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Autore: giglio_lockart    11/07/2006    0 recensioni
Questo è il terzo "capitolo" delle vicende di Giglio ed è immediatamente successivo, cronologicamente parlando, alle vicende di "Eragon".
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Why 2

- Si, quel ragazzo, non poteva avere più di diciassette anni, i capelli neri e gli occhi viola!-sbraitò fissando il locandiere che scosse il capo, basito.

- Signore, non so di cosa stiate parlando, nessuno come il ragazzo che avete descritto ha dormito qui, ieri notte.

- Ma ha cenato con me! Al mio tavolo!-insistette Gaheris, frustrato.

- Mi dispiace, signore.-affermò il locandiere, scuotendo il capo ed allontanandosi, mentre già un paio di avventori sghignazzavano alle sue spalle.

Ormai era evidente, Giglio aveva tagliato la corda e aveva fatto in modo che nessuno potesse dirgli nulla su quella sua piccola fuga.

- Avrei dovuto saperlo.-ammise con se stesso, uscendo dalla locanda e recuperando il proprio cavallo dalla stalla.

Si rimise in strada, montò in sella e si guardò attorno, desolato.

- Da che parte sarà andato, adesso?-si chiese fissando la strada che si snodava davanti e dietro di lui, sempre uguale.- Sei tornato indietro o sei andato avanti?

Stette ancora qualche minuto a guardarsi attorno, infine spronò il cavallo verso nord, sperando che fosse la direzione giusta. Mentre procedeva, studiò la mente di coloro che lo incrociavano, provenienti dalla direzione opposta e trovò traccia, nei pensieri di un paio di essi, di una figura nera e incappucciata che avevano incontrato di buon mattino.

- Speriamo bene.-disse a se stesso, spingendo il cavallo al piccolo trotto, il ragazzo doveva avere almeno mezza giornata di vantaggio su di lui, doveva raggiungerlo a tutti i costi.

Non osò fermarsi per un solo istante, sordo alle necessità del proprio corpo, usando se stesso ed il cavallo spietatamente, cercando con ogni mezzo di assottigliare la distanza che lo separava dal suo principe.

Cosa ti sta facendo scappare così disperatamente? Cosa stai cercando di lasciarti indietro?

La sua espressione tormentata gli balzava agli occhi ogni istante, aveva un bel dirsi che non era davvero un ragazzino, che aveva quasi mille anni e che era il Principe Oscuro, riusciva solo a focalizzare quei suoi occhi così disperati, la piega amara di una bocca che sarebbe stato bello vedere sorridere.

Al tramonto non lo aveva ancora raggiunto, si accorse che procedere con il buio lo avrebbe solo portato ad azzoppare il cavallo, quando il sole sparì dal cielo si fermò lungo la strada furente, accampandosi di malavoglia per la notte.

Ripartì non appena le stelle cominciarono a sbiadire, aveva dormito poco e male ed era infreddolito, si sentiva più arrabbiato con se stesso che mai.

- Che idiota! Avrei dovuto dormire sotto il suo letto piuttosto che perderlo di vista!-borbottò immusonito, spronando il cavallo.

Lentamente il cielo si tinse di luce, il mondo parve risvegliarsi al sorgere del sole ed il suo umore migliorò sensibilmente, cominciò a guardarsi attorno per vedere di individuare eventuali accampamenti ai lati della strada, anche se si rendeva conto dell’inutilità del suo tentativo.

Inaspettatamente, lo raggiunse a mezzogiorno.

Ad una svolta del sentiero, fermò il cavallo, fissando stupito la piccola radura che sorgeva alla sinistra della strada.

C’era un carro, carico di stoffe, una ragazza seminuda reggeva la testa di un vecchio sulla gonna stracciata, cercando di arginare il sangue che stillava da un taglio profondo alla fronte, Gaheris si accorse con facilità che la ferita era mortale, del resto il vecchio era svenuto ed era probabile che non si sarebbe mai svegliato.

Giglio aveva lasciato il cavallo sulla strada, vicino a dove lui stesso era, si era addentrato nella radura e adesso si trovava al centro di un gruppetto di quelli che Gaheris riconobbe facilmente per rubagalline. Il suo sguardo scivolò sulla ragazza e sul vecchio, notò quanto lei fosse graziosa, le sue vesti strappate parlavano chiaro, i banditi dovevano aver pensato che era il loro giorno fortunato, scosse la testa, disgustato, smontando a sua volta.

Sembrava che nessuno avesse fatto caso alla sua apparizione, poté avvicinarsi indisturbato alla ragazza ed al ferito, lei alzò il capo quando si accorse del suo incedere, lo fissò impaurita e ma lui le sorrise.

