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Autore: treacherous    04/11/2011    4 recensioni
Alexis si fermò davanti all’edificio scolastico del liceo D. A. Peterson:
la pioggia sferzava i muri grigi e squadrati diventati più scuri con l’acqua, e le finestre illuminate le davano un’aria sinistra, ma oltre il cancello di ferro battuto si scorgeva un prato verde e rigoglioso, con alberi imponenti dalle foglie umide e fruscianti nel vento gelido di quel settembre dal sapore fin troppo invernale.
Alexis fece un passo avanti e varcò la soglia della scuola… e della sua nuova vita.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 3:

IT’S IMPOSSIBLE, I’M HERE JUST SINCE TWO DAYS!




Il ritorno a casa trascorse senza problemi: Alexis salutò Ashley ed Eleonora sul bus e scese davanti alla piccola villetta bianca.
< Ziaaaaa, sono a casa! > urlò aprendo la porta d’ingresso. Le rispose un fragore assordante proveniente dalla cucina, seguito da una parolaccia.
Cercando di trattenere le risate Lexi entrò nella stanza: la cucina era un disastro, resti di farina e gusci d’uovo rotti si mescolavano al preparato per torte rovesciato dalla confezione sul tavolo. Sua zia, una donna bionda e dai chiari occhi azzurri, se ne stava scarmigliata e nervosa al centro del disastro, circondata dalle pentole che aveva appena fatto cadere.
il viso sulla quarantina della donna s’illuminò nel vederla; sua zia era una persona solare e ottimista, pasticciona all’ennesima potenza, ma che praticamente niente e nessuno riusciva a demolire.
< Che cosa è successo qui? > domandò accigliata la ragazza, osservando lo stato pietoso in cui era ridotta la cucina.
La donna si lanciò in una lunga e ingarbugliata spiegazione che comprendeva le parole “primo giorno di scuola”, “torta” e “sorpresa”. Alexis scosse la testa col sorriso sulle labbra, andando ad abbracciare la donna, che sorrise felice.
Mentre erano ancora strette, a Lexi sorse un dubbio che si fece più grande secondo dopo secondo: arricciò il naso una seconda volta.
< Ehm, zia… >
< Sì tesoro? >
< Alla fine la torta… sei riuscita a cucinarla? >
< Oh hai fame eh? > la derise allegramente l’altra.
< Non è quello è che… >
< Non preoccuparti sarà pronta tra… >
Un suono spaventosamente simile a una piccola esplosione la interruppe, prima che un denso fumo nero cominciasse a penetrare dal forno.
< Zia! > gemette Alexis.


Due ore e numeroso detersivo per fornelli dopo, Lexi era in piedi, esausta, sotto il getto caldo della doccia, a insaponarsi per bene per cancellare la puzza della torta carbonizzata che aleggiava ancora un po’ in tutta la casa.
Sua zia era un pericolo pubblico, una piccola catastrofe casalinga, non passava giorno senza che lei non combinasse qualche disastro dei suoi.
C’era stata l’esplosione della televisione per un sovraccarico d’energia (con la tv e la radio accese, le luci e l’aspirapolvere, all’accensione della lavastoviglie il sistema elettrico non aveva retto: sua zia era rimasta piuttosto stupita nello scoprire che c’era un limite all’uso contemporaneo dell’energia), l’inondazione del primo piano perché si era dimenticata l’acqua della vasca aperta, senza tralasciare il compleanno di nonna Mary, quando aveva fato un buco sul soffitto con il tappo dello champagne (non si sapeva ancora come avesse fatto); Carol Johnson era decisamente una calamità ambulante.
E Alexis le voleva un bene dell’anima.
Per questo si arrabbiava ogni volta che la donna ne combinava una delle sue: si preoccupava terribilmente.
Carol era stata molto fortunata a non aver ancora riportato nessuna ferita grave in uno dei suoi guai. A primo impatto poteva sembrare una situazione un po’ comica, ma uno di quegli incidenti che ormai neanche la protezione civile prendeva più sul serio (ormai abituata, non passava nemmeno più alle chiamate allarmate dei vicini), poteva diventare tragicamente pericoloso per tutti.
Sua zia doveva imparare a stare più attenta e a prestare più attenzione a ciò che faceva, Lexi non aveva nessuna intenzione di perderla.
Anche se, doveva ammetterlo, nell’ultimo periodo era un po’ migliorata: almeno, pensò sconsolata, questa volta non aveva danneggiato il soffitto.


