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Autore: sonyx1992    20/10/2011    1 recensioni
Dal capitolo 12:"I sogni sono come i bicchieri: si rompono facilmente.
Vengono chiusi in una scatola su cui viene scritto “fragile” come ammonimento, per ricordarci di quanto sia facile perderli.
Tu prendi la scatola tra le mani, stai attenta ad ogni passo, stai attenta alla stretta sul contenitore, lo appoggi al petto, giusto sotto al mento, per poter cogliere le trappole sul cammino.
Ma stai attenta!
Anche quando mancano pochi gradini i pericoli sono lì, in agguato, nascosti dietro l'angolo, celato dentro due bambini che giocano sulle scale.
Ti incontrano, vi scontrate, cadete; e cadono i sogni.
E quella scatola con la scritta “fragile” ti dimostra la sua fragilità lasciando che i tuoi sogni si frantumino.
GAME OVER.
I tuoi sogni sono distrutti, non vedi? Sono lì, a terra, spezzati in miliardi di pezzi, ormai inutili se non per ferire e tagliare chi posa un piede sopra di loro.
Ed ora cosa fai?
Ti siedi, li osservi, pensi a come andare avanti.
È inutile piangere sul latte versato e sui sogni infranti.
Ti alzi, ti tiri su con le braccia e ricominci, raccogli la scatola, rimetti insieme i pezzi di vetro e vai avanti; cammini fino alla tua destinazione, poi ti fermi e ti siedi di nuovo, vicino ad un cumulo di neve, e con le mani rosse ed infreddolite, inizi a modellarla, a schiacciarla, a toglierla.
Cosa fai?
“Voglio costruire un pupazzo di neve”, mi rispondi.
Ed io osservo la scatola accanto a te, con dentro i tuoi sogni infranti.
Ci guardo dentro e mi accorgo che tra i cocci di vetro un bicchiere è ancora intero; si, te lo giuro, non lo vedi? È ancora lì, si è salvato!
Sorrido perché i tuoi sogni ci sono ancora, nascosti tra i pezzi di quelli infranti, ma ci sono ancora.
Quindi, ti aiuto a costruire il pupazzo di neve."
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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02- UN ATTIMO CHE CAMBIA 4 VITE

 

"Lea"

 

 

"Arriva sempre il momento per ogni cosa", mi ripetevi sempre, senza che io riuscissi veramente a capirti; e neanche ora ci riesco.

 

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Simona abbraccia Michele, appoggiando la testa sulla sua spalla e chiudendo gli occhi.

Li osservo invidiosa nello specchietto retrovisore, mentre la mia bellissima C3 sfreccia sicura sulla strada.

E' il giorno di Natale e siamo in fuga. O almeno, io lo sono, gli altri mi stanno solo accompagnando, forse bramosi di diventare testimoni della mia pazzia.

Il fatto è che sono stufa del solito Natale in famiglia, con zia Milly che neanche si ricorda chi sei ma, che appena ti riconosce, è capace di raccontarti tutta la tua vita, anche quei ricordi che credi di aver cancellato o di non aver addirittura vissuto.

Per questo sono fuggita, stanca di Nicola che ogni anno viene a casa di mio padre a cercare me e il mio perdono; purtroppo per lui, ha sempre trovato solo me che gli urlo dalla finestra di andarsene e di lasciarmi in pace, che qui il perdono che cerca non c'è.

Nel posto accanto al mio siede Fabio, un amico di Simona da quanto ho capito, oppure un conoscente di Michele, non ricordo; poco importa, dato che la sua unica utilità è quella di interpretare il ruolo del DJ nella mia macchina, scegliendo la musica che ci guida nella nostra fuga.

La radio si sintonizza su "Eri bellissima" di Ligabue.

Non male come DJ questo Fabio.

 

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Ancora 6 km alle piste da sci.

Simona è ancora appoggiata a Michele con gli occhi chiusi. Forse dorme.

Fabio, invece, accanto a me, sembra più nervoso: gli sudano le mani che cerca, invano, di asciugare sui suoi pantaloni di un colore rosso acceso, dello stesso colore del fuoco.

Lo sbircio di nascosto, curiosa di capire il motivo della sua agitazione.

Lui nota il mio sguardo ed arrossisce, distendendo le braccia davanti a sé imbarazzato.

Ora capisco.

Sorrido tra me e me, mentre il pensiero di un'eventuale storia con Fabio s'insinua nella mia mente; come DJ non è male ed inoltre, in questo modo, metterei definitivamente una pietra sopra Nicola; metaforicamente parlando, s'intende.

E mentre i 6 km diventano 5, un malinconico Raf sostituisce Ligabue con 'Dimentica'.

 

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Federica lo ripete sempre: "Ti auguro di raggiungere i tuoi sogni".

Chissà, forse un giorno ce la farò. Una cosa, però, è certa: quel giorno non è oggi.

 

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"Ma Fede lo sa che la stiamo raggiungendo per rovinare la sua vacanza?"

Simona mi guarda nello specchietto retrovisore, lasciando libera la spalla di Michele.

"Certo che no, ma per chi mi hai preso?", le lancio un'occhiata di sfida attraverso il vetro, animando così la sua felicità: a Simona sono sempre piaciute le sorprese, soprattutto quelle di quel genere, vale a dire: catastrofiche!

