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Autore: Amore    02/11/2011    2 recensioni
"Spostai il cuscino e guardai fuori dalla finestra. Che bella luna che c’era quella notte. Bianca e piena. Quasi un presagio. Sospirai. E se fossi andata a Konoha? Se lo avessi cercato e visto, cosa sarebbe successo?"
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Salve ragazzi vi presento questa mia nuova storia. E' uscita fuori dopo svariate notti insonne quindi abbiate pazienza per quello che ho scritto. Fatemi sapere se vi piace, mi raccomando. ^^
Genere: Comico, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kakashi Hatake, Nuovo Personaggio | Coppie: Hinata/Naruto, Sasuke/Sakura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
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02. Incontestabile ragione





Stupendi lampi di luce disegnavano linee colorate nella mia mente. Confusa e disorientata mi ritrovai a passeggiare in un posto delizioso che non avevo mai visto.
Era una raduna, grande, perfettamente circolare e piena di fiori. Il sole riempiva lo spazio di morbida luce e faceva risplendere il piccolo ruscello che era nei dintorni.
Tutto intorno a me sembrava caldo e familiare.
Il paesaggio era così perfetto da sembrare irreale. Il calore che sentivo, i colori vivaci, i delicati rumori facevano rilassare sia il corpo che la mente.
Mi sentivo libera: camminavo lentamente, a bocca aperta, tra l’erba soffice e i fiori, sfiorata dall’aria calda e dorata.
Ad un certo punto un albero spuntò alto e maestoso al centro della raduna. Istintivamente mi avvicinai. Lì, sotto la verde e folta chioma, i raggi solari filtravano delicati.
Piano mi sedetti sul prato e appoggiai la testa sul tronco. Cercai di rilassarmi e subito una piccola brezza mi scompigliò i capelli.
Rimasi lì, ferma e immobile, perdendo la percezione del tempo, gli occhi chiusi e le mani che accarezzavano i fili d’erba.
Quando qualcosa sfiorò il mio naso, mi destai e tra le mie mani ritrovai una piccola foglia.
“Deve essere caduta dall’albero..” pensai e senza accorgermene sorrisi.
Curiosa iniziai a guardare il seccatore. Era piccolo, con la punta rivolta in su e di colore verde; era rigida ma non molto, matura e vigorosa.
“Una piccina fogliolina un po’ verde e birichina” risi a quelle parole. Come potevo pensare una cosa del genere su una foglia?
Mentre la guardavo rimanere in equilibrio sulla mia mano, improvvisamente prese fuoco.
“Ma cosa..?” Una fiamma rossa divampo nella mia mano e istintivamente la tirai via.
La vivace lingua di fuoco cadde per terra.
Stupita da quanto era appena successo iniziai a massaggiarmi la mano. Stranamente nessuna scottatura era rimasta sulla mia pelle.
Guardai per terra e notai che la fiamma era svanita così come si era creata.
“Cosa è successo?” mi inginocchiai per osservare meglio la fogliolina.
Sul terreno spuntava sola, verde e rigogliosa come prima.
Avvicinai piano la mano all’esserino verde ma, a pochi centimetri da lui, un folata di vento la fece volare via. Con lo sguardo lo seguì. Si alzò in aria e fece qualche giravolta allontanandosi da me.
Subito mi alzai in piedi desiderosa di seguirla, ma appena allungai la mano per cercare di prenderla, la fogliolina scomparve, nascondendosi nella luce del sole. Un bagliore bianco mi colpi e sbattei più volte gli occhi.
Una stanza dal mobilio essenziale si disegnò davanti a me. Allungai una mano e strinsi la coperta del letto su cui ero distesa.
La testa mi girava un po’ e la bocca era pervasa da un sapore amaro e sgradevole. Provai a chiudere gli occhi per riaddormentarmi, ma un brivido mi percorse la schiena. Velocemente tornai vigile e mi misi a sedere.
In quella camera non si vedeva gran che, tutto era in penombra e l’unica fonte di luce proveniva dalla porta socchiusa. Ma il buio non bastava a celare il suo segreto: ne era certo, quella non era la mia stanza, e neanche una fantasia.
Dov’ero?
Allungai la mano vicino alla gamba e controllai di avere ancora le mie armi ninja. Appena toccai il primo kunai mi tranquillizzai.
Non potevo rimanere lì ferma ad aspettare, dovevo capire cosa stava succedendo. Facendo attenzione mi avvicinai alla porta.
Un grande vociare iniziò a  provenire dall’altra parte dell’uscio, non persi tempo e sbirciai aldilà.
Un uomo era seduto davanti alla mia porta, con la testa girata conversava, anzi rimproverava un ragazzino vicino a lui.
Lo riconobbi subito, lì a fare la guardia c’era Ao.
“Cavolo! Deve essere stata nonna Mai!” pensai.
Quando mi guardarmi in torno, tutto fu chiaro. Non ero stata rapita e non dovevo difendermi da nessun nemico. Non ancora.
Quello era il palazzo del Mizukage e io dovevo essere lì per accettare gli ordini del maestro Ao.
