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Autore: Ciajka    13/11/2011    5 recensioni
Dal diario di John Watson,Grifondoro.
Le sue giornate alla scuola di magia risulteranno essere più avventurose e interessanti dopo la conoscenza di Sherlock Holmes, Serpeverde.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson , Sherlock Holmes
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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                                                                   Dal diario di John Watson

Oggi è stato un giorno bizzarro.
Decisamente bizzarro.
Chi avrebbe mai immaginato che avrei infranto più regole durante questa giornata che in tutti i cinque anni passati qui ad Hogwarts?
Tutto è cominciato questa mattina, durante la lezione di trasfigurazione.

 

Ero più in ritardo del solito e quindi decisi di sedermi in ultima fila, prima che la professoressa arrivasse e iniziasse la lezione. L’unico posto libero era a fianco di uno studente della casa di Serpeverde. Siccome noi di Grifondoro non guardiamo di buon occhio quella gentaglia, stavo optando se scegliere un’altra sistemazione, quando entrò l’insegnante. Essendo l’unico ad essere ancora in piedi in tutta l’aula, mi lanciò un’ occhiataccia e mi “invitò gentilmente” ad accomodarmi da qualche parte al più presto possibile.
Non ebbi altra scelta.
Mentre mi sedevo,  il Serpeverde alzò i suoi occhi color ghiaccio dal libro di testo e mi squadrò da cima a fondo.
Non potei fare a meno di sentirmi estremamente a disagio sotto quello sguardo indagatore. Ma durò solo un attimo perché  spostò immediatamente 
i suoi occhi gelidi sul suo tomo, dimenticandosi completamente, o almeno così sembrava, della mia presenza.

“Dio mio” pensai “ Inquietante! Me lo vedrei a fianco di Tu Sai Chi per la conquista del mondo!”
Ben presto, però, lasciai questi pensieri per concentrarmi sulla lezione e non lo badai più per il resto dell’ora.

Stavo sistemando il materiale all’interno della borsa, senza particolare fretta, quando l’inquietante individuo mi chiese con voce profonda e distaccata, senza distogliere lo sguardo dal suo libro: "Ti piacerebbe fare un incantesimo di resurrezione?"
La mia bocca rispose, senza prima consultare il mio cervello: "Cavolo, dovrebbe essere fantast…"
ma subito aggiunsi, modificando il mio immediato entusiasmo: "Cioè.. Dovrebbe essere interessante, ma perché mi chiedi questo?"
"Vorrei provare l’incantesimo di resurrezione e mi servirebbe un aiutante"
Non potei fare a meno di avere un tono seccato :"E perché mai io? Non puoi scegliere uno della tua Casa?"
"Perché il resto della mia Casa è composto da idioti buoni a nulla che non sanno neanche distinguere un troll di montagna da un muretto di pietra"
Soffocai una risata: anche io ero dello stesso parere e detto da un Serpeverde creava una situazione piuttosto surreale.
"Non ridere, è da disperarsi. Alcuni hanno buone potenzialità, ma passano il tempo a sparlare, oziare e a fare scherzi agli altri studenti. Il resto è intelligente come il fondo incrostato di un calderone."
"Approvo pienamente!" ridacchiai.
"Ma non capisco ancora perché lo chiedi a me." aggiunsi poco dopo, più seriamente.
Lui alzò gli occhi al cielo, visibilmente seccato.
"Mi serve un aiutante, e siccome mi sembri affidabile, te l’ho chiesto. Non sei per niente obbligato: hai tutto il diritto di rifiutare."
Rimasi a guardarlo interdetto per qualche secondo: mi stava forse prendendo in giro?
"Non ci conosciamo neanche."
"Ah, giusto. Io mi chiamo Sherlock. Sherlock Holmes. "
"Io invece sono John Watson"
" Si, si. Lo so." disse con tono annoiato.
"Come fai a saper… Ah, vero.. Avrai letto il mio nome sulla copertina del mio libro di trasfigurazione.. Ok, anche se adesso so come ti chiami, chi mi dice che posso fidarmi di te?"
"Come ti ho detto prima, hai tutto il diritto di rifiutare. Se vuoi ci vediamo alle tre e mezza al pozzo del cortile interno. Ci penserai durante l’ora di erbologia, poi mi riferirai."
"Aspetta, aspetta, aspetta… Come sai che ho erbologia adesso? "
"Hai un paio di guanti da giardinaggio che sporgono dalla tasca anteriore della tua borsa e so che la prossima lezione di erbologia per le quinte di Grifondono e Corvonero inizia tra dieci minuti."
Il ragazzo mi guardò con aria divertita vedendo la mia espressione straniata.
"Se ti sbalordisci per così poco.." ridacchiò.
"Mi raccomando la puntualità." aggiunse, allontanandosi e lasciandomi solo.

