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Autore: 9Pepe4    30/10/2011    11 recensioni
In un eccesso di insofferenza nei riguardi della sorellina, Trunks compie uno sbaglio che rimpiangerà amaramente.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bra, Trunks
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 16 – Sodalizio

Per un attimo, credette che il cuore gli sarebbe scoppiato.
O che, in alternativa, la sua testa non avrebbe più saputo contenere il dolore rimbombante tra le tempie, e sarebbe esplosa.
In ogni caso, alla fine lui sarebbe finito in mille pezzi.
Invece, contro ogni aspettativa, il suo corpo si muoveva come sempre, ed era ancora integro quando piantò i piedi per terra e strinse i pugni, trasformandosi in super saiyan. Evidentemente, era solo la sua anima a sfaldarsi.
Spiccò il volo, e non sentiva alcun danno fisico, se non la spalla che gli doleva terribilmente.
Passò, rapido e deciso, una mano sul proprio viso, asciugando le tracce salate delle lacrime che gli avevano bagnato le guance.
Algid e il ragazzo del futuro stavano ancora combattendo.
Mentre si avvicinava, Trunks notò con sollievo – eppure gli sembrava ancora di avere il cuore pesante come un macigno – che il suo alter ego sembrava più o meno illeso.
In effetti, ciò che rendeva Algid un osso duro era la sua indiscutibile rapidità e la sua capacità di introdursi nella mente dell’avversario. Per il resto, non era niente che un super saiyan non potesse tenere a bada.
Il giovane, ben deciso a non cadere nuovamente nei tranelli mentali del nemico, aveva appena finito di formulare quel pensiero, quando notò con un certo allarme che la sua controparte proveniente da una dimensione alternativa si era bloccata nel mezzo di un attacco.
Trunks capì che probabilmente Algid gli aveva fatto rivivere qualche sgradevole ricordo; senza accorgersene, strinse a pugno le proprie mani, aumentando la velocità.
Se davvero le memorie con cui l’alieno lo aveva disorientato appartenevano a quel ragazzo identico a lui, allora non c’era da stupirsi che rivivendole egli ne fosse disorientato.
Dentro a quei ricordi c’era abbastanza sofferenza per stordire chiunque – Trunks ne sapeva qualcosa.
«Lascialo in pace, Algid!» si sentì urlare, con voce tremante di rabbia repressa, non appena giunse alle spalle dell’alieno.
Quest’ultimo si girò di scatto, digrignando i denti, ma Trunks non gli diede tempo di attaccarlo: lo colpì violentemente, ma il movimento gli diede uno strappo alla spalla destra e gli strappò una smorfia di dolore.
Distratto dalla fitta, si accorse all’ultimo momento del pugno che stava arrivando verso il suo viso, ma dall’altra parte il suo alter ego si era riscosso, e si era prontamente slanciato in avanti per colpire Algid con un calcio a piè pari.
L’alieno precipitò vertiginosamente verso il suolo, andando a schiantarsi a terra.
Trunks trasse un paio di respiri affannosi… Alzò lo sguardo, incrociando quello del ragazzo che gli stava davanti. Questi lo fissava con aria quasi stupita, come chi si ritrova innanzi il proprio riflesso e non riesce a capacitarsi di come abbia fatto ad uscire dallo specchio.
«Tu sei Trunks?» domandò infine.
Il giovane annuì rapidamente, gli occhi puntati verso Algid, il quale si stava rialzando a fatica. «Sì, ma credo sia meglio rimandare a dopo le spiegazioni».
Con la coda dell’occhio, notò il suo alter ego annuire.
Trovava strano vedere se stesso da una simile angolazione. Se non avesse avuto il cuore dolente per essere stato nuovamente costretto a lasciare Bra da parte, lo avrebbe trovato impressionante.
In quel momento, con un boato assordante, Algid si sollevò dal suolo, tornando verso i due ragazzi ad una velocità sorprendente. Trunks si irrigidì in posizione d’attacco, ma di nuovo l’alieno pareva interessato soltanto all’altro guerriero, tanto che urlò: «Tu stanne fuori, ragazzino! Non c’entri niente in questa storia!»
Trunks sentì il proprio sangue ribollire nelle vene e risalirgli sino al volto, incendiandogli le guance. «Sei stato tu a trascinarmi dentro questa faccenda!» gridò di rimando, furiosamente. «Dopo tutto quello che ci hai fatto passare, dopo tutto il male che hai fatto a Bra, questa storia mi riguarda eccome!»
Algid si spostò in modo da tenersi a debita distanza dai due saiyan, e gettò all’indietro lo sguardo per dare una rapida occhiata verso il basso. Trunks capì che l’alieno stava cercando di individuare Bra, e la rabbia gli avvelenò il respiro.
«I tuoi avversari sono qui, vigliacco!» esplose, con voce terribile.
Senza attendere oltre, anche per la paura che il mostro potesse trovare sua sorella, gli si scagliò addosso, colpendolo violentemente.
Il tempo di un istante, e il ritmo della lotta si era già fatto serrato.
Algid cercava ancora di scagliargli addosso dei ricordi spiacevoli, ma Trunks ormai poteva dire di averci fatto l’abitudine. Ormai era ben ancorato al presente ed aveva tutte le intenzioni di non farsi più distrarre e ferire in quel modo… L’alieno gli fece arrivare una gomitata in pieno volto, quindi sgusciò via per aggredire l’altro ragazzo.
Quest’ultimo non si fece cogliere impreparato, ma quando Algid lo assalì con uno dei suoi attacchi mentali non poté fare a meno di allontanarsi appena dall’avversario, scrollando il capo con espressione sgomenta, e l’alieno ne approfittò per colpirlo con forza allo stomaco.
Cosa poteva avergli mostrato?
Una fila di cadaveri ammassati sulle strade di una città rasa al suolo?
Il corpo di Gohan riverso a terra, privo di vita?
Trunks non perse tempo a tirare ad indovinare, intromettendosi nel duello prima che Algid potesse attaccare nuovamente il suo alter ego.
Il giovane si accanì con furia contro quel nemico che gli aveva portato via Bra per tanto tempo, con tutta l’ira che poteva provare al di là della propria disperazione.

