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Autore: Contessa    15/11/2011    3 recensioni
Hermione sbatté un tacco per terra, arrabbiata.
“Bene. Benissimo. – disse raccogliendo da terra la propria borsa. – Me ne andrò io, brutto… brutto maleducato! – la aprì frettolosamente e cercò d’infilare dentro il foglio. La richiuse con uno scatto, senza accorgersi che il foglio aveva fluttuato per un paio di secondi nell’aria prima di atterrare sul pavimento. – Goditi la stanza, maleducato!” urlò prima di andarsene in tutta fretta.
Draco alzò un’altra volta le spalle. Si avvicinò al foglio e lo raccolse; era una lettera.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Capitolo II

 

 

10/2/1999

 

Hermione entrò esitante; il ragazzo era già lì.

“Hai la mia lettera? – chiese subito. Draco scosse la testa. Hermione annuì di rimando, mordendosi il labbro inferiore. Fece qualche passo nella stanza, incerta. – La Sala Comune è piena, non riesco a studiare.” disse infine sedendosi per terra. Draco non le rispose, e non la salutò quando andò via, circa due ore dopo.

Hermione pensò semplicemente di aver visto male; le era sembrato che le spalle del ragazzo si fossero rilassate quando si era seduta.

 

***

 

12/2/1999

 

Il brutto tempo aveva costretto la squadra di Quidditch di Grifondoro ad annullare gli allenamenti, così qualcuno dei geniali componenti aveva pensato bene di cercare di giocare nella Sala Comune. Hermione non aveva avuto nemmeno la forza di riprenderli, così si era rifugiata nella stanza sulla torre insieme ai propri compiti. Draco Malfoy era arrivato poco dopo, senza la lettera.

Stavano studiando entrambi, quando un lampo illuminò a giorno la stanza, e il tuono lo seguì rombando sette secondi dopo. Hermione sollevò la testa dal libro.

“Questo doveva essere vicino. – commentò indicando le finestre. Draco la guardò corrugando le sopracciglia. – Mio padre mi ha insegnato che si può capire quanto distante è caduto un fulmine calcolando il tempo trascorso tra lampo e tuono. 4,6 secondi corrispondono a un miglio; questa volta sono passati 7 secondi, quindi diciamo un miglio e mezzo circa. – spiegò Hermione. Draco pensò a tutto quello che gli aveva insegnato suo padre: l’odio, le Maledizioni Senza Perdono, la convinzione di essere superiori, sempre e comunque, e la forza di andare avanti, ad occhi chiusi nel buio del torto più marcio, anche quando quella convinzione veniva meno. Però si era dimenticato di dirgli quanto questo fosse difficile. – Hai capito?” gli chiese lei vedendolo pensieroso. Draco fece un gesto vago con la mano.

“Più o meno.”

Un altro lampo dardeggiò improvvisamente nel cielo.

“Uno, du-“ Hermione fu interrotta dal rombo sordo del tuono, che riecheggiò violentissimo nella stanza.

“Decisamente meno di quattro secondi e sei; direi che questo potrebbe essere caduto nel cortile. O aver preso la torre.” disse ridendo. Draco si lasciò quasi scappare un sorriso, prima di rimettersi a studiare.

Quella notte, nel letto, contò a lungo i secondi tra lampi e tuoni, lasciandosi cullare dal rumore della pioggia sul lago. Contò anche le ore che lo separavano dal pomeriggio successivo.

 

***

 

15/2/1999

 

Hermione chiuse il libro con un tonfo; Draco Malfoy continuò a studiare come se niente fosse, a circa un metro da lei. Hermione tamburellò le dita sul pavimento per qualche minuto, poi guardò l’orologio con interesse decisamente eccessivo, controllando che le lancette facessero il loro lavoro, ed infine rimise il libro nella borsa; poi, silenziosamente, scivolò di una ventina di centimetri verso il ragazzo. Si schiarì la voce con un colpo di tosse.

“E così… anche tu segui Trasfigurazione.” disse infine indicando il libro che lui aveva in mano.

“Già.”

“Io non… non ti ho mai visto, in aula.”

Draco esitò.

