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Autore: MrJhon    22/10/2011    1 recensioni
L'avventura di Jhon, un semplice mago, raccontata in tutti i suoi più piccoli e inutili dettagliuzzi. Riuscirà il giovinotto a resistere ai miei sprazzi di comicità, sarcasmo e velata ironia? Lo scoprirete solo seguendolo passo dopo passo.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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20 ottobre Appena il sole illuminò la stanza, Jhon aprì lentamente gli occhi.
- Buongiorno fratellone! Tanti auguri! - Gli gridò nell'orecchio Ellie, sua sorella.
Saltò letteralmente giù dal letto per lo spavento, e si ritrovò a terra così in fretta sa non capire come ci fosse arrivato.
- Ellie! Lo sai che non devi svegliarmi così! Te l'ho detto anche l'anno scorso, l'anno prima dell'anno scorso e l'anno prima dell'anno prima dell'anno scorso!
- Permaloso oggi, eh?
- Ma stai un po' zitta tu, che quando verrà il tuo compleanno vedremo...
- È una minaccia questa? - Chiese Ellie, improvvisamente seria.
- Può darsi...
- Scendiamo? Ho preparato la colazione.
Ellie che prepara la colazione? Oddio, avrà distrutto la cucina.
Nonostante i suoi timori, scesero in una cucina perfettamente pulita e innaturalmente ordinata. Sul tavolo apparecchiato erano posati due piatti, ricolmi di uova strapazzate, prosciutto, toast, burro, e salcicce ben cotte. C'erano perfino una caraffa di succo e un vasetto di marmellata.
- Chi ti ha aiutata?
- Non sono così imbranata come credi! Posso benissimo preparare la colazione da sola. - Reclamò Ellie, fingendosi offesa.
- Sì, come no... Comunque mangiamo che ho fame.
Si sedette, prese un toast e iniziò a imburrarlo, quando la portà si spalancò sotto l'azione di un turbine dai capelli rossi che lo investì in pieno.
- Jhooooon! Auguri!
- Ciao Beth. Oggi volete uccidermi, vero?
- Cosa?
- No, niente... Hai fame?
- Ho già fatto colazione, ma grazie dell'invito. Sono passata solo per farti gli auguri, devo tornare subito da mia madre.
- Salutami tanto Ceara!
- Lo farò.
Uscì come era entrata, chiudendo la porta e provocando uno spostamento d'aria tale da sbattere la finestra.
- Ellie, vado a prepararmi per la cerimonia.
- Io finisco di mangiare ed esco, ho una cosetta da fare - Sorrise in un modo che ricordava un ghiottone che si lecca i baffi.
Jhon salì lentamente le scale, fino ad un lungo corridoio. Entrò nella prima porta a sinistra, la sua stanza, e aprì l'armadio. Eppure dovrebbe essere qui. Dove diamine è quella tunica?
- Elliiiieeeee! Hai visto la tunica cerimoniale? - Urlò alla sorella.
- No, perché?
- Non la trovo da nessuna parte.
- Hai provato sotto il letto? - Disse affacciandosi alla porta.
Andò al letto, si abbassò, scansò la coperta ed eccola lì! La tunica cerimoniale.
- Come facevi a saperlo?
- Ti conosco bene. Quando perdi qualcosa la ritrovi sempre sotto al tuo letto.
- Non è assolutamente vero!
- Ma per favore...
La raccolse da terra, si alzò e la spolverò.
- Adesso potresti anche andartene, eh.
- Obbedisco, mio signore e padrone.
La ragazza se ne andò con un lungo inchino, chiudendo la porta dietro di sé. Quindi Jhon si tolse la maglietta e infilò la tunica bianca. Prude, accidenti. Dovevano proprio farla di lana? Poi si mise a cercare le scarpe, che si erano misteriosamente volatilizzate. Magari Ellie ha ragione. Guardò sotto il letto. Dovrei iniziare ad ascoltarla di più, a quanto pare.  Prese le scarpe nere e se le mise ai piedi. Poi uscì dalla sua camera per andare in bagno. Aveva bisogno di lavarsi un po' il viso. Finite le operazioni di pulizia, scese nuovamente di sotto e si sedette in salotto, aspettando che qualcuno venisse a chiamarlo. Non dovette attendere a lungo: una ventina di minuti dopo un ragazzino bussò alla sua porta.
- Ciao Steve. Ti hanno mandato a chiamarmi?
- Si, ciao Jhon. Buon compleanno. Andiamo?
- Certo.
Uscirono all'aperto. Quella notte aveva piovuto, e le nuvole scure non avevano ancora abbandonato il cielo. Te pareva... Non piove da quest'estate e doveva ricominciare proprio il giorno del mio compleanno.
- Allora, chi sarà l'officiante? - Chiese Jhon.
- Non ne ho idea. Non mi hanno detto niente, solo di chiamarti e di non prendere la strada principale.
- Perché no?
- Non ne ho idea. Io eseguo solo gli ordini di Drew.
