Titolo: The
refusal of an angel
Autrice:
Suicidal_Love
Personaggi:
Severus Piton; Lily Evans; I malandrini; Draco Malfoy (piccolo accenno)
Generi:
Malinconico;
Introspettivo; Triste
Contesto:
Il
guerra magica // Libri 5-7
Rating:
Verde
Avvertimenti:
Missing
Moments; Het
Note
autrice: Questa non
è esattamente una SeverusxLily quindi se
ve l’aspettate sciò. E’ semplicemente
una piccola one-shot in cui ho pensato di
raccontare una parte di giovinezza di Severus, una parte di mia
invenzione sia
chiaro, in cui lui si ricorda il giorno in cui confessa i suoi
sentimenti a
Lily. Spero vi piaccia. Un bacio, Sui.
THE REFUSAL OF AN ANGEL
Durante la notte
Severus fu svegliato dal rombo di
un tuono seguito da una pioggia torrenziale. Si guardò
attorno e volse il suo
sguardo alla piccola finestra sbarrata della sua camera di fortuna e
cercò di
scorgere il paesaggio, invano. Sospirò e si passò
una mano fra i capelli
corvini sbattendo un paio di volte le palpebre per poi osservare un
giovane
ragazzo addormentato poco distante da lui. Si dispiaceva per Draco
Malfoy. Il
destino a cui era stato affidato era ingiusto e le file che i suoi
genitori
avevano scelto di occupare erano pregne di oscurità
… un’oscurità che anche lui
aveva scelto di percorrere anni addietro.
Si
lasciò cadere su quel materasso e deglutì a vuoto
ripensando che quel giorno era giusto che il cielo piangesse. Era
giusto che
fosse una giornata grigia … una giornata in cui era morto il
suo unico amore …
Lily Evans.
Un conato di
vomito lo colse a quel pensiero ma lo
ricacciò indietro. Doveva essere forte nonostante fossero in
quella casa soli,
lui Severus non doveva cedere al dolore. Anche solo una debolezza e
tutto ciò
che aveva sacrificato sarebbe stato vano. Draco non era una pedina
importante,
non più … ma se lo fosse venuto a sapere in un
qualsiasi modo, avrebbe potuto
influire sulla missione e Severus non poteva far sì che
accadesse.
Era la spia
più fedele di Silente, nonostante fosse
morto e doveva proteggere il figlio di Lily … ad ogni costo.
Chiuse gli occhi
e la sua mente corse a quel giorno,
quel giorno del settimo anno in cui ebbe il coraggio di confessare il
suo amore
alla piccola Evans nonostante il loro litigio.
Era una domenica
pomeriggio. Il leggero vento di
maggio smuoveva le fronde degli alberi tornati nuovamente pieni nello
loro
chiome.
Il parco che
circondava Hogwarts era pieno di studenti
che si godevano il bel tempo, tanto che pareva finalmente che
l’intero castello
fosse un luogo migliore. Severus alzò lo sguardo dal libro
di pozioni che stava
leggendo e i suoi occhi si fissarono in nella figura di un compagno di
casa che
con la sua ragazza, una certa Parkinson, si scambiava effusioni.
Nuovamente
chinò il capo ed una morsa allo stomaco lo
attanagliò, quasi facendogli mancare
il respiro. Erano passati anni da quel giorno in cui lui e Lily avevano
cessato
di parlarsi, anche se a volte aveva notato con piacere che la rossa lo
osservava
con nostalgia, un po’ come faceva lui stesso in segreto.
Prese un bel
respiro e strinse nella mancina la
tunica che portava sempre e comunque. Era ora. Era troppo che teneva
dentro di
sé quel sentimento ed ora, mancava poco alla fine della
scuola, alla fine di
quell’ultimo anno. Lily se ne sarebbe andata e non avrebbe
avuto più l’occasione
di dirle ciò che provava.
Annuì
come a volersi incoraggiare e raccattate le
sue cose si alzò dirigendosi a passo di marcia verso
l’unico luogo in cui
sapeva Lily sarebbe andata in una giornata così soleggiata
… beh sempre che non
avesse cambiato abitudini.
Passò
davanti al salice vicino all’entrata e notò
con dispiacere il duo Black-Potter scambiarsi battute sicuramente
intellettualmente poco elevate, e il patetico Minus arrancare dietro ai
due
come un cagnolino alla ricerca di qualche attenzione con infine Lupin,
l’unico
dei quattro che poteva sopportare di incrociare, vista
l’indole di quest’ultimo
calma e pacata.