Per tutte le due ore di erbologia non feci altro che pensare a quella strana conversazione.
Più si avvicinavano le tre e mezza, più mi convincevo che volesse prendersi gioco di me.
L‘incantesimo di resurrezione?
Non gli avevo neanche chiesto chi o cosa doveva resuscitare. E se per caso quello che voleva uccidere per poi rianimare ero io? Ecco perché serviva un aiutante.. Non poteva mica ammazzarsi da solo per poi fare l’incantesimo!
Dovevo rifiutare, anzi, probabilmente dovevo dirlo a qualche insegnante, in modo che prendessero qualche provvedimento.
Però….Non mi sembrava una cattiva persona, dopotutto.

Durante l’ora di storia della magia cercai, senza ovviamente farmi scoprire, l’incantesimo di resurrezione sul libro di incantesimi.
Aveva un procedimento piuttosto complicato, anche perché necessitava di una pozione aggiuntiva, con ingredienti difficili da reperire, in territorio scolastico.
“Ma cosa si è messo in testa quel ragazzo?” pensai disperato “ La cosa migliore da fare è non presentarsi all’appuntamento”


"Vedo che sei stato puntuale" mi disse quando mi trovò ad aspettarlo al pozzo del cortile.
Non ho idea del perché ero li.
So soltanto che bruciavo di curiosità: se quello che aveva detto era vero, dove avrebbe preso gli ingredienti? Come avrebbe preparato la pozione? E soprattutto, chi era la “vittima sacrificale”?
"Mi sembri teso" osservò con tono piatto.
Gli esposi i miei dubbi, aggiungendo che era una cosa da pazzi e che mi ero presentato li solo per dirgli che non avrei partecipato a quella idiozia.
"Gli ingredienti so dove trovarli" rispose " basta solo prenderli. Prepareremo la soluzione nell’aula di pozioni, ovviamente. Sono un Serpeverde e posso entrare come e quando voglio. Inoltre oggi non ci sono lezioni pomeridiane, siccome è sabato. Il morto non sarai tu, non ti preoccupare, ma un gufo che andremo a prelevare alla gufaia subito dopo aver finito la pozione."
"Prepareremo? Andremo?"
"Certo. Non c’è bisogno di ripetere quello che ho appena detto."
"Ma…" iniziai
"La tua presenza è fondamentale: per preparare la pozione in tempo bisogna dividersi i compiti, cosa impossibile da fare da soli."
"Perché dividere il procedimento?"
" Per avere meno possibilità di essere scoperti."
"Ma non avevi detto che essendo un Serpeverde..  "
"Si, vero. Infatti sono sicuro di non correre rischi di sospensione se mi trovasse il professore di pozioni, siccome è della mia Casa. Ma preferirei che non accadesse." l’ultima frase la pronunciò con un’ inquietante nota macabra.
"Non è detto che ti aiuti."
"Mi sembravi entusiasta."
Effettivamente l’idea di fare un incantesimo così difficile mi elettrizzava.
"Aiutami solo con la pozione, poi per il resto mi arrangio." aggiunse dopo un po’.


