Capitolo
II
10/2/1999
Hermione
entrò esitante; il ragazzo
era già lì.
“Hai
la mia lettera? – chiese
subito. Draco scosse la testa. Hermione annuì di rimando,
mordendosi il labbro
inferiore. Fece qualche passo nella stanza, incerta. – La
Sala Comune è piena,
non riesco a studiare.” disse infine sedendosi per terra.
Draco non le rispose,
e non la salutò quando andò via, circa due ore
dopo.
Hermione
pensò semplicemente di
aver visto male; le era sembrato che le spalle del ragazzo si fossero
rilassate
quando si era seduta.
***
12/2/1999
Il
brutto tempo aveva costretto la
squadra di Quidditch di Grifondoro ad annullare gli allenamenti,
così qualcuno
dei geniali componenti aveva pensato bene di cercare di giocare nella
Sala
Comune. Hermione non aveva avuto nemmeno la forza di riprenderli,
così si era
rifugiata nella stanza sulla torre insieme ai propri compiti. Draco
Malfoy era
arrivato poco dopo, senza la lettera.
Stavano
studiando entrambi, quando
un lampo illuminò a giorno la stanza, e il tuono lo
seguì rombando sette
secondi dopo. Hermione sollevò la testa dal libro.
“Questo
doveva essere vicino. –
commentò indicando le finestre. Draco la guardò
corrugando le sopracciglia. –
Mio padre mi ha insegnato che si può capire quanto distante
è caduto un fulmine
calcolando il tempo trascorso tra lampo e tuono. 4,6 secondi
corrispondono a un
miglio; questa volta sono passati 7 secondi, quindi diciamo un miglio e
mezzo
circa. – spiegò Hermione. Draco pensò a
tutto quello che gli aveva insegnato
suo padre: l’odio, le Maledizioni Senza Perdono, la
convinzione di essere
superiori, sempre e comunque, e la forza di andare avanti, ad occhi
chiusi nel
buio del torto più marcio, anche quando quella convinzione
veniva meno. Però si
era dimenticato di dirgli quanto questo fosse difficile. –
Hai capito?” gli
chiese lei vedendolo pensieroso. Draco fece un gesto vago con la mano.
“Più
o meno.”
Un
altro lampo dardeggiò
improvvisamente nel cielo.
“Uno,
du-“ Hermione fu interrotta
dal rombo sordo del tuono, che riecheggiò violentissimo
nella stanza.
“Decisamente
meno di quattro
secondi e sei; direi che questo potrebbe essere caduto nel cortile. O
aver
preso la torre.” disse ridendo. Draco si lasciò
quasi scappare un sorriso,
prima di rimettersi a studiare.
Quella
notte, nel letto, contò a
lungo i secondi tra lampi e tuoni, lasciandosi cullare dal rumore della
pioggia
sul lago. Contò anche le ore che lo separavano dal
pomeriggio successivo.
***
15/2/1999
Hermione
chiuse il libro con un
tonfo; Draco Malfoy continuò a studiare come se niente
fosse, a circa un metro
da lei. Hermione tamburellò le dita sul pavimento per
qualche minuto, poi
guardò l’orologio con interesse decisamente
eccessivo, controllando che le
lancette facessero il loro lavoro, ed infine rimise il libro nella
borsa; poi,
silenziosamente, scivolò di una ventina di centimetri verso
il ragazzo. Si
schiarì la voce con un colpo di tosse.
“E
così… anche tu segui
Trasfigurazione.” disse infine indicando il libro che lui
aveva in mano.
“Già.”
“Io
non… non ti ho mai visto, in
aula.”
Draco
esitò.
“Sto
sempre in fondo, in ultima
fila.” disse scrollando le spalle. La frase corretta sarebbe
stata: Sto sempre in fondo perché
nessuno mi vuole
vicino.
“Oh.
Io sto sempre in prima fila;
l’acustica di quell’aula è pessima.
