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Autore: Le Regine Malv    16/11/2011    4 recensioni
Salve a tutti!
Questa fan - fiction è stata partorita da cinque menti definite, tre delle quali già fan - writers su EFP, cioè _Eterea_ , MariGin e vodKan.
Immagino che alla vista della moltitudine di storie nel cross - over, siate rimasti confusi. E quindi, penso, che vi starete chiedendo cosa diavolo ci siamo fumate..
Purtroppo non possiamo darvi nessuna anticipazione - forse nelle note autrici - per quanto riguarda la trama.
Bene, se vi abbiamo incuriosito almeno un po', non vi resta altro da fare, se non aprire e leggere!
Buona lettura!
CROSSOVERS: Harry Potter - Pirati dei Caraibi - Glee - Shrek - le Folle dell'Imperatore
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- avete mai immaginato di trovarvi nel vostro mondo ideale?
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 1
 



... Lisa ...
 
< Ma perché era così difficile mettere un interruttore vicino alla scala!> Esclamai.
Sapevo che nessuno mi avrebbe sentito, o per lo meno speravo che non ci fossimo allontanate tanto le une dalle altre,  ma ebbi la prova che era così quando non arrivò nessuna risposta, neanche una irritante da parte di Anita.
 
Nel frattempo continuavo a camminare lungo questo corridoio, stranamente i miei occhi -  dopo dieci minuti che camminavo nel buio più totale - non si erano ancora abituati, e questo incominciava a spaventarmi. Non ero una fifona, di solito a emozioni come queste tendo a dare risposte logiche, come ad esempio in questo momento continuavo a ripetermi "Tranquilla, cosa vuoi che accada, il minimo che ti possa succedere è che inciampi o che vai a sbattere da qualche parte"  ma non ci credevo molto.
 
Incominciavo a sentire nell’aria un odore di piante, di fiori, di come quando in estate cala la sera.  Incominciai anche a chiedermi se non mi fossi per caso trovata nella serra segreta di qualche bidella, che ha avuto la brillante idea di nascondere qui la sua piantagione di Marijuana, ovviamente illegale; ma cambiai idea in fretta -  per lo meno sulla Maria -  nel caso invece ci sarebbe stata una luce accecante e perenne, e di certo non ci saremmo mai divise. Iniziavo a temere che si trattasse sul serio di una serra, quando improvvisamente qualcosa mi sfiorò il viso. La paura incominciò a dilagare, mi salirono i brividi lungo la schiena, così in preda al panico mi misi ad urlare
< Martina!!!! > < Anita! > < Qualcuno mi risponde?? > < Dove siete? >
 
Non ebbi nessuna risposta, un’altra volta. Sentì chiudersi lo stomaco e anche la gola, il battito aumentare come il respiro, non capivo più niente.
Decisi di abbandonare la scatola. Palpai ciò che mi aveva sfiorato. Al tatto aveva la superficie liscia e la parte inferiore ruvida. Mi sentivo circondata. Incomincia a cercare la parete, improvvisamente sentì
< Lisaaa!!!! >
Mi voltai di scatto urlando più forte che potevo
< Sono quaa!!!!!!!!!! >
 
Prima che finissi di urlare, sentì mancare la terra sotto i piedi …
< Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaahhhh >
 
Incomincia a sbattere e ruzzolare, improvvisamente riuscì ad aggrapparmi a qualcosa, ma dovetti lasciare la presa, quando sentì un dolore lancinante alla palmo della mano, così mi lascia cadere … Ma qualcosa o qualcuno attutì la mia caduta!
 
 

… Martina …
 
Quando mi staccai dalle ragazze la fifa prese il sopravvento. Continuavo a camminare lentamente, cercando di non pensare alla moltitudine di personaggi di film horror che avrebbero potuto aggredirmi in quel momento.

“Oddio, oddio, oddio “ continuavo a pensare. Poi c’era quella dannata scatola che mi bloccava le braccia, “ma che diavolo ci hanno messo dentro, pietre?! No, deve essere cemento; Sì, qualche pezzo di pavimento. Oppure un cadavere. No! No! No! Niente cadaveri! Né mostri, fantasmi … Bene. Ma che razza di idiota che sono. “ Ormai avevo così paura che avrei lanciato via la scatola, per poi darmela a gambe levate.