Inutile dire che accettai.
Non so come abbia fatto a convincermi, so solo che mi ritrovai a seguire il suo passo sicuro tra i labirintici corridoi  dei sotterranei, finché arrivammo di fronte ad un portone chiuso da un imponente lucchetto.
"Alohomora" mormorò il Serpeverde.
Il lucchetto scattò senza problemi, consentendo a noi di varcare la soglia.
"Dove siamo?" chiesi sottovoce
"Nello sgabuzzino dove sono posti gli ingredienti per la pozione"
Con passo spedito si avvicinò agli scaffali osservando le targhe delle varie sostanze, contenute in ampolle di diversa grandezza e forma.
"Ma hai avuto il permesso per entrare qui?"
"Dobbiamo cercare la pelle di girilacco, ma penso che sia qui.. Eccola infatti. Cercami per favore le ali di folletto di palude, dovrebbero essere su quello scaffale la in fondo"
"Mi hai completamente ignorato."
"No, è solo che mi sembra inutile rispondere ad una domanda simile. Nessuno si accorgerà degli ingredienti mancanti"
"Se ci beccano ci toglieranno come minimo 50 punti a testa!"
"Non succederà. Le ali di folletto. Per. Favore."
Mi avviai sbuffando allo scaffale “Insopportabile. Come un vero Serpeverde.”

L’aula di pozioni era deserta, fredda e inospitale.
"Tu prepari il sale purpureo, facendo portare ad ebollizione il sangue di unicorno con gli occhi di mosca tagliati finemente. Io invece preparerò la soluzione di ali di folletto e pelle di girilacco. Quando sarò riuscito ad amalgamarla per bene, probabilmente sarai già riuscito a creare il sale da unire ad essa."
Mi misi al lavoro e dopo poco meno di un’ora la soluzione e il sale erano pronti.
"Bene. Ora aggiungiamo… piano…" sussurrò impugnando la beuta contenente il sale e versandone il contenuto dentro un’ampolla con all’interno il resto della pozione. Poi tappò il contenitore e agitò il tutto. Il colore incominciò a virare: da verde marcio divenne un bel rosso cremisi, con riflessi dorati.
" Perfetto! " esclamò "Abbiamo fatto un ottimo lavoro! Adesso andiamo alla gufiera!"
"Avevi detto che il mio compito sarebbe finito qui!"
"Beh, per catturare il gufo e formulare l’incantesimo ci vorrebbero due persone.. " mi guardò intensamente " Ma se vuoi lasciarmi da solo mi arrangerò "
Inutile dire che mi sembrava disumano abbandonarlo al suo destino. In più ero curioso di vedere se l’esperimento sarebbe riuscito: aver lavorato così attentamente per un’ora intera per nulla?
No, sarei andato fino in fondo.
"Andiamo alla gufiera." dissi, facendo sorridere il mio compagno.
"Bene, John! Andiamo!"
Si avviò verso l’uscita dell’aula, mentre io sistemavo il banco di lavoro con un elementare incantesimo di pulitura.

