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Autore: Padfoot_07    28/10/2011    2 recensioni
Raccolta missing moment Edward/Renesmee... tutta per voi! Bacibaci Syria
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Renesmee Cullen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Breaking Dawn, Successivo alla saga
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Era una giornata tranquilla, non fosse stato per la preoccupazione che sentivo crescere dentro di me.

Ero angosciato per l’imminente arrivo dei Volturi, ormai i giorni mancanti sembravano un macabro conto alla rovescia per tutti noi; ma parallela a quella, da qualche gorno, sentivo montare l’inquietudine per lo strano comportamento di Bella. C’era qualcosa che mi nascondeva, qualcosa che riguardava il destino che ci attendeva. Non era mai stata una brava bugiarda, almeno non per me.

La catenina per Renesmee pareva l’ultimo dono di un genitore, in punto di morte, alla sua bimba.

La sensazione di rassegnazione e insieme determinazione che leggevo in lei, mi preoccupava.

Immerso nei miei pensieri non mi accorsi nemmeno di essermi avviato dalla mia camera verso il salone principale.

All’improvviso il filo dei miei pensieri fu interrotto da una melodia nuova e sorprendente, che fluttuava per le grandi stanze della casa.

In famiglia, oltre a me, l’unica musicista era Rosalie. Ma erano rare le occasioni nelle quali suonava per diletto. Mi pareva improbabile che fosse dell’umore proprio in quel frangente tragico delle nostre esistenze. E poi quella musica aveva qualcosa di diverso e familiare, un tocco diverso da quello di mia sorella.

Mi avviai curioso e sporgendomi scorsi l’alta e scura figura di Jacob, seduto sullo sgabello del piano. Rimasi ad occhi sbarrati, paralizzato dalla sorpresa. Non avevo mai sospettato che Jacob avesse un tale talento.

Mi avvicinai di un passo ancora e, la vidi. La mia piccola Renesmee stava seduta sulle gambe del licantropo, per riuscire ad arrivare ai tasti, ed ogni tanto, tra una nota e l’altra, sfiorava con una mano il braccio del ragazzo e quello spostava i piedi sui pedali, secondo le sue direttive.

Sentii un sentimento forte ed intenso pervadermi il petto. Qualcosa che non avevo mai provato. Era qualcosa di diverso, mi mozzava il respiro e mi colmava il cuore quasi si fosse allargato di dieci misure nel mio petto muto.

Ci misi qualche secondo in più per capire cos’era. Era orgoglio.

Ero orgosglioso della mia bambina, mia figlia. Il viso serio e concentrato mentre sfiorava i tasti d’avorio, quasi li accarezzasse senza peso. Volevo avvicinarmi, ma quasi temevo di rompere la bolla magica che avvolgeva quell’attimo.

Non ero mai stato tanto fiero, tanto felice di una somiglianza di Renesmee con me. Ero più propenso ad ammirare le sue somiglianze con Bella. Ad adorare i miei due amori. Ma quella volta, in quel momento, la consapevolezza del legame che mi univa a lei, l’importanza che avevo avuto anch’io per la sua nascita mi investirono prepotentemente.

Vederla al mio piano, osservarla nel suo profilo e nelle movenze così simile a me, mi fece sentire per la prima volta padre. L’avevo amata dal primo istante in cui aveva visto la luce, ma non avevo ancora realizzato nei fatti che era mia figia, che ero padre. Che era un pezzetto di me.

“No Jake, non quello. Devi pigiare quello a destra.” sentii la voce argentina di Renesmee.

“Oh, scusa Nessie. Ma questi pedali sono minuscoli!” si lamentò giocosamente Jacob. Renesmee alzò gli occhi al cielo.

“Su non te la prendere, tra qualche anno ci arriverai da te, e non dovrai più usare me. Lo sai piccola che sono impedito al piano” rise Jake dandole un buffetto gentile sul nasino.