Le adora e la sua immaturità è uguale alla mia: irrefrenabile davanti a certe sfide.

Non è come quella di Federica: la sua, ormai, si è spenta ed ha lasciato posto a sentimenti più seri, maturi e decisamente noiosi, oserei dire.

Torno a guardare la strada, immaginandomi la scena della mia migliore amica con il suo adorato Mattia che ci vede apparire dal nulla; o meglio, dalla mia fantastica C3 grigio metallizzata.

Del resto, abbiamo un conto in sospeso io e lei, dato che, anche quest'anno, mi ha abbandonato a zia Milly ed ai suoi noiosi: "Ti ricordi?"

No che non mi ricordo, zia! Quante volte devo ripeterlo?!

Un cartello sfreccia veloce alla mia destra: 3 km all'albergo delle piste da sci.

Sono le 11 di sera, il Natale è quasi concluso e sono in fuga dalla zia Milly e dai suoi ricordi che nessuno ricorda.

Alla radio, Laura Pausini interpreta una fantastica 'Destinazione Paradiso'.

 

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Se i sogni sono strani, la realtà lo è ancora di più.

È stato sufficiente un attimo, per cambiare tutto. Un attimo per cambiare una vita intera; anzi, 4 vite intere.

Il solito sguardo invidioso nello specchietto ci ha catapultato fuori dalla realtà. Letteralmente.

La fuga è finita, il sogno pure, ma la sveglia ancora non è suonata.

Che si sia scaricata la batteria?

 

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Ho ricordi confusi di quegli ultimi attimi.

Ricordo quell'ultimo sguardo nello specchietto, che scrutava per l'ennesima volta la testa di Simona che era tornata al suo posto sulla spalla di Michele; ricordo le mani sudate di Fabio, in particolare la sinistra che cambiava la frequenza della radio, cercando una canzone un po’ più vivace di 'Destinazione Paradiso'; ricordo quei due fari, due accecanti luci nella notte di Natale che diventavano sempre più grandi, finché non ci hanno inglobato completamente.

Il resto è solo una serie confusa di rumori e suoni, che si intrecciano nella mia memoria: lo stridio dei freni, il chiasso assordante di un clacson, lo schianto e Laura Pausini, che in sottofondo canta di un viaggio dove il ritorno lo puoi fare solo in volo .

Poi, ancora un'immagine: io che guardo nello specchietto retrovisore la testa di Simona che si allontana dalla spalla di Michele e che cerca un riparo più sicuro.

Ed infine più nulla, solo ricordi sfocati che zia Milly saprebbe raccontare meglio di me se solo, ad una cena di Natale, le riporterete alla memoria il mio nome. Allora, a quel punto, vi terrà ad ascoltarla per ore intere e vi narrerà storie incredibili, di sogni infranti e di vite spezzate.

Ascoltatela, per favore; perché quella è la mia storia, è quello che è accaduto a Simona, Michele e a Fabio, il DJ, dalle mani sudate e dai pantaloni rosso fuoco, quella sera tinti di un colore più scuro, un rosso vermiglio, come il sangue. Il suo sangue.

Quello è il racconto di una fuga andata male, di uno scherzo infantile fallito, di una ragazza a cui era stato augurato di raggiungere i propri sogni ma che ancora era così lontana dal realizzarli.

Laura Pausini mi dice che in quel viaggio senza ritorno che ha citato prima, si vuole sedere accanto a me e vuole che le dica: 'Destinazione Paradiso. Paradiso città.'.

Buffo! Non ci sono mai stata in un posto chiamato così.

Infine, i miei pensieri vanno a Nicola. Sicuramente, anche questo Natale è venuto a casa mia a cercare me e il mio perdono.

Chissà, forse, questa volta ha trovato solo il mio perdono che affacciandosi alla finestra gli ha urlato di andarsene, di lasciarlo in pace, che lì, la Lea che cerca, non c'è più.

 

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Mia madre lo ripeteva sempre, ogni sera, ogni dannatissima sera, dopo avermi rimboccato le coperte e prima di schioccarmi in fronte il suo bacio della buonanotte: "Arriva sempre il momento per ogni cosa".

Non ho mai capito cosa volesse dire e nemmeno ora, mentre giaccio sull'asfalto freddo e macchiato con gli occhi vuoti e spenti, riesco a trovare un senso alle sue parole.

 

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Rieccomi subito col nuovo capitolo, dal punto di vista di Lea, che narra l'incidente avvenuto la notte di Natale.
Il prossimo sarà dal punto di vista di Nicola.
Credo di non avere nient'altro d'aggiungere, solo un'informazione: gli aggiornamenti per ora avverrano frequentemente, perchè per adesso riesco a scrivere almeno un capitolo al giorno ed ora ne ho completati quasi 7, quindi non dovrei avere problemi a pubblicarli velocemente...
Spero che questa storia vi incuriosisca almeno un pò e che mi lascerete una piccola opinione giusto per farmi sapere che ne pensate. ;D
Mi farebbe piacere.
A Presto!
Un Bacio.

 

=Sony=

   
 
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