Il tempo minacciava pioggia mentre noi entravamo nella gufiera. Il vento faceva scricchiolare il tetto in modo preoccupante, creando un’atmosfera da brividi, ma Sherlock sembrava non curarsene minimamente.
"Dobbiamo stordire un gufo." constatò "Quello li è perfetto"
Mi indicò un vecchio gufo grasso che si stava riposando su una trave a qualche metro più in alto dalle nostre teste.
Sfoderai la mia bacchetta e gridai "Stupeficium!" al mio obbiettivo, il quale, colpito in pieno petto dalla fattura, cadde ai nostri piedi privo di sensi.
"Ottima mira!" si complimentò Sherlock.
Lo ringraziai, ma sottolineai che era ancora vivo.
" Per questo c’è il veleno."
Mi mostrò una minuscola ampolla di vetro con all’interno un denso liquido nero.
"L’ho preso in prestito dall’insegnante di pozioni." disse, anticipando la mia domanda.
"Non ne dubito …." mormorai
"Una sola goccia è fatale" continuò, versandone una all’interno del becco spalancato dell’uccello.
Immediatamente il piumaggio divenne opaco e corpo si irrigidì: era decisamente morto.
In questo momento non so come descrivere l’immenso senso di colpa che mi venne in quel istante: avevo appena aiutato una persona, che neanche conoscevo, ad uccidere un essere vivente. E se la pozione non avesse funzionato?  Non me lo sarei perdonato. E non avrei perdonato neppure Sherlock.
"Aiutami a versare la pozione nel becco del gufo, John.. Io intanto recito l‘incantesimo."
Obbedii, cercando di non farmi prendere dall’ansia.
Se in quel momento qualcuno fosse entrato nella gufiera, avrebbe visto un tizio pallido e teso che versava con un contagocce del liquido rossastro nel becco di un gufo stecchito, mentre un altro tizio recitava più volte la parola “resorgo” con voce calma e profonda. Il tutto incorniciato da un centinaio di pennuti agitati e impauriti e dai sinistri scricchiolii delle travi di legno provocati dal vento.
Cercavo di non pensarci e mi concentrai sul mio compito: non dovevo sprecare neanche una goccia, altrimenti la pozione non avrebbe fatto effetto.
Ad un tratto la zampa dell’uccello si mosse impercettibilmente, facendo nascere in me una speranza. Guardai Sherlock, ma il suo sguardo rimase impassibile.
I minuti passavano e il movimento delle zampe divenne sempre più evidente, finché non aprì gli occhi e spalancò le ali, pronto a volare via.
Mi rigirai verso Sherlock, che intanto aveva smesso la sua cantilena, e mi guardò a sua volta fisso negli occhi.
Restammo immobili per qualche secondo, poi iniziammo a ridere come dei perfetti idioti.
"Esperimento riuscito, John!"
"Fantastico! E’ stato letteralmente fantastico!"
"Non male per un Grifondoro!"
"I Grifondoro sono i migliori! Cosa ti aspettavi?" dissi in modo scherzoso
"Mi aspettavo di vederti correre via con la coda fra le gambe!" rispose con lo stesso tono
"Certo! Io invece mi aspettavo che mi avresti assassinato a sangue freddo come uno spietato mangiamorte! "
"Stai attento che potrei anche pensarci!" ridacchiò facendomi l’occhiolino.
Continuammo a punzecchiarci scherzosamente per non so quanto tempo, finché ebbi la curiosità di osservare fuori dalla finestra: era incominciato un vero e proprio diluvio.
"Con un tempo del genere è pericoloso correre fuori. E’ meglio aspettare che si calmi." puntualizzò Sherlock.
Acconsentii, ma non ci volle molto tempo per farci cambiare idea: ben presto l’acqua incominciò a filtrare attraverso il tetto, rischiando di bagnarci. Decidemmo quindi di correre fuori, sperando di arrivare al castello sani e salvi.

Corremmo come disgraziati fino al portone d’entrata.
Inutile dire che eravamo tutti e due zuppi dalla testa ai piedi, con un fiatone mostruoso e molto, molto divertiti.
Ci congedammo dopo aver riempito il salone d’ingresso di risate irrefrenabili: lui si diresse verso i sotterranei, mentre io verso le scale superiori che portavano al ritratto della Signora Grassa.

A cena non lo trovai. La tavolata dei Serpeverde aveva un unico posto vuoto: il suo.

Ora sono qui, sotto le mie coperte, che descrivo questa mia pazza giornata.
Come ho scritto all’inizio, non ho mai violato così tante regole in un sol giorno.
Riassumendo:
- rubare gli ingredienti dal ripostiglio delle pozioni - 50 punti
-utilizzo dell’aula di pozioni senza permesso: -20 punti
-preparare una pozione pericolosa senza il permesso dell’insegnante: -30 punti
-uccidere un gufo addetto alla posta : - 50 punti
-fare esperimenti con il suddetto gufo senza autorizzazione: -50 punti
Totale: - 200 punti

Grandioso.
Però non sarei sincero con me stesso se dicessi che non mi sono divertito.
E anche quel Sherlock è…uhm… particolare. Insopportabile per certi versi, ma tutto sommato non è male, per essere un Serpeverde.

  
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