Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: VallyBeffy    08/07/2006    4 recensioni
HP6 spoiler - "Non sono un assassino". Allora come poteva spiegare la morte di Silente, le sue mani sporche di sangue innocente. Da che era stato costretto a scappare, non riusciva a pensare ad altro. E come se non bastasse doveva trascinarsi dietro il rampollo di casa Malfoy, troppo spaventato per potersela cavare da solo. E poi il Voto Infrangibile gli aveva legato le mani. Mentre Severus Snape si nasconde da tutti coloro che lo vogliono morto, scoprirà che essere babbani non significa necessariamente essere deboli. ---->CAPITOLO 26<----- Severus si voltò e guardò Eve dubbioso per qualche istante. Una sola persona aveva il permesso di chiamarlo Sev e non rispondeva certo al nome di “Eveleen Vane”. Lei sorrise ampiamente ed allungando la mano verso la sua maschera d’argento sussurrò alcune parole. -Questa non ti serve più.-
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

VallyBeffy risponde:

X FELIX CROWEN: Grazie ^^. A dire il vero il personaggio di Draco per il momento l'ho caratterizzato poco e in questa maniera apposta. Primo perché avevo bisogno di concentrarmi su Piton almeno per l'inizio, poi perché ho pensato si sentisse abbastanza al sicuro, visto che aveva Piton a "salvargli il culo" in caso di pericolo.
X ODREN: stessa cosa che ho detto a Felix. Però il Draco che se la fa sotto dalla paura ci sarà... eh, prima o poi il signore Oscuro gli chiederà di portare a termine altre missioni, non credi?

Non spaventatevi per il Potty protagonista della prima parte di questo capitolo. Ho pensato che fosse giusto (anche perché mi serve ai fini della storia) mostrare ogni tanto cosa stessero facendo lo sfregiato e compagni. Per gli amanti dei cattivi (come in parte la sottoscritta) presto avremo il piacere di vedere anche come se la passa il lato oscuro della magia.

Fatture orcovolanti in arrivo per tutti coloro che non commentano! =)

VallyBeffy

Non sono un assassino


Chapter 2 – Reflection

Harry si lasciò cadere sul letto di Ron, alla Tana. Con un gesto svogliato della mano si allentò il nodo della cravatta e si tolse la giacca, posandola ordinatamente al suo fianco. Al piano di sotto la festa per il matrimonio di Bill e Fleur continuava nel migliore dei modi. C'erano tutti: Tonks, Lupin, Moody, l'intera famiglia Weasley, i membri dell’Ordine... erano felici. Già, ma per quanto lo sarebbero restato? Da lì ad una manciata di ore tutto sarebbe cambiato. Quella falsa atmosfera allegra, serena, sarebbe crollata così come era stata costruita. Nel suo cuore lo aveva già fatto. Harry si distese sul letto ed ascoltò con attenzione il flebile suono del suo respiro lento e profondo: nonostante tutto era ancora vivo. Era convinto che non lo sarebbe stato ancora per molto, ma era vivo, al contrario di altri che non ce l’avevano fatta. Il bambino sopravvissuto chiuse gli occhi e cercò di ricordare le sue giornate prima di quel maledetto quarto anno, prima che Cedric morisse, prima che la spirale di morte attorno alla sua vita riprendesse il suo corso. Prima Sirius, poi Silente. Quante altre persone dovevano morire a causa sua? Certamente un’altra: Lord Voldemort. Ma avrebbe davvero avuto il coraggio di diventare un assasino, nonostante ciò che quell’essere senza scrupoli aveva fatto a lui e ai suoi cari? Harry non ne era molto sicuro.
Da lì a poche ore sarebbe partito per un viaggio, probabilmente senza ritorno, alla ricerca degli Horcrux. Non era ancora pienamente sicuro di voler portare con sé Ron e Hermione perché se gli fosse successo qualcosa di brutto non se lo sarebbe mai perdonato, ma non poteva fare a meno di loro. Poi c’era Ginny. Harry non le avrebbe mai permesso di accompagnarlo nel viaggio, nonostante lei insistesse continuamente. Saperla assieme alla sua famiglia lo faceva sentire più tranquillo: i suoi genitori ed i suoi fratelli l’avrebbero protetta meglio di chiunque altro.