Cercò
in qualche modo di non attirare l’attenzione
quando un “Mocciosus” gli ferì
l’udito. La fortuna non era mai dalla sua parte
vero? Sbuffò sonoramente cercando di ignorare la fastidiosa
voce di Potter,
fino a quando un braccio non gli circondò le spalle. Severus
fece un verso disgustato
cercando di staccarsi da quella presa.
“Mocciosus
neanche ci saluti?” lo rimbeccò quasi
offeso Black - e chi altro poteva puzzare di cane in maniera
così evidente -.
“Non
ho intenzione di salutarti Black” rispose,
riuscendo a scappare da quel cane pulcioso e finire accanto a Potter.
BENE.
Dalla padella alla brace, pensò ricordandosi di quel motto
babbano che aveva
udito dire.
“Mocciosus
così ci ferisci! Vero Sirius?” chiese
all’amico
che annuì dandogli corda con sommo dispiacere della serpe.
“Pensare che fra
poco neanche ci vedremmo più” continuò
con fare melodrammatico.
“La
cosa non mi dispiace per nulla ed ora addio”
replicò gelido, camminando in avanti, sentendo prima di
sparire all’interno
dell’edificio un “Ramoso, Felpato a cuccia o Lily
si arrabbia!”.
I suoi passi
risuonarono nel corridoio più o meno
deserto se non da qualche studente che approfittava di quel silenzio.
Svoltò a
destra o poi percorse un lungo corridoio in pietra, arrivando
all’ingresso
della biblioteca dove uscì, con sua immensa gioia, Lily
carica di libri.
Sorrise
teneramente. Dopo tanti anni lo rassicurava
il conoscere la ragazza ancora così bene. Si
schiarì la voce ma la rossa lo fermò.
“Severus?” domandò lei guardandolo con
quei suoi bellissimi occhi color
smeraldo che l’avevano sempre rapito.
Il serpeverde si
morse le labbra nervoso per poi
farsi forza. “Ev
… Lily”
si corresse subito. Aveva passato così tanto a chiamarla con
il suo cognome fingendo
disprezzo che ora pronunciare il suo nome ad alta voce gli pareva
così bello,
bello come lei.
La ragazza
poggiò i libri a terra e si aggiustò la
divisa leggermente imbarazzata da quell’improvvisa
‘visita’.
“Hai
bisogno?” chiese non facendosi prendere
dall’emozione.
Non le pareva vero che ora Severus le parlasse di nuovo. Gli era
mancato così
tanto confidarsi con quel ragazzo che quando era bambina le aveva
spiegato le
regole delle streghe e dei maghi e raccontato fiabe e favole su quel
mondo
magico a cui ora si era abituata.
“Ho
bisogno di parlarti Lily … da soli” rispose
deciso Severus, lasciando un po’ spiazzata la rossa che
semplicemente annuì.
Sì.
Dovevano parlare, avevano così tanto da dirsi e
nonostante prima avesse provato rabbia nei confronti del ragazzo, ora
Lily non gli
serbava alcun rancore, anzi voleva solo riallacciare i rapporti con il
suo
migliore amico, sì lo aveva sempre considerato tale, e
annunciargli ciò che
neanche alle sue amiche più care ancora aveva confessato.
“Andiamo
in un’aula vuota allora”
rispose pochi secondi dopo aver raccolto i
suoi libri aiutata prontamente da Severus che le sorrise portandone un
po’ lui.
Camminarono in
silenzio per parecchio, fino a quando
saliti al quarto piano, lei abbandonò i suoi libri su un
banco vuoto della
prima aula che avevano trovato.
Severus la
guardò e le parve bellissima con i
capelli che le uscivano da quella coda e le gote un po’
rosse. Era venuto il
momento.
“Lily
… io … voglio scusarmi per quella frase
…”
iniziò facendo sorridere la grifondoro che alzò
la destra come a volerlo
fermare. “Non importa Severus, è passato tanto e
ora sono solo felice che io e
te stiamo di nuovo parlando” rispose allegra avvicinandosi al
ragazzo che
sorrise, lasciando che le gote si colorassero leggermente di rosso.
“Già
… ma” deglutì
“ecco” era il momento “vedi Lily
io sono innamorato di te da parecchi anni” disse di tutta
fretta. L’aveva
detto, era riuscito a confessarglielo, pensò sentendosi
più leggero, non notando
però come il sorriso che era dipinto sul volto di Lily si
fosse congelato.
La rossa si
mordicchiò il labbro inferiore e sentì
distintamente la tristezza avvolgerla. Quella confessione
l’aveva sì lusingata,
ma da una parte avrebbe preferito non udirla, poiché il suo
cuore era di un
altro e Severus non meritava di soffrire.