“Non è possibile! Come ha fatto la nonna a portarmi qui..”
Ma i miei pensieri furono interrotti dalla loro conversazione.
«Signore, penso si sia svegliata..» disse il ragazzo.
«Me ne sono accorto anche io. Direi.. che è il caso di non calcare tanto la mano.. gli ordini sono stati precisi, aspettiamo che esca.» disse il sensei un po’ preoccupato.
«ahaha.. Ao-sensei ha paura che la Mizukage la punisca un’altra volta?» chiese divertito.
«No, certo che no! Io sono un uomo e non ho paura di nessuno. Aspettiamo e basta.»
Il ragazzo non rispose, ma continuò a ridere.
“E ora che faccio? L’unica cosa che mi resta da fare è cercare di rifiutare la missione in tutti i modi possibili. Sono pronta anche allo scontro.. okei ora non esageriamo, allo scontro no.. Ao mi stende.” Sospirai.
«Nonna giuro che questa me la paghi.» Afferrai il pomello della porta e sussurrai tra me e me queste parole.
Piano e contro voglia l’aprì. Le mie due guardie del corpo alzarono contemporaneamente la testa per guardarmi e poi sorrisero.
«Finalmente ti sei svegliata piccola Neyla.. » disse il sensei.
«Dormito bene?» mi chiese Chojoru con voce premurosa.
Annui ad entrambi, poi sorrisi, cercando di apparire il più normale possibile per celare il nervosismo che provavo.
«Neyla perché stai sorridendo?» chiese Ao.
Un tic poco salutare colpì il mio occhio sinistro.
Ma oggi il sensei voleva farmi arrabbiare?! Perché se quelle erano le sue intenzioni ci stava riuscendo benissimo!
Strinsi la mano per placare la ormai ovvia rabbia che mi ribolliva dentro.
Come avevo fatto a finire in quella situazione..
Lo guardai allargando ancora di più il sorriso. «Sorrido perché mi va di sorridere, no?!» risposi.
L’aria si fece elettrica. Non solo ero stata trasportata li contro la mia volontà.. ora mi toccava anche sopportare le frecciatine di Ao?
Sospirai rassegnata.
«Scusatemi ma.. non ricordo, come sono arrivata fino a qui.. »
In un primo momento nessuno mi rispose. Ao abbasso gli occhi cercando di apparire disinteressato mentre Chojoru prese a mordersi le labbra.
Guardai Chojoru un po’ confusa, perché ora facevano così?
Il ragazzo appena si accorse del mio sguardo, arrossì. «Sensei.. coraggio glielo dica, gli ordini sono stati chiari!» disse un po’ imbarazzato ma poi si fece sfuggire una risata.
«Smettila tu! Porta rispetto.. i giovani d’oggi sono degli scansa fatiche!» urlò Ao puntando il dito contro il suo allievo.
«Certo certo..» rispose il ragazzo continuando a ridere.
Il divertimento di Chojoru contagiò anche me facendomi dimenticare quello che stava succedendo. Risi anch'io pensato a tutte le volte che Ao mi aveva sgridato e a tutte le altre in cui era stato lui ad essere punito dalla Mizukage.
Il sensei per un po’ ci ignorò ma poi stanco, e tutto rosso in volto, si rivolse a me alzano parecchio la voce per farsi sentire. «Allora.. diciamo che possiamo tralasciare il “modo”» disse facendo le virgolette con le dita «.. in cui sei arrivata nel palazzo del Mizukage, direi che è più importante parlare del perché sei qui.»
Smisi di ridere e tornai seria. Il punto di rottura si stava avvicinando.
«Va bene.. credo sia il caso che ne parliamo, una volta per tutte..» Dissi sorridendo al mio nemico.
Lui prese coraggio e disse «La missione Hato‘¹’ del quarto rotolo dell’acqua deve essere assegnata ad un jonin esperto. Il consiglio ha deciso che il miglior ninja a disposizione per svolgerla sei tu.. hai le capacità di affrontare la missione da sola e di portarla a termine nel minor tempo possibile.. ti verrà..»
«No. » dissi decisa interrompendolo. « Sensei può anche smettere di parlare.. non ho intenzione di accettare.»
«Neyla.. non ti sto chiedendo se la vuoi accettare. Ti sto dicendo che devi prepararti perché stai per andare in missione. Mi dispiace.. ma questa volta non hai scelta.»
I miei occhi diventarono rossi come il fuoco.
«E come se ho scelta! Io non ci vado. Non mi importa se lo dice il consiglio o nonna Mai.. io a Konoha non metto piede.» risposi.
«Devi! Agli ordini si obbedisce, quindi preparati tra poco partirai.»
Scossi la testa in disaccordo. «No» sussurai.
Abbassai lo sguardo.
“Perché io?”
«Accetta Neyla-chan» disse piano Chojoru.
«No» ripetei.
«Perché no? Konoha è bella, io ci sono stato. Ti piacerà fidati e poi la missione è facile, ma.. ma se poi non ci vuoi andare perché ti senti sola..ti accompagno, se ti va?» mi chiese dolcemente il ninja.
