Manufatti Magici
Harry se ne stava tranquillo,
seduto alla sua piccola scrivania a rimirare per la centesima volta le foto
magiche dell’album donatogli da Hagrid mentre Hedwige lo contemplava tranquilla
dalla sua gabbietta.
I pensieri del ragazzo
turbinavano con un tocco di malinconia e tristezza suscitate dalla vista dei
suoi genitori che lo salutavano contenti dalle foto, ma era un dolore vecchio,
era tutta la vita che Harry lo sentiva lì in mezzo al petto e ormai si era
raggrumato e indurito come accade per tutti gli orfani.
A intristire veramente il
ragazzo quel giorno era il pensiero che i suoi amici non si erano fatti sentire
per tutta l’estate, quasi gli veniva da pensare che l’anno appena trascorso
alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts fosse stato un sogno…
Mentre rimestava nella sua
tristezza udì un toc toc alla sua finestra e stupito alzò lo sguardo, un
vecchio gufo era appollaiato sul davanzale e lo fissava in attesa.
Qualcuno si è ricordato del mio compleanno?!
Pensò eccitato il ragazzo
precipitandosi ad aprire la finestra per far entrare l’animale.
Il gufo portava un pacchetto
molto piccolo ma a Harry non importava affatto, prese avidamente la lettera
aspettandosi di vedere la grafia disordinata di Hagrid o quella elegante di
Hermione o anche gli scarabocchi di Ron ma rimase assolutamente sorpreso, la
lettera diceva:
Caro Signor Potter,
il mio nome è Caractus Burke e sono uno venditore di
rarità e artefatti magici in pensione. Ora mi dedico allo studio della storia e
alla ricerca.
Sono venuto di recente in possesso di un modesto
manufatto che ritengo appartenga alla sua famiglia, non possiede alcun potere
ma ha di certo una lunga storia per cui glielo spedisco perché possa rientrare
in suo possesso.
Distinti saluti.
Harry osservò a lungo la
lettera con uno sguardo un po’ perplesso che divenne velocemente deluso ma
cercò di farsi coraggio, in fondo, in un certo senso era come ricevere un
regalo di compleanno!
Prese il pacchetto che il
gufo aveva lasciato cadere sul suo letto prima di fuggire via e lo esaminò
brevemente prima di scartarlo.
In una semplice scatoletta di
legno trovò un anello d’argento dall’aspetto semplice ed elegante con piccole
incisioni di rami e foglie e di alcuni segni che non conosceva.
Non sapeva che pensarne ma gli
pareva molto bello, inoltre apparteneva alla sua famiglia… la sua famiglia
magica! A parte il mantello di suo padre non aveva nulla che appartenesse ai
Potter e non sapeva nemmeno nulla su di loro se era per quello…
Beh… l’anello era elegante
anche se forse l’avrebbero preso in giro se l’avesse indossato in pubblico.
Ma in fondo era abituato ad
attirare l’attenzione, così se lo mise al pollice sinistro perché era troppo
largo per le altre dita e sospirò… meglio di niente!
Qualche giorno dopo di sera,
Harry si rigirava nel suo letto senza riuscire a prendere sonno. Lo stomaco gli
si contraeva dalla fame e dalla rabbia acida mentre prendeva a pugni il cuscino
immaginando che fosse la faccia di un certo dannato elfo domestico!
Si augurava che questo
misterioso e pericoloso complotto ad Hogwarts comprendesse perlomeno un
meteorite in rotta contro la scuola o un invasione di locuste altrimenti
avrebbe ritrovato l’elfo e gliela avrebbe fatta pagare cara! Fosse l’ultima
cosa che faceva!
All’improvviso udì un suono
sommesso e ‘motoroso’ provenire dalla finestra ma non ci fece caso.
Strano pensò
per un istante di solito nessuno viaggia
a quest’ora nella perfetta e sonnacchiosa Privet Drive…
Un bussare alle sbarre della
sua finestra lo convinse a girarsi e fissò sorpresissimo un viso noto e
lentigginoso sospeso a mezz’aria…
La casa di Ron era magnifica,
Harry apprezzava immensamente il caos e soprattutto il calore e l’amore che si
respiravano ovunque in casa Weasley.
Per chi non c’era abituato
era facile notare cose come questa. Inoltre tutti erano gentili con lui! A
questo proprio non c’era abituato, inoltre grazie ai manicaretti della signora
Weasley stava mettendo rapidamente un po’ più di carne sullo scarno corpicino.
Una mattina Ron si svegliò e
trovò l’amico che faceva flessioni silenziose sul pavimento della stanza. Lo
fissò sorpreso per qualche istante e poi sbottò quasi inorridito
“Ma che fai?”
