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Autore: eia    31/10/2011    8 recensioni
Carissime, non è una nuova storia, ma saranno piccole one-shot legate a mezzo&mezzo, con i nostri personaggi preferiti, brevi storie che raccontano situazioni partorite dalla mia mente malata...
Spero vogliate seguirmi anche in questa..
Per chi non ha letto la serie mezzo&mezzo.. bè vi consiglio di leggerla, specialmente se adorate Jacob Black, ma se volete farvi una lettura veloce e volete capire di chi parla questo capitolo fatevi un salto su mezzo&mezzo3 appendice, una presentazione dei miei personaggi.
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jacob Black, Nuovo personaggio | Coppie: Jacob/Renesmee
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'mezzo&mezzo '
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Due settimane. E niente. Più niente. O ancora niente.
Eppure credevo che… fossimo sulla buona strada!
Ma dopo quel bacio… dopo quei baci… non c’è stato più niente.
Certo ci vediamo quasi tutti i giorni, mi viene a trovare, mi porta rose o monili intagliati da lui, mi racconta la sua giornata, o la telefonata della sera precedente di Jacob, cosa succede là in quel posto sperduto in mezzo al nulla a ridosso di quella montagna coperta di neve praticamente tutto l’anno…
Ma… non parliamo d’altro, non parliamo di noi, di quel che siamo o di quel che saremo…
E ogni volta che mi decido a fare il primo passo… lui rovina tutto!! Quando entra in casa, saluta mia madre in un modo che mi fa arrabbiare, remissivo e pronto ad incassare un colpo, con il capo chino e gli occhi persi sul pavimento, come se si dovesse far perdonare qualcosa!!  E poi saluta me, ma non ci sono baci o sguardi carichi di passione e non usa appellativi che mi scaldino il cuore. No! Mi sorride e mi bacia sulle guance, come fossi una qualunque amica di famiglia.
Mi chiedo cosa gli passi per la testa…
Mi ha chiesto di restare e sono rimasta, ho rinunciato alla mia vita a New York per lui,  ho chiamato la mia coinquilina e le ho detto che non sarei più tornata, le ho pagato la mia parte d’affitto per altri due mesi, visto il quasi nullo preavviso alla rescissione del contratto e ho anche lasciato il mio lavoro, rimettendoci pure lì!
 Sono rimasta qui, per stare con lui, per provare a vivere quel che il destino ha voluto per me. Solo che le cose stanno andando a rilento, anzi… si sono fermate del tutto.
Voglio dire… quel giorno, davanti alla tomba di mio padre, lui ha fatto una scelta, gli avevo dato un ultimatum e lui ha fatto la sua scelta lì, mi ha chiesto di rimanere con lui e lì mi ha baciata… mi ha baciata!! Voglio dire, non me lo sono sognato!! Mi ha proprio baciata e…. fremo ancora se penso a quanta passione c’era in quei baci. E prima… quelle carezze… erano così intime che… mi sono sentita sua solo con quelle carezze.
Se avevo dei dubbi, le sue carezze li hanno spazzati via tutti. Solo che… avrebbe dovuto continuare a toccarmi in quel modo tutti i giorni, ogni ora passata insieme… invece si è allontanato, è tornato sui suoi ranghi, lontano, distante. E freddo.
Quando viene qui le sue parole sono insignificanti per me: mi parla di tutto tranne che di noi, non pianifica, non progetta… non so cosa voglia e non so più nemmeno cosa voglio io.
Lui è tornato sui suoi passi e ha fatto tornare me al punto di partenza. Indecisa ed insicura!! E io odio esserlo!!
Forse sarei dovuta andarmene lo stesso. O almeno avrei dovuto tenermi l’appartamento ancora per un po’. E il lavoro.
E ora che faccio? Non posso andare aventi così!!
Sono qui, di nuovo alla riserva, dove trovare lavoro è impossibile, a farmi mantenere ancora dalla mamma anche se ho quasi trent’anni e dovrei essere già indipendente da un pezzo.
Mi alzo dal letto e vado in bagno, fisso la mia immagine nello specchio e sbuffo.
Trent’anni… almeno così dice la patente! Ma eccomi lì!  Ne dimostro poco più di venti.
Forse sono troppo giovane per lui… forse legarsi a me ora sarebbe inopportuno...
