli, poteva essere al sicuro. Ma doveva assolutamente farla uscire di lì…così lui sarebbe andato a nutrirsi…e doveva anche obbligarla a non dire niente a nessuno. Non poteva fidarsi completamente di quella sconosciuta, anche se l’aveva aiutato.

D’altronde Elijah non si fidava mai di nessuno.

 

“Eccomi.” Briony arrivò velocemente e gli porse un completo d’abito che aveva rimasto Ivan prima di andarsene per sempre dalla sua vita.

“La ringrazio.” Elijah prese in mano il completo e si guardò attorno. “Spero che questa volta mi faccia andare di sopra altrimenti dovrò cambiarmi qui.” E le fece di nuovo il sorriso sghembo.

“Oh.” Briony arrossì violentemente. “Credo siamo già stati vittime di eventi troppo bizzarri in una giornata, meglio evitarne altri. Comunque, salga pure. La prima camera a destra. Vuole qualcosa da bere intanto?”

“Un thè grazie.”

<< Un thè? >> Pensò ridendo Briony << Questo è morto e vuole solo un…thè? >>

“Sarà fatto.”

 Mentre Elijah saliva le scale, Briony pensava sul da farsi attorcigliandosi nervosamente le mani.

 << E ora cosa faccio? Questo tizio vorrà sicuramente vendicarsi di chi l’ha ucciso..se mai fosse veramente morto…ma certo che lo era, diamine! >> 

Credeva di impazzire.. Il cuore di quel tipo non batteva più, ne era sicura… lui le aveva promesso di non farle del male ma poteva fidarsi veramente? E cosa avrebbe fatto a Caroline?

Pensò che l’unico modo che aveva per salvarsi la pelle era di chiamare il padre… lui avrebbe saputo cosa fare in quei momenti… Era più aggiornato e pronto nel genere di “cose soprannaturali” e lei ne sapeva ben poco…

Prese il cellulare ma sentì dei passi sulla scala.

Quando si girò rimase a bocca aperta.

Quell’uomo con un completo nero era davvero indescrivibile. Era uno degli uomini più affascinanti e desiderabili che avesse mai visto, pensò ancora in un momento di follia. Non lo pensava apposta, era talmente evidente!

“Che cosa sta facendo?” chiese però lui con tono severo, avvicinandosi e tenendo una mano in tasca.

“Il thè è pronto..” farfugliò Briony cercando di nascondere il cellulare.

“Le avevo già detto che non doveva fare niente. Risolverò io tutta questa faccenda.” rispose lui guardandola serio negli occhi. Era chiaramente infastidito, ma era lo stesso freddo e sfuggente… E questo la intimidiva di più.

“Mi dia il cellulare, scanso equivoci.” e le porse la mano gentilmente, ma con un espressione autoritaria.

 Briony non voleva darglielo, voleva chiamare il padre per chiedere aiuto, ma quando quell’uomo gli aveva dato quell’ordine non era riuscita ad opporsi e glielo mise in mano.

Si morse poi nervosa il labbro, chiedendosi perché lo avesse fatto senza lagnarsi.

Lui intanto le sorrise “Brava ragazza.”

Elijah le si avvicinò e quel suo sguardo la indusse a indietreggiare. L’uomo rimase per un attimo calcolato immobile, ma quella poca distanza però fu nuovamente colmata da un altro suo ben calcolato passo in avanti; quegli occhi neri continuavano a studiarla attentamente: “Avrei delle domande da farle. Desiderando chiare risposte.”

“Veramente avrei il sacro santo diritto di farle io.” Replicò io indietreggiando ancora a sguardo basso.

Il tono alla wonder woman non aveva funzionato granchè… sentiva il terrore serrarle la gola mentre continuava allo stesso tempo di racimolare coraggio.

“Lei ha detto che era in vena di scherzare. Nemmeno io lo sono.” Affermò lui di nuovo facendo un altro piccolo passi in avanti.

Briony ebbe una brutta, bruttissima, sensazione. Sentiva gli occhi neri dell'uomo come un tocco di dita gelide. La stava studiando, giudicando... per poi deciderne che farne. Pensò razionalmente come prendere possesso di un coltello senza farsi notare, mentre emotivamente sfuggiva almeno a quegli occhi oscuri, come se sapesse che non doveva guardarli.