“Severus”
mormorò lei cercando le parole adatte
“è
bellissimo questo tuo sentimento ma …”
guardò il viso del suo amico di infanzia
tendersi come se avesse intuito il suo imminente rifiuto
“sono già innamorata”
concluse sentendosi in colpa.
Il ragazzo
dai capelli corvini rimase in silenzio per qualche secondo. Non aveva
messo in
conto quella risposta … non ci aveva pensato quando era
partito in quella
missione evidentemente suicida per i suoi sentimenti.
“Di
chi?” le domandò con voce resa più roca
dall’amarezza.
Lily
abbassò la testa e pensò che quella era la
parte più complicata anche se lui non fosse stato innamorato
di lei. “James”
proferì cercando di non ferirlo ulteriormente, anche se con
quel nome sapeva
che gli aveva lanciato come mille cruciatus al cuore.
“J-James
Potter?” chiese anche se sapeva di aver
capito fin troppo bene.
“Sì
… James” rispose lei non volendo mentirgli
… che
senso aveva? Finalmente aveva accettato dopo anni di corteggiamento di
uscire
con lui e dopo quell’uscita aveva scoperto un uomo che la
faceva divertire, con
cui parlare, un uomo che le aveva preso il cuore in quegli anni
dimostrandole
che pur di averla avrebbe aspettato anche tutta la vita.
Severus
annuì più a se stesso e sentì montare
una
furia dentro di sé. James Potter, quel bullo, idiota, ancora
una volta gli
aveva rovinato la vita. Non solo aveva dovuto rendere i suoi sette anni
scolastici
un inferno a causa delle sue battute con l’inseparabile cane
idiota, no … ora
aveva anche il cuore dell’unica ragazza che mai aveva amato.
“James
Potter?!” ripeté stavolta alzando la voce
“non
pensavo ti piacessero gli idioti Lily!” sbottò
arrabbiato stringendo le mani a
pugno.
La rossa
slargò gli occhi verdi “James non è un
idiota, Severus mi dispiace non volevo ferirti!” disse con
occhi lucidi. Era
così dispiaciuta.
“Ferirmi?
Evans non mi hai ferito, una mezzosangue
come te è normale che preferisca un idiota senza futuro! Un
bullo! Sono ferito
perché ti pensavo più intelligente!”
urlò pentendosi subito di quel ‘mezzosangue’.
Ancora l’aveva detto, ma
ora la rabbia era troppa e nonostante volesse solo scusarsi con la
ragazza non
disse nulla. Aveva un orgoglio ed era l’unica cosa che gli
era rimasta in quel
momento.
“Sei
un idiota Piton” rispose lei ferita da quello
sguardo sprezzante, senza però versare una lacrima anche se
aveva voglia di
piangere per aver perso il suo migliore amico per sempre.
“Ora se non ti
dispiace” continuò raccattando tutti i libri ed
uscendo di fretta dall’aula
lasciando che Severus vedesse per un istante un lacrima solitaria
percorrerle
la guancia.
In
quell’aula, solo, Piton pensò a quanto fosse
tutto così sbagliato e a come Potter avesse preso il suo
piccolo pezzo di
felicità e come soprattutto lui avesse perso la portatrice
di quegli occhi
sorridenti e verdi come un prato in primavera.
Quel giorno non
solo il suo cuore si era spezzato,
ma quel giorno aveva segnato un esistenza nera e il nascondere il suo
vero IO
che solo alla sua Lily era riuscito a mostrare.
Quando
tornò alla realtà, si portò una mano
alla
gota e la toccò con l’indice sentendola umida di
quella sola lacrima. I sensi
di colpa lo soffocarono. Se quel giorno non avesse ceduto alla rabbia
forse
Lily sarebbe stata viva. Sarebbe stato lui il custode del segreto, non
Peter
Minus e lo avrebbe protetto fino alla morte, rendendo felice la vita di
Lily e
di Harry, a cui alla fine si era affezionato. C’era
più Lily di quanto si sospettasse
in lui. Non solo aveva ereditato i suoi occhi, ma anche la
determinazione e la
forza della donna.
Si
alzò dal letto e si materializzò a
Godric’s
Hollow sotto quella pioggia che gli bagnava le vesti.
“Proteggerò
tuo figlio Lily, te lo prometto”
sussurrò pochi secondi prima di tornare ad essere il fedele
braccio destro di
Lord Voldemort.
THE
END
Se siete arrivati fin
qui avete vinto una nimbus
LOL. Ok spero davvero vi sia piaciuta e che non sia andata OCC. Grazie
a chi
leggerà soltanto e chi sprecherà il suo tempo a
lasciarmi una recensione. Un
bacio, Sui.