Mi sporgo sul lavandino e mi avvicino ancor di più allo specchio fino a trovarmelo a pochi centimetri dalla faccia. Ispeziono la mia pelle alla ricerca di  quei tratti marcati che in genere denotano il passare del tempo, ma niente. Niente zampe di gallina ai lati degli occhi, nessuna borsa sotto, niente assottigliamento delle labbra… giovane, sono proprio giovane! Una ragazzina!!
Rido alla mia immagine riflessa: una donna normale scenderebbe a patti con il diavolo per restare nel fiore degli anni il più a lungo possibile, io invece… 
E tutto per colpa sua!!
Ma forse è proprio questo il problema.
Ne sono successe troppe per far passare anche questa come una cosa del tutto normale… forse si preoccupa di perdere credibilità… insomma… è.. è sparito per giorni senza dare spiegazioni, senza dire niente a nessuno, poi è tornato dopo un paio di settimane, bello fresco, più giovane di almeno dieci anni e, per completare l’opera, è tornato camminando sulle proprie gambe!!!
Per non parlare di quegli occhi rossi!!
Insomma la gente non è stupida!!
Se era su una sedia a rotelle un motivo c’era, no?
Ed è vero che la medicina, oggi, è avanzata e ogni giorno si fanno scoperte per salvare la vita alla gente, ma… sparire per due settimane e poi tornare in quel modo è proprio da film di fantascienza!!
Certo, questo è quel che sanno tutti. Che il dottore-vampiro, cioè il dottor Cullen, servendosi delle sue amicizie altolocate in campo medico, gli ha trovato un posto in un ospedale a casa di Dio, un luogo sconosciuto e lontanissimo, in cui lo hanno rimesso a nuovo… a costo zero!!
Solo perché è il padre del marito della sua nipotina!!!
Mi faccio una smorfia e rido ancora alla mia immagine riflessa.
“Forse la gente è davvero stupida!!”
Poi però torno subito seria e fisso la mia immagine con rabbia, serro le labbra e il mio sguardo diventa più duro ogni secondo che passa.
“E quanto sei stupido tu, Billy Black!!” dico con forza, prendo l’asciugamano e lo tiro contro lo specchio, rabbiosa.

“Tesoro… ehm… avrei bisogno di parlarti. Hai due minuti?” mi chiede mia madre mentre prendo la mia biancheria stirata dalla cesta.
“Dimmi.”
“No, avrei bisogno di fare due chiacchiere con te… da madre a figlia e da donna a donna…” mi rivela lei, lasciandomi un poco interdetta. Che intende dire?
“Dimmi.” Le ripeto ancora, ma stavolta mi giro e mi avvicino a lei posando sul tavolo ciò che ho tra le mani.
“Ci sediamo per un caffé? Ti va?”
La guardo incuriosita, poi guardo i miei vestiti deliziosamente piegati e profumati e ritorno sui miei passi, rimettendoli dove li ho presi, poi torno al tavolo e mi siedo.
Lei mi sorride e serve il caffé, poi si siede e sorseggia dalla sua tazza, lasciandomi stranita a guardarla.
Mi guarda, mi sorride e si schiarisce la voce.
“Charlie mi ha chiesto di andare a vivere con lui.”
Resto senza parole e senza respiro. In un nanosecondo una miriade di pensieri mi affollano il cervello e si mischiano gli uni con gli altri.
Ecco un uomo che sa cosa vuole. E la casa di mio padre? E il ricordo di mio padre? Oddio so che lei e Charlie stanno insieme da un bel pezzo e che lei non ha dimenticato mio padre e che mai lo farà… ma saperla qui mi dava sicurezza… ma sono anche felice per lei! So che se lo merita. So che lo vuole. So che ne ha bisogno. Anche  di non dormire più in quella camera, in quel letto. Il ricordo è sempre vigile… lo so anche io… dormire nella mia camera è un supplizio. Dormire in quel letto è un calvario… il rumore delle molle è un strazio ogni volta che mi giro… mi ricordano ogni volta che facevo l’amore con Sam, e che cercavamo di fare piano perché mia madre non se ne accorgesse al piano di sotto…  e quante volte siamo finiti a farlo sul pavimento..
