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Autore: Morgan Snape    21/10/2011    3 recensioni
[...]L’altra figura camminava sicura, eretta e fiera verso la loro destinazione, alcuni passi d’innanzi al Mangiamorte.
-Lucius, è tutto pronto?- chiese il mago oscuro con voce sibilante.
-sì mio signore, come avevate predisposto-
Voldemort sorrise compiaciuto.
-Molto bene-
***Dopo la morte di Albus Silente, Voldemort è consapevole che l'unico vero ostacolo alla sua completa ascesa è Harry Potter e tutto ciò che questo giovane mago rappresenta per la società magica, per questo ha in mente un piano che cambierà le carte in tavola alle forze del bene e che metterà a dura prova la lealtà e la forza di volontà dei protagonisti.
Genere: Angst, Azione, Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Severus Piton, Voldemort
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da VI libro alternativo
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Harry sobbalzò quando dal camino si levarono nuovamente le fiamme verdi che segnalavano il ritorno del suo ex professore

CAPITOLO III

 

 

 

 

Harry sobbalzò quando dal camino si levarono nuovamente le fiamme verdi che segnalavano il ritorno del suo ex professore. Infatti l’uomo comparve pochi istanti dopo con un cipiglio irritato e subito il suo sguardo si fissò sul ragazzo, visibilmente sofferente a causa del marchio.

 

Severus, che si stava avvicinando alla poltrona su cui sedeva il giovane con passo deciso rallentò i suoi passi che si fecero incerti. Harry notò che il professore, seppur improvvisamente pensieroso, cercava di rimanere impassibile ma nello sguardo dell’uomo ci lesse…preoccupazione?

 

Il professore strinse le labbra in una linea sottile e i suoi occhi si fissarono su una porta che portava al piano sottostante. Guardò di nuovo verso il camino e poi il giovane, infine scattò e disse:

 

-torno subito!- e con una velocità che sorprese Harry si precipitò giù per le scale.

 

Quando Harry lo vide tornare al primo piano, l’uomo aveva assunto un colorito malsano e del sudore freddo gli imperlava la fronte.

Senza troppe cerimonie afferrò Harry per il braccio destro, lo fece alzare bruscamente dalla poltrona e gli mise in mano una fialetta.

 

-Intanto prendi questa, farà andare via il dolore. Che aspetti? Muoviti a berla, dobbiamo andare!- disse Severus con voce roca, come se avesse fatto una maratona invece che una rampa di scale.

 

Harry non si fidava e scosse la testa in diniego.

 

Il professore però stava esaurendo il suo tempo, così sorprese il giovane chiudendogli il naso con una mano e il ragazzo, preso alla sprovvista spalancò la bocca e Piton gli versò la pozione in gola.

Harry lo guardò furioso tra un colpo di tosse e l’altro, ma non riuscì a dire una parola che si ritrovò immerso nella luce verde delle fiamme. Quando riaprì gli occhi lacrimanti si ritrovò nell’ufficio della McGranitt.

Notò per prima la maga, poi Remus e i signori Weasley con le bacchette sguainate, solo dopo si accorse che Piton, il quale aveva assunto una pessima cera, si era trascinato a fatica dentro un cerchio di rune luminose e stava prendendo respiri profondi e sembrava sollevato, anche se stava fissando il giovane con uno sguardo che avrebbe potuto incenerire sul posto il Ragazzo Sopravvissuto.

 

-Piton! Perché ci hai messo tanto a ritornare? Cosa gli hai fatto?- esclamò Lupin che nel frattempo si era avvicinato al giovane per vedere se era ferito.

 

-Niente…- sussurrò Harry.

 

-Niente? Ti ho dato una pozione contro il dolore rischiando di morire, imbecille!- si intromise Severus, ottenendo solo degli sguardi arrabbiati e una Molly Weasley minacciosa.

 

-Molly, Remus, calmiamoci. Harry ha bisogno di cure- Minerva chiamò un elfo che le portò del dittamo con cui Molly curò il ragazzo.