“Mi tengo in forma!”
“Ma, ma…”
“E’ utile.. per il
Quidditch.. per affrontare Signori Oscuri..”
“Tu sei tutto matto… aspetta,
cos’è quello?”
Harry lo guardò e vide che il
suo sguardo e il suo indice puntavano l’anello d’argento, il moro rimase per un
attimo perplesso. Non lo indossava sempre, specie da quando era arrivato alla
Tana, temendo lo stridore con le condizioni economiche della casa, non voleva
mettere a disagio nessuno e infatti non ricordava d’averlo indossato quando si
era svegliato, doveva averlo fatto di riflesso…
“E’ un regalo di un tizio…”
fece vago
“Quale tizio?”
“Quando credi che arriveranno
le lettere dalla scuola?”
Per fortuna Ron ancora
assonnato si lasciò sviare. Non sapeva perché non aveva voglia di parlarne ma
temeva di essere deriso o ammonito. Da quando il signor Weasley aveva
raccontato degli scherzi che alcuni maghi tiravano ai babbani, aveva cominciato
a pensare che fosse stato poco prudente nell’accettare una ‘caramella’ da uno
sconosciuto, ma l’idea che fosse un cimelio di famiglia l’aveva… attirato.
Cercò di tenere l’anello più
nascosto possibile nei giorni seguenti ma sempre a portata di mano, era
stranamente riluttante a separarsene ma la cosa non gli sembrò strana e non vi
dedicò attenzione.
Cominciò anche a elaborare
una storia migliore di ‘me l’ha regalato uno sconosciuto’, non aveva voglia di
ricevere prediche dai genitori di Ron, erano stati molto gentili con lui ma non
erano i suoi genitori, inoltre non voleva che qualcuno esaminasse l’anello per
scoprire un qualche incantesimo, ormai lo portava da giorni e non era successo
nulla di strano!
Ogni mattina Harry si
svegliava presto come se avesse un orologio in testa e si allenava come se
fosse un atleta, talvolta la sera correva intorno alla Tana, i gemelli lo
prendevano un po’ in giro per questo ma nessuno parve ritenerlo troppo strano.
Le sue giornate erano piacevolmente occupate e fu quasi con rammarico che
accolse la fine delle vacanze.
“E ricordati di parlare
chiaramente!”
Furono le ultime parole della
signora Weasley mentre già vorticava nella rete di camini della metro polvere.
L’uscita dal camino fu più un atterraggio e quel che era peggio… non sembrava
Diagon Alley!
Si trovava in un negozio
polveroso e dall’aria un po’ oscura… un po’ molto oscura. Cos’era quella mano
avvizzita su un cuscino? E quel teschio? E quella strana maschera? E quel
vecchio libro…? Hey!
Manufatti magici perduti nel tempo
Recitava la copertina del
libro, Harry allungò la mano lentamente quando sentì una voce
“Non toccare niente Draco!”
Quasi si slogò il collo per
guardare il bancone con ansia e scoprire li in attesa il suo arcinemico e
quello che era inconfondibilmente suo padre. Si precipitò dentro un armadio e
vi si chiuse ascoltando la conversazione tra Malfoy Senior e il padrone del
negozio senza rendersi conto che aveva portato con se il libro.
Mentre l’uomo biondo
esprimeva preoccupazione per la recente attività ministeriale, Harry concentrò
la sua attenzione sul libro, perché l’aveva preso? Forse era perché di recente
sembrava riflettere sempre più spesso sull’anello e il mantello di suo padre…
manufatti magici… come anche la Pietra Filosofale e lo Specchio delle Brame.
Era un argomento interessante
e che lo toccava da vicino… vero?
Perso in queste riflessioni
non si accorse che Draco aveva quasi aperto l’anta dell’armadio in cui si era
nascosto ma per fortuna il biondino fu richiamato dal padre.
Uff… salvato dalla campanella
Riuscì a sgattaiolare
furtivamente fuori dal negozio ma fu quasi subito circondato da strani maghi e
streghe di dubbio aspetto oltre all’inquietante scoperta di trovarsi a Nocturn
Alley.
Mentre la strana gente lo
circondava sentì all’improvviso uno sbuffo d’ira e di sfida salirgli dal petto,
come osava quella gente cercare di spaventarlo? Lo credevano una pecora?
Assunse uno sguardo duro e con una manata fece volare un vassoio d’argento
dalle mani di una strega che lo fissò adirata
“Levatevi dai piedi!” ringhiò
Un dodicenne dall’aria
determinata rimane pur sempre un dodicenne e le cose sarebbero potute
degenerare se proprio in quel momento non fosse giunto Hagrid come la
cavalleria nei film western babbani che disperse velocemente la piccola folla e
condusse con poca gentilezza il giovane Harry fino a Diagon Alley
rimproverandolo tutto il tempo.
