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Autore: 48crash    30/10/2011    2 recensioni
Fuori. Sotto la pioggia. Aspettando un autobus che forse non sarebbe arrivato.
Barbi si girò verso l'alto, a guardare la finestra della camera d'hotel da cui era appena uscita. Ovviamente, accadde l'ultima cosa che voleva accadesse: lo sguardo di William, affacciato alla finestra a fissarla, incrociò il suo.
“Oh, cazzo” pensò, distogliendo lo sguardo come se si fosse scottata.
Lui invece non lo distoglieva.
E lei, beh, s'era scottata davvero.

Un dietro le quinte di Rocket Queen (di lei ho preso solo il nome, a cui Axl Rose ha fatto riferimento dicendo che la canzone parla di lei).
Prima cosa: ho utilizzato i nomi originali dei Guns, anche se a quell'epoca si facevano già chiamare con i nomi con cui tutti li conosciamo, per sentirli un po' più miei e riuscire a scriverci sopra; ovviamente, loro non mi appartengono, nè nella versione Guns nè in quella "originale", com Bill, Jeff e soci. Secondo: la storia è altamente imprecisa, sotto ogni punto di vista: nel 1986 loro erano già abbastanza famosi nel circuito di L.A., Hellhouse apparteneva a West Arkeen e loro non vivevano nemmeno assieme, e via discorrendo, perciò per avere i Guns in queste particolari condizioni, avrei dovuto anticipare la storia di qualche anno, ma poi la cosa non si sarebbe conciliata con il periodo della loro formazione, con la stesura di altre canzoni, ecc, così ho deciso di mettere tutto qui. Terzo: in verità, Barbi era una sorta di prostituta per cui Axl si prese una sbandata. Non metto in dubbio l'amore che possa aver provato, ma io ho messo tutto in termini più poetici (anche per via del mio amore per quella canzone) di quello che probabilmente fu la vera storia tra loro. E ho usato solo il minimo sindacale della documentazione, perchè altrimenti non mi sarei sentita libera di scrivere ciò che volevo, e ne sarebbe venuto fuori un obbrobrio.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Axl Rose, Quasi tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Incompiuta
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Vivianne Von Grief sedeva nel bel mezzo del salotto e spuntava una lista di invitati (il suo solito vizio) quelli che aveva già avvisato appoggiandosi al tavolo in legno scuro. Sua figlia, Barbi, stava seduta di fronte a lei e la guardava scrivere annoiandosi a morte. In verità avrebbe dovuto essere lì per aiutarla, ma sua madre sapeva già occuparsi da sola di tutti i suoi invitati assolutamente insopportabili.
<< Beh, i signori Hallen, già fatto. Ah, oddio, la signora Harrison! Sono cugini, non me la devo dimenticare... >>
Barbi alzò gli occhi al cielo. Ogni volta si chiedeva come potesse sua madre provare tutto quel divertimento e quell'eccitazione nell'organizzare feste di società. Lei quell'eccitazione la provava solo ai concerti dei ragazzi che suonavano al Cathouse o nei locali simili. E per fortuna sua madre non sapeva che lei ne avesse visto qualcuno.
<< Ah, saranno via, no, forse riusciremo ad avere anche... >>continuò Vivienne ruotando elegantemente la stilografica tra le sue mani eleganti.
Barbi la guardò mentre sembrava la donna più aggraziata del mondo anche solo scrivendo su un foglio. Certe volte si stupiva di essere sua figlia. Sua madre era bellissima, elegante, moglie esemplare (o almeno lo sembrava, anche se non più ai suoi occhi), lei era spettinata, ribelle, appena poteva si toglieva le gonne orribili che lei e la scuola la costringevano ad indossare, e ora aveva pure le calze spaiate, una più lunga dell'altra. Fortunatamente le sue gambe stavano sotto al tavolo.
<< Ah. Dove abbiamo il numero di telefono di quei ragazzi? >>chiese all'improvviso la donna interrompendo i suoi pensieri.
<< Quei ....chi? >>fece Barbi spalancando gli occhi. Non potevano essere loro.
<< Quelli che sono venuti all'ultimo dell'anno...ricordi? A parte il fatto che hanno ancora gli smoking, erano veramente bravi >>.
Barbi per poco non si soffocò con la sua stessa saliva. Dopo un paio di colpi di tosse per dissimulare riuscì finalmente a sputare un << Sì, davvero bravi. Credo che lo abbiamo conservato, da qualche parte >>. Sua madre, soddisfatta, tornò alla sua lista raccomandandole di ricordarle di chiamarli, mentre Barbi pensava sarcastica "Veramente bravi davvero. Se Duff è come Will lo credo bene".
<< No, anzi! Perché non lo fai tu? Mi risparmi un po' di tempo se non altro >>propose Vivianne alla figlia, rischiando di farla soffocare di nuovo.
Mentre la ragazza tossiva di nuovo (portandosi educatamente la mano davanti alla bocca) e sua madre pensava di portarla da un medico credendola ammalata, il signor Von Grief entrò in salotto.
<< Vivianne, stai per caso spuntando la gente dalla lista? Chi chiami per i rinfreschi, questa volta? >>chiese con voce severa. << Barbara, perché tossisci a quel modo? >>aggiunse poi seccato. << Fatti portare un bicchiere d'acqua! >>
Barbi annuì, come sempre seccata dal tono imperioso di suo padre, e chiamò la governante perchè le portasse dell'acqua.
<< Io pensavo di chiamare quei ragazzi dell'altra volta... >>cominciò a spiegare la signora Von Grief guardando negli occhi il marito.
<< Che?! >>esclamò invece lui. << Vivienne, erano degli incompetenti. Metà della roba è sparita, e non servivano per niente bene. Pensa che uno di quei pazzi l'ho interrotto io, ci ha provato tutta la sera con la figlia di uno dei miei soci! Adesso per favore, io torno di là. E quando torno, sul serio, vorrei che tu avessi trovato un'alternativa seria a quegli hippies >>sentenziò infine.
Mentre si allontanava, Barbi sorseggiava irata il suo bicchiere d'acqua. “Maledetto lui e tutti i suoi pregiudizi. Se non sei come lui fai schifo, chissà se sapesse che sua figlia va a letto da mesi col capo di quei 'pazzi', e sua moglie all'ultimo dell'anno se n'è scopata uno”.
<< Guarda, ho ritrovato il numero. Beh, allora chiamali comunque e di' loro di riportarci quegli smoking. Sai com'è tuo padre >>sospirò Vivienne rassegnata porgendole un foglietto con scritto il nome fittizio di William e il suo numero di telefono.
<< Va bene >>rispose Barbi accondiscendente afferrando il foglio e uscendo dalla stanza senza sembrare troppo euforica.
<< Ah, Barbi? >>fece sua madre poco prima che infilasse decisivamente la porta.
Barbi trattenne il respiro pensando a tutte le cose che poteva aver scoperto e al perché avesse scelto proprio quel momento per fargliele notare.
<< Hai le calze spaiate >>disse sua madre sottolineando le parole con cura.
Barbi guardò in basso, poi si finse sorpresa e tirò un sospiro di sollievo. << Telefono e vado cambiarle! >>disse mentre usciva precipitosamente.