- Va tutto bene. Non intendo farvi del male. Cosa è successo?-chiese inginocchiandosi ed esaminando la ferita alla testa dell’uomo.

- Ci hanno attaccati.-sussurrò lei- Hanno ferito mio padre e… loro…- ma la voce le si spezzò, la paura della violenza la faceva tremare.

- Ed è arrivato lui a salvarvi.-concluse Gaheris intuendo le sue difficoltà.

- Si.-ammise lei, fissando Giglio che stava ancora in mezzo al gruppetto di banditi, in attesa che loro facessero un gesto.

Gaheris la guardò: era graziosa come un fiore, aveva la pelle candida come il latte e gli occhi azzurri come il cielo, i capelli biondi erano riccioli morbidi che le arrivavano appena alle spalle candide.

- Lo uccideranno se lo attaccano insieme.-sussurrò la ragazza, voltando i grandi occhi verso Gaheris.

- I banditi? Sono già morti e non lo sanno ancora. Non ti preoccupare per lui.-rispose mentre concentrava il proprio potere di guarigione per sanare la ferita dell’uomo.

La ragazza ansimò, stupita, ma Gaheris non si fece distrarre e terminò ciò che stava facendo.

- Gaheris.-chiamò Giglio a mezza voce.

L’uomo si alzò in piedi, voltandosi lentamente verso di lui.

- Loro posso ucciderli?-domandò con un sorriso fanciullesco, scostando dal volto magnifico i capelli di notte.

I loro occhi si incrociarono e Gaheris allargò le braccia.

- Come posso impedirtelo?-chiese con una certa serietà.

- Non puoi.-concordò Giglio.

È livido di furia.-constatò stupito. Ed era una considerazione strana, da fare in riferimento a quell’essere. Lo osservò strappare il cuore di uno dei banditi con artigli crudeli che scavarono nel suo petto, facendone scempio. Rideva nel farlo, la morte gli piaceva, stava godendo nell’uccidere quegli uomini, provava un piacere che lo lasciò attonito, era uno spettacolo orribile che aveva visto poche volte in vita sua. Adesso, quella creatura delle tenebre stava facendo strage di quegli uomini sotto i suoi occhi.

Sta sfogando su di loro qualcosa di più della sua rabbia. C’è una paura antica nel suo animo… un dolore mai sopito…

Si voltò di nuovo a fissare la ragazza, la sua bellezza bionda, poi riportò lo sguardo sul Principe Oscuro. Ed ebbe paura anche solo di sfiorare la verità e se ne ritrasse, richiamato alla realtà dal grido dell’ultimo morente.

Lasciò la ragazza e il vecchio e si avvicinò a Giglio, che rimirava i cadaveri attorno a lui.

Se pure aveva provato divertimento nell’ucciderli, la sua espressione era tornata cupa e fredda ed il tormento aveva oscurato di nuovo i suoi occhi.

Lanciò uno sguardo al vecchio ed alla ragazza, ma era chiaro che loro lo interessavano davvero poco, si decise a spostare la propria attenzione su colui che gli stava davanti.

- Perché sei scappato?

- Credevo fosse chiaro. Non mi interessa parlare con il Principe Veggente e non mi interessi tu.

Avrebbe voluto chiedergli cosa lo interessava, cosa vedeva ogni volta che faceva vagare lo sguardo sul mondo, invece sorrise, un sorriso tirato.

- Quand’è così… dirò al Principe Veggente che non ti interessa sapere di tua madre.

Lo vide irrigidirsi e sgranare gli occhi. Si rese conto che in quell’istante Giglio era interamente lì con lui e che aveva tutta la sua attenzione.

- Ti avevo detto che voleva parlare di te.-ricordò dolcemente, consapevole che adesso lo avrebbe seguito in capo al mondo.

Giglio non rispose, ma i suoi occhi d’ametista lo passarono da parte a parte, fulminandolo con la propria rabbia, la propria disperazione.

Incapace di sopportare oltre quel suo sguardo, gli diede le spalle e tornò verso la ragazza ed il vecchio, che aveva aperto gli occhi.

- Va meglio? Ce la fate a proseguire da soli?

La ragazza annuì, poi gettò uno sguardo a Giglio, che aveva raggiunto il proprio cavallo e che ne stava controllando i finimenti.

- Ringraziatelo per me.-chiese a Gaheris.

- Certo.-concesse lui, aiutando il vecchio a rialzarsi e a salire sul carro.- Addio, adesso.

E raggiunse a sua volta la propria cavalcatura.

- Verrai con me?-domandò a Giglio in tono formale.

- Si.-si limitò a rispondere il Principe Oscuro.

- Bene.

  
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