-Avrei dovuto immaginare che eri qui.-

Harry riaprì gli occhi: Hermione lo stava osservando dalla porta. Aveva i capelli raccolti in uno chignon ed indossava un lungo abito celeste senza spalline. Teneva le braccia incrociate all’altezza del petto nel tentativo di assumere una posa severa, ma la sua intenzione era tradita da un sorriso.

-Perché, dove dovrei essere?-

-Quanto non ti ho visto più in mezzo agli altri, al piano di sotto, per un istante ho temuto che te ne fossi andato senza di noi.- spiegò la ragazza avvicinandosi all’amico e sedendosi al suo fianco.

-Non ti nascondo di aver seriamente preso in considerazione questa idea,- disse Harry sistemandosi il cuscino sotto alla testa. –ma non sono riuscito a portarla a termine.-

-Meglio così, altrimenti ti avrei inseguito per tutta l’Inghilterra fino a quando non ci avresti accettato con te.-

-Hermione, io non sono niente senza te e Ron.-

-Sei uno zuccone Harry.- lo interruppe Hermione sorridendo e dando una poderosa pacca sullo stomaco del ragazzo, il quale ricambiò il sorriso e dolorante iniziò subito a massaggiare la zona colpita. -Visto che tra poco partiamo, hai già pensato a dove andare?-

-Andiamo ad Hogwarts, devo recuperare il libro del princ... di Piton.-

-Oh no, ancora quel maledetto libro! Quante volte ti devo dire che...-

-Quel libro mi serve.-
Hermione ed Harry si scambiarono un lungo sguardo: il ragazzo pareva molto sicuro di sé e delle sue idee. Percependo un velo confuso negli occhi dell'amica, Harry si affrettò a spiegare le sue motivazioni: -Se voglio vendicare Silente devo conoscere il mio nemico alla perfezione e quel libro mi sarà molto utile.-

-Non credo che andare a cercare Piton sia la migliore idea per prolungarsi la vita, Harry.-

-Infatti non voglio cercarlo, sono già abbastanza impegnato con il ritrovamento degli Horcrux, non credi? Sto solo cercando di dire che se dovesse incrociare la mia strada... bé non vorrei essere nei suoi panni.-

*

Severus Piton girò la manopola ed il getto d'acqua calda si fermò. Con un gesto lento della mano scostò la tendina azzurra, uscì dalla doccia, scorse un lungo asciugamano e se lo legò alla vita. Quel bagno babbano era decisamente piccolo per lui, abituato al lusso di Hogwarts, senza contare che odiava sinceramente le mattonelle: blu con sopra dei pesciolini gialli. Non impedendo alla sua bocca di contorcersi in una smorfia di fronte alla banalità di quei disegni, il mago allungò la mano verso un secondo asciugamano accanto al lavandino, più piccolo del precedente, e se lo portò al viso. Qualche istante più tardi, i suoi occhi si fissarono sullo specchio di fronte a lui. Da quanto tempo non si specchiava? I suoi occhi erano davvero così freddi? Erano davvero gli stessi occhi che ogni giorno, troppo severi, scrutavano quelle teste di legno degli studenti del primo anno? Il suo stesso viso lo ripugnava. Priva di emozioni e finta, la maschera che tanto aveva portato nella sua giovinezza era finita per diventare parte stessa del volto. Non era semplice intuire se quello riflesso fosse ancora lui, se ne era reso conto nell’osservare ogni piccolo dettaglio del viso. Un istante dopo, lo specchio finì in frantumi.

-Signore? Tutto bene?- domandò Draco attraverso la porta bussando leggermente con il pugno sinistro.

Piton non rispose, bensì uscì dal bagno ignorando il biondo e dirigendosi in cucina. Il giovane Malfoy lo seguì con lo sguardo: era piuttosto preoccupato. Gettò un’occhiata dentro al bagno e scorse lo specchio in mille pezzi, nonché del sangue sulle mattonelle del pavimento. Che diavolo aveva fatto!?

-Professore!- esclamò correndo fino in cucina, ma si bloccò sulla porta. –Che cosa...?-

A Draco morirono le parole in gola: Severus Piton era in piedi, nella sua mano sinistra una bottiglia di vino rosso, di fronte a lui sul tavolo vi era un calice. Dalla mano destra del mago, chiusa a pugno, sgorgava del sangue che con un sordo plic gocciolava fino al pavimento.