<< Pronto? >>. Voce impastata, sbadiglio, Barbi riusciva a vedersi Jeff mentre si passava una mano tra i capelli scarmigliati cercando di svegliarsi, ancora in mutande appena sceso dal letto. Probabilmente la sera prima avevano fatto tardi.
<< Pronto? Jeff? >>disse abbassando notevolmente la voce pronunciando il suo nome.
<< Barbi?? >>rispose ancora più incredulo il ragazzo dall'altra parte del telefono.
<< Sì >>.
<< Non puoi parlare? >>
<< Non molto >>rispose la ragazza accertandosi che non passasse nessuno nelle vicinanze che potesse sentire i suoi discorsi.
<< Perché chiami ora? >>
<< Volevo informarla che lei e i suoi collaboratori dovreste restituirci gli abiti che vi abbiamo prestato per servire qui, la notte dell'ultimo dell'anno >>annunciò Barbi nel suo tono più formale sentendo dei passi nel corridoio.
<< Che abiti? >>domandò il ragazzo sconvolto.
<< Gli smoking >>.
<< Ah, già! Oddio, chissà che fine hanno fatto...la camicia di Duff aveva macchie di rossetto che non sono più andate via poi... >>
Barbi soffocò un risolino nel sentire quest'ultima affermazione.
<< Che c'è? >>chiese Jeff preoccupato per la sorte degli smoking e sorpreso dalla risatina.
<< Niente, niente >>assicurò Barbi.
<< Non ci vuole nemmeno dire chi gliele ha fatte...Comunque, che facciamo? Quando li troviamo verrai a prenderli tu? Dimmi di sì, perché il signorino sta andando in crisi di astinenza direi >>.
Barbi sorrise. Jeff le faceva tenerezza. << Sì, verrò io. Stasera alle sei al... >>
<< Posto dove è venuta mia madre la scorsa volta, vorresti dire? Sì, insomma, vediamoci al Cathouse >>taglio corto Jeff ridacchiando.
<< Perfetto, alle sei lì >>approvò Barbi. << A stasera >>.
Non appena riappoggiò il ricevitore, sua madre sbucò dalla porta del salotto chiedendo cos'avessero detto. Barbi le comunicò che non avevano protestato, e che sarebbe andata lei a recuperare gli smoking quella sera, poi salì le scale per andare a cambiarsi le maledette calze.
<< Barbi >>la chiamò sua madre mentre stava per svoltare nel corridoio.
<< Che c'è? >>rispose lei voltandosi.
<< Ricordi che la festa si terrà sabato sera, vero? Non devi studiare, giusto? Perché Scott ci sarà sicuramente, e altrimenti non so come... >>
Barbi sgranò gli occhi. No, non se lo ricordava. E sabato c'era il concerto dei Guns, il primo concerto dell'anno, il primo concerto serio, al Cocaine. E lei non aveva la più pallida idea di come dirlo a William, che non ci sarebbe andata.
<< Ah >>riuscì a sputare fuori dopo un po'. << Ehm, sì, lo ricordavo >>.
Mentre Vivienne tornava nel salotto, Barbi si infilò nella sua stanza e chiuse la porta alle sue spalle. Stesa sul letto con gli occhi puntati sul soffitto, pensò a tutte le volte che lui c'era stato. Era diverso da chiunque le fosse mai stato vicino prima, eppure era vero. Nessuno gli aveva chiesto di stare lì, al suo fianco, lui stesso le aveva detto più di una volta come era solito a trattare le donne, eppure c'era. E anche quando non era lì materialmente lei lo sentiva vicino.
Ora, invece, lei doveva annunciargli che, l'unica volta in cui lui avrebbe desiderato con tutto se stesso di averla al suo fianco, lei non ci sarebbe stata. Non sarebbe mai riuscita a raggiungerlo. Come poteva farlo?

