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RICORDATI DI ME «-(¯`v´¯)--«
Un
grazie di cuore a tutte le mie recensitici, purtroppo come avete potuto notare,
stavolta sono stata un po’ più lenta nel mio aggiornamento.
Ahimè
si torna a sgobbare e il lavora mi lascia proprio poco tempo, ma comunque
voglio assolutamente finirla questa storia, perché non so spiegarvi come
mi è entrata dentro!
Vi
giuro che quei due pazzi di Sibilla e Victor mi perseguitano anche nei sogni!!
Sarà
normale?
Kiss
a todossssss
aawaa
WILLKOMMEN IN OSTERREICH aawaa
Chap n.9
Sono
seduta su una comoda panca in legno, con i bagagli scomposti ai miei piedi, in
attesa del nostro taxi.
Victor
si è allontanato un attimo, “giusto per dare un occhiata in
giro”, queste le sue parole, quando gli ho chiesto il perché.
Ma
le sue stranezze appaiono ai miei occhi, come dolci aspetti di un carattere
assai particolare. E questo mi piace, mi piace non scandalizzarmi di
ciò, perché io lo capisco, sono dentro la sua testa, conosco i
suoi movimenti e saperlo mi fa sentire onorata e speciale.
Fra
i miei pensieri, quasi dimenticavo di aver messo piede nel paese straniero; siamo
approdati in Austria!
Bella,
mi piace. Questo paese sembra così caldo, così dolce.
Mi
rasserena il pensiero di trascorrere del tempo fra questa gente, così
solare e bella in tutti i sensi in cui può essere bella una persona; qui
tutti sono cortesi, gioviali, il sorriso poi è la carta d’imbarco di
ognuno di loro.
-“Signorina,
sale?!”-. Un omone rossiccio, dal basso del suo simpatico taxi giallo, mi
parla in perfetto tedesco.
Lo
guardo un po’ stralunata, indecisa sul da farsi; il mio dizionario pocket
, pronto all’uso, comincia a far librare le sue pagine fra le mie mani.
Spilucco
qualche parola, imbarazzata e impacciata, quando da dietro le spalle, compare
Victor; afferra il mio beauty case, fa aprire il cofano e in perfetto tedesco
spiega al tassista dove portarci.
Rimango
a fissarlo imbambolate per un po’, poi sorrido; questo uomo è
davvero un’ inesauribile fonte di scoperte!
-“Vuoi
rimanere lì ferma ancora per molto tempo?!”-.
-“Non
ci penso proprio!”-. Rido divertita, per poi
tuffarmi in auto insieme a lui.
Willkommen
in Lienz, recita un
cartello all’entrata di un paesino diroccato fra le montagne verdi.
L’aria
è fresca, il sole è una magia opaca sopra le nostre teste.
Deve
esserci una festa popolare da queste parti, perché il paese è
percorso, lungo la sua via principale, da banchi in fiera e le facce della
gente, sanno della felicità di persone in festa.
Che
bellezza!
La
cosa che risalta più agli occhi però, sono le migliaia d fontane
zampillanti che adornano ogni piazzetta, e i fiori, grandi bouquet di fiori
colorati sui cigli delle strade.
Che
ordine, che armonia si respira in questa cittadina. E’ un sogno, un
bellissimo sogno.
-“Ti
piace?!”-. Victor distoglie i pensieri, incanto forse, dal mio sguardo
rapito.
-“Molto.”-.
-“Già,
è tutto così bello qui…”-. Si rattrista, nei suoi
occhi posso leggere note di ricordi infelici, lontani e mai assopiti.
-“Chi
lo sa, magari ti chiederà di restare…”-.
-“Oh
Sibilla, che vai farneticando!”-.
-“Perché
no?!”-.
-“Perché
sono vecchio, indesiderabile e chissà cosa altro!”-.
-“Ancora
con questa storia! Tu non sei vecchio! E l’unico motivo per il quale
potrà respingerti è forse l’essere già sposat…”-.
Mi
azzittisco, cosa non ho mai osato pronunciare.
Oh
Dio si può essere così ingenua?!
Se
volevo rassicurarlo un po’, con questa mia linguaccia lunga ho stroncato
ogni probabilità di rivederlo sorridere.
-“Non
dispiacerti Sibilla! Guarda che ci ho pensato su anche io!”-. Ha letto
nei miei occhi, nelle mie labbra corrucciate e nelle mie espressioni
così dannatamente cristalline.
-“E
cosa farai a quel punto?!”-. Gli chiedo, certa ormai che nessun altro
colpo sarà mai più mortale.
-“Il
destino è ineluttabile, fatale, probabilmente tornerò da dove
sono venuto, felice comunque nel cuore, d’averla rivista ancora una
volta.”-.
-“Credi
ti basterà?! Non avrai comunque cambiato nulla!”-.
-“Sì,
ma finalmente questo sortilegio verrà spezzato. Non dovrò mai più
vagare per il mondo…”-.
-“Sì
ma…”-.
-“Sibilla,
a volte l’essenziale è non avere tutto ciò che desideriamo,
e questo per non uccidere il desiderio stesso, dentro noi! Il mio per lei, non
passerà mai, anche se dovessi ritornare nel mio paese con soltanto uno
dei suoi sorrisi.”-.