-Mi pareva di averti detto- scandì bene il mangiamorte. –di non chiamarmi professore.-

-Mi scusi... signore.- si affrettò a replicare Draco deglutendo nervoso.
Piton stappò la bottiglia con l’ausilio della bacchetta, poi versò il nettare rosso all’interno del calice. Senza nemmeno degnare di una minima attenzione Malfoy, il mago uscì dalla cucina e si infilò in salotto, dove si lasciò cadere sul divano. Bevve un sorso di vino, alzò la mano ferita di fronte a sé e ne guardò il palmo: un frammento di specchio l’aveva tagliato proprio al centro dell’arto.

-Meriterei molto più che questo.- mormorò bevendo un’altro sorso dal calice, poi portò lo sguardo più in basso, sul marchio nero. Chiuse gli occhi. Ogni minuto che passava la distanza che lo seperava dal cedere diminuiva ed ormai era certo che non avrebbe resistito ancora a lungo. Aveva ucciso l’unica persona che non lo aveva mai guardato come un vile assassino. Aveva ucciso il suo unico amico. Come poteva un uomo, mago o babbano che fosse, perdonarsi un tale misfatto? Certo era stato Silente a chiedergli di farlo, ma questo non cambiava le carte in tavola.

-Un giorno, prima della fine, verrò a trovarti: è una promessa.- pensò mentre l’immagine di una tomba bianca vista sulla Gazzetta del Profeta gli ritornava alla mente. Non sapeva bene come sarebbe riuscito ad avvicinarsi ad Hogwarts, ma a discapito di ogni pericolo lo avrebbe fatto. Glielo doveva. Portò un’ultima volta il calice alle labbra e lo prosciugò fino all’ultima goccia.

CRACK
Severus Piton riaprì gli occhi di scatto e subito scattò in piedi sfoderando la bacchetta. Il calice gli scivolò di mano ed andò a terra, in frantumi. Questa volta ne era più che sicuro: qualcuno si era smaterializzato nel palazzo. Ignorando ancora una volta i piagnistei ed i movimenti di Draco, il quale dopo aver sentito il rumore lo aveva raggiunto in cucina, il mangiamorte si diresse verso la porta d’ingresso. Con un colpo di bacchetta la spalancò ed uscì in corridoio: sembrava non esserci anima viva. Ma Piton ne era sicuro, così ancora una volta si avvicinò alle scale per controllare.
CRACK

Piton alzò lo sguardo: proveniva dal piano di sopra. Mantenendo la bacchetta stretta nella sua mano destra alta di fronte a sé ed ignorando il dolore della ferita, il mago con passo lento e sguardo vigile iniziò a salire le scale. Vi era una cospicua possibilità che si trattasse dell’Ordine e francamente il mangiamorte avrebbe volentieri evitato un incontro con uno o più dei suoi membri. Aveva ucciso Albus Silente, se lo avessero trovato una maledizione Cruciatus sarebbe stata solamente il minimo! Ma arrivato in cima alla rampa, Severus Piton dovette ammettere di essersi sbagliato. Di fronte alla porta aperta di uno degli appartamenti di quel piano, stava china a terra una donna dai capelli neri e la pelle color del latte, la quale stava accarezzando amorevolmente un gatto color della pece.

-Forza Brivido, vieni in casa, è ora della pappa.- disse solleticando il mento all’animale per poi alzarsi in piedi. Decisamente gli istanti che susseguirono furono i più imbarazzanti che l’ex professore di pozioni avesse mai vissuto. Bastò un attimo per riconoscerla: la giovane donna che aveva di fronte era la stessa che aveva incontrato in libreria. Ma il problema non stava in lei, bensì negli indumenti che entrambi i presenti stavano indossando. Lui, chiaramente uscito dalla doccia, indossava unicamente quel lungo asciugamano legato alla vita ed aveva i capelli ancora completamente fradici. Lei, invece, aveva indosso un reggiseno nero ed un paio di pantaloncini molto corti azzurri probabilmente appartenuti ad un vecchio pigiama estivo.

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: VallyBeffy