Quando Bulma si svegliò, prima ancora di aprire le palpebre, fu invasa dalla consapevolezza di aver perso la sua bambina.
Non c’era freddo, eppure la donna si sentì rabbrividire, e la sua mano destra si strinse convulsamente attorno al lenzuolo che la copriva. Era un gelo che le era strisciato sin dentro le ossa, così come la stanchezza che sembrava avvolgerla come una nebbia soffocante.
Eccolo, un altro giorno che cominciava, e a Bulma sembrò di trattenere il respiro quando si mise a sedere, aprendo gli occhi e lasciando che le coperte le ricadessero in grembo.
Il sole invadeva la stanza e la donna dovette schermarsi il volto con un braccio.
Fu a quel punto che notò Vegeta, in piedi davanti alla finestra. Il saiyan era immobile e non si girò verso di lei, così Bulma si lasciò scivolare fuori dal letto, infilando i piedi nudi nelle proprie pantofole.
Gli si avvicinò lentamente.
Quando giunse di fianco a lui, non disse nulla, ma studiò il suo profilo accigliato, i suoi occhi di pece concentrati su qualcosa al di là del vetro, quindi allungò una mano per sfiorargli appena il braccio.
A quel punto, Vegeta si girò verso di lei.
«A cosa stai pensando?» sussurrò la donna.
Per un istante, il saiyan parve rimuginare su qualcosa. «Non percepisco l’aura di Trunks» disse infine.
Bulma sbatté le palpebre. «Come?» domandò, mentre una sgradevole sensazione si faceva strada nel suo petto.
Qualcosa balenò negli occhi di Vegeta. «Ho dato un’occhiata alla sua stanza, e non si trova lì».
La donna guardò con agitazione verso la porta della stanza, e Vegeta chiuse saldamente la propria mano attorno al polso di lei per costringerla a calmarsi.
«Avrà azzerato la sua aura, uscendo» affermò quindi.
Bulma si morse il labbro. «Vorrà stare da solo…» mormorò, mentre il suo stomaco si chiudeva dolorosamente.
Vegeta non replicò, ma le lasciò il polso e tornò a girarsi verso la finestra.
Bulma lo fissò in silenzio. La luce feriva gli occhi del saiyan, eppure lui non accennava nemmeno ad abbassare lo sguardo.
«Vegeta» esordì la donna, dopo qualche istante, con voce instabile. «Tu… Tu credi che avrai una fine, tutto questo?»
Lui si girò a scrutarla.
«Voglio dire, so che le cose non potranno mai tornare come prima» proseguì Bulma, mentre il ricordo di Bra, della sua bambina, le arpionava lo stomaco. «Ma questa storia potrà mai concludersi? Quest’agonia, perlomeno, potrà mai terminare?»
Vegeta la fissò intensamente, pur senza parlare.
Bulma era forte. La era sempre stata, anche se a volte in maniera isterica e nevrotica, ed era una delle cose di lei che lo avevano colpito per prime.
Lei era coraggiosa. Si spezzava, certo, ma trovava sempre il modo di rialzarsi e andare avanti.
Il non sapere, però, la stava distruggendo – li stava distruggendo tutti e tre, alla fine dei conti.
«Non lo so» le rispose, tornando a guardare il sole.
Senza dire nulla, Bulma infilò la propria mano in quella del compagno. Lui non la sottrasse, e lasciò che le dita della sua donna si intrecciassero alle sue.







Spazio Autrice:
Okay, quasi mi vergogno a presentarmi con questo. Un capitolo un po’ corto che probabilmente non è nemmeno un granché.
Nonostante siano una delle mie coppie preferite di Dragonball (probabilmente la preferita insieme alla Marron/Trunks), non ho mai scritto molto su Vegeta e Bulma, perciò spero di non aver fatto gaffe!
A proposito, Vegeta non sente l’aura di Trunks perché Algid sta nascondendo le forze spirituali di chi gli sta attorno affinché nessuno intervenga nel duello…
Che posso dire?
Be’, vi do appuntamento al 25 Novembre (sì, così avanti T.T Vi prego, non fucilatemi).
  
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