 

Mentre Severus era ancora accasciato a terra, indebolito e con la testa che non smetteva di girare, gli altri, compresi Molly ed Harry si sedettero attorno alla scrivania della professoressa.

 

Harry raccontò come erano andate le cose e quando arrivò al punto in cui Piton aveva eluso la sorveglianza dell’Ordine, Remus fissò irritato Severus che rispose con un ghigno soddisfatto. Quando il ragazzo finì il racconto, Arthur intervenne:

 

-E adesso? Cosa ne sarà di Harry? Come facciamo a sapere quanto verrà influenzato dal Marchio? E’ posseduto? Come facciamo a sapere se stiamo parlando con Harry…o con Voldemort?-

 

Harry sgranò gli occhi sorpreso.

 

-Come con chi stiamo parlando? Sono sempre me stesso! Non sono posseduto!- disse il giovane, ma gli sguardi degli adulti non erano convinti.

 

-Potter…appena sei arrivato ho lanciato un incantesimo che segnala se una persona è posseduta oppure no…e il risultato non era chiaro, ma nemmeno rassicurante- disse la McGranitt con voce pacata, come a non volerlo spaventare.

 

-No! Sono me stesso, lo sento!-

 

-Harry, se anche adesso non sei posseduto…come la mettiamo con il fatto che hai il marchio? Da esso Voldemort può convocarti a sé, controllare le tue azioni…il tuo comportamento, il tuo corpo…risponderebbe ai suoi ordini, non ai tuoi! Per non parlare del legame che avevi già attraverso la cicatrice…- disse Remus stancamente.

 

-E quindi?- intervenne Severus stupendo i presenti.

 

-E quindi cosa, Severus?- disse la McGranitt irritata.

 

-Cosa intendete fare? Abbandonarlo al suo destino?-

 

-No, certo che no, ma ora dobbiamo pensare bene a come muoverci - disse Remus.

 

La McGranitt prese un respiro profondo e diede voce ai suoi ragionamenti.

 

-Immagino che per prima cosa dovremo cercare un posto sicuro, dove tenerlo nascosto, da cui è impossibile smaterializzarsi. Seconda cosa…Harry mi dispiace ma dovremo toglierti la bacchetta, non sei affidabile-

 

Harry la guardò inorridito.

 

-No! Professoressa! ci deve essere un’altra soluzione!-

 

-Harry, la professoressa ha ragione, non ci sono altre soluzioni!- disse Molly con sguardo triste e accarezzandogli la mano. Harry scostò la sua e la guardò tradito.

 

-Mi volete rinchiudere e togliermi la possibilità di fare magia? È questa la vostra soluzione? Perché non mi uccidete direttamente?-

 

-Potter non usare quel tono!- lo rimproverò la McGranitt.

 

-Non usare…ma vi sentite? Non vi rendete conto? Adesso vi sto scomodo, vero? Beh, io non ci sto, me ne voglio andare!- Harry si alzò buttando a terra la sedia e si diresse verso la porta con passi pesanti di rabbia.

 

Remus si alzò in piedi e lo afferrò per le spalle.

 

-Lasciami andare!-

 

-No, Harry! Ascoltaci per una buona volta! Quello che ti è successo non è gestibile diversamente per ora! Abbiamo bisogno di tempo per capire come agire!-

 

-Allora trovate un modo per togliermi il marchio!-

 

-Non sappiamo se si può fare, Harry! Non ci sono testimonianze che qualcosa del genere sia mai accaduto- disse la McGranitt che nel frattempo si era avvicinata.

 

-e allora ci dovrò convivere…troverò un modo per controllarmi, ma per favore non rinchiudetemi!-

 

Remus scosse la testa.

 

-Mi dispiace Harry…-

 

-NO!- urlò il giovane spaventato che perse il controllo della sua magia e Remus venne scaraventato dalla parte opposta della stanza.