***

Alle sei in punto, Barbi entrò nel locale fumoso che costituiva il corpo del Cathouse. Si guardò un attimo intorno a disagio, con l'orribile gonna a pieghe tanto adorata da sua madre e la camicetta sgualcita dall'essersi addormentata mentre aspettava l'orario per uscire, prima di vedere chi la stava aspettando. Jeff e Will stavano stravaccati sulle panche attorno ad un tavolo pieno di piatti sporchi, bottiglie vuote e mozziconi. Probabilmente erano lì da tutto il pomeriggio, e non si accorsero di lei finché non fu accanto al tavolo.
<< Ehi Barbi >>disse William illuminandosi non appena la vide. Le allacciò un braccio attorno alla vita e la spinse a sedersi in braccio a lui.
<< Ciao, ragazzi >>rispose lei, felice di vederli.
Jeff agitò la mano con un mezzo sorriso un po' sconcertante, nella penombra del locale.
<< Wow, quanto sei bella così vestita... >>commentò William giocherellando con l'orlo della gonna di Barbi.
Lei prese la mano di lui e la spinse via ridendo. << Dai...! Lo sai che questa gonna mi fa schifo! >>protestò.
Lui le posò le labbra sul collo. << Abbiamo gli smoking in macchina. Tutti e cinque. Se esci con me ti aiuto a spostarli nella tua macchina... >>
<< Okay... >>rispose Barbi sollevando la spalla per scacciarlo. Si alzò e guardò Jeff con disappunto, trattenendo William per una manica della giacca. << E lui? >>
William lo guardò senza afferrare il punto del discorso.
<< Oh, io resto qui >>rispose semplicemente il ragazzo, sollevando leggermente le visiera della sua coppola per guardarli in viso. << C'è Saul da qualche parte >>.
William gli fece segno che si sarebbero visti più tardi ed uscì prendendo Barbi sotto braccio. Usciti dal locale, le fece girare l'angolo e la portò di fronte alla sua auto scassata. Litigò con la portiera e infine l'aprì con un calcio.
<< Benvenuta sulla mia umile vettura, mia cara... >>disse invitandola ad entrare con un inchino. << Io direi che se vuole i suoi smoking, deve dare un premio al conducente... >>
<< Ah sì? >>fece Barbi ironica. Appena William si alzò, lei premette il suo corpo contro il suo e avvicinò le labbra al suo orecchio. << Prima di ricevere il pagamento, devi dare un premio alla datrice di lavoro... >>sussurrò.
<< A quello ci ha già pensato il mio bassista >>rispose lui cercando di far fronte alla crescente eccitazione.
<< Dammi un passaggio >>rispose lei con una risata.