Un fastidioso pii-pii interruppe il sonno senza sogni di Alexis, che schiacciò alla cieca la mano sul comodino, in cerca della sua odiata sveglia. Nutriva un sentimento di odio profondo e rabbia ringhiante verso quell’oggetto e il suo insopportabile e trapanante pigolio. Il solo udirlo mentre la regolava la faceva trasalire.
Più di qualche mattina aveva avuto la tentazione di lanciarla fuori dalla finestra, ma era necessaria: se fosse dipeso da lei sarebberimasta a poltrire fino a mezzogiorno, invece ora con la scuola eracostretta a svegliarsi ancora prima di quanto era abituata.
Quasi nello stesso momento squillò la suoneria del suo cellulare: con un grugnito e movimenti di un agilità degna dello yeti lo afferrò e se lo portò all'orecchio.
< Uccidetemi. > Gemette ributtandosi sul cuscino.
< ...E buongiorno anche a te, oh mia dolce fanciulla di rosa vestita! > Ashley di sicuro non aveva problemi con la sveglia mattutina.
Lexi socchiuse leggermente gli occhi, per osservare il suo pigiama di flanella grigio topo, e rispose con un grugnito indistinto.
< Vedo che non hai avuto problemi a svegliarti! >
< Certo che no, sto facendo la mia corsa quotidiana sul tapirulan cuocendo due uova al tegamino e saltellando su una gamba sola. > Rispose sarcasticamente, partendo alla ricerca del calzino perduto sotto le coperte.
< Ne sono felice. Ora, risvegliati dal tuo stato di ornitorinco comatoso e muoviti a far colazione e vestirti, dobbiamo parlare. >
< Di che? > Esclamò sospettosa Lexi, spuntando vittoriosa da sotto le lenzuola con il calzino in mano.
< A proposito del tuo spasimante > le rispose allegramente l'amica.
< Louis non e' il mio spasimante! >
< E chi ha nominato Louis? Sei tu che lo hai tirato in ballo mia cara! > Rise l'altra.
Lexi sbuffò nell'accorgersi di essersi incastrata da sola.
< Comunque non ha importanza, perche' lui sta con Chantal. > Pronunciò il nome in falsetto, facendo scoppiare a ridere Ashley.
< Sì beh, ma secondo me la stronzetta appiccicosa non dura ancora a lungo. >
Alexis sperò che avesse ragione, ma non lo disse.
< E di che cosa dovremmo conversare a proposito dell'amabile
coppietta, di grazia? >
< Lo vedrai. >
Sbuffò. Odiava le attese, non era capace di aspettare e Ashley lo sapeva bene.
< Motivo in più' per muoverti ad alzarti, pigrona! Ci vediamo in classe! > Ashley chiuse la conversazione, mentre Lexi scivolava lentamente a faccia in giù nel cuscino.