“Leah… sono anni che stiamo insieme e io… io sono rimasta qui solo per voi. Tu eri lontana, ma ogni tanto tornavi e io volevo che avessi un posto a cui fare ritorno. E poi c’era Seth…  lui aveva bisogno di me,  prima perché era troppo piccolo per quella vita e poi… beh… ha passato momenti difficili, lo sai anche tu. Ma ora siete grandi entrambi e lui ora è partito per seguire la sua strada e tu…  anche tu hai la tua da percorrere…”
“Si.. io… si, scusa è che… detto così… non me lo aspettavo.” Ma so di mentire.
Sapevo che sarebbe successo, anzi quando tornavo a casa mi aspettavo sempre di trovarci solo mio fratello, sicura che la mamma avesse già preso in mano la sua vita.
E volendo vedere le cose come stanno… Billy mi ha chiesto di restare solo due settimane fa e io vorrei che tutto fosse in movimento già adesso, mia madre ha aspettato più di sette anni per far smuovere le cose, quindi dire che non me l’aspettavo è proprio una stupidaggine.
Sta insieme a Charlie ma non vivono assieme ed è come se vivessero la loro storia a metà. È normale volere di più.
“Ma… ecco… il fatto è che… avevo già deciso di trasferirmi da un po’, da quando Seth ha cominciato a stare da te mesi fa. Non ero più utile a nessuno e in quei mesi sono stata a casa di Charlie quasi in pianta stabile. Sono tornata quando… c’è stato bisogno di me, ma… ecco tuo fratello mi aveva già espresso il suo desiderio di andare a vivere da solo e si era messo d’accordo con Quil e uno degli altri ragazzi e io ho potuto muovermi come ritenevo giusto…” dice mia madre, cercando di spiegarmi qualcosa che però non mi è molto chiaro  e che lei stessa fatica a dire…
“Mamma, non ho capito niente. Ho capito solo che ti stai trasferendo da Charlie. E sono contenta per te, giuro. Credo che Charlie sia perfetto, davvero.”
“Si, anch’io lo credo. Abbiamo entrambi i nostri momenti… e li rispettiamo… e la cosa strana è che spesso sono rivolti alla stessa persona. Sentiamo spesso la mancanza di Harry e…. è bello avere accanto un uomo che non è geloso del tuo passato.” Dice con gli occhi lucidi, confermando le mie certezze.
Ha amato mio padre fino in fondo e un pezzo del suo cuore sarà sempre per lui. E sapere che Charlie lo rispetta è… è dolcissimo!!
“Ma quello che volevo dire è che… io credevo che tu saresti rimasta a vivere a New York… e Seth sarebbe andato a stare con i suoi amici… così io… ho affittato la casa. È una famiglia per bene, e qui verrebbero a vivere due ragazze, due sorelle, almeno per i primi tempi, perché una di loro è..”
Cosa? Cosa? No aspetta… cosa?
Le spiegazioni di mia madre scemano in un silenzio imbarazzante e il suo sguardo cade nel caffé nero che oramai si è raffreddato.
“Cosa…?”
“Annie e sua sorella Marjorie. Mi hanno già pagato la caparra e i primi tre mesi. Avrebbero già dovuto entrarci il mese scorso ma… con quello che è successo… ho chiesto di poter stare un altro paio di mesi e loro sono state davvero carine a concedermelo… ma ora…”
“Mi stai sbattendo fuori?” le chiedo con il fuoco in gola, rabbiosa e stordita.
“No. Ti sto solo dicendo che… dovremo andarcene da qui. Presto.” Risponde lei asciutta.
“E io… dove… dove credi io possa andare? Se tu vuoi andare da Charlie, vai, ma la casa resta a me! Qui sono cresciuta, qui ci sono tutti i miei ricordi… questa è casa mia!” sbotto io, non riuscendo a capacitarmi delle parole  di mia madre. E delle sue azioni! Ha affittato la casa di mio padre! L’ha data via! E senza dirmi nulla. E se me ne fossi andata? Quando lo avrei scoperto? Quando tornavo a farle visita?