Harry e Ron non volevano mai stare lì; non
potevano farsi i fatti propri, così vicini alla McGranitt.
– disse tutto d’un
fiato. Draco annuì. Si guardarono imbarazzati per un attimo,
poi entrambi
distolsero lo sguardo. Hermione si alzò di scatto.
– Be’, credo che andrò a
cena e poi a ripassare. Per il compito di Trasfigurazione. Non si
è mai troppo
pronti. – disse prendendo la borsa ed avviandosi velocemente
verso la porta. –
Ci… immagino che ci vedremo in aula, allora. Ciao. E
ricordati la lettera.” aggiunse
prima di andarsene.
Draco
annuì al vuoto del corridoio.
Si chiese per tutta la sera se quello fosse stato un tentativo di
conversazione.
***
16/2/1999
Hermione
era arrivata in aula con
mezz’ora d’anticipo per ripassare in
tranquillità; l’assenza di Harry e Ron
aveva anche i suoi vantaggi, dopotutto, si disse sistemando la piuma in
modo
perfettamente parallelo alla pergamena già pronta sul banco.
Se lo ripeteva
ogni volta che sentiva la loro mancanza, ogni volta che girandosi per
raccontare loro l’ultimo libro che aveva letto o qualcosa che
l’era successo,
trovava solo il vuoto. Il vuoto delle sedie accanto a lei, che loro non
avrebbero mai più occupato a Hogwarts.
Si
voltò per non guardare quelle
sedie così dolorosamente mute, quando Draco Malfoy comparve
sulla porta. Senza
dire una parola, senza nemmeno capire bene perché lo stesse
facendo, Draco alzò
una mano e la salutò con un gesto. Poi andò a
sedersi.
Questa
volta si mise in penultima
fila.
***
17/2/1999
“Com’è
andato il compito di ieri?”
gli chiese Hermione quando il ragazzo entrò nella stanza.
Lui scosse
leggermente la testa.
“Non
sono mai stato molto bravo in
Trasfigurazione.” disse sedendosi vicino alle finestre.
Tirò fuori dalla borsa
una copia di ‘Quidditch Plus’ ed iniziò
a leggerla; Hermione si chiese perché
non fosse fuori a giocarlo, il Quidditch, invece che in quella stanza.
Scosse
la testa per allontanare quei pensieri e si fece forza.
“Ieri…
- il ragazzo sollevò la
testa dal giornale, mentre le figure continuavano a saltare da una
pagina
all’altra. – Ieri, nell’aula di
Trasfigurazione… mi hai salutata?” concluse
cautamente.
“Non
c’era nessun altro nell’aula.”
“Quindi
mi hai salutata?”
Draco
distolse lo sguardo e girò un
paio di pagine.
“Forse.”
disse infine guardandola
solo per un attimo. Hermione annuì un paio di volte, come se
stesse elaborando
l’informazione.
“Io…
io devo andare. Un sacco di
compiti. Davvero un sacco.” disse raccogliendo la propria
borsa.
“Vitious
non ci ha dato nulla per
domani.” obiettò il ragazzo.
“Ma
per settimana prossima sì.” rispose
Hermione come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
“Ehi!
– lei era già sulla porta. –
Mi hai aspettato per chiedermi solo questo?” le chiese.
Hermione
spostò il peso dal proprio
corpo da un piede all’altro, incerta.
“Forse.”
rispose alla fine con aria
di sfida.
Prima
che Draco potesse dire
qualcos’altro, lei se n’era andata. Era
già sulle scale quando si accorse che
quel giorno non gli aveva chiesto della lettera.
Ecco
il secondo capitolo! :)
Ringrazio
Merope Molly Lestrange
per la recensione, e spero che sia a lei sia alle persone che hanno
aggiunto
questa storia tra le seguite piaccia questo nuovo capitolo.
Più che una
Dramione, questa sarà una storia in cui ci saranno Draco e
Hermione che
parlano, parlano, parlano… insomma, sarà
piuttosto lenta. XD
A
presto,
Contessa