Tre quarti d'ora dopo (ci metteva un'infinita' di tempo a prepararsi) era seduta sul suo banco, a capanello con Ashley ed Eleonora, a parlottare a bassa voce per non farsi sentire dal resto della classe, che si stava lentamente popolando.
< Ehi cara ti è colato l'ombretto? > Le domando' Eleonora indicando le occhiaie viola di Alexis.
< No, ieri sera e' venuto a trovarmi Edward Cullen e già che c'era ha preso l'aperitivo, ha esagerato e ora sono un vampiro immortale pure io, perciò attente a non farmi arrabbiare. >
< La trasformazione in vampiro richiede tre giorni. A meno che il tuo succhiasangue non ti abbia iniettato il veleno direttamente nel cuore. In questo caso due. > Il ragazzo snello e moro, Zayn, era comparso in mezzo a loro, e ora la fissava a braccia conserte, il sorriso che si apriva sui denti bianchissimi e gli occhi scuri che la guardavano maliziosi da sotto il ciuffo di capelli scuri.
< Anche se in quel caso sarei un po' geloso. > Il ragazzo rise e tirò fuori la lingua.
Alexis non sapeva se ridere, ringraziare o sotterrarsi.
Per la seconda volta in neanche due giorni.
Odiava non avere la risposta pronta.
< Che fai Malik, origli le conversazioni delle ragazze? > Eleonora gli tirò un calcio dal banco su cui era appollaiata, che Zayn schivò prontamente.
< Le ragazze sono quelle laggiù > indicò con il mento le barbie firmate.
< Voi siete delle menomate mentali con seri problemi psichici, acide e violente. > Lancio' un'occhiata torva a Eleonora, che gli mostrò minacciosamente il pugno.
< Malik, perche' non prendi un unicorno e te lo ficchi in... Nella tua bella boccuccia? > Ashley fece gli occhi dolci mentre il professore entrava nell'aula.
< Si' Zayn, vai a giocare con i tuoi amichetti dell'asilo. > Eleonora scivolò giù dal tavolo e si sedette al suo posto, mentre il brusio generale lentamente si spegneva e il ragazzo si allontanava borbottando
< Non si puo' più' nemmeno scherzare. >


Dato che la mattina non erano riuscite a parlare a causa di una certa interruzione, a ricreazione le ragazze si avvicinarono nuovamente per sentire cosa aveva da dire Ashley.
< A te piace Louis. > Indicò Alexis con l'indice.
Lei fece per protestare, ma l'amica la interruppe.
< E tu piaci a Louis. Non dire niente!, e' fidanzato e bla bla bla, però ieri ti si e' avvicinato, di solito invece se ne sta con i suoi amici, non è che va a socializzare in giro per la scuola. E come se non bastasse, interessi anche a Zayn. Quando ti guarda ha il suo sguardo da predatore. >
< E Harry ha una cotta per te dall'anno scorso. E con questo? >
Eleonora si mise in mezzo.
< Zayn ci prova con tutte le ragazze carine che trova. E anche con le altre, se gli conviene. > Roteò gli occhi e fece un cenno verso il ragazzo in questione, intento a chiacchierare con aria da playboy con Millicent, la secchiona della classe.
< Harry che cosa?? > Ashley era rimasta a bocca aperta, ma la castana denigrò le sue domande con un cenno ansioso della mano.
< Il punto è... Io non sopporto Chantal. Ho un paio di cosette in sospeso con lei. > Lo sguardo le si fece feroce, mentre Ashley cercava di trattenere le risate.
< Cosa è successo tra te e Chantal? > Non sapeva niente di quella storia.
Si sentiva offesa.
Eleonora incrociò le braccia e con cipiglio torvo disse:
< Mi ha rovesciato un frappe' in testa. >
Ashley si stava praticamente rotolando dalle risate.
< Quest'estate, alla fine della scuola, alla festa in piscina. Sono sicura che l'ha fatto apposta. Era incazzata perche' avevo il costume uguale al suo.
Lexi rimase a bocca aperta.
< E per questo ti ha rovesciato un frappe' in testa? >
< Be' di certo non le stavo molto simpatica... > La ragazza dedicò all'improvviso molta attenzione alla cura delle sue unghie.
< Diciamo che anch'io in passato ho fatto la mia parte... Ma questo non è importante! > Agitò le mani come per scacciare l'argomento.
< Louis mollerà Chantal per te. Prepareremo un piano, verrà umiliata in pubblico e questo è ciò che lei odia di più. >
< Oh sì, e magari potremmo fare in modo che... >
< Basta! > Alexis interruppe seccamente le pianificazioni delle due. < State esagerando. Io non ho mai detto che mi piace Louis, Zayn, che li
amo, che voglio mettermi con loro o avere quattro gemelli, non l'ho mai detto.
Non voglio "avere Louis" e non ho nessun motivo per volere che lui e Chantal si lascino. Non odio Chantal e... Be' per il momento ammetto che non è proprio Miss Simpatia, ma perchè dovrei darle contro?
Personalmente lei non mi ha fatto niente.
E di sicuro Louis non lascerà lei per me.
Quindi le vostre macchinazioni e i vostri piano malvagi teneteveli per voi, io non ci voglio avere niente a che fare. >
Forse era stata un po' acida, ma tutto questo le sembrava assurdo. Le sue migliori amiche erano definitivamente partite.
Era in quella scuola da neanche due giorni e già sembrava che dovesse sposarsi con due ragazzi diversi.
Non ne voleva sapere, non aveva bisogno di un ragazzo, aveva già abbastanza problemi di suo.
Il cambio di scuola e abitudini avrebbe dovuto aiutarla, non incasinarla ancora di più.
< Vado in bagno. > Disse lasciando Ashley ed Eleonora senza parole per lo sfogo.
Quando si fu data una sciacquata al viso si appoggio' al lavandino, osservandosi nel piccolo specchio scheggiato.
Il suo riflesso le mostrava una ragazza dai grandi occhi grigi, il colore che aveva il cielo quando si preannunciava un temporale, che sembravano aver visto e subito più di quello che avrebbero dovuto.
Una bocca rosata e dalla forma delicata e regolare, che nonostante l'età nessuno aveva ancora violato.
Capelli castani-rossicci, come le foglie d'autunno, leggermente spettinati.
Le piacevano, ma non era il suo colore naturale: si era tinta poco prima che cominciasse l'anno scolastico.
Lo aveva fatto per cambiare, per dimenticare, anche se tutto ciò naturalmente non era realmente possibile.
Non che ci avesse mai creduto fino in fondo, ma almeno era un modo per ricominciare.
Sospirò staccandosi dal lavandino e ritornando in classe: doveva scusarsi con le sue amiche, era stata troppo dura.
Mentre stava per oltrepassare la soglia dell'aula, un braccio le bloccò il passaggio. Era di Zayn.
Il ragazzo le sorrise e si avvicinò.
< Venerdì sera io e i ragazzi andiamo al karaoke. Ti va di venire con noi? Mi farebbe molto piacere. >
Si era avvicinato pericolosamente.
Alexis riusciva ad avvertire il suo profumo, una colonia che non conosceva, fresca, che portava alla mente immagini di terre nascoste e mai esplorate, di libertà e cose mai fatte.
In mezzo a quell'inebriamento, in seguito non avrebbe saputo dire dove aveva trovato quella risposta, ma l'aveva fatto.
< Tu canterai? >
Zayn la guardò sorridendo da sotto le ciglia.
< Quanto vorrai. Non sono male sai. >
Alexis rise ed entrò in classe.
Dopo qualche passo si voltò verso il ragazzo, che la guardava ancora dalla soglia.
< Dovrai cantare molto allora. >
Sorrise e si diresse al suo banco, senza attendere una risposta.

