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Autore: en86    01/11/2011    2 recensioni
Chi riunisce i Doni della Morte diventa Padrone della Morte. Ma cosa significa? Semplice espressione poetica? Il mondo magico sull'orlo di una guerra terribile. Colui che dovrebbe guidare i maghi è impreparato al suo compito ma dal futuro giungerà qualcuno di inaspettato per prepararlo.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Harry Potter, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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2 manufatti

Manufatti Magici

 

 

Harry se ne stava tranquillo, seduto alla sua piccola scrivania a rimirare per la centesima volta le foto magiche dell’album donatogli da Hagrid mentre Hedwige lo contemplava tranquilla dalla sua gabbietta.

I pensieri del ragazzo turbinavano con un tocco di malinconia e tristezza suscitate dalla vista dei suoi genitori che lo salutavano contenti dalle foto, ma era un dolore vecchio, era tutta la vita che Harry lo sentiva lì in mezzo al petto e ormai si era raggrumato e indurito come accade per tutti gli orfani.

A intristire veramente il ragazzo quel giorno era il pensiero che i suoi amici non si erano fatti sentire per tutta l’estate, quasi gli veniva da pensare che l’anno appena trascorso alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts fosse stato un sogno…

Mentre rimestava nella sua tristezza udì un toc toc alla sua finestra e stupito alzò lo sguardo, un vecchio gufo era appollaiato sul davanzale e lo fissava in attesa.

Qualcuno si è ricordato del mio compleanno?!

Pensò eccitato il ragazzo precipitandosi ad aprire la finestra per far entrare l’animale.

Il gufo portava un pacchetto molto piccolo ma a Harry non importava affatto, prese avidamente la lettera aspettandosi di vedere la grafia disordinata di Hagrid o quella elegante di Hermione o anche gli scarabocchi di Ron ma rimase assolutamente sorpreso, la lettera diceva:

 

Caro Signor Potter,

 

il mio nome è Caractus Burke e sono uno venditore di rarità e artefatti magici in pensione. Ora mi dedico allo studio della storia e alla ricerca.

Sono venuto di recente in possesso di un modesto manufatto che ritengo appartenga alla sua famiglia, non possiede alcun potere ma ha di certo una lunga storia per cui glielo spedisco perché possa rientrare in suo possesso.

 

Distinti saluti.

 

Harry osservò a lungo la lettera con uno sguardo un po’ perplesso che divenne velocemente deluso ma cercò di farsi coraggio, in fondo, in un certo senso era come ricevere un regalo di compleanno!

Prese il pacchetto che il gufo aveva lasciato cadere sul suo letto prima di fuggire via e lo esaminò brevemente prima di scartarlo.

In una semplice scatoletta di legno trovò un anello d’argento dall’aspetto semplice ed elegante con piccole incisioni di rami e foglie e di alcuni segni che non conosceva.

Non sapeva che pensarne ma gli pareva molto bello, inoltre apparteneva alla sua famiglia… la sua famiglia magica! A parte il mantello di suo padre non aveva nulla che appartenesse ai Potter e non sapeva nemmeno nulla su di loro se era per quello…

Beh… l’anello era elegante anche se forse l’avrebbero preso in giro se l’avesse indossato in pubblico.

Ma in fondo era abituato ad attirare l’attenzione, così se lo mise al pollice sinistro perché era troppo largo per le altre dita e sospirò… meglio di niente!

 

Qualche giorno dopo di sera, Harry si rigirava nel suo letto senza riuscire a prendere sonno. Lo stomaco gli si contraeva dalla fame e dalla rabbia acida mentre prendeva a pugni il cuscino immaginando che fosse la faccia di un certo dannato elfo domestico!

Si augurava che questo misterioso e pericoloso complotto ad Hogwarts comprendesse perlomeno un meteorite in rotta contro la scuola o un invasione di locuste altrimenti avrebbe ritrovato l’elfo e gliela avrebbe fatta pagare cara! Fosse l’ultima cosa che faceva!

All’improvviso udì un suono sommesso e ‘motoroso’ provenire dalla finestra ma non ci fece caso.

Strano pensò per un istante di solito nessuno viaggia a quest’ora nella perfetta e sonnacchiosa Privet Drive…

Un bussare alle sbarre della sua finestra lo convinse a girarsi e fissò sorpresissimo un viso noto e lentigginoso sospeso a mezz’aria…

 

La casa di Ron era magnifica, Harry apprezzava immensamente il caos e soprattutto il calore e l’amore che si respiravano ovunque in casa Weasley.

Per chi non c’era abituato era facile notare cose come questa. Inoltre tutti erano gentili con lui! A questo proprio non c’era abituato, inoltre grazie ai manicaretti della signora Weasley stava mettendo rapidamente un po’ più di carne sullo scarno corpicino.