Renesmee mise il broncio “ma anche se diventerò abbastanza alta, tu resterai vicino a me mentre sono al piano, vero? Non mi lascerai sola?” fece con voce supplichevole “suono meglio quando ci sei”

“Certo Nessie, ci sarò sempre. Tutto il tempo che vorrai.” Fece serio. E in quel momento non ero sicuro che stesse parlando solo delle esercitazioni di piano. “Per sempre” la rassicurò.

Ebbi un moto di stizza per le confidenze che prendeva sempre il ragazzo. Renesmee era ancora una bambina, e già dentro di me,compativo e capivo, quello che aveva passato Charlie con la mia Bella.

Quasi rimpiangevo di avergli reso la vita tanto difficile all’epoca. Pensare a Jacob, tra qualche anno, nella stanza della mia bambina, mi faceva vedere rosso. Per sfortuna di Jacob e fortuna mia, il cagnaccio si ritrovava me in casa e non il buon vecchi capo Swan, pensai sadico.

La voce di Jacob mi riportò al presente.

“Nessie ora devo andare” lo sentii salutare.

La bambina gli pigiò una mano sulla guancia “torno presto, sta tranquilla. Sbrigo delle faccende per il branco e torno subito da te. Promesso.” E le sorrise come non potesse farne a meno. Come se il suo mondo fosse la piccola che gli saltava al collo per stringerlo forte prima di lasciarlo andare.

“Cerco qualcuno che stia con…” cominciò, ma poi mi vide sulla porta “Edward” salutò sorpreso “non ti ho sentito arrivare. Questa casa è così satura di puzza vampirica che non si distinguono i fetori” storse il naso.

Nessie parve risentita dal commento. Per lei avevamo tutti un buon odore. Anche Jacob si accorse del suo faccino corrucciato “Te esclusa Ness. Tu hai l’odore più buono del mondo.” Le sussurrò all’orecchio. Renesmee in risposta gli regalò il più accecante dei sorrisi.

Beh, Jacob doveva ringraziare solo la sua buona sorte e la mia bambina se poteva ancora andarsene in giro con tutti gli arti al loro posto.

“Jacob, non stavi andando” gli feci presente irritato.

“Certo certo” mi liquidò. “A dopo!” ammiccò verso Nessie e in due falcate fu alla porta.

Renesmee era rimasta lì a fissare la porta triste.

Aspettai che le passasse, e dopo qualche secondo spostò lo sguardo cioccolato su di me e mi sorrise, mostrando due adorabili fossette. Quella bambina sapeva come metterci tutti nel sacco.

“Papà, suoni con me?”chiese.

“Sono lo stesso di Jacob? Vado bene anch’io come sgabello” le sorrisi. Renesmee scosse i lunghi boccoli rossi a diniego.

“No, non sei la stessa cosa” mi fece notare “Siete diversi. Lui è il mio Jacob. Tu sei il mio papà” constatò come spiegasse qualcosa di estremamente semplice ad una persona particolarmente ottusa.

“E poi Jacob non sa suonare, tu invece sei il più bravo del mondo. Non puoi fare solo il mio sgabello come Jake”

Il più bravo del mondo. Beh, vero o non vero, l’importante era che fossi il migliore per la mia bambina.

Mi tirò per un braccio e mi portò al piano.

“Renesmee” le dissi issandola sullo sgabello “ti va di suonare insieme a me?”

Gli occhi le brillarono di gioia. Mi premette una manina sul viso, ed il suo assenso mentale fu talmente euforico da strapparmi il più sincero dei sorrisi che avessi fatto da settimane. Dalla visione di Alice.

Posai le dita sui tasti, e guidai le manine di Renesmee. Panna e avorio. Così simili, così piccole ed indifese.

Capii che qualunque cosa fosse accaduta, qualunque destino attendesse me e la sua mamma, lei avrebbe vissuto. Lei sarebbe sempre stata parte mia e di Bella. Sarebbe sempre stata, mia figlia.

  
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