Authors's Space

Buongiorno o buonasera, a seconda del momento della giornata in cui
state leggendo :D
Allora, questo capitolo è un po' più lungo degli altri e ne sono
felice, e devo aggiungere che e' un po' dedicato ad Alessia: scusami
se in questo periodo abbiamo perso un po' i contatti, tra la scuola e
tutto non ci siamo sentite molto, spero riusciremo a recuperare :)
E poi devo dire assolutamente una cosa! *cercano di tapparle la bocca*
Sono stufa di quei personaggi femminili pavidi e timidi che appena
vedono il tipo che gli piace ammutoliscono, rischiano di avere un
attacco di cuore e poi si sciolgono in pianti disperati sui loro amori
impossibili.
Che poi sono fighe da paura e stranamente nessuno se le
fila, me alla fine finisce sempre che si mettono assieme al
protagonista maschile e dopo qualche tradimento c'è il lieto fine.
Fatemi vedere un po' di originalità, un po' di woman power insomma!
Spero di avervi convinto con la mia fanfiction, qui le ragazze con i
maschi ci conversano e magari usano anche un po' di malizia, qualche
battutina, non so se mi spiego ecco.
Bah, detto questo non c'e' altro, vi ringrazie di aver letto e vi
chiedo di lasciare un commento, anche piccolo.
Al prossimo capitolo!
Lisa

  
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