 

I presenti sguainarono immediatamente le bacchette e le puntarono sul giovane.

 

Harry spostò lo sguardo sorpeso da Remus, il quale si stava alzando lentamente dal punto in cui si era accasciato, agli altri maghi che lo guardavano allarmati e cupi in volto.

 

Harry si sentì tradito e provò come una sensazione dolorosa di vuoto a livello dei petto.

 

Molly si avvicinò cautamente e lo fissò negli occhi. Quando vide che le sue iridi erano ancora verdi tirò un sospiro di sollievo.

 

-Ah meno male, sei ancora tu!-

 

-Io…mi dispiace…ho solo…vi prego, non voglio essere rinchiuso!-

 

-Harry…hai visto cosa è successo? Mi dispiace, ma non sei affidabile e ancora non sappiamo fino a che punto Voldemort possa controllarti…temo che Albus abbia sbagliato- disse Arthur.

 

-Sbagliato?- chiese la McGranitt.

 

-Sì insomma, forse non è lui il Prescelto…- spiegò Arthur.

 

Harry scoppiò in una risata amara.

 

-Ho sperato per tanto tempo di non essere io a coprire quel ruolo…e ora…- disse Harry scotendo la testa amareggiato.

 

Questa reazione però non fece che allarmare gli altri maghi, che accecati dalle loro paure videro solo un ragazzo arrabbiato e cupo, come lo era stato il giovane Riddle.

 

-Fatemi capire…lo volete davvero rinchiudere? E poi? Come pensate di fermare Voldemort? Volete trovare un altro Prescelto? Chi butterete nell’arena? Paciock? Siete degli illusi!- disse lapidario Severus alzandosi in piedi dato che aveva ripreso le forze.

 

-Severus! Per essere un bravo attore come te si deve avere molta fantasia; dimmi, come dovremmo agire allora? Come facciamo a sapere che non ce lo hai portato qua seguendo qualche schema del tuo padrone? Ti sta chiamando, vero?- disse Remus che aveva notato come il pozionista si stesse stringendo l’avambraccio sinistro.

 

-Il mio padrone, caro licantropo, mi sta cercando proprio perché sarà molto arrabbiato nell’aver scoperto che il giovane Potter non è in casa sua…perciò no, non sto seguendo i suoi ordini, proprio per niente…- disse amaramente, consapevole che il suo ritardo gli costerà almeno una maledizione cruciatus.

 

-Oh non preoccuparti Severus, non dovrai tornare da lui stanotte, mi sa tanto che te ne andrai ad Azkaban- disse Remus.

 

Severus sgranò gli occhi.

 

-No! Non è possibile, devo assolutamente tornare da lui…voi non capite! –

 

-Cosa dovremmo capire? Hai tradito Silente!- disse Lupin con tono secco.

 

-Minerva…stai commettendo un grosso errore- rispose lui guardandola intensamente, sperando in un suo appoggio.

 

-No Severus, hai tradito la mia fiducia…non ti darò un’altra possibilità- rispose lei abbassando lo sguardo.

 

-No!! Minerva non capisci! Avevi detto che mi avresti lasciato andare! Fammi parlare con il ritratto di Silente prima!- disse con tono per la prima volta supplichevole, ma la McGranitt scosse la testa.

 

-Hai avuto la tua possibilità. Ancora non ho capito perché ci hai portato il ragazzo, ma sono sicura che lo scopriremo presto. Non ho altro da dirti- rispose lei inflessibile.

 

In quell’istante arrivò Shacklebolt e dopo che la McGranitt tolse le rune che tenevano Piton all’interno del cerchio, l’auror e Remus lo disarmarono rapidamente, gli legarono le mani e prendendolo sotto braccia iniziarono a scortarlo fuori dall’ufficio, ma poco prima di raggiungere la porta Severus si liberò con un incantesimo non verbale e si precipitò verso la McGranitt.

 

-Un voto infrangibile!- esclamò guardando la McGranitt con occhi spalancati e supplichevoli.