In quel momento sentii un rumore allucinante. Iniziai a gridare con tono leggermente isterico. Quando tornò il più completo silenzio, fui distratta da un’altra cosa. Grazie alla paura avevo accelerato il passo e quindi ero andata a sbattere di faccia contro una porta. < AHHHH! MA PORCO CAN- > L’apice del dolore lo raggiunsi quando anche la scatola casse rovinosamente a terra, passando prima sul mio piede.

Cercando di trattenere le lacrime - e le imprecazioni - mi piegai a raccogliere il “contenitore di cemento/cadaveri” e poi, con non poca difficoltà, abbassai la maniglia e, con un calcio, aprii la porta.

Quello che mi si parò davanti mi lasciò parecchio confusa. Il primo fattore di confusione fu la luce. 

Troppa luce. Il secondo fu la stanza. “Ma che diavolo …” Davanti ai miei occhi si trovavano: un modesto letto a baldacchino, una scrivania colma di libri e un armadio con mezza anta aperta.

Rimasi con la bocca aperta e l’espressione da ebete per qualche secondo.

Il terzo fattore mi fece spalancare gli occhi ancora di più. In piedi vicino dal letto - poco prima invisibile perché accucciato - c’era un ragazzo, con in mano uno strano libro peloso.

Il ragazzino mi guardò perplesso - probabilmente a causa della mia espressione sopracitata, o forse perché ero entrata calciando con poca grazia la porta, chi può dirlo?! - si sistemò gli occhiali dalla montatura rotonda bene sul naso, e poi mi chiese con voce incerta. < Ehm … Sei del servizio in camera? >
 
 

… Veronica …

Camminavo alla cieca, mentre cercavo di pensare dove poteva essere quel cavolo di interruttore. In più, lo scatolone pesava.

< Uffi, che seccatura. Perché devo portare questo scatolone! Pesa!! >mi ritrovai a mugugnare.

“pesa, pesa, pesa, …” continuavo a pensare, come se fosse una cantilena.

All’improvviso senti dei rumori, aumentai il passo, purtroppo lo scatolo mi impediva i movimenti, per questo non potei correre a perdifiato. Iniziai ad urlare < Vale!! Marty!! Lisa!! Dove siete?? Ohi!!! Dai, lo sapete che ho paura! Anita!!! >.

Ad un certo punto vidi di fronte a me uno spiraglio di luce. Probabilmente era di una porta leggermente aperta. < Lisa? Hai trovato l’interruttore?!  Sei una grande!! > Mi avvicinai, ormai sollevata, in cerca delle altre. Avvicinai l’occhio alla fessura, ma lo allontanai subito dopo infastidita. La luce era accecante. Feci qualche passo indietro per allontanarmi - o almeno ci provai -, sì perché dietro di me, a pochi centimetri, trovai un muro. Ci sbattei contro la schiena. “Ma .. prima non c’era! Da dove è uscito fuori!! Poi .. legno?!? Ma se i muri qui sono di cemento! “

Non feci in tempo a pensare ad altro, affianco a me sentii un respiro trattenuto di paura. Voltai lentamente la testa a sinistra. Di fronte a me c’era una sagoma, una sagoma con i capelli biondi.

Due urli squarciarono il silenzio.
 


… Valentina …
 
Intorno a me solo buio. Il buio era soffocante, avevo paura.

Dopo qualche secondo incominciai a chiamare le altre < Vero!! > Nessuna risposta.

In preda al panico tastai con la mano nella tasca dei jeans, alla ricerca del cellulare. Anche se la sotto non c’era sicuramente campo, almeno avrei potuto usare la luce del display per riuscire a vedere intorno a me. La mano continuava ad infilarsi nella tasca ma non trovava niente, provai con l’altra ma ci fu lo stesso risultato. “Cazzo!!! .. Il cellulare! Oddio e adesso? Torno indietro … Ma dove diavolo è il DIETRO?????“

Ormai ero nel panico più totale, provai di nuovo a chiamare. < Lisa?? > Improvvisamente lo spazio intorno a me diventava sempre più stretto. Sbattei la testa contro qualcosa di duro e freddo. “Ahu!!” Scoppiai a piangere, lasciai la scatola a terra e allungai le braccia in avanti cercando di capire contro cosa avevo sbattuto.
Era tutto viscido e bagnato, schifata allontanai subito la mano e - dopo aver ripreso la scatola - continuai a camminare, tenendo bassa la testa. Camminavo perché se no non sapevo che altro avrei potuto fare, intanto pensavo alle ragazze, la mia famiglia …

All’improvviso il soffitto era così basso che dovetti accucciarmi e strisciare per andare avanti, sempre spingendo davanti a me lo scatolo. Per un momento collegai la scena in cui mi trovavo con una di Alice nel Paese delle Meraviglie .. che cosa Bizzarra.