Una mattina Ron si svegliò e trovò l’amico che faceva flessioni silenziose sul pavimento della stanza. Lo fissò sorpreso per qualche istante e poi sbottò quasi inorridito

“Ma che fai?”

“Mi tengo in forma!”

“Ma, ma…”

“E’ utile.. per il Quidditch.. per affrontare Signori Oscuri..”

“Tu sei tutto matto… aspetta, cos’è quello?”

Harry lo guardò e vide che il suo sguardo e il suo indice puntavano l’anello d’argento, il moro rimase per un attimo perplesso. Non lo indossava sempre, specie da quando era arrivato alla Tana, temendo lo stridore con le condizioni economiche della casa, non voleva mettere a disagio nessuno e infatti non ricordava d’averlo indossato quando si era svegliato, doveva averlo fatto di riflesso…

“E’ un regalo di un tizio…” fece vago

“Quale tizio?”

“Quando credi che arriveranno le lettere dalla scuola?”

Per fortuna Ron ancora assonnato si lasciò sviare. Non sapeva perché non aveva voglia di parlarne ma temeva di essere deriso o ammonito. Da quando il signor Weasley aveva raccontato degli scherzi che alcuni maghi tiravano ai babbani, aveva cominciato a pensare che fosse stato poco prudente nell’accettare una ‘caramella’ da uno sconosciuto, ma l’idea che fosse un cimelio di famiglia l’aveva… attirato.

Cercò di tenere l’anello più nascosto possibile nei giorni seguenti ma sempre a portata di mano, era stranamente riluttante a separarsene ma la cosa non gli sembrò strana e non vi dedicò attenzione.

Cominciò anche a elaborare una storia migliore di ‘me l’ha regalato uno sconosciuto’, non aveva voglia di ricevere prediche dai genitori di Ron, erano stati molto gentili con lui ma non erano i suoi genitori, inoltre non voleva che qualcuno esaminasse l’anello per scoprire un qualche incantesimo, ormai lo portava da giorni e non era successo nulla di strano!

Ogni mattina Harry si svegliava presto come se avesse un orologio in testa e si allenava come se fosse un atleta, talvolta la sera correva intorno alla Tana, i gemelli lo prendevano un po’ in giro per questo ma nessuno parve ritenerlo troppo strano. Le sue giornate erano piacevolmente occupate e fu quasi con rammarico che accolse la fine delle vacanze.

 

“E ricordati di parlare chiaramente!”

Furono le ultime parole della signora Weasley mentre già vorticava nella rete di camini della metro polvere. L’uscita dal camino fu più un atterraggio e quel che era peggio… non sembrava Diagon Alley!

Si trovava in un negozio polveroso e dall’aria un po’ oscura… un po’ molto oscura. Cos’era quella mano avvizzita su un cuscino? E quel teschio? E quella strana maschera? E quel vecchio libro…? Hey!

Manufatti magici perduti nel tempo

Recitava la copertina del libro, Harry allungò la mano lentamente quando sentì una voce

“Non toccare niente Draco!”

Quasi si slogò il collo per guardare il bancone con ansia e scoprire li in attesa il suo arcinemico e quello che era inconfondibilmente suo padre. Si precipitò dentro un armadio e vi si chiuse ascoltando la conversazione tra Malfoy Senior e il padrone del negozio senza rendersi conto che aveva portato con se il libro.

Mentre l’uomo biondo esprimeva preoccupazione per la recente attività ministeriale, Harry concentrò la sua attenzione sul libro, perché l’aveva preso? Forse era perché di recente sembrava riflettere sempre più spesso sull’anello e il mantello di suo padre… manufatti magici… come anche la Pietra Filosofale e lo Specchio delle Brame.

Era un argomento interessante e che lo toccava da vicino… vero?

Perso in queste riflessioni non si accorse che Draco aveva quasi aperto l’anta dell’armadio in cui si era nascosto ma per fortuna il biondino fu richiamato dal padre.

Uff… salvato dalla campanella

Riuscì a sgattaiolare furtivamente fuori dal negozio ma fu quasi subito circondato da strani maghi e streghe di dubbio aspetto oltre all’inquietante scoperta di trovarsi a Nocturn Alley.

Mentre la strana gente lo circondava sentì all’improvviso uno sbuffo d’ira e di sfida salirgli dal petto, come osava quella gente cercare di spaventarlo? Lo credevano una pecora? Assunse uno sguardo duro e con una manata fece volare un vassoio d’argento dalle mani di una strega che lo fissò adirata

“Levatevi dai piedi!” ringhiò

Un dodicenne dall’aria determinata rimane pur sempre un dodicenne e le cose sarebbero potute degenerare se proprio in quel momento non fosse giunto Hagrid come la cavalleria nei film western babbani che disperse velocemente la piccola folla e condusse con poca gentilezza il giovane Harry fino a Diagon Alley rimproverandolo tutto il tempo.