Quindi probabilmente sarà Drew l'officiante... E vabbò, non è così importante. Arrivarono nella piazza da uno dei vicoli secondari. Lì trovarono buona parte della piccola popolazione, davanti ad un palco montato per l'occasione. Dietro al palco, insieme a loro due, c'erano due uomini: uno alto ma abbastanza panciuto, e l'altro di media statura e magro. Quello alto e panciuto era Drew, e aveva corti capelli neri e occhi profondi. L'altro invece aveva i capelli biondi lunghi fino alle spalle. Drew congedò Steve con un cenno, poi iniziò a fare le presentazioni.
- Jhon, questo è Hadler. È del governo. L'hanno mandato come officiante.
- È un piacere, Jhon. Mi hanno raccontato grandi cose sul tuo conto.
- Davvero? - Chiese Jhon, stupito.
- No.
- Ha ha ha. Molto divertente.*
Ammutolirono guardando la faccia di Drew. Sembrava avesse un sasso bloccato nella gola. Poi si calmò, salì sul palco insieme ad Hadler e dette inizio alla cerimonia. Jhon fu fatto salire e pronunciare il giuramento di fedeltà alle leggi di Fresia. Dopodiché Hadler fece salire anche Dug sul palco. Stringeva l'arma di Jhon, coperta da un velo. Gliela porse, e lui, togliendo il velo, vide la sua falce. Era precisamente come l'aveva descritta il fabbro, senza una minima imprefezione. La lama era grigia iridescente, con il filo leggermente più chiaro. Il retro era più tozzo e pesante, in modo da mantenere un perfetto equilibrio. Il manico era di legno nero, liscio e lucido. Un buco nella lama grande quanto il suo palmo sarebbe servito per utilizzare le gemme. Tenendola in mano il suo volto si illuminò.
- È... È perfetta. È come dicevi tu, sembra un prolungamento del mio corpo.
- Ci so fare con le armi. Non sono un novellino.
Hadler riprese la cerimonia, dando a Jhon un sacchetto contenente delle monete. Poi chiamò Bryce sul palco, che venne portando una sacca di tela e una piccola scatola.
- Tieni Jhon. Questi sono per te. - Disse porgendogli la sacca e la scatola.
- Avanti, apri quella scatola! - Gli si rivolse Dug, con i suoi soliti modi da scolaretta innocente.
La aprì. Dentro vi trovò una pietra, di un blu profondo, con sopra incisa la lettera A.
- È una gemma dell'elemento della vita. La tradizione vorrebbe che tu ricevessi la gemma del tuo elemento secondario, ma l'elemento del vento non è reperibile facilmente come si pensa. Ti sarà molto utile. Adesso apri anche la sacca.
Aprì anche la sacca. Dentro vi trovò un libro, largo e molto pesante, e una mappa del mondo conosciuto.
- Quello è il libro degli elementi. Ti spiegherà cosa puoi e cosa non puoi fare con la tua falce. Naturalmente quelle sono le basi, sta a te scoprire i tuoi veri limiti. E la mappa ti servirà molto, conservala bene. - Spiegò Bryce.
Hadler non diede a Jhon neanche il tempo per ringraziarli, dicendo che aveva fretta di tornare a Iraden. Quindi concluse la cerimonia in fretta e furia, e si congedò dicendo che c'erano altre cerimonie che lo aspettavano. A piccoli gruppi, tutti i paesani andarono a congratularsi con Jhon. Sempre come tradizione, niente festa. Jhon passò il pomeriggio a casa, a prendere tutto ciò che potesse servirgli: due paia di vestiti di riserva, una coperta, una piccola padella, una grossa borraccia... Il cibo lo avrebbe preso l'indomani, per mantenerlo fresco il più a lungo possibile. Posando la sacca, si accorse che nel retro aveva una fascia in cui poteva riporre la falce. Bene, almeno non sarò costretto a portarla a mano tutto il tempo. Posò tutto sul tavolo e diede la buona notte a sua sorella. Infine si svestì e crollò sul letto. Era stata una giornata pesante, e il giorno dopo sarebbe dovuto partire.

* Per le scimmiette decerebrate: si, è sarcasmo.


N.A.: Yeah. Secondo capitolo. Ho cercato di riassumerlo un po' di più dell'altro, che mi è sembrato un pochino troppo lungo. Comunque non c'è molto da dire. Ah, la sorella. La sorella è più piccola di Jhon per un semplice motivo: esperienza diretta.
Mia sorella maggiore non mi ha fatto gli auguri + mia sorella minore mi ha fatto gli auguri = le sorelle minori ci tengono di più a te.
E mi sembrava bello che almeno una persona ci tenesse tanto al mio caro Jhon. Poi un'altra cosa. Jhon ed Ellie sono orfani. La madre è morta in "circostanze misteriose", mentre il padre in guerra. Ah, se non l'avete ancora capito, Beth è la figlia di Ceara, la locandiera.
Sono molto soddisfatto del mio lavoro. Quindi buona lettura a tutti voi, e criticate in modo positivo!
  
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