CAPITOLO III
Harry sobbalzò quando dal camino si levarono nuovamente le fiamme verdi che segnalavano il ritorno del suo ex professore. Infatti l’uomo comparve pochi istanti dopo con un cipiglio irritato e subito il suo sguardo si fissò sul ragazzo, visibilmente sofferente a causa del marchio.
Severus, che si stava avvicinando alla poltrona su
cui sedeva il giovane con passo deciso rallentò i suoi passi che si fecero
incerti. Harry notò che il professore, seppur improvvisamente pensieroso,
cercava di rimanere impassibile ma nello sguardo dell’uomo ci
lesse…preoccupazione?
Il professore strinse le labbra in una linea sottile
e i suoi occhi si fissarono su una porta che portava al piano sottostante.
Guardò di nuovo verso il camino e poi il giovane, infine scattò e disse:
-torno subito!- e con una velocità che sorprese
Harry si precipitò giù per le scale.
Quando Harry lo vide tornare al primo piano, l’uomo
aveva assunto un colorito malsano e del sudore freddo gli imperlava la fronte.
Senza troppe cerimonie afferrò Harry per il braccio
destro, lo fece alzare bruscamente dalla poltrona e gli mise in mano una
fialetta.
-Intanto prendi questa, farà andare via il dolore.
Che aspetti? Muoviti a berla, dobbiamo andare!- disse Severus con voce roca,
come se avesse fatto una maratona invece che una rampa di scale.
Harry non si fidava e scosse la testa in diniego.
Il professore però stava esaurendo il suo tempo,
così sorprese il giovane chiudendogli il naso con una mano e il ragazzo, preso
alla sprovvista spalancò la bocca e Piton gli versò la pozione in gola.
Harry lo guardò furioso tra un colpo di tosse e
l’altro, ma non riuscì a dire una parola che si ritrovò immerso nella luce
verde delle fiamme. Quando riaprì gli occhi lacrimanti si ritrovò nell’ufficio
della McGranitt.
Notò per prima la maga, poi Remus e i signori
Weasley con le bacchette sguainate, solo dopo si accorse che Piton, il quale
aveva assunto una pessima cera, si era trascinato a fatica dentro un cerchio di
rune luminose e stava prendendo respiri profondi e sembrava sollevato, anche se
stava fissando il giovane con uno sguardo che avrebbe potuto incenerire sul
posto il Ragazzo Sopravvissuto.
-Piton! Perché ci hai messo tanto a ritornare? Cosa
gli hai fatto?- esclamò Lupin che nel frattempo si era avvicinato al giovane
per vedere se era ferito.
-Niente…- sussurrò Harry.
-Niente? Ti ho dato una pozione contro il dolore
rischiando di morire, imbecille!- si intromise Severus, ottenendo solo degli
sguardi arrabbiati e una Molly Weasley minacciosa.
-Molly,
Remus, calmiamoci. Harry ha bisogno di cure- Minerva chiamò un elfo che le portò del
dittamo con cui Molly curò il ragazzo.
Mentre Severus era ancora accasciato a terra,
indebolito e con la testa che non smetteva di girare, gli altri, compresi Molly
ed Harry si sedettero attorno alla scrivania della professoressa.
Harry raccontò come erano andate le cose e quando arrivò al punto in cui Piton aveva eluso la sorveglianza dell’Ordine, Remus fissò irritato Severus che rispose con un ghigno soddisfatto. Quando il ragazzo finì il racconto, Arthur intervenne:
-E adesso? Cosa ne sarà di Harry? Come facciamo a
sapere quanto verrà influenzato dal Marchio? E’ posseduto? Come facciamo a
sapere se stiamo parlando con Harry…o con Voldemort?-
Harry sgranò gli occhi sorpreso.
-Come con chi stiamo parlando? Sono sempre me
stesso! Non sono posseduto!- disse il giovane, ma gli sguardi degli adulti non
erano convinti.
-Potter…appena sei arrivato ho lanciato un
incantesimo che segnala se una persona è posseduta oppure no…e il risultato non
era chiaro, ma nemmeno rassicurante- disse la McGranitt con voce pacata, come a
non volerlo spaventare.
-No! Sono me stesso, lo sento!-
-Harry, se anche adesso non sei posseduto…come la
mettiamo con il fatto che hai il marchio? Da esso Voldemort può convocarti a
sé, controllare le tue azioni…il tuo comportamento, il tuo corpo…risponderebbe
ai suoi ordini, non ai tuoi! Per non parlare del legame che avevi già
attraverso la cicatrice…- disse Remus stancamente.
-E quindi?- intervenne Severus stupendo i presenti.