 

-Severus! Tu sei pazzo!- urlò lei.

 

-Ascoltami! Prometto che tornerò! Ma ora devo tornare dal Signore Oscuro! Devo capire cosa ha fatto esattamente a Potter!-

 

-Non è sufficiente! Come faccio a sapere che non intendi fare nuovamente la spia per lui? Se devo avere a che fare con te attraverso un voto infrangibile… devi promettermi qualcos’altro-

 

Severus la guardò sconfitto. Cos’altro poteva promettere alla donna? Qualsiasi altro voto, seppur preso in segreto gli avrebbe rovinato la copertura, Voldemort lo avrebbe scoperto. A questo punto la prospettiva di finire ad Azkaban era preferibile perché se non altro poteva sperare di essere liberato dal Signore Oscuro e supplicare di perdonarlo.

L’auror e Remus presero il suo silenzio per una resa e lo afferrarono nuovamente per portarlo via, ma questa volta fu Molly a fermarli.

 

-Harry!- disse semplicemente. Il ragazzo, che durante tutto il confronto aveva osservato atterrito per il destino che aspettava lui ed il professore, fissò lo sguardo sulla signora Weasley.

 

-Molly…cosa…?- disse Arthur.

 

-Può giurare di prendersi cura di Harry…Voldemort lo ha marchiato, perciò non lo vuole morto…non ancora, quindi Severus non può toccarlo. Inoltre se c’è un esperto di magia nera, quello è proprio lui…-

 

-cosa hai in mente Molly?- chiese pacata la McGranitt.

 

-Harry ha bisogno di un posto dove non può smaterializzarsi, dove allo stesso tempo è al sicuro…perché non tenerlo qui, ad Hogwarts?-

 

-Ma Molly, presto ricomincerà la scuola e di certo non posso tenerlo a contatto con gli altri studenti! E poi temo che il Ministero voglia imporre un nuovo preside, non sappiamo come andranno le cose quest’anno!- disse la McGranitt.

A sentire queste parole Harry si fece ancora più triste: parlavano di lui come se non fosse presente e inoltre era trattato come se fosse un estraneo e affetto da chissà quale malattia contagiosa.

 

-No, credo che abbia ragione Molly…potrebbe essere un’idea: se costringiamo Piton a restare, a prendersi cura di Harry e nel frattempo ha modo di fare ricerche sulla questione, allora forse potremmo trovare una soluzione a tutto!- disse Remus.

 

-Stronzate! Io non posso restare a fargli da balia e come vi ho detto è essenziale che torni dal Signore Oscuro! Se volete che trovi un modo per salvare il ragazzo, dovete lasciarmi libero!-

 

-E fidarci di te? No mio caro Mangiamorte, ha ragione Molly, uscirai da questa stanza solo in due modi: come aspirante detenuto con un biglietto di sola andata per Azkaban, oppure con un voto infrangibile, direzione sotterranei- disse la professoressa con tono risoluto.

 

-Allora dovete concedermi di dettare almeno una regola in questo voto! Ripeto: devo presentarmi al cospetto del Signore Oscuro. Altrimenti portatemi pure ad Azkaban, tanto Voi-Sapete-Chi mi farà rilasciare immantinente!- rispose con tono sprezzante.

 

I membri dell’Ordine si lanciarono sguardi perplessi, ma alla fine presero tacitamente una decisione.

 

-Non ci starete pensando sul serio, vero?- disse Harry allibito.

 

Sono impazziti? Mi vogliono lasciare nelle sue mani?! Odio quando prendono le decisioni per me senza darmi mai la possibilità di scegliere!” pensò il ragazzo, tuttavia non poté fare a meno di essere sollevato dalla presenza di qualcuno con lui perché si sentiva completamente abbandonato, in balia degli eventi e l’alternativa sarebbe stata la completa solitudine.

 

-E va bene Severus…avrai il tuo voto infrangibile!- disse la McGranitt.