“Sto sempre in fondo, in ultima fila.” disse scrollando le spalle. La frase corretta sarebbe stata: Sto sempre in fondo perché nessuno mi vuole vicino.

“Oh. Io sto sempre in prima fila; l’acustica di quell’aula è pessima. Harry e Ron non volevano mai stare lì; non potevano farsi i fatti propri, così vicini alla McGranitt. – disse tutto d’un fiato. Draco annuì. Si guardarono imbarazzati per un attimo, poi entrambi distolsero lo sguardo. Hermione si alzò di scatto. – Be’, credo che andrò a cena e poi a ripassare. Per il compito di Trasfigurazione. Non si è mai troppo pronti. – disse prendendo la borsa ed avviandosi velocemente verso la porta. – Ci… immagino che ci vedremo in aula, allora. Ciao. E ricordati la lettera.” aggiunse prima di andarsene.

Draco annuì al vuoto del corridoio. Si chiese per tutta la sera se quello fosse stato un tentativo di conversazione.

 

***

 

16/2/1999

 

Hermione era arrivata in aula con mezz’ora d’anticipo per ripassare in tranquillità; l’assenza di Harry e Ron aveva anche i suoi vantaggi, dopotutto, si disse sistemando la piuma in modo perfettamente parallelo alla pergamena già pronta sul banco. Se lo ripeteva ogni volta che sentiva la loro mancanza, ogni volta che girandosi per raccontare loro l’ultimo libro che aveva letto o qualcosa che l’era successo, trovava solo il vuoto. Il vuoto delle sedie accanto a lei, che loro non avrebbero mai più occupato a Hogwarts.

Si voltò per non guardare quelle sedie così dolorosamente mute, quando Draco Malfoy comparve sulla porta. Senza dire una parola, senza nemmeno capire bene perché lo stesse facendo, Draco alzò una mano e la salutò con un gesto. Poi andò a sedersi.

Questa volta si mise in penultima fila.

 

***

 

17/2/1999

 

“Com’è andato il compito di ieri?” gli chiese Hermione quando il ragazzo entrò nella stanza. Lui scosse leggermente la testa.

“Non sono mai stato molto bravo in Trasfigurazione.” disse sedendosi vicino alle finestre. Tirò fuori dalla borsa una copia di ‘Quidditch Plus’ ed iniziò a leggerla; Hermione si chiese perché non fosse fuori a giocarlo, il Quidditch, invece che in quella stanza. Scosse la testa per allontanare quei pensieri e si fece forza.

“Ieri… - il ragazzo sollevò la testa dal giornale, mentre le figure continuavano a saltare da una pagina all’altra. – Ieri, nell’aula di Trasfigurazione… mi hai salutata?” concluse cautamente.

“Non c’era nessun altro nell’aula.”

“Quindi mi hai salutata?”

Draco distolse lo sguardo e girò un paio di pagine.

“Forse.” disse infine guardandola solo per un attimo. Hermione annuì un paio di volte, come se stesse elaborando l’informazione.

“Io… io devo andare. Un sacco di compiti. Davvero un sacco.” disse raccogliendo la propria borsa.

“Vitious non ci ha dato nulla per domani.” obiettò il ragazzo.

“Ma per settimana prossima sì.” rispose Hermione come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

“Ehi! – lei era già sulla porta. – Mi hai aspettato per chiedermi solo questo?” le chiese.

Hermione spostò il peso dal proprio corpo da un piede all’altro, incerta.

“Forse.” rispose alla fine con aria di sfida.

Prima che Draco potesse dire qualcos’altro, lei se n’era andata. Era già sulle scale quando si accorse che quel giorno non gli aveva chiesto della lettera.

 

 

Ecco il secondo capitolo! :)

Ringrazio Merope Molly Lestrange per la recensione, e spero che sia a lei sia alle persone che hanno aggiunto questa storia tra le seguite piaccia questo nuovo capitolo. Più che una Dramione, questa sarà una storia in cui ci saranno Draco e Hermione che parlano, parlano, parlano… insomma, sarà piuttosto lenta. XD

A presto,

Contessa

   
 
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