-E quindi cosa, Severus?- disse la McGranitt
irritata.
-Cosa intendete fare? Abbandonarlo al suo destino?-
-No, certo che no, ma ora dobbiamo pensare bene a
come muoverci - disse Remus.
La McGranitt prese un respiro profondo e diede voce
ai suoi ragionamenti.
-Immagino che per prima cosa dovremo cercare un
posto sicuro, dove tenerlo nascosto, da cui è impossibile smaterializzarsi.
Seconda cosa…Harry mi dispiace ma dovremo toglierti la bacchetta, non sei
affidabile-
Harry la guardò inorridito.
-No! Professoressa! ci deve essere un’altra
soluzione!-
-Harry, la professoressa ha ragione, non ci sono
altre soluzioni!- disse Molly con sguardo triste e accarezzandogli la mano.
Harry scostò la sua e la guardò tradito.
-Mi volete rinchiudere e togliermi la possibilità di
fare magia? È questa la vostra soluzione? Perché non mi uccidete direttamente?-
-Potter non usare quel tono!- lo rimproverò la
McGranitt.
-Non usare…ma vi sentite? Non vi rendete conto?
Adesso vi sto scomodo, vero? Beh, io non ci sto, me ne voglio andare!- Harry si
alzò buttando a terra la sedia e si diresse verso la porta con passi pesanti di
rabbia.
Remus si alzò in piedi e lo afferrò per le spalle.
-Lasciami andare!-
-No, Harry! Ascoltaci per una buona volta! Quello
che ti è successo non è gestibile diversamente per ora! Abbiamo bisogno di
tempo per capire come agire!-
-Allora trovate un modo per togliermi il marchio!-
-Non sappiamo se si può fare, Harry! Non ci sono
testimonianze che qualcosa del genere sia mai accaduto- disse la McGranitt che
nel frattempo si era avvicinata.
-e allora ci dovrò convivere…troverò un modo per
controllarmi, ma per favore non rinchiudetemi!-
Remus scosse la testa.
-Mi dispiace Harry…-
-NO!- urlò il giovane spaventato che perse il
controllo della sua magia e Remus venne scaraventato dalla parte opposta della
stanza.
I presenti sguainarono immediatamente le bacchette e
le puntarono sul giovane.
Harry spostò lo sguardo sorpeso da Remus, il quale
si stava alzando lentamente dal punto in cui si era accasciato, agli altri
maghi che lo guardavano allarmati e cupi in volto.
Harry si sentì tradito e provò come una sensazione
dolorosa di vuoto a livello dei petto.
Molly si avvicinò cautamente e lo fissò negli occhi.
Quando vide che le sue iridi erano ancora verdi tirò un sospiro di sollievo.
-Ah meno male, sei ancora tu!-
-Io…mi dispiace…ho solo…vi prego, non voglio essere
rinchiuso!-
-Harry…hai visto cosa è successo? Mi dispiace, ma
non sei affidabile e ancora non sappiamo fino a che punto Voldemort possa
controllarti…temo che Albus abbia sbagliato- disse Arthur.
-Sbagliato?- chiese la McGranitt.
-Sì insomma, forse non è lui il Prescelto…- spiegò
Arthur.
Harry scoppiò in una risata amara.
-Ho sperato per tanto tempo di non essere io a
coprire quel ruolo…e ora…- disse Harry scotendo la testa amareggiato.
Questa reazione però non fece che allarmare gli
altri maghi, che accecati dalle loro paure videro solo un ragazzo arrabbiato e
cupo, come lo era stato il giovane Riddle.
-Fatemi capire…lo volete davvero rinchiudere? E poi?
Come pensate di fermare Voldemort? Volete trovare un altro Prescelto? Chi
butterete nell’arena? Paciock? Siete degli illusi!- disse lapidario Severus
alzandosi in piedi dato che aveva ripreso le forze.
-Severus! Per essere un bravo attore come te si deve
avere molta fantasia; dimmi, come dovremmo agire allora? Come facciamo a sapere
che non ce lo hai portato qua seguendo qualche schema del tuo padrone? Ti sta
chiamando, vero?- disse Remus che aveva notato come il pozionista si stesse
stringendo l’avambraccio sinistro.
-Il mio padrone, caro licantropo, mi sta cercando
proprio perché sarà molto arrabbiato nell’aver scoperto che il giovane Potter
non è in casa sua…perciò no, non sto seguendo i suoi ordini, proprio per
niente…- disse amaramente, consapevole che il suo ritardo gli costerà almeno
una maledizione cruciatus.
-Oh non preoccuparti Severus, non dovrai tornare da
lui stanotte, mi sa tanto che te ne andrai ad Azkaban- disse Remus.