Elijah chinò la testa da un lato con uno sguardo inquietante. “Cos’è, ha paura di incrociare il mio sguardo? Le ho detto che non le farò nulla.”

Briony a dispetto delle sue parole sentì di nuovo la paura montare dentro di sé. Quasi quella voce l’avesse ingigantita.

 “Che cosa vuole in realtà?” chiese in un impeto di coraggio, ma sviando continuamente lo sguardo, come se avesse il terrore di incrociare gli occhi neri di quell’uomo. “La avverto che non...”

Ma all’improvviso si sentì bloccare la testa da una mano, costringendola così ad alzare gli occhi e a fermare la voce. Briony cercò di ritirarsi ma la presa dell’uomo sul suo viso era così ferrea che non poteva non sottostare al suo volere.

Il viso dell’uomo si era avvicinato al suo senza neanche accorgersene, e lei neanche in quel momento riuscì nemmeno ad opporsi tanto che la presa era forte, non da farle male ma da costringerla comunque a starsi ferma.

Briony era sicura che le sue guance fossero divampate dal rossore, ma non riusciva a staccarsi da quegli occhi neri e penetranti.

“Ora uscirai a prendere una boccata d’aria. Non dirai a nessuno che io sono qui.” disse lui in un soffio senza tanti preamboli.

“Non dirò a nessuno che lei è qui.” ripeté come una marionetta.

Elijah soddisfatto la lasciò andare. Taglio netto.

Briony non era più sotto il suo controllo ma era come in trance… le girava la testa. Rimase inerme mentre lui girava in tondo per la stanza.

“Ah dimenticavo” mormorò Elijah rivolgendosi alla ragazza in maniera stranamente gentile “Non mi dia più del lei, ormai siamo entrati in una certa confidenza. Mi chiami Elijah.”

Elijah…” Briony ripeté il suo nome nella mente, giudicandolo davvero bello come nome.

“Elijah e poi..?” Intendeva il cognome.

“Elijah e basta” Le sorrise allungandole la mano. Lei la guardò titubante, come se quella mano volesse morderla, ma poi gliela strinse. Era freddissima, come ghiaccio, ma non riuscì a lasciarla andare nonostante tutto.

Briony Callaghan.” Rispose usando il cognome della madre.

“Miss Callaghan..” Affermò lui affascinante, sfoderando un sorriso galante.

La mano di Briony era ancora immobile in quella di Elijah. Lui continuava a fissarla, le loro mani ancora racchiuse dalla stretta.

Briony non osava muoversi. Sentiva le vene raggelarsi di colpo.

E se le avesse fatto del male?

Non riusciva però a staccarsi da quella presa…sembrava ipnotizzata da lui. Un pensiero molto anormale.

Ad un certo punto Elijah si staccò da lei, molto lentamente che quasi Briony ebbe l’impressione che del ghiaccio le fosse scivolato via dalle dita.

Elijah noncurante prese poi a sorseggiare il suo thè con un fare elegante. "Bene, signorina Callagnan." disse galantemente. "Ambisco che le cose molto presto andranno per il meglio e che riusciremo a trovare un accordo basilare. Le do la mia parola che io da parte mia non le farò alcun male, mentre lei..." lasciò la frase in sospeso, in maniera inquietante. "spero che abbia capito che un'intromissione da parte sua non sarebbe proprio incline alla situazione."

Briony traballò. << Ergo, se mi intrometto o commetto qualche casino ai danni di costui saranno davvero guai amari per me. >> Ma come poteva quel tizio parlare tanto elegantemente ma avere allo stesso tempo un comportamento glaciale e terrificante?

Deglutì, sperando di risolvere subito quella disastrata situazione altrimenti sarebbe sul serio finita male per lei.

All'improvviso sentì un lampo attraversarle il cervello: “Devo andare.” disse decisa, ricordando l’ordine che lui le aveva impartito.

“Lo so. Ti aspetto qui Briony. Non fare tardi.” E la guardò di nuovo col suo sorriso sghembo.