“Cerca di capire… te ne sei andata via anni fa, dicendo che saresti tornata presto, ma sei stata via anni. Io ho creduto che oramai la tua vita fosse là e che non saresti mai tornata indietro. E ora… oh cielo, sono felice che tu sia tornata, come sono felice che Seth abbia trovato la sua felicità anche se lo ha portato lontano da me… ma è la vita, i figli crescono e seguono il loro cammino. Io devo seguire il mio e il mio mi porta a Forks, con l’uomo che mi sta restituendo un po’ di quella vita che la morte di tuo padre mi ha portato via. Non ho deciso di affittare la casa per fare un dispetto a te o a tuo fratello, ma pensando al vostro futuro e al mio. Sono soldi sicuri, che ogni mese rifocillano le nostre finanze, meglio di un impiego. Era stupido lasciare la casa vuota, lasciarla andare a ramengo solo perché vi sono legati dei ricordi. I ricordi ce li abbiamo impressi nella testa e nel cuore, non sono negli oggetti o nei luoghi… ogni volta che penserai a tuo padre lo ricorderai sulla sua poltrona, o nella rimessa o con la sua tazza del caffé stretta tra le mani.”
Stringo i denti e rimando indietro le lacrime che mi pizzicano gli occhi. So che ha ragione, non è la rimessa che mi ricorda mio padre,  è il suo ricordo che è vigile nel mio cuore a farmi pensare spesso a lui. Ma lasciare la mia casa a degli estranei mi sembra… oltraggioso.  E poi.. davvero, dove posso andare io?
Non ho amici nel vero senso della parola.... ho dei conoscenti… ma nessuno che sia pronto per un impegno del genere… magari per qualche notte… ma non per qualcosa a lungo termine.
Potrei chiedere a Kim ma con lei ho sempre avuto un rapporto superficiale, poi dopo quello che è successo con Jared… e non so nemmeno se sia qui alla riserva.
Emily… ci siamo chiarite, abbiamo fatto pace, per così dire… ma chiederle di ospitarmi è fuori discussione. Avere Sam in mezzo ai piedi tutto il tempo sarebbe… no, è davvero fuori discussione… già era un problema quando dovevo frequentare la loro casa in quel periodo, e lui era già schifosamente  premuroso allora, ora che lei è in dolce attesa… ma dilla tutta Leah, vederli insieme è ancora doloroso, nonostante tutti gli anni passati.
Quindi cosa mi rimane?
Dovrei cercarmi una casa e andare a vivere da sola, ma con quali soldi? Ho dei risparmi ma con gli affitti si azzererebbero subito e sarebbe un controsenso… ho questa casa che non mi costerebbe nulla e devo andare a buttare dei soldi per un affitto?
“Ne ho parlato con Charlie e per lui non ci sono problemi… anzi credo stia già inscatolando tutto quel che Bella ha lasciato…” strabuzzo gli occhi a sentir le sue parole e rimando indietro un conato di vomito solo per aver immaginato la mia vita in quella casa, in quella camera…
“Cosa? Ma stai scherzando? Dovrei venire anche io a Forks? Da Charlie? Nella… nella camera di Bella? Ma sei matta?”
“E allora dove pensi di andare? Io non vedo altre soluzioni!”
“Avresti potuto dirmelo che avevi affittato la casa, magari prima che io lasciassi il mio appartamento a New York!”
“Cosa centra l’appartamento a New York? Hai deciso di restare qui, di accettare… Billy e mi parli di New York?”
“MAMMA! Mi stai sbattendo fuori casa,  cosa dovrei pensare?”
“Non ti sto… ti ho detto cosa puoi fare. A me piacerebbe averti accanto ancora un po’… poi con il tempo, magari trovi un lavoro e puoi andartene dove vuoi!”
Sono furiosa. Ho voglia di urlare e di rompere qualcosa… e … ho voglia di correre.
Ecco, questa è l’unica cosa che mi manca del mio essere un lupo. Quel correre libera nel vento, lontano da tutto e da tutti. Ecco vorrei correre, lontano da qui, lontano da lei e dalle sue parole.
Mi alzo di scatto, facendo quasi rovesciare la sedia e mi allontano da lei, la sento alzarsi e venirmi dietro, mi chiama ma io faccio finta di non sentirla. Esco di casa e mi incammino a passo svelto sulla strada. Voglio andare lontano. Lontano…. Solo… lontano.

Si, proprio lontano sono finita. Seduta su una roccia sulla spiaggia. Proprio in capo al mondo….