Non
riesco a concepire come si possa vivere soltanto del sorriso, della persona
amata.
Tornare
a mani vuote, dopo questo lungo viaggio della speranza e dei sogni è un
suicidio bello e buono!
Sono
davvero preoccupata, adesso; leggo l’ansia nei suoi occhi, il timore, e
volente o no riesco percepirlo ora anche nei miei.
E
se di Simone mi restasse soltanto un sorriso?!
Provo
ad immaginare come potrei sentirmi.
Volto
pagina, questo pensiero mi uccide.
Ci
penso e ci ripenso, rimugino su senza neanche rendermi conto di aver sigillato
questo pensiero coi fatti. Spessi e cartacei.
Ma
allora, se non posso vivere al pensiero di perderlo, come posso pensare di
vivere soltanto con il ricordo di un suo sorriso?!
Comincio
a pensare di aver fatto l’errore più madornale di tutta la mia
vita.
-“Siamo
arrivati, il vostro albergo è quello là!”-.
Il
tassista arresta la sua corsa, indicandoci una deliziosa villetta verde acqua,
al di là della staccionata dinnanzi ai nostri occhi.
Io
e Victor emettiamo un gridolino eccitato, quasi
all’unisono.
-“Che
posto magnifico!”-.
Scendo
dall’auto apprestandomi a godere di questa meraviglia.
L’aria
è fresca, i fiori sono sempre al loro posto, solo stavolta al posto di
fontane scintillanti, sorge un piccolo ruscello al fianco del nostro hotel.
Qui
sembra il tempo si sia fermato; sembra di trovarsi in un luogo paradisiaco, l’eden
biblico ai nostri occhi si prostra.
E
vive la quiete, la quiete velata dal cinguettio di passerotti che si raccontano
l’amore da un ramo all’atro di un albero, cuore pulsante fra
migliaia di alberi nel parco.
-“Già,
ancora meglio della descrizione sulla guida. Sei stanca, Sibilla?!”-.
-“No,
non direi. Ma mi piacerebbe sdraiarmi un po’ sotto quegli alberi.”-.
-“Vai
pure, poso i bagagli in stanza e ti raggiungo.”-.
-“Perfetto.”-.
Cammino
lenta, cercando di capire cosa sia
questa sensazione di benessere che mi attraversa il corpo, liberandomi dalle
repressioni terrene, facendomi sentire come un elemento della natura che ho
intorno.
Si
passa troppo tempo a pensare, ha ragione Victor; ha ragione quando mi dice di
staccare la testa dal resto del corpo e falla volare, come ali di gabbiano su
mare aperto.
Lo
vorrei tanto, vorrei tantissimo sentirmi abbandonata così, ancora per
molto tempo, in questa dolce quiete
corporea.
Ma
non c’è pace per i miei pensieri, non c’è pace per
nessun centimetro del mio corpo.
E
il mio cuore, quello l’ho rimasto a casa, attaccato ad una cornetta
telefonica penzolante, in strada.
-“Stai
bene?!”-.
Apro
gli occhi, per un attimo la sua voce mi è sembrata ultraterrena,
piombandomi negli orecchi, facendomi vibrare.
Provvidenziale,
come sempre.
-“Pensavo…”-.
-“A
cosa?!”-. Si sistema al mio fianco, distendendosi sull’erba fresca.
-“Che
se potessi, rimarrei così per l’eternità…”-.
-“Eternità?!
Hai la fortuna di vivere e morire, nascere per compiere un cammino, portarlo a
termine passando per la vita, per cessarlo con la morte, e vai cercando
l’eternità?!”-. Ride, accarezzandomi una guancia –“Non
sai che fortuna che hai…”-.
-“Parli
come se fossi immortale, sai?!”-.
Mi
giro cercando i suoi occhi ma sfuggono inesorabili, ai miei.
Tremo,
penso alla parola sortilegio.
Parlando
di Betty, lui ha usato questa parola; parola
dispettosa che ha deciso di balenare nella mia mente così, adesso, senza
ragione.
E
se fosse… ma no, cosa vado a pensare, la magia non centra, non può
essere credibile!
Io
non c’ho mai creduto!
Sibilla
riprenditi, torna in te.
Però
il pensiero costante resta…
-“A
volte si vive così intensamente che sembra non debba finire
mai…”-.
-“Victor!
Cos’hai?! Non ti ho mai sentito parlare così!”-. Mi alzo per
stragli di fronte bene- bene, le sue parole mi hanno toccato nel profondo,
immergendomi in un senso di paura.
-“Niente
piccola Sibilla, niente.”-.
Sorride
suo malgrado, sforzandosi di farsi vedere sereno.
Una
morsa atroce si impossessa del mio cuore, non so dire cosa sto provando in
questo momento.
Per
un attimo ho pensato all’ipotesi di non vederlo più, di non averlo
più al mio fianco.
Terribile
sensazione, timore di aver vissuto così tanto al suo fianco di non
poterne più fare a meno.
Non
voglio perderlo, non importa cosa succederà, come andrà a finire
quaggiù.
Io
non voglio perdere Victor per nessun motivo al mondo.
Lui
mi ha stregata.
Rido. Ho paura.
Nessuno
mi ha mai reso indipendente, nessuna droga, persona o vizio.
Rido, ho paura.