Briony non sapeva cosa rispondere... Credeva davvero che la stesse prendendo in giro.

Sapeva solo che doveva andar via di lì e non raccontare a nessuno che quell’uomo misterioso fosse lì.

 

Briony entrò in macchina e accese il riscaldamento per riscaldarsi. Il contatto con la mano di Elijah l’aveva raggelata fin dentro le viscere, impedendole qualunque volontà.

La sua testa ragionava da sola, manovrata da una forza sconosciuta… doveva solamente andare via e non dire a nessuno che lui fosse a casa sua. Niente di difficile.

Accese il motore e andò a casa di sua sorella.

 

Quando arrivò a casa di Caroline, Briony non sapeva bene cosa dirle... la testa le girava fortissimo, non doveva essere lì ma nessuno glielo aveva vietato, giusto?

E si era promessa di fare a Caroline una bella lavata di cervello dopo che aveva sentito quella strana conversazione a casa Salvatore.

Neanche questo nessuno glielo aveva vietato, no? Doveva solo evitare di parlare direttamente di Elijah.

Cercò di rimettere a posto il cervello visto che sembrava che i neuroni facessero il testa coda dal gran che erano incasinati.

 

Quando Caroline aprì la porta, non si aspettò di trovarsi davanti la sorella… sembrava strana...e tesa.

Briony! Non ti aspettavo! Entra!”

Briony entrò senza dire niente… non riusciva neanche a guardare in faccia la sorella.

“Che cosa è accaduto Caroline da quando sono andata via?” Chiese all’improvviso. Caroline si stupì molto della domanda, Briony non era tipo da fare domande personali senza un motivo: “Bè…sono accadute un sacco di cose…tu sei stata via molto.”

“Tipo?” Chiese arrabbiata girandosi verso la biondina. “Tipo architettare piani omicidi nella casa del nuovo arrivato in stile Dario Argento??”

Caroline strabuzzò gli occhi sorpresa.  Che cosa sapeva realmente la sorella? E se avesse scoperto la verità su tutto, cosa avrebbe potuto dire? Se Damon l’avesse saputo l’avrebbe fatta tacere per sempre…

“Non so di cosa parli...” rispose lei ridendo.

“Non fare finta di niente Caroline!” affermò alzando la voce. “Immaginavo che tu e le tue amiche nascondeste qualcosa… ma mai…mai avrei immaginato una cosa del genere! Ti sei fatta forse ammaliare dal fascino di quello Stefan?? Lui vi ha convinto a fare cose pericolose?”

“No no!” Caroline non sapeva come farsi spiegare. Si mise le mani nei capelli nervosa. Era chiaro che Briony sapesse qualcosa.. aveva intuito la sua vera natura?

Briony…ti scongiuro…non devi dire niente!” disse lei avvicinandosi.

“Cosa? Davvero mi chiedi di coprirti? Ho già fatto troppo per te mia cara!”

“Che cosa…che cosa sai?” Chiese Caroline preoccupata.

“So abbastanza per sapere che devi andartene immediatamente da questa città…da quei tuoi amici e da quello Stefan… non devi frequentarli più, è chiaro??” Urlò quelle parole, per far valere la sua autorità di sorella maggiore.

Caroline era sconvolta. Non riusciva a dire niente.

“Forse la tua vita da reginetta della scuola era noiosa per te, ma entrare in tutto questo… Caroline...” 

Briony abbassò il tono della voce, facendosi più dolce. “Se speri di trovare la felicità o emozioni forti facendo cose pericolose, ti sbagli. Non sai i rischi a cui vai incontro! E’ pericoloso!”

“Che cosa sai realmente? Dimmelo!” urlò Caroline ammaliandola negli occhi.  

Briony ormai era sotto il suo controllo, non poteva opporsi.

“Ho ascoltato la tua conversazione con Stefan. So che avete ucciso un uomo e il cadavere era dentro quella casa.” Caroline deglutì. Le cose si stavano mettendo male…La sorella era stata sul punto di scoprire tutto...

Briony poi scosse il viso violentemente come per scacciare quel soggiogamento.

Aveva la testa che girava vertiginosamente.

“Che cosa…che cosa mi hai fatto?” Chiese spaventata Briony, guardandola come se fosse un’aliena.