Guardo il mare e le onde infrangersi sulla riva, cercando di non pensare a me e alla mia vita e alla sfortuna che mi perseguita…
Non ho amici… eppure una volta ero simpatica e ne avevo tanti. Certo avevo Sam e poi Emily, ma non avevo solo loro, ma la mia trasformazione mi ha portata all’isolamento, nessuno doveva sapere, e ho tagliato i ponti con tutti. E ora non ho nessuno su cui fare affidamento, nessuno a cui chiedere di ospitarmi… che tristezza… mi faccio pena da sola…
Ma non posso proprio finire a Forks, non posso seguire mia madre che va a vivere con il suo compagno!
“Hai avvistato qualche nave?”
Mi volto di scatto e quasi cado dalla roccia, ma un paio di braccia mi raggiungono rapide e mi sorreggono, e inevitabilmente mi trovo con la faccia premuta contro il suo petto.
Sollevo lo sguardo e  incontro i suoi occhi… un brivido e cerco di riprendere equilibrio. Non mi abituerò mai a quegli occhi rossi.
“Cosa ci fai qui?” gli domando, ma non gli lascio il tempo di rispondere che ho già capito cosa possa essere successo “ti ha chiamato mia madre, vero?”
Sbuffa e annuisce e si mette davanti a me, oscurando il panorama.
“Era preoccupata.”
“Beh, poteva evitare di darmi quel calcio….”
“Calcio? Quale calcio?” chiede allarmato.
“Non ti ha detto che va a vivere con Charlie? E che ha affittato la casa e che quindi io non ho più un tetto sopra la testa? Ah già! Secondo lei potrei andare con lei, trasferirmi a Forks e occupare la camera di Bella. Pensa un po’ che bello! Io e mia a madre a casa del suo compagno e io che occupo la cameretta di quella stupida che ha preferito i vampiri!! Io che odio i vampiri…” gli spiego con tono ironico.
“Ma non ti ha presa a calci…”
“Oh… Billy è… è un modo di dire! Non lo ha fatto fisicamente ma è come se lo avesse fatto.”
“E’ una decisione che ha preso mesi fa… non puoi darle colpe…”
Lo guardo furibonda. Non può essere d’accordo con lei!!
Ma subito tutto s’incastra: io e lui non siamo sulla stessa lunghezza d’onda per le cose che riguardano noi, come possiamo pensarla allo stesso modo sul resto? Impossibile!!
“Beh, d’accordo o no… devo trovarmi una sistemazione. E a quanto ho capito anche alla svelta…”
“Hai già qualche idea?”
“Certo!!!” gli rispondo con esagerata euforia “Andrò a casa di quella mia grande amica e… ops.. ah… no, non posso, la mia grande amica aspetta un figlio da quello che prima era il mio ragazzo… non credo sia una cosa fattibile.”
Resta in silenzio e mi guarda con un’espressione strana che non riesco a decifrare e allora continuo con il mio romanzo per capire se riesce a vedere il mio punto di vista.
“E tutti gli amici che avevo un tempo…. Credo si siano dimenticati di me: sai avevo dei segreti, fino a qualche tempo fa, che non potevo rivelare a nessuno e a furia di nascondere le cose ho perso il contatto con tutti!! Bell’amica eh? E allora sai… non ho nessuno a cui chiedere asilo e non ho abbastanza soldi in tasca per permettermi un appartamentino tutto mio. Quindi… no!! Non ho idee al momento, perché tu invece ne hai qualcuna da propormi?” gli chiedo con un sorriso falso e canzonatorio.
“Certo. Puoi venire a casa mia. Io ti ospiterei più che volentieri.”
Resto a bocca aperta a guardarlo sbalordita per alcuni secondi, cercando di registrare nel modo corretto le sue parole, ma più me le ripeto nella testa più il significato non cambia restando comunque astruso.
“La casa di Jacob e Nessie è rimasta vuota e loro l’hanno lasciata a me e Rachel, ma Rachel presto si sposerà  e Paul ha già preso una casa sul lungomare e io… beh io resterò solo e la casa è grande.
Tu potresti occupare la casa di Jacob e avremmo in comune solo la cucina… credo che sia una buona idea.”
Ecco. Mi sembrava strano… un passo avanti e dieci indietro.
Mi chiede di restare, mi bacia e poi si allontana.
Mi offre casa sua, ma poi si corregge e mi offre quella parte di casa che è rimasta vuota, ben lontana da lui.