Un piccolo e grazioso villaggio comparve nella mia mente, ma lo cacciai con la stessa velocità con cui era arrivato.
«No» non potevo cedere.
«Ma..»
« Chojoru, tu non capisci. Non posso.» alzai lo sguardo e guardai intensamente Ao.  «Maestro disobbedirò hai suoi ordini.»
«Ragazzina hai capito cosa ho detto o no? Non puoi decidere a tuo piacimento. La scelta è stata già fatta, e sei tu questa scelta. Quindi mettiti l’anima in pace kunoichi, prendi armi e rotolo e vai a Konoha!»
«No! Non ci vado.»
«Scommettiamo invece che ci vai?» chiese sarcasticamente.
«N..» stavo per dire il mio ennesimo “no” quando un chakra caldo e estremamente magnetico divampò nell’aria. Una porta alla fine del corridoio si aprì piano facendo uscire una donna  dal kimono elegante.
«Volete smetterla di fare tanto baccano. Dico io, ma vi rendete conto di che ore sono? Sono le tre del pomeriggio e io vorrei riposarmi..» Il corpo della donna era slanciato e fasciato di blu, un colore che contrastava la folta chioma rossa. Lo sguardo di fuoco della Mizukage si vedeva anche lontano chilometri.
Iniziai a tremare. Tutti, ma non lei.
E ora cosa avrei fatto?
«Si può sapere cosa sta succedendo qui..?» chiese lei avvicinandosi a noi.
Il maestro Ao sorrise sicuro di avere ormai la vittoria in mano.
Amara era la consapevolezza della sua vincita.
Nessuno rispose alla domanda della Mizukage.
La donna abbastanza innervosita iniziò a fissare Ao il quale dopo aver bisbigliato qualche parola incomprensibile disse. «..signorina Mei, è arrivato il jonin del villaggio del pettirosso‘²’ per prendere parte alla missione.»
«Bene..» disse guardandomi, poi sorrise «Neyla-chan sono contenta che tu abbia accettato di comune accordo la missione, vedrai.. portare i trattati di pace al villaggio della foglia sarà divertente.»
Io diventai tutta rossa.
Un vocina dentro di me iniziò ad urlare: “Un attimo un attimo.. quando avrei acconsentito? E che vuol dire -sarà divertente- ?”
Potevo fare ancora un passo in dietro prima di cadere dal dirupo?
«Mizukage io..» cercai di mettere in fila due parole sensate. Dovevo riuscire a spiegare a Mei Terumi, la regina della lava, che non avevo nessuna intenzione di andare a Konoha.
Averi fatto una brutta fine..
«..hai coraggio da vendere.» Ao bisbigliò queste parole guardandomi ammirato.
Stavo facendo una pazzia? Forse, forse Konoha non era così male.. di certo era meglio di assaggiare la lava incandescente..
I miei pensieri furono interrotti dall’ombra scura della Mizukage che si diffondeva nell’aria.
«.. Hai un corteggiatore da vedere.. » bisbigliò. «.. Hai.Un.Corteggiatore.Da.Vedere. Ao ti avverto per l’ultima volta, la mia vita privata non è affare tuo. Dammi fastidio un’altra volta e ti sciolgo la lingua..» disse la donna seria e con un tono freddo come il ghiaccio.
Io deglutii.
Okei, ammettiamolo Konoha era veramente una bella meta turistica da dover assolutamente visitare.
Il povero uomo vittima di un palese equivoco indietreggiò impaurito.
«Bene!» la voce della Mizukage risuonò pimpante. «Dicevi piccolina?» mi chiese sorridendo.
«..io..»iniziai a balbettare. Chiusi gli occhi rassegnata. «Accetto la missione Hato.» dissi controvoglia. Dette quelle parole non c’era più possibilità di tornare indietro. Avevo detto di si, e per giunta davanti al capo del villaggio.
Rassegnata chiesi «Quando.. quando dovrei partire?»
I miei tre interlocutori sorrisero tranquilli. Ao guardò Chojoru trattenendo una risata.
Vedendo quella scenetta, una domanda fece capolinea nella mia testa.
“Era stata tutta una messa in scena?”
La risposta arrivò subito: si, e ci ero cascata con tutte le scarpe.

 
Quella stessa notte mi misi in viaggio per raggiungere l’ultimo posto in cui sarei mai voluta andare. Ci misi tre giorni. Corpo e mente erano del tutto contrari ad avvicinarsi a quel villaggio, ma bastava la paura dell’ira della Mizukage a muovere i miei piedi.
Quando vidi i primi alberi sempre verdi capii di essere arrivata.
Un maestoso portone di legno si scagliava d’avanti a me; il buoi ne celava il mistero. 
Era una notte di luna piena quando scoprii Konoha.




Note per la vostra curiosità:
‘¹’ Hato in giapponese significa colomba, mi sembrava un nome adatto per una missione di pace... ^^
‘²’ .. il villaggio del pettirosso (nominato anche nel primo capitolo) invece credo che non esista in naruto, quindi concedetimi questa fantasia. 




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