_trapezisti dell’ultim’ora_
Il momento giusto per lanciare l’insurrezione
perché amo la polvere di macerie di gabbie dispersa dal vento
E le spinte di tutte quelle persone che vogliono fare le cose
pulitamente
un pulito, piano, tranquillo, pacifico niente che diventa niente
Ma io la amo così tanto
quel genere di tensioni che ti portano dove non puoi sapere
prima
e ci muoviamo in un solo gesto di migliaia di diverse variazioni
Ho al tatto
tutto ciò che mi è intorno
Non ho mai chiesto un’ammissione in qualche cosa, troppo
occupato
a cercare il baluginio di un sogghigno che capisse rispondesse
al mio
tutte quelle scelte condivise, l’inferno nella luce dello
slancio
e se mi stavi davanti per prendere i colpi per prima e ripararmi
non te lo lasciavo fare
che tu sia dannata, amore
Ho il tocco
delle pareti che ci dividono a cadere finalmente
mi stringe, mi
stringe forte
l’ardere
delle lotte che mi brucia e non c’è più cenere che tema
mi stringi, mi
stringi stretto
che
razza di altro contatto si potrebbe mai desiderare
ci avvolge, ci
avvolge serrato
il
ritmo della prossima corsa da intraprendere e della tana dove riposare
e tu…
scuoti i cieli,
scuoti i cieli
ah no, io non te
ne farò una colpa, posso capirlo benissimo
importuna i
cieli, importuna i cieli
creando nuove
ansie, disegnando nuove anse, sconvolgendo nuove ferite
Ogni genere di ramanzina sociale, ciao – di cosa ti occupi –
come stai?
tra tutte le nuove presentazioni, non so più sistemarmi per fare
‘conoscenza appropriata’
allora prima che debba sentire di nuovo denominarci ‘persone’,
‘gente’ o ‘esseri umani’
prima di dover morire affogato tra il punch bevuto dalle persone
normali
- giacché ho imparato di dover avere ormai qualche problema con
le persone normali -
So come farmi strada per tornare a trovarti
Ah, ho la mappatura delle linee sulla tua pelle, ti ho al tatto
mi stringe, mi
stringe forte
alla
gola la minaccia di chi spartisce la folla con la linea dell’accettabilità
minima
ti stringo, ti
stringo stretta
quella
linea non ci taglierà di netto, lo prometto, la spezzerò tra i denti
arriva, arriva
rapida
e
chi guarda aspetta solo che accada, che veniamo ricondotti sul righello o
tranciati a ghigliottina
stringimi, stringimi con tutta forza
se
necessario salteremo giù che se sconfitti almeno non delineati da loro, non fra
loro
se tu…
scuoti i cieli,
scuoti i cieli
ripetimi le cose
che posso capirti dalle labbra immobili
solletica i
cieli, solletica i cieli
che ridano
almeno un po’ con noi, che ridano almeno un poco di noi
e graffia i
cieli, graffia i cieli
non mi
impressiono non avendo più unghie, nemmeno un frammento
( ricetta: )
prendi un po’
delle mie ginocchia
annodi i nostri
capelli insieme ciocca a ciocca
gratti la
schiena sulla mia
storzi buffamente il naso contro al mio
cibo, bevande, sigarette, caffè, schermi, case-scatola, strade,
fumi, stereo…
dici: abbiamo davvero bisogno di tutto questo, anche se non è
elettrica la tensione?
mi chiudi le
palpebre spingendole con le ciglia
incastri il
collo intorno al mio
pianti spalle
contro spalle
le dita infilate
tra le maglie allentate degli abiti
d’accordo… niente più da chieder loro con ‘ti prego…’
ho bisogno di
contatto, ma il mio sei tu
e può anche
mancare quello del terreno sotto i piedi
e tu…
cadi attraverso i cieli, e
precipiti attraverso i cieli
infrangi i cieli col peso del salto, infrangi i cieli
scaravolta i cieli tra sopra e sotto, scaravolta i cieli
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* con ‘dell’ultim’ora’
intendo mantenere entrambi i sensi: sia quello ‘dell’ora
ultima’, sia quello gergalmente significante ‘improvvisatisi
tali’.