Con notevole fatica riuscì infine a spiegarsi con il guardacaccia e a ritrovare i Weasley preoccupati per lui. E quando furono vicino alla Gringott ebbe la piacevole sorpresa di vedere anche Hermione che gli correva incontro.

Harry fu così contento di vederla che l’accolse in un abbraccio, quando la lasciò andare sorridendo ampiamente vide che lei aveva le guance rosse.

E’ in imbarazzo? - Pensò stupito - ma se è lei quella degli abbracci?! Mah…    

“Ti… ti trovo bene” fece lei guardandolo in modo strano

“Anch’io”

“Cosa ti è successo agli occhiali? E sei tutto sporco… sono contentissima di rivederti e…”

Si era velocemente ripresa dal piccolo turbamento ed era partita con uno dei suoi discorsi a raffica, Harry continuò a sorriderle contento ma ascoltava più il suono della sua voce che le parole.

Dopo una sosta alla Gringott si diressero tutti a comprare i libri e fecero conoscenza con il loro nuovo insegnante di Difesa, ad Harry sembrò un idiota ma poi pensò che se era stato scelto un motivo ci doveva essere…

Purtroppo ebbe anche un nuovo incontro con Malfoy e suo padre, Harry assistette in un silenzio imbronciato alla tenzone verbale fra il signor Malfoy e il signor Weasley finché…

“Le compagnie che lei frequenta Weasley…” fece Lucius Malfoy indicando con un cenno del capo i genitori di Hermione “Eppure avrei detto che la sua famiglia…”

Ma non fece in tempo a terminare la frase perché Harry preso da un’ira improvvisa e incontenibile gli aveva sfilato in un lampo il bastone da passeggio con la testa di serpente argentata e alzandola si preparò a vibrarla in faccia all’uomo ma il suo gesto non fu nemmeno notato né ebbe conseguenze perché il signor Weasley si era già gettato sull’uomo e i due erano già impegnati a darsele.

Harry rimase inebetito un istante poi guardò il bastone…

Ma che diavolo volevo fare?!

Lo gettò lontano da se il più in fretta possibile quando Hagrid giunse ancora una volta a salvare la situazione e a separare i due contendenti.

Fu lieto di sentire un Ouch! Provenire dall’uomo biondo che si girò furente per scoprire chi avesse osato colpirlo alla gamba con il suo stesso bastone. Ma il moro guardò nel voto con occhi vacui anche se da qualche parte nella sua testa una vocina sghignazzava soddisfatta…

 

Quella sera dopo che Ron si fu addormentato e accontentandosi della luce lunare, Harry diede un’occhiata al libro che aveva inavvertitamente sgraffignat… ehm preso in prestito da Magie Sinister.

Era un vecchio volumetto tutto stracciato che comprendeva vecchie illustrazioni e descrizioni di alcuni fra i più famosi artefatti magici perduti della storia, alcuni lo colpirono più di altri ma tutti eccitarono la sua fantasia. In particolare la mitica e perduta spada di Godric Grifondoro e la coppa di Tassorosso che si diceva avesse poteri curativi, o la lancia del Maknar, capolavoro di arte folletta dai poteri sconosciuti ma il cui furto ad opera di un mago aveva causato una delle più tremende guerre tra maghi e folletti.

Alla fine della sezione dedicata agli oggetti dei fondatori sui quali si avevano notizie ancor più scarse che sugli altri c’era una piccola nota a piè pagina:

 

Ricerche effettuate da Caractus Burke.

 

Accidenti che coincidenza! Chissà se sa di più di quel che ha scritto? Ma anche se lo sapesse perché poi lo direbbe a me?

E con questo pensiero in mente si addormentò con il libro sotto il cuscino e l’anello di nuovo al dito, non se ne accorse nemmeno e quella notte sognò di trovare un baule colmo di tesori e oggetti magici che lo rendevano un mago potentissimo e il signor Malfoy era costretto a servirgli il tè e a chiamarlo ‘mio signore’.

Si sentì un po’ in colpa al risveglio per aver sognato una cosa del genere ma gli lasciò lo stesso un senso di soddisfazione…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ringrazio quelli che hanno letto e recensito

Ma non vi spiego nulla sul primo capitolo! :) Non ora comunque….

Per quanto riguarda l’altra mia storia in sospeso… perdonatemi ma ho avuto un blocco. Forse la riprenderò o forse no…

Ciao.

                                         

 

  
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