Severus sgranò gli occhi.
-No! Non è possibile, devo assolutamente tornare da
lui…voi non capite! –
-Cosa dovremmo capire? Hai tradito Silente!- disse
Lupin con tono secco.
-Minerva…stai commettendo un grosso errore- rispose
lui guardandola intensamente, sperando in un suo appoggio.
-No Severus, hai tradito la mia fiducia…non ti darò
un’altra possibilità- rispose lei abbassando lo sguardo.
-No!! Minerva non capisci! Avevi detto che mi
avresti lasciato andare! Fammi parlare con il ritratto di Silente prima!- disse
con tono per la prima volta supplichevole, ma la McGranitt scosse la testa.
-Hai avuto la tua possibilità. Ancora non ho capito
perché ci hai portato il ragazzo, ma sono sicura che lo scopriremo presto. Non
ho altro da dirti- rispose lei inflessibile.
In quell’istante arrivò Shacklebolt e dopo che la
McGranitt tolse le rune che tenevano Piton all’interno del cerchio, l’auror e
Remus lo disarmarono rapidamente, gli legarono le mani e prendendolo sotto
braccia iniziarono a scortarlo fuori dall’ufficio, ma poco prima di raggiungere
la porta Severus si liberò con un incantesimo non verbale e si precipitò verso
la McGranitt.
-Un voto infrangibile!- esclamò guardando la
McGranitt con occhi spalancati e supplichevoli.
-Severus! Tu sei pazzo!- urlò lei.
-Ascoltami! Prometto che tornerò! Ma ora devo
tornare dal Signore Oscuro! Devo capire cosa ha fatto esattamente a Potter!-
-Non è sufficiente! Come faccio a sapere che non
intendi fare nuovamente la spia per lui? Se devo avere a che fare con te
attraverso un voto infrangibile… devi promettermi qualcos’altro-
Severus la guardò sconfitto. Cos’altro poteva
promettere alla donna? Qualsiasi altro voto, seppur preso in segreto gli
avrebbe rovinato la copertura, Voldemort lo avrebbe scoperto. A questo punto la
prospettiva di finire ad Azkaban era preferibile perché se non altro poteva
sperare di essere liberato dal Signore Oscuro e supplicare di perdonarlo.
L’auror e Remus presero il suo silenzio per una resa
e lo afferrarono nuovamente per portarlo via, ma questa volta fu Molly a
fermarli.
-Harry!- disse semplicemente. Il ragazzo, che
durante tutto il confronto aveva osservato atterrito per il destino che
aspettava lui ed il professore, fissò lo sguardo sulla signora Weasley.
-Molly…cosa…?- disse Arthur.
-Può giurare di prendersi cura di Harry…Voldemort lo
ha marchiato, perciò non lo vuole morto…non ancora, quindi Severus non può
toccarlo. Inoltre se c’è un esperto di magia nera, quello è proprio lui…-
-cosa hai in mente Molly?- chiese pacata la
McGranitt.
-Harry ha bisogno di un posto dove non può
smaterializzarsi, dove allo stesso tempo è al sicuro…perché non tenerlo qui, ad
Hogwarts?-
-Ma Molly, presto ricomincerà la scuola e di certo
non posso tenerlo a contatto con gli altri studenti! E poi temo che il
Ministero voglia imporre un nuovo preside, non sappiamo come andranno le cose
quest’anno!- disse la McGranitt.
A sentire queste parole Harry si fece ancora più
triste: parlavano di lui come se non fosse presente e inoltre era trattato come
se fosse un estraneo e affetto da chissà quale malattia contagiosa.
-No, credo che abbia ragione Molly…potrebbe essere
un’idea: se costringiamo Piton a restare, a prendersi cura di Harry e nel
frattempo ha modo di fare ricerche sulla questione, allora forse potremmo
trovare una soluzione a tutto!- disse Remus.
-Stronzate! Io non posso restare a fargli da balia e
come vi ho detto è essenziale che torni dal Signore Oscuro! Se volete che trovi
un modo per salvare il ragazzo, dovete lasciarmi libero!-
-E fidarci di te? No mio caro Mangiamorte, ha
ragione Molly, uscirai da questa stanza solo in due modi: come aspirante
detenuto con un biglietto di sola andata per Azkaban, oppure con un voto
infrangibile, direzione sotterranei- disse la professoressa con tono risoluto.
-Allora dovete concedermi di dettare almeno una
regola in questo voto! Ripeto: devo presentarmi al cospetto del Signore Oscuro.
Altrimenti portatemi pure ad Azkaban, tanto Voi-Sapete-Chi mi farà rilasciare
immantinente!- rispose con tono sprezzante.