Non appena le labbra di lui si staccarono dalle sue, si sentì di nuovo persa. Non appena il corpo di lui si allontanò dal suo, sentì freddo.
Mentre William si riallacciava i pantaloni e si allungava recuperare le mutande di lei sul cruscotto, le ammiccò.
<< Mi immagino la faccia che farebbe mio padre a vedermi fare sesso in un vicolo con uno come te >>commentò lei ammiccando a sua volta.
<< Mi piacerebbe vederlo >>rispose lui ridacchiando. << Sei diventata una ragazza dei bassi fondi ormai >>.
<< Già. Che ore sono? Mi sa che sono già in ritardo, ridammi gli smoking >>. Barbi si voltò e cominciò a ripescare gli abiti cercando di stropicciarli il meno possibile...Sempre che fosse possibile ridurli peggio di quanto già non fossero conciati. Jeff si era impegnato, ma nelle lavanderie pubbliche non si poteva fare più di tanto.
<< Oh, non ti voglio lasciare andare. Poi non ti rivedrò fino alla sera del concerto >>si lagnò lui avvicinandosi a lei e cominciando a baciarle il collo.
Lei si irrigidì. Non doveva più lasciarsi distrarre. Doveva dirgli che lei non poteva esserci.
<< Will... >>cominciò con la voce poco convinta.
<< Sì? >>grugnì lui risalendo verso la sua bocca.
<< William, ti prego. Ti devo parlare >>.
Lui si staccò e la guardò negli occhi. << Cosa succede? >>
Lei boccheggiò un paio di volte. Odiava dovergli dare una notizia simile. Alla fine riuscì a prendere coraggio e parlò.
<< Io non...Non potrò venire, sabato. Quella festa orrenda >>.
Lui spalancò gli occhi, ma non rispose.
<< Perdonami Will >>disse mentre sentiva le lacrime che cominciavano a spingerle sotto le palpebre. Si sarebbe presa a schiaffi.
Aprì la portiera e scese, prendendo gli smoking.
<< Mi dispiace davvero, Will. Ti prego perdonami >>ripeté di nuovo mentre si allontanava. << Questa volta non c'è soluzione, non posso mancare >>.










Salveee!
E' da tantissimo che ho questo capitolo semi-pronto, e da ancora più tempo che non pubblico niente, così stasera, stanca di cincischiare, mi sono decisa a finirlo e a postare! Sono fiera di me! Un po' meno del capitolo, che fa schifo, ma vi dovrete accontentare.
Il titolo è scelto su due piedi, e stavolta è riferito a Barbi, che fa la "lama a doppio taglio" in questo capitolo. Il capitolo è buttato giù su due piedi in vari momenti da una pazza prossima all'esaurimento nervoso e nemmeno riletto quindi sarà illogico. Non so, ditemi voi! ;)
Un bacio a tutte quelle che arriveranno alla fine e una grazie a chi commenterà!
Lucy :***

 

  
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