“Io? Non ho fatto niente! Briony devi ascoltarmi! Non è come sembra!”

“No! Vai via!” Urlò la mora cercando di andarsene. Nelle sua corsa, andò a sbattere il piede contro un tavolo. “Merda!”

Caroline arrivò subito da lei. “Briony! Resta qui!” Ma non fece in tempo a soggiogarla, che Briony la scostò via con violenza urlando di lasciarla stare.

Riuscì a uscire dalla casa e arrivare alla macchina. I vicini preoccupati dalle urla erano tutti in giardino ad assistere alla scena. Caroline allora era rimasta sul ciglio della porta a urlare il suo nome, quando il cellulare vibrò. << Proprio ora dannazione! >>

 “Pronto?” rispose nervosa, guardando Briony salire come una furia impazzita dentro la macchina.

“Care? E’ successo un disastro!” Al telefono era Bonnie e sembrava più preoccupata di lei.

“Che cosa è successo??”

Elijah…non c’è più!” Il tono di Bonnie era davvero allarmante

“Oh mio dio.” Caroline guardò l’auto della sorella dare tutto gas e uscire dal quartiere.

Bonnie…non è tutto. Mia sorella è appena stata qui…

 

 

Elijah continuava la sua visita guidata dentro quella casa: era davvero grande e confortante. Si era nutrito abbastanza e si sentiva molto meglio.

Il vampiro era sicuro che Briony conoscesse Elena altrimenti come spiegarsi che lei era entrata in quella casa indisturbata? Ma era sicuro di non averla mai vista in giro…

Ormai quegli arroganti dei Salvatore si erano già accorti della sua scomparsa e sarebbero sicuramente entrati nel panico. Elijah sorrise freddamente al pensiero. C’era sempre qualcosa di eccitante nel vedere il proprio nemico terrorizzato e poi soccombere.

Non aveva però ammaliato completamente la ragazza...le aveva soltanto ordinato di non dire che lui fosse in quella casa. Poteva pure dare l’allarme ai suoi amici umani, non gli importava. Sarebbe stato come giocare al gatto col topo e stavolta lui non si sarebbe fatto ingannare. Era già successo troppe volte e il suo orgoglio gli imponeva di non fallire più.

Doveva mantenere però la parola data. Non poteva fare del male a quell’umana.. glielo aveva promesso, anche se non sapeva se poteva fidarsi completamente. In un certo senso tuttavia gli era grato e la sua espressione impaurita e allo stesso tempo tragicamente coraggiosa infondeva un senso di protezione anche a un cuore di pietra. Ma in un secondo Elijah si disinteressò di quei pensieri che non combaciavano abitualmente col suo carattere scostante.

Non doveva dimostrare apertamente proprio niente poichè i sentimenti sono la peggior arma a doppio taglio per un vampiro. Sono letali. Sono soltanto un ostacolo e una debolezza. Così gli diceva sempre Klaus..

E aveva ragione. Si era fatto convincere dalle belle parole di Elena, un'altra Petrova, ed era stato fregato.

Ma non sarebbe mai più accaduto. L’armatura che rinchiudeva il suo cuore si fece più spessa e indistruttibile che mai.

All’improvviso sentì una macchina entrare nel viale. Sicuramente era Briony dalla furia in cui correva nel giardino. Aveva notato che non aveva un caratterino molto calmo e equilibrato.

Elijah si pulì bene la bocca per non mostrare le traccia di sangue bevuto, e andò furtivo in cucina.

 

FINE SECONDO CAPITOLO!

 

PS: La sorella a cui si riferiva Elijah non è assolutamente Rebekah, ma un’altra sorella! Infatti come si era capito, Elijah aveva più fratelli e sorelle… Nessuno sa il nome degli altri fratelli e sorelle di Klaus per cui il nome della sorella sarà sottinteso fino a quando non lo scopriremo.

Avrete capito che in questi primi capitoli rappresento Elijah come era nella 2 serie. Ovvero più freddo e inquietante del solito. Poi le cose cambieranno man mano!

Ciao a tutti! Ringrazio come sempre chi legge la storia!

 

   
 
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