Chiudo gli occhi e sbuffo, cercando di trovare un perché, una ragione… qualcosa che mi aiuti a capire, ma non esiste un motivo vero e proprio o forse sono io a non vederlo o forse è lui che se lo tiene per sé. Con questi pensieri per la testa non riesco a stare zitta, non riesco a sopportare ancora questa situazione e con rabbia gli pongo l’unica domanda che mi viene in mente.
“Ma cosa vuoi tu da me?”
“Scusa?” mi chiede lui facendo un passo indietro.
“Mi stai facendo impazzire, mi hai chiesto di restare e poi ti sei allontanato, sei tornato sui tuoi passi, ora mi offri di trasferirmi da te, ma in quella parte di casa in cui tu non abiti. Io non… non capisco…”
China la testa di lato e mi guarda dubbioso.
“Non fraintendere le mie intenzioni. Io voglio averti al mio fianco, ma voglio fare le cose come vanno fatte.”
“Scusa?”
“Leah… ho gli occhi di tutti puntati addosso… ho subito troppi cambiamenti in troppo poco tempo, non sarebbe una cosa facile spiegare come una giovane donna possa interessarsi a me e… vivere con me come mia compagna.” Mi spiega lui e mi sembra di ascoltare quel disco rotto che stamattina mi girava in testa, ma poi scuote la testa e abbassa lo sguardo “No, la verità è.. che… sarebbe una cosa sconveniente per te. Lo so che ora può sembrarti stupido, ma è.. colpa mia. Quando mi sono accorto di quel che era successo ho cercato di resistergli, e ho cercato di guardarti da lontano, per assicurarmi che tutto andasse bene, che tu stessi bene. Quando ti ho vista al cimitero… non ho saputo stare al mio posto e ho sentito il bisogno di proteggerti dalle tue stesse paure. Poi quando mi hai detto che tornavi a New York mi sono sentito perso. Se ti lasciavo andare, ti avrei persa. Saresti stata troppo lontana e io non avrei potuto vegliare su di te. Ma anche allora ho sbagliato, non sono riuscito a resistere o ho ceduto alle mie pulsioni. Ma ora sto cercando di fare la cosa giusta. Tu hai bisogno di un posto in cui vivere e io ho una casa  vuota. È risaputo che la mia casa è sempre stata aperta a tutti, quindi la gente non sospetterà se tu…”
“Ma chi decide cosa è giusto e cosa non lo è?” gli chiedo, interrompendolo, riuscendo a capire solo in parte le sue motivazioni.
“Non voglio che la gente parli male di te. Ho già visto troppe volte mettere al banco persone che non se lo meritavano… anni fa qualcuno si è venuto a lamentare con me perché tua madre frequentava Charlie dopo solo un anno dalla morte di tuo padre. Io so che si sono comportati bene, entrambi… ma la gente…”
“E se non mi importasse della gente? E se fossi stufa di guardarmi attorno? Lo facevo già quando dovevo uscire di casa di nascosto, la notte per fare le ronde o quando tornavo a casa  la mattina, con addosso abiti troppo leggeri o troppo corti.”
“Ma io… io…”
“Ti importa di quello che la gente pensa di te! Allora non dire che ti preoccupi per me! Mi sembra di sentire Sam! Mi ha detto che non potevo accettare il tuo… imprinting, mi ha detto che era fuori luogo, sbagliato… che ero troppo giovane per un uomo come te… aveva ragione lui allora?” inveisco contro di lui, arrabbiata e frustrata dalla verità.
“No! Non è così!” sbotta lui avvicinandosi “Non mi importa nulla! Né quando si è trattato di tua madre né ora! Ma sono io che voglio fare la cosa giusta! Se vuoi stare con me, voglio fare le cose fatte bene.”
“E come sono le cose fatte bene?” chiedo spossata e stanca di tutte quelle inutili parole.
“Beh… ti… ti vorrei corteggiare e poi… alla fine… con una cerimonia intima… ci… ci sposeremo”
Mi… mi vuole sposare?
Io sposata? Io… una moglie?
Il … ma… matrimonio?
Cioè non c’è stato più di un paio di baci tra noi e mi parla di matrimonio?
Ma nel momento stesso in cui lo penso, mi rendo conto di essere una contraddizione vivente.
Fino a stamattina mi lamentavo perché non faceva progetti e ora mi lamento perché fa progetti a lungo termine?







Buooooongiorno care!!!!  
Eccomi con il seguito, che ne pensate??

Un bacio e .....

 




   
 
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