Con notevole fatica riuscì
infine a spiegarsi con il guardacaccia e a ritrovare i Weasley preoccupati per
lui. E quando furono vicino alla Gringott ebbe la piacevole sorpresa di vedere
anche Hermione che gli correva incontro.
Harry fu così contento di
vederla che l’accolse in un abbraccio, quando la lasciò andare sorridendo
ampiamente vide che lei aveva le guance rosse.
E’ in imbarazzo? - Pensò stupito - ma se è lei quella degli abbracci?! Mah…
“Ti… ti trovo bene” fece lei
guardandolo in modo strano
“Anch’io”
“Cosa ti è successo agli
occhiali? E sei tutto sporco… sono contentissima di rivederti e…”
Si era velocemente ripresa
dal piccolo turbamento ed era partita con uno dei suoi discorsi a raffica,
Harry continuò a sorriderle contento ma ascoltava più il suono della sua voce
che le parole.
Dopo una sosta alla Gringott
si diressero tutti a comprare i libri e fecero conoscenza con il loro nuovo insegnante
di Difesa, ad Harry sembrò un idiota ma poi pensò che se era stato scelto un
motivo ci doveva essere…
Purtroppo ebbe anche un nuovo
incontro con Malfoy e suo padre, Harry assistette in un silenzio imbronciato
alla tenzone verbale fra il signor Malfoy e il signor Weasley finché…
“Le compagnie che lei
frequenta Weasley…” fece Lucius Malfoy indicando con un cenno del capo i
genitori di Hermione “Eppure avrei detto che la sua famiglia…”
Ma non fece in tempo a
terminare la frase perché Harry preso da un’ira improvvisa e incontenibile gli
aveva sfilato in un lampo il bastone da passeggio con la testa di serpente
argentata e alzandola si preparò a vibrarla in faccia all’uomo ma il suo gesto
non fu nemmeno notato né ebbe conseguenze perché il signor Weasley si era già
gettato sull’uomo e i due erano già impegnati a darsele.
Harry rimase inebetito un
istante poi guardò il bastone…
Ma che diavolo volevo fare?!
Lo gettò lontano da se il più
in fretta possibile quando Hagrid giunse ancora una volta a salvare la situazione
e a separare i due contendenti.
Fu lieto di sentire un Ouch! Provenire dall’uomo biondo che si
girò furente per scoprire chi avesse osato colpirlo alla gamba con il suo
stesso bastone. Ma il moro guardò nel voto con occhi vacui anche se da qualche
parte nella sua testa una vocina sghignazzava soddisfatta…
Quella sera dopo che Ron si
fu addormentato e accontentandosi della luce lunare, Harry diede un’occhiata al
libro che aveva inavvertitamente sgraffignat… ehm preso in prestito da Magie
Sinister.
Era un vecchio volumetto
tutto stracciato che comprendeva vecchie illustrazioni e descrizioni di alcuni
fra i più famosi artefatti magici perduti della storia, alcuni lo colpirono più
di altri ma tutti eccitarono la sua fantasia. In particolare la mitica e
perduta spada di Godric Grifondoro e la coppa di Tassorosso che si diceva
avesse poteri curativi, o la lancia del Maknar, capolavoro di arte folletta dai
poteri sconosciuti ma il cui furto ad opera di un mago aveva causato una delle
più tremende guerre tra maghi e folletti.
Alla fine della sezione
dedicata agli oggetti dei fondatori sui quali si avevano notizie ancor più
scarse che sugli altri c’era una piccola nota a piè pagina:
Ricerche effettuate da
Caractus Burke.
Accidenti che coincidenza! Chissà se sa di più di quel
che ha scritto? Ma anche se lo sapesse perché poi lo direbbe a me?
E con questo pensiero in
mente si addormentò con il libro sotto il cuscino e l’anello di nuovo al dito,
non se ne accorse nemmeno e quella notte sognò di trovare un baule colmo di
tesori e oggetti magici che lo rendevano un mago potentissimo e il signor
Malfoy era costretto a servirgli il tè e a chiamarlo ‘mio signore’.
Si sentì un po’ in colpa al
risveglio per aver sognato una cosa del genere ma gli lasciò lo stesso un senso
di soddisfazione…
Ringrazio quelli che
hanno letto e recensito
Ma non vi spiego
nulla sul primo capitolo! :) Non ora comunque….
Per quanto riguarda
l’altra mia storia in sospeso… perdonatemi ma ho avuto un blocco. Forse la
riprenderò o forse no…
Ciao.