In lontananza sentii più volte gridare il mio nome, ma sicuramente erano allucinazioni provocate dalla paura.
Quando lo scatolo rimase incastrato ero allo stremo. Ero stanca, avevo pianto e - a quanto pareva - niente andava per il verso giusto. Sconsolata più che mai diedi un’ ultima forte spinta allo scatolo.

Rimasi un istante accecata. La scatola era entrata in una stanza molto illuminata. “ Oh mamma, sembra .. Sole?!” Era impossibile. A meno che quel passaggio non portasse fuori scuola. Tenendo gli occhi chiusi - ancora abituati all’oscurità - mi trascinai fuori dalla fessura. Appena fuori mi alzai e aprii gli occhi.
La prima stranezza che notai furono i colori TROPPO accesi.

Subito dopo realizzai di trovarmi su una stradina rocciosa. Sicuramente mi sbagliavo, ero ancora terrorizzata per gli attimi precedentemente vissuti. Feci per scotolarmi quando vidi le mie mani.

Non urlai perché il fiato mi si fermò in gola. Indietreggiai spaventata senza riuscire a distogliere gli occhi da quelle mani.
All’improvviso sentii un forte rumore di “zoccoli?” alla mia sinistra. Voltai velocemente la testa e quello che vidi furono due enormi cavalli bianchi fermarsi - dopo una lunga frenata - proprio a pochi centimetri da me.

 

… Anita …
 
Non capivo perché era così buio. Lo scatolone pesava, a differenza di quello che dissi alle altre prima di dividerci. Tutto per colpa di quella maledetta prof. che, logicamente, mi aveva dato la scatola più pesante …
 
Iniziavo veramente ad essere stufa e innervosita.
< Porca vacca, Valentina! > < Non poteva dirle di no!! > Imprecai.
 
Continuavo a camminare nel buio e nel silenzio più assoluto, sentendo solo il rumore dei miei passi, da sicuramente più di dieci minuti.
Improvvisamente sentii, come un lamento, mi fermai per sentire meglio – no, no, no, è qualcuno che piange- pensai. Provai a mettere a fuoco lo spazio intorno a me, ma non ci riuscii.
 
Adesso ero davvero impaurita, non riuscivo a muovermi
< c’è qualcuno? > Chiesi sussurrando, ma non arrivò risposta; così decisi di proseguire, stavolta più lentamente e tremando.
< Lisa? > < Vero?>
 
Deglutii, ma fu come inghiottire un sasso.
“Forse è meglio tornare indietro” Pensai.
< Si > Mi risposi, decisa!
 
Così girai i tacchi e con passo svelto – praticamente correndo– incominciai a ripercorrere il corridoio.
Correvo anche se avevo paura di inciampare. Ad un tratto inchiodai.
“Ma prima non c’era!!”
 
Mi avvicinai lentamente e silenziosamente, ma tremando più di prima, a quella macchia luminosa, ritrovandomi in un posto nuovo.
“Una palestra?”
Ma non una palestra qualunque, la riconobbi al primo sguardo, era quella del mio telefilm preferito! Glee!!
 
“ok, o ho fumato qualcosa, o mi hanno messo un trip nella coca cola”Pensai guardandomi attorno.
 
< Ehi TU!! > Sentii una voce famigliare, così mi girai di scatto verso il centro della palestra < Si, dico a te, abete! >, “Abete??” mi domandai, cercando di distinguere meglio chi fosse in realtà quella sagoma, avvicinandomi di pochi passi
< Io?? > chiesi spaventata.
< C’è qualcun altro? >




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NOTE AUTRICI:

Ma salve! 

Allora, in questo primo capitolo si inizia già a capire qualcosa .. Per esempio in quale storia capita ogniuna delle nostre protagoniste.

Visto che siamo ancora all'inizio non ho molto da dire, quindi qui vi lascio e ci si rivede al prossimo capitolo.

Revoir!

Marty/ _Eterea_





   
 
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