 

Severus mentalmente tirò un sospiro di sollievo e dopo che i due maghi lo rilasciarono si avvicinò verso la professoressa, la quale aveva già proteso la mano per stringere il voto, mentre Molly avrebbe eseguito l’incantesimo.

 

Le loro dita si intrecciarono e Severus si sgridò mentalmente dandosi del debole perché in quel gesto volle vederci un segno d’affetto da parte di quella donna che lo aveva visto crescere, che si era fidata di lui per poi perdere tutta la sua fiducia dopo che egli aveva ucciso Silente.

 

-Giuri di prenderti cura di Harry Potter e di cercare un modo per rimuovere il marchio nero?- disse Molly.

 

Severus sgranò gli occhi e sussurrò:

 

-questi non erano i patti! È impos…-

 

Fu interrotto bruscamente da uno schiaffo alla nuca da parte di Schaklebolt, che disse:

 

-Non mi interessa se è impossibile, Mangiamorte! O prendi il voto o finisci dentro! E credimi, troverò un dissennatore disposto a prendersi la tua anima nera!-

 

Severus lo fulminò con lo sguardo, ma la sua attenzione fu rivolta nuovamente alla vicepreside che strinse la sua mano, come a volerlo rassicurare.

 

-Sì…lo giuro- disse sottovoce.

 

-E giuri che uscirai da Hogwarts solo per andare al cospetto di Voldemort e  tornerai da Harry dopo ogni incontro fino a quando la situazione non si sarà risolta?-

 

-Lo prometto!-

 

I filamenti di magia si strinsero attorno alle loro mani congiunte e scomparvero come se fossero stati assorbiti dalla pelle.

 

-Bene, il giuramento è compiuto…ora puoi andare, quando tornerai troverai Harry ad aspettarti nei tuoi alloggi- disse la McGranitt guardandolo con severità.

 

Severus annuì e senza perdere altro tempo usò la metropolvere per tornare a casa sua, indossare la maschera e il mantello e smaterializzarsi al cospetto del suo signore. Il dolore sordo del marchio ormai lo aveva avvolto completamente e non c’era parte del suo corpo che non gli dolesse.

 

-e io?- disse Harry in un sussurro perché anche se il male era svanito, il marchio era rosso infiammato nonostante l’essenza di dittamo e la stanchezza degli eventi stava prendendo il sopravvento.

 

-Tu hai bisogno di un pasto e di dormire, ma prima…la bacchetta, signor Potter- disse la maga.

 

-prometto di non usarla!-

 

-No, ne ho avuto abbastanza di promesse per oggi, consegnami la bacchetta, ti verrà ridata quando saremo sicuri delle tue condizioni-

 

Harry si morse il labbro e strinse a sé la bacchetta, però Remus lo prese alla sprovvista e gli lanciò un incantesimo disarmante.

 

-mi dispiace Harry…- disse semplicemente ed Harry sentì il sapore del tradimento in gola.

 

-Ron ed Hermione? Potrò vedere almeno loro?-

 

Remus spostò lo sguardo sui coniugi Weasley per sentire la risposta, ma essi non incrociarono gli occhi speranzosi di Harry e si voltarono quasi impercettibilmente verso il lato opposto della stanza.

 

Dopo questo fatto Harry si sentì definitivamente svuotato di tutte le emozioni e si fece accompagnare passivamente verso la sua destinazione.

 

Durante il tragitto Harry rifletté su come, dopo aver trascorso la sua infanzia in un sottoscala e poi essere rinchiuso nella seconda stanza di Dudley, si stava avviando verso la sua nuova prigione, collocata nell’unico luogo che avrebbe potuto chiamare casa: i sotterranei di Hogwarts.

 

Quello che non sapeva era che Severus Piton stava avendo pensieri molto simili ai suoi, mentre, disteso scompostamente sul pavimento freddo e umido di casa Malfoy cercava di ignorare i dolori della maledizione Cruciatus e le risate maligne dei suoi compagni Mangiamorte.

   
 
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