I membri dell’Ordine si lanciarono sguardi
perplessi, ma alla fine presero tacitamente una decisione.
-Non ci starete pensando sul serio, vero?- disse
Harry allibito.
“Sono impazziti? Mi vogliono lasciare nelle sue
mani?! Odio quando prendono le decisioni per me senza darmi mai la possibilità
di scegliere!” pensò il ragazzo, tuttavia non poté fare a meno di essere
sollevato dalla presenza di qualcuno con lui perché si sentiva completamente
abbandonato, in balia degli eventi e l’alternativa sarebbe stata la completa
solitudine.
-E va bene Severus…avrai il tuo voto infrangibile!- disse la McGranitt.
Severus mentalmente tirò un sospiro di sollievo e
dopo che i due maghi lo rilasciarono si avvicinò verso la professoressa, la
quale aveva già proteso la mano per stringere il voto, mentre Molly avrebbe
eseguito l’incantesimo.
Le loro dita si intrecciarono e Severus si sgridò mentalmente dandosi del debole perché in quel gesto volle vederci un segno d’affetto da parte di quella donna che lo aveva visto crescere, che si era fidata di lui per poi perdere tutta la sua fiducia dopo che egli aveva ucciso Silente.
-Giuri di prenderti cura di Harry Potter e di
cercare un modo per rimuovere il marchio nero?- disse Molly.
Severus sgranò gli occhi e sussurrò:
-questi non erano i patti! È impos…-
Fu interrotto bruscamente da uno schiaffo alla nuca
da parte di Schaklebolt, che disse:
-Non mi interessa se è impossibile, Mangiamorte! O
prendi il voto o finisci dentro! E credimi, troverò un dissennatore disposto a
prendersi la tua anima nera!-
Severus lo fulminò con lo sguardo, ma la sua
attenzione fu rivolta nuovamente alla vicepreside che strinse la sua mano, come
a volerlo rassicurare.
-Sì…lo giuro- disse sottovoce.
-E giuri che uscirai da Hogwarts solo per andare al
cospetto di Voldemort e tornerai da
Harry dopo ogni incontro fino a quando la situazione non si sarà risolta?-
-Lo prometto!-
I filamenti di magia si strinsero attorno alle loro
mani congiunte e scomparvero come se fossero stati assorbiti dalla pelle.
-Bene, il giuramento è compiuto…ora puoi andare,
quando tornerai troverai Harry ad aspettarti nei tuoi alloggi- disse la
McGranitt guardandolo con severità.
Severus annuì e senza perdere altro tempo usò la
metropolvere per tornare a casa sua, indossare la maschera e il mantello e
smaterializzarsi al cospetto del suo signore. Il dolore sordo del marchio ormai
lo aveva avvolto completamente e non c’era parte del suo corpo che non gli
dolesse.
-e io?- disse Harry in un sussurro perché anche se
il male era svanito, il marchio era rosso infiammato nonostante l’essenza di
dittamo e la stanchezza degli eventi stava prendendo il sopravvento.
-Tu hai bisogno di un pasto e di dormire, ma
prima…la bacchetta, signor Potter- disse la maga.
-prometto di non usarla!-
-No, ne ho avuto abbastanza di promesse per oggi,
consegnami la bacchetta, ti verrà ridata quando saremo sicuri delle tue
condizioni-
Harry si morse il labbro e strinse a sé la
bacchetta, però Remus lo prese alla sprovvista e gli lanciò un incantesimo
disarmante.
-mi dispiace Harry…- disse semplicemente ed Harry
sentì il sapore del tradimento in gola.
-Ron ed Hermione? Potrò vedere almeno loro?-
Remus spostò lo sguardo sui coniugi Weasley per
sentire la risposta, ma essi non incrociarono gli occhi speranzosi di Harry e
si voltarono quasi impercettibilmente verso il lato opposto della stanza.
Dopo questo fatto Harry si sentì definitivamente
svuotato di tutte le emozioni e si fece accompagnare passivamente verso la sua
destinazione.
Durante il tragitto Harry rifletté su come, dopo
aver trascorso la sua infanzia in un sottoscala e poi essere rinchiuso nella
seconda stanza di Dudley, si stava avviando verso la sua nuova prigione,
collocata nell’unico luogo che avrebbe potuto chiamare casa: i sotterranei di
Hogwarts.
Quello che non sapeva era che Severus Piton stava
avendo pensieri molto simili ai suoi, mentre, disteso scompostamente sul
pavimento freddo e umido di casa Malfoy cercava di ignorare i dolori della
maledizione Cruciatus e le risate maligne dei suoi compagni Mangiamorte.